28/09/2022
World Rabies Day: One Health, Zero Deaths
Oggi ricorre la Giornata Mondiale della rabbia.
In questa occasione Fnovi si focalizza su questa terribile malattia e sugli sforzi che tutto il mondo sta compiendo per cercare di debellarla.
Paola Dall'Ara, medico veterinario docente di Malattie infettive del cane e del gatto dell’Università degli Studi di Milano, ci spiega come.
Da 15 anni a questa parte, il 28 settembre di ogni anno si celebra il , la giornata mondiale dedicata alla rabbia, diventata il punto di riferimento per tutti i paesi per promuovere la prevenzione di questa terribile malattia a livello mondiale.
Il tema dell’edizione 2022 di questa giornata è “One Health, Zero Death”, per sottolineare la stretta connessione tra ambiente, persone e animali.
Ma perché proprio il 28 settembre? Questa data è stata scelta in omaggio a Louis Pasteur, cioè a colui che per primo ha allestito un vaccino in grado di contrastare con successo le terribili conseguenze di questa devastante malattia.
La rabbia è una zoonosi ad esito sempre fatale presente in tutto il mondo (ad eccezione di Australia e Antartide). Il 99% dei casi di rabbia umana è conseguente al morso di un cane infetto, in particolare nei paesi in via di sviluppo dove il randagismo canino è ancora molto diffuso; nei paesi industrializzati, invece, la rabbia è tenuta sotto controllo grazie alla vaccinazione parenterale degli animali domestici e orale dei selvatici. Ma se solo si raggiungesse una copertura vaccinale del 70% dei cani, la rabbia sarebbe una malattia agevolmente prevenibile.
Purtroppo, però, siamo ancora ben lontani da questo traguardo: oggi, infatti, i casi di rabbia sono circa 59.000 ogni anno, quasi la metà sono bambini e muore di rabbia una persona ogni 9 minuti.
Mentre l’Italia è indenne dal 2013, in Europa la rabbia è ancora un problema soprattutto nei paesi dell’Est (Federazione Russa e Ucraina in testa).
Con l’inizio della guerra in Ucraina, poi, è iniziata la fuga dei profughi con i propri animali al seguito: questo esodo, unito al lavoro di associazioni animaliste di recupero degli animali randagi o abbandonati nelle zone di guerra, ha riacceso l’attenzione di veterinari ed esperti sul possibile rischio di ritorno della rabbia anche in paesi indenni come l’Italia.
Proprio per cercare di tenere sotto controllo questa terribile malattia sempre e dovunque, nel 2015 è iniziata la collaborazione tra OMS, OIE, FAO e GARC nel progetto “United Against Rabies” (UAR), con l’obiettivo comune “Zero by 30”, ovvero la riduzione a zero dei casi di rabbia umana trasmessa dai cani in tutto il mondo entro il 2030. In questo ambizioso progetto fanno la loro parte anche molte aziende farmaceutiche veterinarie che donano ogni anno decine di migliaia di dosi vaccinali alle zone più interessate.
E anche noi, solo se saremo tutti uniti, riusciremo a evitare che la rabbia torni a rappresentare un'emergenza sanitaria nel nostro paese, libero da rabbia da quasi un decennio.
Leggi l’articolo integrale sul nostro sito ⬇
https://www.fnovi.it/node/49999
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📆 Segui il prossimo meeting di Paola Dall’Ara per FNOVI “RABBIA: malattia negletta di nome e di fatto - ma qualcosa sta cambiando…”
Giovedì 13 ottobre 2022, ore 14:00
https://formazioneresidenziale.profconservizi.it/
➡ Guarda il video di Paola Dall’Ara sulla storia del primo vaccino
https://youtu.be/4Z0H2zW3bnk
📌 Segui il convegno “Ora più che mai United Against Rabies-informare e formare sulla rabbia”.
➡ Link alla registrazione del convegno (5 ore)
https://video.unimi.it/embedvideo/?mid=1920
➡ Link al video di apertura (5 min)
https://youtu.be/EFVSmz5uD6E