05/02/2025
Dopo più di 16 anni a contatto immersivo con il mondo cinofilo, considero il livello di certe diatribe sugli strumenti come poco più che adolescenziale, sterilmente provocatorio, passatempo ingigantito dalla facile fruibilità dei social media. Eppure, l'argomento torna e ritorna, e oggi lo spunto me lo dà Kodami.
Certo, il mio cane è sicuramente tra i miei amici più cari: il mio scaldino preferito steso sui piedi nelle notti d'inverno, compagno di avventure e di sport, di gioie e di dolori, di lavoro e di svago.
In più, il mio cane - e sottolineo, il mio cane - ha una grande fortuna: è stato allevato da persone assai scrupolose, che hanno contribuito (di pari passo con le caratteristiche tipiche di razza Labrador Retriever) a renderlo un cane estremamente ben socializzato, docile, praticamente mai rischioso da condurre in ambiente urbano, sotto ogni forma di stimolo o quasi.
Io sono handicappato, per dirla in maniera brutale: macino chilometri, vado in bicicletta, a cavallo, per sentieri eccetera eccetera... ma mi porto dietro due gambe non sempre in piena forma. Ciononostante, sono addestratore cinofilo. E col mio cane, ho passato - tra le varie - una eccellente Classe 1 di Obedience.
Io e il mio cane lavoriamo insieme quasi quotidianamente, e - lo so - è una fortuna non da tutti. Potrei, peraltro, condurlo col guinzaglio attaccato ad un nastro da pacco dono annodato attorno al petto, e sapere che ci conosciamo così bene, che nemmeno con le gambe più rigide che possa avere in una giornata di malessere, mi farebbe davvero finire a terra.
Eppure, questi siamo noi, io e il mio cane. Un binomio particolare, e per molti versi assai fortunato.
Non per tutti vale lo stesso. E anche il mio cane, comunque, è un Canide e di conseguenza un Carnvoro, dotato di potente muscolatura e 42 denti tipici del suo ordine zoologico. Oltre alle straordinarie capacità cognitive per cui lo ammiro e ringrazio ogni giorno, accompagnate a queste caratteristiche, ha però nella mente pulsioni non sempre facili da prevedere, né da contenere, come la predatoria e la difensiva.
Senza dubbio è un amico, ma è pur sempre un animale. E questa poco sondabile animalità che affiora, a volte dobbiamo contenerla, per sicurezza nostra, di chi ci sta intorno e dello stesso cane.
Con ciò, dopo anni di cinofilia, non nego che chi ho sentito dire che "la catena [collare a strangolo] è un toccasana" sia tecnicamente ben poco valido. E che chi insegna il controllo a strattonate, se non è un mezzo criminale poco ci manca, a maggior ragione con tutte le conoscenze di comportamento animale che ci sono disponibili oggi.
Eppure, trovo veramente superficiale prendersela col collare, e non con i singoli che ne fanno un uso che vada dal cretino al violento vero e proprio. "A strangolo" non sarà certo necessario per tutti, ma è parte di tutti quegli strumenti utili per guidare, e spesso tutelare, tanto i cani quanto gli umani, sia che si tratti di animali reattivi in maniera nociva, o persone con vincoli fisici specifici, e così via.
Sarebbe dunque ora di fare informazione maggiormente imparziale, e suffragata da fonti più solide.