07/12/2023
𝗩𝗜𝗦𝗧𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗖𝗔𝗩𝗔𝗟𝗟𝗢: 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗶..
Il neuroscienziato Gerald Edelman ha affermato:
“Ogni atto di percezione è in qualche misura un atto di creazione”
Cosa intendeva dire? Che quello che vediamo altro non è che il risultato di un processo decisamente complesso che avviene tra gli occhi e il cervello e che non esiste un solo modo di percepire , quindi nemmeno un solo modo di vedere.
Quello che troppo spesso noi dimentichiamo è cercare di guardare il mondo con gli occhi del cavallo. Capisco che non sia sempre semplice o immediato ma dovremmo sforzarci di farlo perché questo può aiutarci moltissimo a comprendere il comportamento del nostro amico equino.
In rete trovate molte informazioni su come vede il cavallo... il fatto che sia una preda e da qui la necessità di utilizzare la vista per scopi diversi da quelli per cui la utilizziamo noi, i punti ciechi, la visione panoramica, la diversa percezione dei colori... ma con questo articolo vorrei mettere l'attenzione su alcuni particolari che sono sicuramente meno noti ma non per questo meno importanti, soprattutto se vogliamo consentire al cavallo di vivere le sue esperienze con noi in modo meno traumatico possibile.
Quindi non dirò quello che probabilmente già sapete, e se non lo sapete potrete trovare in fondo all'articolo dei riferimenti dove approfondire.
𝗜 𝗗𝗘𝗧𝗧𝗔𝗚𝗟𝗜
Gli occhi del cavallo sono i più grandi fra tutti i mammiferi ma questo non li rende necessariamente i più efficaci quando si tratta ad esempio della capacità di definire i dettagli.
Il cavallo ha una capacità inferiore alla nostra di definire i piccoli particolari (ragionate sempre in termini di utilità per un animale preda.. la natura non sbaglia mai!)
La capacità di distinguere i dettagli è nel cavallo inferiore del 50% nella migliore delle ipotesi, ma siccome anche tra i cavalli esistono differenze nella capacità visiva, esattamente come noi, in alcuni casi si può arrivare anche ad una capacità inferiore del 200% rispetto alla nostra.
Che cosa dobbiamo concludere da queste informazioni??
Che mentre noi riusciamo a definire bene i dettagli delle cose che guardiamo, alla stessa distanza il cavallo ha una vista più confusa, sfuocata, indefinita e non possiamo non tenerne conto perché anche noi non toccheremmo ad esempio un oggetto che non riusciamo bene a definire cos'è... o ne saremmo spaventati non potendone valutare bene le caratteristiche.
Se noi diamo per scontato che il cavallo veda come noi ci verrà naturale affermare “ma dai, non lo vedi che è solo un sacchetto?”... solo?? La sua percezione è diversa e non per questo sbagliata, solo diversa!
Imparare ad accettare le differenze è il primo passo per un rapporto fatto di rispetto e tolleranza.
𝗟'𝗔𝗖𝗖𝗢𝗠𝗢𝗗𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘
Sapete cosa sia l' “accomodazione” dell'occhio??
E' il meccanismo attraverso il quale il nostro occhio è in grado di mettere a fuoco oggetti posti a distanze differenti. Noi diamo per scontata questa nostra capacità visto che la possediamo dalla nascita.
I cavalli possiedono questo meccanismo in misura decisamente minore e questo significa che non riescono come noi a mettere velocemente a fuoco un oggetto. Questo deve farci comprendere che il loro comportamento rispetto a nuovi stimoli, oggetti, situazioni, è assolutamente normale che sia di diffidenza e necessità di comprendere utilizzando al meglio tutti i loro sensi, nel modo in cui la natura li ha dotati.
Non sono “capricciosi”, hanno solo bisogno di essere messi nelle condizioni di capire, esattamente come lo vorremo noi se ci trovassimo di fronte ad oggetti di cui non definiamo bene forma, consistenza o in un ambiente buio dove non sappiamo dove mettere i piedi...
𝗜 𝗣𝗜𝗖𝗖𝗢𝗟𝗜 𝗠𝗢𝗩𝗜𝗠𝗘𝗡𝗧𝗜
Come abbiamo detto il cavallo ha una minore capacità di vedere i dettagli delle cose, però rispetto a noi ha una maggiore capacità di percepire anche piccolissimi movimenti che noi non percepiamo. E se consideriamo la sua visione panoramica, la zona in cui può percepire questi piccolissimi movimenti è decisamente più ampia della nostra.
Considerato poi che è una preda non dobbiamo stupirci se sobbalza per qualcosa che noi manco vediamo.. punirlo non servirà ad aumentare il suo “coraggio”. Sarà invece opportuno imparare a prevedere eventuali comportamenti conoscendo appunto la sua natura e come percepisce il mondo intorno a lui.
𝗔𝗗𝗔𝗧𝗧𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗟𝗨𝗖𝗘
C'è un'altra caratteristica della visione del cavallo che ha riscosso la mia curiosità, e ammetto che non conoscevo nemmeno io.
Tutti noi, almeno credo, sappiamo che il cavallo ha una visione notturna migliore della nostra, ma credo che pochi di voi sappiano che il cavallo, rispetto a noi, ha un tempo di adattamento all'oscurità molto più lungo del nostro.
Che vuol dire?
Gli occhi si adattano alla luce contraendo le pupille mentre si adattano all'oscurità dilatandole. Ma noi impieghiamo circa 25 minuti per adattarci completamente al buio mentre il cavallo ne impiega 45, quindi quasi il doppio.
Conoscere questa particolarità deve farci ragionare... se chiedo al cavallo di passare da un ambiente molto luminoso, come può essere un campo aperto, ad un maneggio coperto, se non adeguatamente illuminato può comportare diffic**tà di visuale per il cavallo.
Se poi aggiungiamo le diffic**tà descritte prima, magari possiamo anche comprendere come mai il cavallo quel salto lo ha sbagliato...
𝗣𝗥𝗢𝗙𝗢𝗡𝗗𝗜𝗧𝗔̀
Credo che tutti noi sappiamo che è necessaria una visione binoculare per calcolare la profondità... ricordo che una mia zia, che p***e l'uso di un occhio per colpa di una cateratta, spesso sbagliava mira quando doveva mettersi l'acqua nel bicchiere..
Noi siamo in gradi di distinguere una differenza di profondità di 3 mm ad una distanza di 5 metri... notevole no?
Ma questo è grazie alla posizione dei nostri occhi, frontali e quindi con una visione binoculare decisamente superiore a quella dei cavalli.
E il cavallo?
Alla stessa distanza il cavallo non riesce a percepire differenze di profondità inferiori ai 23 cm.... non sono mica tanto pochi non trovate?
Il punto è che come prede, gli interessa decisamente di più essere in grado di percepire i piccoli movimenti piuttosto che valutare al millimetro la distanza..
Conoscere questo particolare può, come ho detto prima, farci comprendere meglio alcuni loro comportamenti o diffic**tà nell'affrontare qualcosa.
Dobbiamo smettere di pensare che vedano come noi.... e cercare di conoscere il più possibile questo splendido animale per ridurre le diffic**tà che può trovarsi ad affrontare nella vita con noi.
Vi consiglio questo libro e la visione del video:
Janet L.Jones “Cervello equino, cervello umano”
https://www.agdaily.com/video/simulation-shows-horse-eye-view/