23/05/2024
Vi aspettiamo in webinar il 28 Maggio
🏚️ I primi canili nacquero negli anni ‘50.
Furono utilizzati esclusivamente come presidio medico-veterinario per contenere i casi di rabbia. Costituivano una sorta di “lazzaretto” per i cani malati, nascosto da tutto e da tutti.
Per questo motivo in molte città sono tutt’ora situati in zone di periferia, spesso vicino a discariche o zone industriali, come se la società non dovesse proprio vederli.
🐕 Poi la rabbia venne debellata, ma aumentò il randagismo.
I cani randagi, per gli umani, iniziarono a diventare un problema e così vennero pian piano catturati e rinchiusi nei canili, togliendo loro ogni libertà e dignità. Erano di fatto dei veri e propri prigionieri.
In breve tempo si riempirono e per far fronte al sovraffollamento molti cani venivano quotidianamente soppressi.
🙏 Fortunatamente negli anni ’90 la prassi dell’eutanasia venne abolita (mentre resta in vigore tutt’ora in tantissimi altri Paesi) e con la legge 281/91 il benessere animale iniziò ad essere preso in considerazione.
I canili pian piano iniziarono a modificarsi (anche a livello strutturale) ma rimase e rimane attivo un approccio di tipo sanitario e pietistico.
😥Approccio presente tutt’ora nella maggior parte delle strutture. I canili tradizionali (esistono anche i lager purtroppo) sono di fatto dei rifugi dove i cani vengono curati e accolti. L’adozione è solo un atto di bontà e si fa leva esclusivamente sul pietismo e sulla compassione (gli annunci strappalacrime vi dicono qualcosa?) con tutte le gravi conseguenze che ne derivano (adozioni errate, scarsa valorizzazione e conoscenza del cane ecc.) Nel mondo del volontariato mancano spesso regole (la maggior parte dei volontari non sono formati) o strategie gestionali e ciò porta a situazioni “anarchiche” in cui il benessere del cane passa in ultimo piano, perdendo così di vista il vero obiettivo di ogni canile: il reintegro del cane.
💚 Il canile, persino il migliore, non rispecchia per nulla le caratteristiche etologiche di un cane ma, quando alla gestione ci sono persone competenti, può diventare un luogo di riscatto, un luogo di passaggio in cui cambiare, conoscersi, sperimentarsi e prepararsi al meglio per una seconda vita. Il canile può essere un luogo fisico ma anche un progetto da cui può partire un cambio culturale. Può diventare un punto di partenza, non di arrivo.
➡️ A parlarci di tutto questo ci sarà Nico Di Pardo, Esperto Cinofilo in area Comportamentale, gestore dei Canili di Bologna e Ferrara e autore del libro “Diari di Canile, sedici storie per comprendere il cane” in un webinar il 28 Maggio dalle ore 20.00 alle ore 22.30 circa “Il canile come luogo di riscatto”.
Nicola ci parlerà della sua esperienza, dei suoi lavori e dei tanti riscatti a cui assiste perché se il canile ideale è quello che non esiste…intanto c’è qualcuno che permette ai cani di canile di ritrovare la loro dignità.
👉 Info evento:
https://www.facebook.com/share/uF4LzmuJyVnAhbxG/?mibextid=WC7FNe
📲 Iscrizioni al 328.3456786
📸 In foto Oreo e qui sotto il suo appello fighissimo!
4 anni, mix CLC - Tedesco, maschio intero.
I 4 anni sono solo aulla carta, in realtà è rimasto adolescente. Ma di quelli brutti. Presenti i bulli in contrapposizione a qualsiasi cosa al mondo? Ecco, quelli. Ha semprenda ridire su tutto, non trova mai un compromesso se non con sé stesso. Difficilmente si lascia redarguire o anche lontanamente guidare, perché lui ha sempre ragione.Ha ovviamente anche dei difetti, come ad esempio una scarsa capacità di gestire le proprie emozioni di cui spesso tende ad essere vittima.
Smodatamente possessivo e competitivo (come ogni bravo adolescente) riesce però a trovare una quadra quando accanto ha qualcuno che effettivamente sappia spiegare bene le proprie ragioni e i propri punti di vista.
A conti fatti, quello di cui Oreo necessita è una guida coerente, ben presente nel mondo e in grado di essere davvero un referente.
Non è adatto alle prime eaperienze, ha delle caratteristiche molto marcate che potrebbero scoraggiare chi non ha mai avuto un cane. O un pastore tedesco. O un Cecoslovacco. O un mix (e che mix) dei due.