Gruppo Cinofilo Scaligero

Gruppo Cinofilo Scaligero Gruppo che nasce dalla passione per la cinofilia con lo scopo di radunare coloro che hanno la passione per questo mondo.

Il gruppo vorrebbe tutelare le razze canine riconosciute dalla FCI valorizzandole ai fini zootecnici, oltre che sportivi e culturali.

31/03/2024
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08/04/2023

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Qualcosa comincia a muoversi… speriamo anche in più controlli da parte degli organi competenti… e in futuro anche del de...
28/02/2023

Qualcosa comincia a muoversi… speriamo anche in più controlli da parte degli organi competenti… e in futuro anche del deposito del DNA obbligatorio per tutti.

06/06/2022
Nel patrimonio genetico sia dell’uomo che del cane esistono 900 geni che codificano recettori olfattivi, ma nella nostra...
28/03/2022

Nel patrimonio genetico sia dell’uomo che del cane esistono 900 geni che codificano recettori olfattivi, ma nella nostra specie la maggior parte di essi è silente, spenta e non va a maturazione (pseudogeni). In secondo luogo, i neuroni olfattivi umani in media hanno 10 ciglia, quelli del cane 100. In terzo luogo, come è intuibile, la canna nasale del cane (col relativo epitelio olfattivo) è molto più estesa di quella umana.
Il cane si ritrova quindi dotato di 300 milioni di recettori olfattivi e l’uomo solo di 6 (parallelamente, la corteccia olfattiva canina occupa il 12,5% della massa totale del cervello dell’animale mentre quella umana ne ricopre appena l’1%).

Auguri a tutte le DONNE!!!
08/03/2022

Auguri a tutte le DONNE!!!

📢🐾 CHERRY EYE COS'È? 🐾📢L’occhio del cane è diverso dal nostro in quanto, oltre ad avere una palpebra superiore ed una in...
24/02/2022

📢🐾 CHERRY EYE COS'È? 🐾📢

L’occhio del cane è diverso dal nostro in quanto, oltre ad avere una palpebra superiore ed una inferiore, ha anche una terza palpebra, ovvero una “membrana” formata da uno “scheletro interno” di cartilagine e rivestita esternamente dalla congiuntiva. Anatomicamente è situata nell’angolo nasale dell’occhio, tra palpebre e globo oculare, dove svolge un’azione di protezione della cornea: nel cane “sale passivamente” come conseguenza della retrazione volontaria del globo oculare nell’orbita e normalmente non è visibile. Alla base della terza palpebra è presente una ghiandola lacrimale che produce almeno il 35% della porzione acquosa del film lacrimale, il resto viene prodotto dalla ghiandola lacrimale orbitale.
Il “CHERRY EYE” non è altro che il prolasso della ghiandola lacrimale della terza palpebra. Questa esce dalla propria sede naturale (prolassa), aumenta di dimensioni e si infiamma, presentandosi come una massa rossastra all’angolo nasale dell’occhio, molto simile a una ciliegia; da qui il nome “cherry eye”. L’estroflessione della ghiandola è legata all’indebolimento dei tessuti fibrosi che tengono nella corretta posizione la terza palpebra. È una patologia che interessa prevalentemente cani giovani (età media inferiore a due anni) ed è frequente in razze quali: Beagle, Cocker Spaniel, Cavalier King Charles Spaniel, Bulldog Inglese, Bulldog Francese, Mastino Napoletano, Boxer, Shar Pei, Pechinese, Lhassa-Apso, Basset Hound, Boston Terrier, Sh*tzu,
In genere è monolaterale, ma nel 20% dei casi si assiste al prolasso della ghiandola controlaterale in un periodo di tempo variabile, che può andare da pochi giorni a qualche mese.

CAUSE
In passato si riteneva che la causa scatenante fosse infiammatoria, ma oggi l’ipotesi più accreditata è la lassità congenita delle strutture legamentose della ghiandola stessa, oltre ad esserci una particolare predisposizione della patologia in razze brachicefaliche, caratterizzate dall’avere un muso corto e schiacciato.

SINTOMI CLINICI
La ghiandola prolassata va incontro a fenomeni infiammatori, per i quali compare una masserella dapprima rosa poi sempre più rossa e infiammata nell’angolo destro dell’occhio. I sintomi clinici sono:
- arrossamento oculare da congiuntivite;
- abbondante lacrimazione o, al contrario, secchezza oculare e scarsa lacrimazione;
- secrezioni anomale dall’occhio;
- gonfiore attorno agli occhi.
Inoltre il cane ha spesso la tendenza a sfregarsi gli occhi con la zampa e a tenerli socchiusi. Si tratta essenzialmente di tentativi di ridurre l’irritazione che avvertono.
La diagnosi è molto semplice in quanto di norma è sufficiente il solo esame fisico.

fonte: pronto soccorso veterinario roma

❎ IL MALE EPILETTICO NEL CANE ❎Il Male Epilettico nel Cane è una condizione potenzialmente mortale che può verificarsi n...
15/02/2022

❎ IL MALE EPILETTICO NEL CANE ❎

Il Male Epilettico nel Cane è una condizione potenzialmente mortale che può verificarsi nel caso in cui il nostro amico a quattro zampe soffra di epilessia. Prima di capire cos’è lo stato di male epilettico nel cane, è bene comprendere cos’è l’epilessia canina e come si riconosce.

L’epilessia nel cane è una malattia neurologica caratterizzata dal ricorrere di attacchi convulsivi. Queste crisi convulsive sono manifestazioni di un’irregolarità nell’attività cerebrale: in pratica i neurotrasmettitori stimolano in modo esagerato i neuroni fino a superare il limite consentito ed è a questo punto che si scatena la crisi epilettica.

⚠️I sintomi dell’epilessia:

I sintomi dell’epilessia vengono classificati in base a vari parametri.
Per esempio si differenziano a seconda della fase dell’attacco:

⚠️Fase Iniziale (chiamata anche Aura o Fase Pre-ictale): in questa fase, che dura solitamente qualche secondo, il cane ha disturbi di tipo motorio, ma può manifestare anche agitazione improvvisa, irrequietezza, sguardo fisso, paura immotivata, bisogno di protezione e ricerca di sostegno.

⚠️Fase Ictale (chiamata anche Fase da Ictus): in questa fase si ha il vero e proprio attacco di convulsioni, che può durare da pochi secondi a qualche minuto. Il corpo diventa rigido, il cane cade sul fianco e contrae gli arti. Può serrare prepotentemente la mascella, abbondare con la salivazione oppure esplellere i suoi bisogni corporali come feci ed urine. I sintomi di questa fase cambiano in base alla tipologia di crisi da cui è colpito il cane.

⚠️Fase Post-ictale: questa fase è quella che segue la crisi vera e propria, ma può essere altrettanto problematica. Questo perché può durare da pochi minuti fino a qualche giorno, inoltre perché può mostrare una serie di sintomi che possono preoccupare il padrone. Si possono infatti riscontrare nel cane cambiamenti di carattere, disorientamento, alterazione del sensorio, paura, depressione, debolezza, stordimento, sonnolenza, aggressività, sguardo fisso, difficoltà nella deambulazione, vomito, fame esagerata e cecità transitoria.

Come precedentemente anticipato, i sintomi dell’epilessia variano in base alla tipologia di crisi che colpisce il cane.
Possiamo infatti distinguerle in:

⚠️Crisi Focali: questa forma coinvolge una o più parti del corpo e i sintomi rappresentano l’espressione della zona cerebrale colpita. Questo tipo di crisi può trasformarsi anche in Crisi Generalizzate.

⚠️Crisi Generalizzate: questa tipologia è la più frequente ed è quella che coinvolge differenti zone cerebrali. 
Questo tipo di crisi si divide in:

•Toniche: sono caratterizzate da contrazioni muscolari generalizzate
•Tonico-cloniche: chiamate anche Grande Male, sono le più frequenti. Si tratta di un’alternanza tra contrazioni e brevi rilassamenti
•Miocloniche: sono così definite le contrazioni di uno o più gruppi di muscoli
•Atoniche: ovvero quando si riscontra perdita di tono in uno o più gruppi di muscoli
•Assenze: quando il cane sembra svenire e rimane senza coscienza per uno o più minuti

Oltre ai fattori precedentemente esposti, le crisi epilettiche si dividono anche in base alla frequenza:

•Crisi Singola: le crisi epilettiche avvengono a più di 24 ore di distanza le une dalle altre.

•Cluster di Crisi (chiamata anche Crisi a Grappolo): gli attacchi epilettici avvengono a meno di 24 ore gli uni dagli altri, solitamente nel giro di massimo qualche ora.

•Stato di Male Epilettico: la crisi dura per più di 5 minuti oppure tra un attacco e l’altro il cane non riprende conoscenza

⚠️Cosa fare durante un attacco epilettico del cane?

Una crisi epilettica canina può spaventare gli umani, ma per il bene del nostro amico a quattro zampe è importante mantenere la calma. Innanzitutto è bene ricordare che il cane non ha coscienza di sé, per cui non si rende conto di quello che gli sta succedendo e non prova alcun dolore.

Durante questi momenti è bene monitorare la crisi annotando le tempistiche, i comportamenti del cane, i sintomi ed ogni possibile informazione che può essere utile al veterinario. La cosa migliore da fare sarebbe riprendere la crisi con il cellulare, in modo che il veterinario possa vedere effettivamente la sintomatologia.

Oltre a mantenere la calma, durante la crisi è fondamentale allontanare gli altri animali presenti in casa in modo che non si spaventino troppo e non rischino di aggredire il cane in preda alla crisi. Inoltre è consigliato non cercare di abbracciare o accarezzare il cane, in quanto non avendo coscienza di sé stesso potrebbe mordere.

⚠️Lo Stato di Male Epilettico:

Ricordiamo che più crisi convulsive che si verificano in un tempo limitato, ad intervalli via via più brevi, sono definite a crisi “a grappolo”, e questa escalation di frequenza ed intensità spesso prelude allo “stato epilettico”. La condizione di stato epilettico è quindi caratterizzata da crisi convulsive ripetute, che perdurano per 5 minuti o più, in maniera continuativa o separate da brevi intervalli di tempo durante i quali l’animale non ritorna ad uno stato di coscienza. Si tratta di una condizione molto pericolosa perché può potenzialmente causare al cane danni cerebrali irreversibili oppure, nei casi più gravi, può portare alla morte.

Per questo, come norma generale di comportamento, se alla prima crisi convulsiva è ancora possibile prendere tempo, nel caso dell’instaurazione di un “grappolo” o qualora si stiano osservando i sintomi dello “stato epilettico”, è di assoluta importanza recarsi presso una struttura veterinaria nel più breve tempo possibile, dove il cane possa essere tempestivamente soccorso con l’impiego di farmaci anticonvulsivanti endovenosi, nel tentativo di sedare le crisi ed evitare i danni irreversibili che ne potrebbero derivare.

Fonte articolo :
CLINICA VETERINARIA SAN CARLO

🟨🟨🟨PIOMETRA🟨🟨🟨piomètra s. f. [comp. di pio- e gr. μήτρα «utero»]. – In medicina, ritenzione nella cavità uterina di mate...
09/02/2022

🟨🟨🟨PIOMETRA🟨🟨🟨

piomètra s. f. [comp. di pio- e gr. μήτρα «utero»]. – In medicina, ritenzione nella cavità uterina di materiale purulento, che si osserva in alcune infiammazioni della mucosa uterina.

Parliamo di una patologia relativamente frequente nelle cagne (ma può verificarsi anche nelle gatte). Per Piometra si intende l’accumulo di Pus (quindi un liquido infetto) nell’utero.

Vengono prevalentemente colpite le cagne adulte o anziane (raramente giovani) non sterilizzate e la patologia si presenta tipicamente nei 2-4 mesi successivi al calore poichè gli ormoni prodotti dalle ovaie durante e dopo l estro sono necessari per lo sviluppo della patologia.

Questo è il motivo per cui, nelle cagne sterilizzate (quindi senza ovaie), ma nelle quali viene lasciato l’utero, la malattia non si presenta. In queste ultime infatti la malattia può manifestarsi solo se, dopo la sterilizzazione, sia accidentalmente rimasto del tessuto ovarico.

⚫️SINTOMI

📌abbattimento
📌scarso appetito
📌sete aumentata e perdita di pus dalla v***a (piometra aperta).
📌Si può verificare anche un accumulo di pus con la cervice uterina chiusa (piometra chiusa), in questo caso, l’assenza di perdite v***ari, potrà rendere la diagnosi più tardiva e/o complicata.

Ricordiamo che a volte le perdite di pus possono essere di color rosso ed essere confuse con un calore, quindi attenti, se nei due mesi dopo il calore ci sono di nuovo perdite e la vostra cagnetta non è in forma non aspettate.

A questo proposito consigliamo di appuntare volta per volta le date e le durate dei calori in modo da avere chiare le tempistiche e valutare la regolarità dei cicli.

⚫️DIAGNOSI

La DIAGNOSI definitiva richiede un esame ecografico dell’addome che, oltre a confermare la diagnosi, è utile per identificare complicazioni, come rottura dell’utero e/o la peritonite.

⚫️TERAPIA

La TERAPIA di elezione, anche per evitare recidive, è la chirurgia (asportazione di utero e ovaie), ma nelle cagne giovani o destinate alla riproduzione è possibile iniziare una terapia medica (solo farmacologica).

Questa opzione può essere presa in considerazione anche in cagne molto anziane che, per concomitanti gravi patologie, non possono essere sottoposte ad un intervento chirurgico. La terapia medica, per ovvi motivi, non è attuabile in caso di complicazioni legate a questa patologia, come le già citate peritoniti/perforazioni uterine, per cui è sempre necessario che sia preceduta da un esame ecografico. Sottolineiamo comunque che l’infezione uterina, se la chirurgia non viene effettuta, potrà ricomparire durante la vita del nostro animale.

Un calendario dei calori e un’attenta valutazione delle anomalie presentate dalle nostre cagnoline sono alla base di una diagnosi precoce, accompagnata quindi da un’importante riduzione dei rischi legati a questa br**ta e comune infezione.

Fonte: Eros Folli Milanesi

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