20/01/2024
Newsletter di Gennaio. Questa pagina di informazione ha inizio questo mese con la newsletter di Oscar Grazioli, veterinario, giornalista e scrittore.
Quando, per un intervento chirurgico, si rende necessario effettuare un’anestesia generale si va sempre incontro a un rischio che può essere minimo, se l’animale è in ottime condizioni di salute o elevato qualora le condizioni di salute non siano buone o ci siano importanti malattie concomitanti. Il rischio zero non esiste, purtroppo, in nessuna struttura (comprese quelle umane) del mondo. Le persone rimangono spesso perplesse,
ma è sufficiente ricordargli che, quando vanno in ospedale per un intervento (anche una “banale” cataratta), devono firmare un foglio dove c’è scritto che il paziente è stato messo al corrente dei rischi che corre. Se il paziente è minore, firmano i genitori e se il paziente non parla perché ha la coda, firma il proprietario. Questo è il cosiddetto consenso informato. Il rischio zero dunque
non esiste, ma vi sono degli accorgimenti per ridurre i problemi a una cifra molto vicina allo zero. Vediamo quali. Prima di tutto è sempre necessario visitare un animale prima di qualsiasi intervento che implichi un’anestesia generale, anche pochi punti su una ferita o la castrazione di un gatto maschio.
Anche se il cane, il gatto, il coniglio ecc. sono giovani ed apparentemente sani, visita accurata e auscultazione cardiaca sono d’obbligo. Per quanto riguarda gli
esami del sangue, le linee guida internazionali concordano sul fatto che, nell’animale giovane in perfetta salute alla visita, siano inutili, mentre sono fondamentali in animali con malattie in atto o anziani, anche se giudicati sani.
Ovviamente nell’animale anziano che abbia sintomi o malattie pregresse, possono essere fondamentali anche radiografie, elettrocardiogramma o ecocardiogramma, ormai alla portata di qualunque struttura e non particolarmente costosi. Non ci si deve mai fidare del fatto che si tratta di un intervento rapido e di un animale “robusto“. La superficialità frega sempre.
Sapete qual è la causa più comune di morte durante l’anestesia generale? La disattenzione. Fa più morti lei che le malattie cardiache o renali o epatiche. Particolari attenzioni vanno prese poi nei confronti dei cani che, per ragioni anatomiche, sono inclini all’ostruzione delle vie respiratorie, come il Bulldog, il
Carlino ecc. o certe razze, come i Collie, i Pastori Australiani e altre, che possono essere intolleranti verso molti farmaci, alcuni dei quali usati in anestesia. Per questi cani esiste un test genetico che rivela tali intolleranze Test MrD1)
Unica eccezione a tutto ciò sono gli animali che non “collaborano“, come certi gatti, diciamo un tantino irascibili. Non ha senso ovviamente mettere in anestesia un gatto per visitarlo e valutare se può essere messo in anestesia con sicurezza. Alla fine, dunque, il timore dell’anestesia è lecito e comprensibile ma, se si seguono determinate regole deve restare un timore e
non un terrore. Anche in questo campo la medicina veterinaria ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni.
Oscar Grazioli