LA RIABILITAZIONE EQUESTRE 5000 ANNI DI STORIA
Dal 3° millennio A.C. si ritrova la traccia di un primo testo di pedagogia dei maestri Ittiti che dominarono l’Asia Minore.
458-370 A.C. Ippocrate di Coo nel suo libro delle pietre consigliava l’equitazione come rimedio per l’insonnia, per rigenerare la salute e per preservare il corpo umano da varie infermità.
124-40 A.C. Asclepiade di Prussia rac
comandava il moto a cavallo nel trattamento di avanzate patologie, in particolare: podagrosi, idropici, epilettici, paralitici, apoplettici, letargici, frenetici, nonché per gli affetti dalla febbre terzana. Nella scienza araba si ritrova la descrizione dei benefici legati all’attività equestre. Dopo un periodo di silenzio, nel XVI secolo Cesare Borgia affermò “colui che vuole conservare una buona forma fisica può solo star coricato o cavalcare”. Nel 1569, il medico Merkurialis scrisse il trattato “De arte gymnastica” riprese osservazioni di Galeno secondo le quali l’equitazione detiene una posizione importante negli esercizi ginnici, per la sua azione sul corpo ed i sensi. Nel 1676, Thomas Syndenham nelle “Observationes medicae” affermava che la cosa migliore per fortificare e rianimare il sangue e la mente era mo***re a cavallo ogni giorno, facendo lunghe passeggiate con un carro all’aria aperta, consigliando quindi questa attività come trattamento ideale anche per la tubercolosi, le coliche biliari e le flatulenze, arrivando a mettere a disposizione dei propri pazienti indigenti i cavalli di sua proprietà.
1660-1734 Giorgio E. Stahl medico personale di Maria Teresa d’Austria consigliava di praticare l’equitazione assiduamente, affermando che le fibre muscolari erano meno eccitabili praticando questo sport, di conseguenza consigliabile per l’ipocondria e l’isteria. Nel 1704, Francesco Fuller nell’opera “De medicina gymnastica” descriveva in ben 46 pagine l’equitazione come metodo efficace contro l’ipocondria, avendola sperimentata su di sé. Nel 1719, Friedric Hoffmann “nell’Istruzioni approfondite su come una persona può mantenere la sua salute e liberarsi di gravi malattie tramite esercizi fisici” definiva l’andatura del paso come la più salutare. Castel, detto l’Abate di Saint Pierre, per ovviare all’aggravio economico rappresentato dal costo di un cavallo e alla necessità di galoppatoi coperti da usarsi quando il tempo è inclemente, inventò una “sedia vibrante” che chiamò “tremoussoir” (fig.2 e 3), ricordataanche da Voltaire, che asserì di averla usata con notevole beneficio per la cura di una stipsi ostinata che lo affliggeva. Nel 1752 Giovanni Pringle nelle “Osservazioni sopra le malattie delle armate” annotava che l’esercizio col cavallo è un elemento valevole per conservare la salute degli eserciti, “come si osserva nelle malattie epidemiche alle quali è più soggetta la fanteria che non i soldati a cavallo”. Nel 1772, in Italia Giuseppe Benvenuti dedicò il suo trattato “Riflessioni sopra gli effetti del moto a cavallo” a Sigismondo Chigi, principe di Farnetta con l’augurio di ristabilirsi in salute con questa pratica. Nel 1782 J.C. Tissot nel suo trattato “Ginnastica medica o chirurgica o esperimento” mette l’accento sui benefici ricavabili dal movimento nelle sue tre forme di movimento. 1 attiva, 2 passiva, 3 attiva-passiva. Inoltre ha anche descritto, per la prima volta, le controindicazioni della pratica eccessiva dell’equitazione, illustrando gli effetti diversi delle varie andature, fra le quali quella del passo ritenuta la più efficace dal punto di vista terapeutico.
1749-1832 Goethe riconobbe il valore salutare delle oscillazioni che il corpo compie nell’essere a cavallo, il beneficio per la colonna vertebrale e per la circolazione. Nel 1782, Zander scrisse le “Vibrazioni con 180 oscillazioni al minuto stimolano il sistema nervoso simpatico”. Nel 1785 Samuel Theodor Quelmalz di Lipsia inventò la “macchina equestre”, dimostrando come il problema del movimento fosse particolarmente sentito dai medici di quel tempo. Nella sua opera “la salute tramite l’equitazione” troviamo per la prima volta un riferimento al movimento tridimensionale del dorso del cavallo (fig.1)
Dopo un lungo periodo di stallo, ci fu una ripresa coi paesi scandinavi e successivamente coi paesi anglosassoni, con attività prevalentemente ludiche. Nel 1956 la danese Lis Hartel, affetta da poliomielite, vinse la medaglia d’argento di dressage alle olimpiadi. Nel 1963 Killilea con il suo libro “Karen con amore” preconizzava l’utilizzo dell’equitazione a fine terapeutico. . Il libro narra di una ragazza handicappata rieducata con il nuoto e l’equitazione. Nel 1965 la rieducazione equestre nacque ufficialmente in Francia con la spinta di Lubersac e Lalleri, a due mani scrissero il trattato “Rieducazione attraverso l’equitazione” del 1973, il testo fu tradotto in italiano. Sempre in Francia, nel 1965 la rieducazione equestre divenne ufficialmente materia di studio, e nel 1969 fu presentato all’università della Salpetrière a Parigi il primo lavoro scientifico sulla riabilitazione equestre. Rimanendo a Parigi Val-de-Marne, nel 1972 presso la Facoltà di Medicina fu presentata la pima tesi sulla “Terapia con il mezzo del cavallo”. Infine, nel 1976 a seguito di un incontro tra il chirurgo pediatra dottor Luciano Cucchi, il proprietario signor Capponi della Cascina Robbiolo di Buccinasco, la famiglia Dossena, il Lions Club di Corsico e la dottoressa Danièle Nicolas Citterio, nacque l’ANIRE che nell’anno successivo, 1977 fu ufficialmente costituita. Nel 1980 a seguito dell'interessamento della signora Antonia Setti Carraro, allora ispettrice della Croce Rossa Italiana, per la prima volta al mondo una sinergia fra l'Esercito, la Croce Rossa e l'Associazione CNRAF ANIRE, il Centro Nazionale Ricerca assistenza e Formazione ANIRE iniziò il suo prestigioso percorso presso la Caserma Santa Barbara di Milano. Nel 1981 l'istituzione del primo centro italiano di riabilitazione equestre presso la Caserma Santa Barbara valse allo Stendardo del Reggimento la Medaglia d'Oro al Merito della Sanità Pubblica, conferita dall'allora Ministro della Sanità Aldo Aniasi. Sempre nel 1981 su in put del dottor Luciano Cucchi, allora vice presidente dell’ANIRE, fu creato un centro di riabilitazione equestre nella sede dell’ospedale Niguarda. Nel 1985, presidiarono 25 paesi al V Congresso Internazionale di Riabilitazione Equestre svoltosi a Milano, organizzato dall’ANIRE e con suo input furono poste le basi per la Federazione Internazionale- Federation Riding Disabled International – FRDI. Nel 2012 in Grecia, durante il XIV International Congress of Therapeutic Riding la Federazione Internazionale cambia nome e ridefinisce il proprio campo d’azione, diventando HETI/FRDI – International Federation of Horse in Education and Therapy – International AISBL.