22/03/2025
21 Marzo 2002 : ormai 23 anni fa il coronamento dopo anni di anni di studio e sacrifici !
Finivano così le notti insonni passate a studiare, l’ansia degli esami, i sacrifici della mia famiglia, il tempo trascorso lontano da casa, con le alzatacce delle cinque del lunedì mattina o la nostalgia della partenza della domenica pomeriggio, i viaggi tra coincidenze di autobus e treni, i treni troppo affollati..
Finivano però anche le giornate condivise con gli amici compagni di corso: le risarole delle lezioni di Clinica Medica o di Radiologia, le esercitazioni per imparare ad auscultare il cuore di un cavallo o per imparare la percussione del torace di un bovino, i tirocini in Ostetricia con i puledri prematuri, il primo parto, il primo intervento chirurgico, il primo giorno al mattatoio ..
In quel giorno c’era il sollievo e la soddisfazione per aver raggiunto un traguardo meritato, i sogni e le aspettative di un giovane laureato, il pensiero sul tipo di percorso professionale da intraprendere. C’era la consapevolezza che la Laurea non sarebbe bastata: avrei dovuto continuare a studiare, specializzarmi in qualche ramo della Medicina, c’era anche la consapevolezza che avrei dovuto affrontare anni di “gavetta”.
E cos’ fu: continuati a studiare, la specializzazione, il master, i corsi, i clinical training specialistici, mentre lavoravo nelle diverse cliniche ed ospedali.
Affrontavo notti in Pronto Soccorso “ per farmi le ossa” ( ed è capitato di aver dovuto aprire la porta anche a qualche malintenzionato); ancora mi rimbombano in testa i “beep” degli allarmi dei macchinari a cui erano attaccati i pazienti ricoverati, le festività passate lontano dalla famiglia, i weekend impegnati in corsi e congressi.
Una serie di vicissitudini mi portarono ad una scelta quasi obbligata e mi ritrovai a rilevare il mio Ambulatorio, che non era precisamente ciò che sognavo di fare da studente.
Affrontai le difficoltà economiche, il mutuo, le normative, i permessi, gli avvocati, i commercialisti, per intraprendere la mia attività con il cuore colmo di paure ed incertezze ma con la voglia di voler finalmente lavorare come dicevo io!
E così guardando indietro, vedo tanto tempo dedicato ad i pazienti ed ai loro proprietari, col telefono che squilla in qualsiasi momento, senza mai guardare l’orologio e senza una remunerazione economica adeguata, perché per me, il tempo dedicato alla cura ed alle spiegazioni del mio operato, non è mai tempo perso ed il dialogo e la fiducia tra medico e proprietario sono proprio la base della cura stessa.
Così il mio senso del dovere, l’etica, la responsabilità mi hanno sempre portato a voler garantire benessere e serenità a pazienti e proprietari, ma sottraendo tempo alla vita privata e vedendo poi aspettative deluse, progetti rinviati in attesa di un “momento migliore” (che non è mai arrivato).
Guardando indietro ricordo i tanti cuccioli visti nascere e crescere, i numerosi pazienti che ho aiutato a stare meglio, a guarire, a volte da situazioni che sembravano senza speranza; alcuni ne ho anche dovuti salutare, condividendo il dolore dei loro proprietari e la responsabilità di una scelta.
Rivedo le corse in auto per soccorrere un animale in difficoltà, mi rivedo nelle posizioni più scomode e piegata in ginocchio nella cuccia di un cane che non riesce a muoversi..
Con gli stessi proprietari ho condiviso i loro timori, cercato di adeguarmi alle loro difficoltà economiche, al budget limitato, con la frustrazione di non poter fare ciò di cui ci sarebbe stato bisogno. Ho vissuto a volte il timore di deludere le aspettative. Rivedo il tempo, ed a volte anche le notti, passate a pensare e ripensare ad una diagnosi, a studiare gli esami, che a volte diventava una sfida con me stessa.
Vedo anche la collaborazione con i colleghi, quello con i quali si instaura un sano rapporto di collaborazione dove ognuno fa la sua parte in base alle proprie competenze per cercare di garantire ai pazienti la miglior qualità di cura, e vedo anche quei colleghi che, in vari modi, sviliscono il professionista e la professione stessa.
Si finisce un po’ per selezionarsi la clientela: perché ci sono i clienti fiduciosi e riconoscenti, ma anche quelli presuntuosi, arroganti, maleducati e senza alcun rispetto, quelli che pensano di essere al mercato all’ingrosso ed i “furbetti” che scappano senza pagare..
In tutto ciò ci sono le serate passate alla scrivania tra fatture da pagare, bollette, mutui, tasse, adeguamenti normativi, i costi ogni giorno più alti e tanti adempimenti burocratici.
Oggi ci sono soprattutto le difficoltà a portare a casa uno stipendio degno di un professionista con tanti anni di studio ed esperienza sulle spalle, per non parlare dell’essere donna, della gravidanza, la maternità, etc. : cose già sentite un milione do volte e che ancora forse sentiremo per molti anni, purtroppo..
E se potessi tornare indietro?
Lo rifarei?