05/03/2024
“ 𝑫𝑨 𝑮𝑹𝑨𝑵𝑫𝑬 𝑽𝑶𝑮𝑳𝑰𝑶 𝑭𝑨𝑹𝑬 .. 𝑳𝑨 𝑽𝑬𝑻𝑬𝑹𝑰𝑵𝑨𝑹𝑰𝑨”..
“ 𝑺𝑬 𝑹𝑰𝑵𝑨𝑺𝑪𝑶.. 𝑭𝑨𝑪𝑪𝑰𝑶 𝑰𝑳 𝑽𝑬𝑻𝑬𝑹𝑰𝑵𝑨𝑹𝑰𝑶”..
Il Medico Veterinario : molti sognano di farlo.. ma pochi ci riescono.
Cosa vuol dire essere un Medico Veterinario?
“𝐸𝑛𝑡𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑎 𝑓𝑎𝑟 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑎𝑝𝑒𝑣𝑜𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑜
𝑝𝑟𝑜𝑚𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑒𝑛𝑛𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒
𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑒𝑡𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑒 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑢𝑜𝑚𝑜, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑟𝑎 𝑒 𝑎𝑙 𝑏𝑒𝑛𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖, 𝑓𝑎𝑣𝑜𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜𝑛𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖; 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑚𝑢𝑜𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑒𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒; 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑔𝑛𝑎𝑟𝑚𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑜 𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜, 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑒𝑛𝑧𝑒 𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑣𝑜𝑙𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎; 𝑑𝑖 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑒𝑛𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜, 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑔𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑑𝑒𝑐𝑜𝑟𝑜, 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑖 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑖 𝑒𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑑𝑒𝑜𝑛𝑡𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑐𝑖𝑛𝑎 𝑉𝑒𝑡𝑒𝑟𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑎”. (Giuramento di Aristotele - Giuramento del Medico Veterinario).
Essere un Medico Veterinario richiede grandi responsabilità e molti sacrifici.
Il corso di studi è lungo ed impegnativo e, terminato il Corso di Laurea, anche dopo la Specializzazione, non si finisce mai di studiare: costa moltissimo in termini economici e di tempo, sottratto alla famiglia ed alla vita privata, essere costantemente aggiornato per essere sempre all’altezza delle richieste della società.
I giovani laureati spesso sacrificano anni della loro vita in tirocini gratuiti presso strutture di medio-grandi dimensioni e nei rapporti di collaborazione, (il più delle volte si tratta di colleghi con partita iva che offrono prestazioni “occasionali”), anche i professionisti con notevole bagaglio di esperienze lavorative, diplomi di specializzazione, master, corsi post universitari, sono pagati mediamente 8/10 euro l’ora, sottoposti a turni diurni, notturni e festivi, senza alcun tipo di tutela (sicurezza lavorativa, malattia, maternità, ferie pagate, etc.).
Per poter praticare la professione inoltre, sono richiesti grossi investimenti economici, adempimenti amministrativi, burocratici e legali e non ci sono certezze di alcun genere.
Essere un Medico Veterinario non è un gioco, non è accarezzare tutti i giorni cuccioli e simpatici “pelosetti”: vuol dire trattare ogni giorno pazienti che non parlano e proprietari che non sempre dicono la verità, pazienti a volte per niente collaborativi, di grandi o piccolissime dimensioni..
Essere un Medico Veterinario vuol dire anche essere esposti radiazioni, agenti chimici, infettivi.. potenzialmente nocivi, rischiare lesioni più o meno gravi da morsi, graffi e calci di grossi animali (cavalli, bovini).
Essere un Medico Veterinario vuol dire dover trattare pazienti che ci vengono sottoposti quando ormai la situazione è compromessa, dopo lunghi periodi di mancate cure, dopo aver consultato internet, gruppi social, l’amico o l’ ”esperto” di turno.
Essere un Medico Veterinario vuol dire spesso dover fornire una diagnosi ed una terapia corretta, rapida e con una minima spesa.
Vuol dire dover sottostare agli stereotipi, subire furti, diffamazioni, insulti, minacce, aggressioni.
Essere un Medico Veterinario inoltre, vuol dire vivere uno stretto contatto con la sofferenza degli animali e, di riflesso, dei loro proprietari. Vuol dire anche saper comunicare brutte notizie, convivere ogni giorno con la malattia e la morte e la percezione della precarietà della vita.
A volte vuol dire avere a che fare con la rabbia, la frustrazione, con il senso di impotenza, con la sensazione di deludere le aspettative dei clienti, specialmente quando occorre trovare un compromesso tra le disponibilità economiche e le cure che si possono offrire agli animali.
Spesso ci si aspetta che il Medico Veterinario sia abile ed esperto nel districarsi nelle diverse discipline, che sia bravo nella comunicazione, che entri in empatia con il paziente e con il proprietario.. ma che non dimentichi la situazione finanziaria, ma non è così: una diagnosi a volte è molto costosa, così come lo sono le terapie.
Spesso tutto questo si accompagna ad una remunerazione non adeguata ed ad uno scarso riconosciamo sociale.
Non siamo infallibili, possiamo sbagliare, possiamo essere poco empatici, a volte delusi e arrabbiati.
Dobbiamo poter percepire anche noi la fiducia di chi ci sta davanti, di chi chiede il nostro aiuto. Abbiamo bisogno di poter contare sulla collaborazione di colleghi ma anche di clienti che si impegnino, come noi, a fare il meglio per il proprio animale.
Ci impegniamo tutti i giorni per essere Medici, apparteniamo ad una categoria che spesso mette da parte le proprie esigenze per tener fede al nostro giuramento, facciamo del nostro meglio per gli animali, per i loro proprietari, per la società.. ma siamo umani.
Si parla spesso di burnout, ma molto poco del crescente numero di colleghi che decide di mettere fine alla propria vita.
Così una coda che scodinzola, il sorriso di un bambino che riabbraccia il proprio cane o della signora anziana con il suo micio, parole di gratitudine, di stima e di incoraggiamento potrebbero essere l’unica luce in una giornata buia !