19/02/2025
🛑 È notizia tragica e recente quella di un pitbull di famiglia che ha ucciso una bambina di 9 mesi. L’animale, stando ai primi accertamenti, avrebbe aggredito la piccola al volto e agli arti, in assenza del genitore
❓ Alla luce di questo bruttissimo episodio, si torna a parlare di pitbull: come mai sempre loro? Sono davvero così pericolosi? Ma soprattutto, perché aggrediscono?
Gli aspetti da considerare in questi casi sono due 👇
1️⃣ Fattore genetico: un terrier di tipo bull ha doti genetiche particolari che il proprietario del cane deve conoscere bene, dimostrandosi in grado di saperle stimolare ma anche tenere sotto controllo. In origine, va precisato, i pitbull sono cani combattenti, selezionati per aggredire altri animali, non gli umani, avendo una socialità intraspecifica bassissima. Il problema è che avendo un mercato floridissimo, sempre più spesso sono allevati e venduti da persone improvvisate che non controllano i comportamenti specifici dei cani destinati alla riproduzione. La conseguenza è quella di dare vita a veri e propri “maltrattamenti genetici”, tali da portare a un pericoloso abbassamento di docilità, causando nel cane l’istinto di aggredire anche esseri umani.
2️⃣ Fattore ambientale: il proprietario deve essere capace di instaurare con il cane, maggiormente con un pitbull, un sistema di regole coerenti, onde evitare qualsiasi tipo di incidente. Un fattore ambientale che spesso è male interpretato dagli umani, ad esempio, è quello di non tenere in dovuta considerazione la possessività dei cani: riteniamo una manifestazione di affetto la loro costante vicinanza fisica, quando il più delle volte si tratta di un comportamento possessivo che, nei casi peggiori, può sfociare in aggressioni. La definizione della leadership, tra adopter e cane, è un aspetto fondamentale, troppo spesso sottovalutato, anche da parte degli educatori ipergentilisti.
🔎 “Su questa tragedia è difficile dare una spiegazione scientifica – sostiene Diego Buscicchio, terapeuta del cane – anche in considerazione dei pochi elementi a disposizione. Restando nel campo delle ipotesi, tuttavia, può essere che all’origine dell’aggressione ci sia una mancata definizione della leadership all’interno della famiglia. È possibile che il cane, prima che nascesse il bambino, fosse sempre al centro dell’attenzione, godendo di tutte le considerazioni familiari e sentendosi l’elemento più importante del branco. Un nuovo arrivo può aver causato un crollo emotivo nell’animale, tanto da vedere il bambino come un suo competitore relazionale: l’aggressione, pertanto, è l’atto estremo a sua disposizione.
🔎🔎 Un’altra ipotesi poi – continua Diego – può essere quella che il cane abbia anche accettato il bambino ma, sempre in assenza di una leadership, lo abbia visto come un soggetto debole del quale occuparsi. Tra le dinamiche che avvengono nel mondo canino, infatti, c’è quella di disapprovare quei cuccioli che fanno rumore nella tana, rischiando di atti**re l’attenzione del predatore… È possibile che il cane, sentendo piangere il bambino (qualora le cose fossero andate così), sia intervenuto per disapprovare il suo comportamento, con la bruttissima conseguenza che sappiamo”...