PATOLOGIE CARDIACHE
Quando il vostro animale, magari un po' avanti con l’età è più svogliato, si stanca più facilmente, non è più reattivo come prima potrebbe essere una patologia cardiaca.
Gli anni che passano non aiutano la prestanza fisica anche per i cani e i gatti e si possono aggiungere problemi articolari, però anche l’incidenza delle patologie cardiache acquisite aumenta con l’età e, nel cane, sono più frequenti i problemi di tipo valvolare.
In particolare i soggetti di piccola taglia sono i più colpiti da questo tipo di patologia, infatti c’è una predisposizione genetica in alcune razze (Cavalier King Charles Spaniel, Barbone, Chihuahua, Cocker Spaniel, Yorkshire Terrier), perché è una patologia che può avere trasmissione genetica da genitori a figli.
I sintomi possono essere piuttosto vaghi e, magari, non presi in considerazione dal proprietario perché associati all’età avanzata del nostro cane o del nostro gatto:
debolezza, a volte transitoria, magari impiegano più tempo a percorrere lo stesso tragitto,
intolleranza allo sforzo, si siedono più di frequente, non hanno voglia di giocare
dispnea, cioè la frequenza respiratoria aumentata
sincope o svenimenti,
pallore o estremità fredde per via dei problemi di vasocostrizione periferica.
Ma anche tosse, una perdita di peso importante che può manifestarsi anche rapidamente, accompagnata da letargia e debolezza generalizzata, inappetenza e cattive condizioni del mantello.
E’ importante distinguere le patologie cardiache dall’insufficienza cardiaca.
Quest’ultima si manifesta quando il cuore non è in grado di mantenere una circolazione sanguigna adeguata a soddisfare le necessità dell’animale con una pressione venosa normale. Tuttavia i meccanismi compensatori permettono a molti animali con patologie cardiache di rimanere asintomatici.
Alla visita il veterinario, auscultando il cane con il fonendoscopio, percepisce il soffio cardiaco, un fruscio dato dal sangue che r
L’ipotiroidismo nel cane
L’ipotiroidismo canino è una patologia endocrina che determina un deficit della funzione della tiroide.
Le razze maggiormente predisposte allo sviluppo di questa malattia sono Pointer, Setter inglese, Maltese e Boxer. Ha un’età di insorgenza media tra i 2 e i 6 anni.
Le cause più comuni di ipotiroidismo primario sono la tiroidite linfocitaria e l’atrofia di origine sconosciuta.
I sintomi più comuni si osservano a carico del mantello e della cute e sono: alopecia bilaterale simmetrica non pruriginosa a livello del tronco e della coda, seborrea e piodermite. Inoltre, il pelo appare secco e fragile, tendente alla rottura e si osserva abbondante forfora. Altri sintomi di ipotiroidismo sono aumento di peso, letargia, intolleranza al freddo e debolezza. Si osservano frequentemente anche sintomi neuromuscolari quali tendenza del cane a muoversi in circolo (movimenti di maneggio), crisi convulsive e atrofia muscolare progressiva.
Per confermare un sospetto di ipotiroidismo è necessario eseguire un prelievo di sangue ed un’ecografia della tiroide.
Le analisi del sangue di un cane affetto da ipotiroidismo mostrano un aumento dei trigliceridi e del colesterolo e in alcuni casi un’anemia non rigenerativa.
Di fondamentale importanza ai fini della diagnosi è misurare i livelli di ormoni tiroidei nel sangue. Questi sono il T4, ormone secreto dalla ghiandola tiroide, e il TSH, ormone secreto dall’ipofisi con lo scopo di stimolare la normale funzionalità tiroidea. In corso di ipotiroidismo, il T4 risulta basso in quanto non viene prodotto in quantità corretta dalla tiroide patologica; il TSH, invece, risulta alto poiché l’ipofisi aumenta la sua produzione nel tentativo di stimolare la tiroide a produrre una quantità adeguata di ormoni tiroidei.
L’ecografia della tiroide permette di evidenziare un’anomalia di dimensioni, forma o vascolarizzazione dell’organo. È impor
L’otoematoma nel cane e nel gatto
Fortunatamente nella mia quotidianità ambulatoriale ho sempre meno casi di questo tipo, ma vediamo a cosa è dovuto l’otoematoma.
L’otoematoma consiste in un versamento di sangue a livello di padiglione auricolare. Si osserva più frequentemente nel cane che nel gatto.
L’orecchio appare rigonfio, in quanto il sangue uscito dai capillari sottocutanei del padiglione, si accumula e determina un distacco fra la cartilagine della pinna auricolare e la cute sovrastante. L’orecchio, inoltre, risulta caldo e dolente. All’animale questa situazione comporta un notevole malessere.
La causa di rottura dei capillari del padiglione auricolare è lo scossare ripetutamente la testa a causa di fastidio o prurito legati a otiti di qualsiasi natura, parassiti quali acari o presenza di corpi estranei (ad esempio forasacchi) nel condotto auricolare. E più il gonfiore aumenta, più all’animale dà fastidio e più scuote la testa o si gratta, andando così a creare un circolo vizioso.
L’otoematoma può essere curato in maniera medica o chirurgica.
La prima consiste nell’applicare localmente una pomata per fare riassorbire il versamento, il quale nel corso di un mese o più si riassorbirà lentamente lasciando, però, l’orecchio alterato dal punto di vista estetico. La guarigione è lenta perché i fragili capillari auricolari hanno la tendenza a continuare a gemere sangue con conseguente recidiva del versamento. Si possono anche associare drenanti naturali come integratori alimentari per favorire il riassorbimento.
La seconda consiste, invece, nell’incidere l’otoematoma per fare fuoriuscire il sangue e nell’inserimento di un drenaggio. Questo rimarrà in sede il tempo necessario affinché i capillari si rimarginino, poi potrà essere rimosso.
Nei casi più gravi, per ridurre al minimo l’accartocciamento anti-estetico del padiglione auricolare, è possibile applicare dei punti che ne distendano la cute.
Tutte que
L’insufficienza renale nel gatto
L’insufficienza renale è una patologia molto frequente nel gatto. Esistono due tipi di insufficienza renale: acuta e cronica. La prima può manifestarsi a qualsiasi età in seguito ad un insulto di qualunque natura a carico dei reni. I segni clinici, che insorgono improvvisamente, sono perdita dell’appetito, vomito e rapida perdita di peso. La seconda presenta, invece, un decorso più subdolo, in quanto i segni clinici sono lentamente progressivi.
Il gatto nel corso di settimane o mesi presenta riduzione dell’appetito, vomito regolare, dimagrimento, peggioramento della qualità del mantello, alito cattivo ed ulcere in bocca; spesso si osserva un aumento della produzione di urine e un conseguente aumento del consumo di acqua. È tipicamente una patologia del gatto anziano, i cui reni vanno incontro a degenerazione fisiologica dovuta all’invecchiamento.
In presenza di sintomi riferibili ad insufficienza renale è necessario confermare la presenza della patologia tramite analisi del sangue. I parametri relativi alla funzionalità renale (creatinina e urea) indicano la gravità della patologia al momento della diagnosi e sono utili per monitorare l’efficacia della terapia. Un altro strumento a nostra disposizione per valutare i reni è l’ecografia, che permette di visualizzare la conformazione dell’organo. La funzionalità dei reni, infatti, può essere inficiata da cisti o neoplasie visibili come alterazioni della forma renale.
Se da un canto l’insufficienza renale acuta è una malattia dalla quale il gatto può guarire, se curata opportunamente e in modo tempestivo, d’altro canto l’insufficienza renale cronica, essendo una patologia degenerativa, non ha una cura. La terapia, infatti, non è mirata alla guarigione del gatto, bensì al rallentamento della progressione della patologia.
Essendo l’insufficienza renale cronica una malattia molto comune e debilitante nel gatto è
Lei è una gattona anziana (non svelerò la sua età 😁) e non si fa più le unghie autonomamente, quindi passa regolarmente in ambulatorio per farsele accorciare, così da non crearsi ferite nei polpastrelli.
Ho recentemente avuto in ambulatorio la spiacevole esperienza di dovermi confrontare con questa neoplasia: il mastocitoma.
E devo essere sincera, in questo caso non me lo sarei aspettato, soprattutto per la giovane età di King (neanche 5 anni). Stiamo facendo in accordo con i proprietari tutti gli accertamenti necessari per affrontare al meglio questa patologia che purtroppo è molto diffusa e può essere molto aggressiva.
COSE’ IL MASTOCITOMA?
Il mastocitoma è un tumore cutaneo molto frequente nel cane e comune nel gatto. Tra le razze canine più predisposte vi sono il Labrador retriever, il Golden retriever, il Beagle, lo Schnauzer, lo Shar-pei, il Boxer, il Bulldog, il Carlino e le razze brachicefale in generale.
L’età media di insorgenza è di 8-10 anni, ma è possibile riscontrarlo anche in età giovanile.
La presentazione clinica del mastocitoma è variabile, in quanto può assumere diverse forme e localizzarsi in molteplici distretti corporei. Generalmente si osserva un nodulo singolo, alopecico (privo di peli), duro alla palpazione e localizzato a livello di derma o sottocute, ma può anche presentarsi sotto forma di masse multiple ulcerate o rigonfiamenti edematosi.
Tipiche del mastocitoma sono la tendenza a crescere per poi ritornare alle dimensioni iniziali e la cossidetta reazione di Darier. Quest’ultima consiste nella formazione temporanea di un’area edematosa (gonfia) ed eritematosa (arrossata) circostante il mastocitoma in seguito a palpazione o trauma del suddetto. Capiamo perché ciò avviene.
Le cellule protagoniste di questo tumore sono i mastociti, nel cui citoplasma si trovano numerosi granuli contenenti molecole di istamina, eparina, serotonina e proteasi. Se stimolati i mastociti degranulano ovvero, rilasciano nei tessuti circostanti queste molecole che causano localmente eritema, gonfiore, prurito, ritardo nella cicatrizzazione e a livello sistemico ulcere gastroenteriche, coagulopatie, spasmo della muscolatura bronchiale e in
L'INSUFFICIENZA RENALE NEL GATTO:
L’insufficienza renale è una patologia molto frequente nel gatto. Esistono due tipi di insufficienza renale: acuta e cronica. La prima può manifestarsi a qualsiasi età in seguito ad un insulto di qualunque natura a carico dei reni. I segni clinici, che insorgono improvvisamente, sono perdita dell’appetito, vomito e rapida perdita di peso. La seconda presenta, invece, un decorso più subdolo, in quanto i segni clinici sono lentamente progressivi.
Il gatto nel corso di settimane o mesi presenta riduzione dell’appetito, vomito regolare, dimagrimento, peggioramento della qualità del mantello, alito cattivo ed ulcere in bocca; spesso si osserva un aumento della produzione di urine e un conseguente aumento del consumo di acqua. È tipicamente una patologia del gatto anziano, i cui reni vanno incontro a degenerazione fisiologica dovuta all’invecchiamento.
In presenza di sintomi riferibili ad insufficienza renale è necessario confermare la presenza della patologia tramite analisi del sangue. I parametri relativi alla funzionalità renale (creatinina e urea) indicano la gravità della patologia al momento della diagnosi e sono utili per monitorare l’efficacia della terapia. Un altro strumento a nostra disposizione per valutare i reni è l’ecografia, che permette di visualizzare la conformazione dell’organo. La funzionalità dei reni, infatti, può essere inficiata da cisti o neoplasie visibili come alterazioni della forma renale.
Se da un canto l’insufficienza renale acuta è una malattia dalla quale il gatto può guarire, se curata opportunamente e in modo tempestivo, d’altro canto l’insufficienza renale cronica, essendo una patologia degenerativa, non ha una cura. La terapia, infatti, non è mirata alla guarigione del gatto, bensì al rallentamento della progressione della patologia.
Essendo l’insufficienza renale cronica una malattia molto comune e debilitante nel gatto è i
Ed ecco Kiko che controlla ogni angolo dell'ambulatorio........ magari salta fuori un croccantino 😄😄😄