#comunitàresilienti
“Chi tenìa lo pane murìo, chi tenìa lo fuoco campào”.
Così recita un antico detto lionese che ha ispirato una delle delle manifestazioni più suggestive di tutta l’Irpinia, quella dei Riti di Fuoco
Un evento tradizionale e folkloristico, promosso dalla Pro Loco Lioni e dal Comune, che si svolge l’8 dicembre di ogni anno, a Lioni, riprendendo l’antica tradizione dei Falò dell’Immacolata.
Protagonisti indiscussi dell’evento, insieme agli spettacoli teatrali, ai concerti ed ai percorsi enogastronomici, sono appunto gli artistici fuochi della “Madonna de lo fuoco”, con il loro rituale comunitario dell’accensione, una combinazione di arte, leggenda, credenza e tradizione.
#Comunitàresilienti ripercorre, insieme ai suoi protagonisti, i momenti salienti delle passate edizioni di questo festival, sempre più multiculturale, ma fedele alla simbologia del Fuoco Purificatore.
Tradizioni e resilienza: l'azienda agricola Maria Sabia
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Non un solo modo di fare il pastore, di allevare greggi e di coltivare la terra, ma un mosaico di espressioni, esperienze e storie diverse che caratterizzano, in maniera univoca il patrimonio agricolo e pastorale, oltre che culturale, locale. Questo è quanto emerge, sempre più chiaramente, dal viaggio tra i territori e le sue comunità che #comunitàresilienti sta portando avanti.
Alle storie di allevatori e contadini di un tempo, legate ai ritmi ed ai saperi della tradizione, si stanno affiancando, sempre di più, le strade di giovani talentuosi che si propongono e si cimentano, con approcci nuovi, all’allevamento ed alla trasformazione.
In questo viaggio tra vecchie e nuove generazioni, tra mani rugose e segnate dal tempo, da una parte, e occhi sognanti ed entusiasti dall’altra, la storia dell’azienda agricola Maria Sabia, realtà imprenditoriale di Ricigliano (SA), è l’esempio di come fatica e passione possano accomunare e mettere d’accordo giovani e meno giovani, nella visione comune, della terra e degli animali come occasione per vivere in armonia con il mondo.
San Gregorio Magno. Storia e tradizioni casearie: Caseificio Iacullo
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La storia del Caseificio Iacullo è la storia di una grande famiglia, un realtà in cui la passione e l’amore per gli animali e per le produzioni artigianali sono state tramandate di mano in mano, attraverso le generazioni.
Il caseificio sorge a San Gregorio Magno, comune dell'entroterra salernitano, noto per le sue produzioni gastronomiche di qualità, espressione del connubio tra la vocazione agricola e pastorale del territorio e l'insieme di abilità, saperi e tradizioni di cui la comunità si è sempre fatta custode.
Il lavoro in caseificio è rigorosamente artigianale, fatto con le mani, come spiega la capostipite, Antonietta, ma l'attenzione al rispetto delle tecniche di produzione e all'innovazione è alta.
Dalla lungimiranza e dall'attaccamento a questi luoghi arriva, quindi, l'esempio di una realtà imprenditoriale che s'impegna, quotidianamente, per creare prospettive occupazionali per i propri figli e per l'intera comunità, per fornire alternative valide all'abbandono del territorio, per avviare percorsi di crescita economica che includano, in un processo collaborativo e virtuoso, tutti gli attori della filiera produttiva, ricettiva e turistica locale.
Castelcivita: storia, natura, gastronomia
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A Castelcivita, ai piedi degli Alburni, storia, natura e gastronomia si fondono, diventando emblema di turismo ed ospitalità.
Il borgo custodisce perfettamente le sue origini medievali e si presenta, tuttora, come una fortezza arroccata sulla roccia, la cui sommità è occupata da una imponente torre. Case a cascata, vicoli, e piazzette proteggono, da sguardi indiscreti, importanti opere artistico-religiose del periodo greco-bizantino e pre-romanico.
La montagna restituisce, a chi la vive e la cura, frutti autentici che vanno ad arricchire il paniere delle eccellenze locali, come i funghi porcini e le patate di montagna, entrambi oggetto di percorsi di valorizzazione e promozione da parte della comunità locale.
Le Grotte, principale attrazione turistica del territorio, ed il fiume Calore, meta di campeggiatori e di balneazione, incrociano le loro strade in prossimità del ponte Pestano, o ponte di Spartaco, nel punto in cui, secondo la leggenda, Spartaco avrebbe combattuto una delle sue più importanti battaglie.
Qui, dove il tempo sembra scorrere più dolcemente, non è possibile immaginare forme di sviluppo e di accoglienza che non siano accompagnate dai lenti rintocchi delle campane, dal fluire delle acque, e dall’eco dei monti.
Calabritto e le sue risorse: il borgo antico di Quaglietta
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Il territorio di Calabritto, piccolo comune irpino alle pendici del Monte Cervialto, si caratterizza per la presenza di risorse naturalistiche ed architettoniche di incontaminata bellezza. Da una parte i Monti Picentini con le loro vette, i sentieri, i corsi d'acqua e le cascate; dall'altra l'antico borgo di Quaglietta, fortificazione medievale che, dall'alto dello sperone roccioso sul quale fu edificata, domina la circostante Valle del Sele.
Il borgo, fedelmente recuperato grazie ad una serie di interventi di riqualificazione, si presenta nella sua struttura originaria, in un intreccio di vicoli, stradine e case che conducono al Castello e rivive, in tutta la sua autenticità, nella veste di "Albergo Diffuso".
Il successo dell'iniziativa Albergo Diffuso Quaglietta risiede, tutto, nei suoi elementi fondanti: spirito imprenditoriale, attaccamento al territorio di appartenenza, resistenza e cooperazione tra le parti (istituzioni, associazioni, comunità).
Laviano: il turismo e la memoria.
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A Laviano, comune dell’Alta Valle del Sele tra i più colpiti dal sisma del 1980, memoria, resistenza e voglia di riscatto si fondono, simbolicamente, in un ponte, quello tibetano, realizzato ed inaugurato nel 2015, per volontà dell’Amministrazione comunale e delle Associazioni locali, nel duplice intento di rappresentare il segno tangibile di un turismo che riparte e quello intangibile, ma altrettanto significativo, di un immaginario collegamento tra un passato che non c’è più ed un futuro ancora tutto da scrivere.
Il ponte, moderna opera d’ingegneria sospesa ad oltre 80 mt d’altezza, regala panorami e scenari mozzafiato, collegando, virtualmente, storia e natura. Da una parte quello che rimane del Castello Medievale, dall’altra boschi, montagne e sentieri inesplorati. Nel mezzo, l’identità culturale di un’intera comunità intenta a costruire nuovi scenari di sviluppo possibili.
giornata dell'innovazione
giornata dell'innovazione
#Comunitàresilienti
Castelnuovo di Conza, piccolo paese dell’Alta Valle del Sele, al confine tra le province di Avellino, Salerno e Potenza detiene, secondo l’ultimo rapporto Migrantes, il record di cittadini iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, con una percentuale che supera il 400%.
Sin dal 1800 gli abitanti di Castelnuovo sono stati protagonisti di flussi migratori pionieristici, spinti da vocazioni commerciali, artistiche, artigianali che hanno consentito loro, attraverso viaggi ed avventure, di trovar fortuna ed esprimersi a pieno in terre e culture profondamente lontane.
Tra le esperienze più singolari e significative, si annovera quella del commercio di coralli con l’Africa e, a seguire, gli scambi e le rotte verso le Americhe prima, ed il resto d’Europa poi.
Da Castelnuovo, alla volta del Sud America, partirono anche i F.lli Di Domenico, testimoni di un’impresa che li ha consacrati nel panorama cinematografico colombiano, tanti da essere ricordati come i Lumierè del cinema sudamericano.
Per omaggiare questa singolare vicenda migratoria è stato realizzato, attraverso i fondi erogati dalla misura 7.5.1. del GAL I Sentieri del Buon Vivere un murales, situato alle porte del paese e raffigurante questi tre illustri personaggi.
Grazie al racconto di Tina Terralavoro, ripercorriamo parte di quei viaggi che hanno portato, in giro per il mondo, i sogni e le speranze di tanti Castelnuovesi.
Trekking & paddles a Postiglione
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La storia di Antonello Pontecorvo e Giulia De Sario è fatta di scelte coraggiose e amore per il territorio. È la storia di una giovane coppia che, non per circostanze ma per scelta, ha fatto degli Alburni, più precisamente di Postiglione, la propria casa.
Uniti dalla passione comune per la natura, l'avventura e le attività sportive outdoor, Antonello e Giulia hanno dato vita ad un progetto imprenditoriale, quello di Trekking&Paddles che, attraverso la fruizione delle risorse naturalistiche (in particolar modo quelle fluviali ) in pochi anni ha contribuito a creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di un turismo esperienziale i cui fruitori provengono da tutto il mondo e, contemporaneamente, ad incentivare la nascita di forme di collaborazione, a livello locale e non, con gli altri attori economici del territorio, dando vita ad una sorta di sistema turistico-ricettivo integrato ed inclusivo.
#Comunitàresilienti ne racconta ed esalta il coraggio, i sogni e lo spirito resiliente di chi crede nel futuro di questi luoghi.
Eccellenze e ricette della tradizione: l'Amaretto di Caposele
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La nocciola, produzione d'eccellenza del territorio irpino, è protagonista indiscussa dell'amaretto di Caposele, anche noto come pasticcetto, prodotto dolciario tipico del comune di Caposele che, per riconosciute qualità, è stato inserito, dal MIPAAF, nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali - PAT.
Il segreto per l'inimitabilità del prodotto non esiste, o meglio risiede tutto nella sua semplicità: solo tre ingredienti (nocciole, zucchero e uova) accuratamente selezionati, ed una sola ricetta, che ha più di cento anni, e che sa di storia e di tradizioni locali.
Un gusto vero ed autentico, lo stesso da generazioni, che si presta, però, a sperimentazioni e connubi innovativi e creativi da cui nascono e si sviluppano nuove attività e realtà imprenditoriali che, facendo rete con le risorse e e gli altri attori economici del territorio, contribuiscono alla valorizzazione ed alla promozione, integrata, di tutto il sistema gastronomico ed artigianale locale.
Genuinità, rispetto delle tradizioni, innovazione, spirito d'iniziativa. Questi gli elementi che emergono dal racconto di #comunitàresilienti, gli stessi che orientano azioni e percorsi di sviluppo intrapresi dai giovani e condivisi da tutta la comunità locale, come nel caso de Il Pasticcetto di Massimo Chiaravallo, e Gerardo De Vita, titolare del marchio Il Monaco di De Vita Eventi.
#comunitàresilienti
Parchi archeologici, cinte murarie, torri, borghi medioevali, palazzi nobiliari, abbazie e monumenti religiosi. Di questo, e molto altro, è ricco il patrimonio storico-artistico dell'Irpinia, che vanta la presenza, a Torella dei Lombardi, di due tra i principali elementi artistici del territorio: il Castello Ruspoli Candriano e la Fontana Monumentale.
Due monumenti identitari e fortemente rappresentativi della storia, delle origini e delle tradizioni locali a cui l'intera comunità riconosce valori e significati importanti, che vanno oltre l'imponenza e la maestosità degli stessi.
Una comunità che, attraverso percorsi decisionali partecipati e condivisi, li ha eletti a simbolo di antica memoria e di futuro sviluppo, garantendone la fruizione, turistica, sociale e culturale, ed incentivandone la piena condivisione. Una comunità che, trasformando i luoghi originari del potere in spazi di tutti, ha posto le prime basi per uno sviluppo resiliente.
Particolari architettonici di pregio, tra cui il Donjon di forma cilindrica (la torre fortificata del castello), l'opera d'ingegneria che consente l'incanalamento delle acque alle rispettive bocche della fontana monumentale, unitamente alla sezione museale dedicata a Sergio Leone, (il padre del regista, si ricorda, era originario di Torella Dei Lombardi) in cui si conservano sceneggiature originali, foto del regista e costumi di scena dei film più noti, arricchiscono il viaggio di #comunitàresilienti a Torella Dei Lombardi.
Si ringrazia per la gentile collaborazione il sindaco, il dott. Amado Delli Gatti e tutta l'amministrazione comunale, la Pro Loco Candriano e la sua vice-presidente, la dott.ssa Denise Fiorillo.
Grotta di San Michele Arcangelo
Il viaggio di #comunitàresilienti approda negli Alburni, a Sant'Angelo a Fasanella, luogo in cui la misticità del culto e la straordinarietà della natura si fondono, creando un connubio senza eguali in grado di incantare ed affascinare fedeli, pellegrini e visitatori. Qui sorge, infatti, uno dei luoghi di culto più suggestivi e mistici del territorio degli Alburni: la Grotta di San Michele Arcangelo.
Il culto micaelico trova, all’interno di questa antichissima chiesa rupestre, situata ai piedi di una parete rocciosa a poca distanza dal centro abitato, la sua massima espressione e celebrazione, divenendo oltre che simbolo religioso, anche scrigno e custode della cultura e delle memorie di tutta la comunità locale.
Le porte di questo maestoso Santuario, annoverato tra i siti riconosciuti come Patrimonio UNESCO, si aprono ai fedeli l’8 maggio di ogni anno, quando tutta la comunità, in occasione della festività patronale, si muove, in fedele pellegrinaggio, dal paese alla grotta.
Attraverso il racconto, profondo ed appassionato, della prof.ssa Loredana Tierno, docente di storia ed archeologia, conosceremo le origini, tra fede, storia e leggenda, della grotta, e potremo ammirare l'affascinante patrimonio artistico e naturalistico custodito al suo interno.