15/06/2024
IL MOMENTO DELL’ADDIO
L’eutanasia, se fatta nel modo giusto, è un enorme atto di amore, è figlia del desiderio di togliere inutili sofferenze se non c’è nessuna ragionevole speranza di cura, è una cosa che il proprietario amorevole sceglie PAGANDO quando avrebbe potuto risparmiare aspettando che gli eventi facciano il loro corso… ma proprio perché amorevole non riesce a darsi pace per le sofferenze del suo amico di una vita e farebbe di tutto per alleviarle.
Un animale è vivo fin quando percepisce gli eventi, fino a quando gioisce di una carezza, finché fa le fusa o scodinzola, finché mangia, finché partecipa mentalmente alle cose che gli avvengono attorno ma quando smette di mangiare, guarda nel vuoto, non capisce o non si interessa a quello che gli accade intorno… beh, forse è solo un cuore che batte, la sua essenza non c’è già più, c’è solo un corpo che percepisce il dolore e che non può sfuggirgli.
Ho sentito spesso discorsi ipocriti del tipo “chi sono io per decidere…” a cui rispondo “e chi eri quando hai deciso di chiuderlo in una casa? quando per portarlo a passeggio lo hai legato ad un guinzaglio? - quando hai deciso di castrarlo – sterilizzarlo? Autoritario quando conviene e poi vigliacco quando devi prendere decisioni?"
Per quel che mi riguarda, ed è un’idea del tutto mia, io sono i miei pensieri, sono un modo di essere e di pensare, sono una personalità, sono delle idee… non sono quella ciocca di capelli che ho in testa, non sono le mie unghie, non sono quelle cellule che oggi fanno parte di me e che fra un anno avrò del tutto cambiato, non confondete il mio corpo con la mia essenza, il mio corpo soltanto senza la mia consapevolezza non è più la mia persona, non avrebbe senso mantenerlo in vita se non ci fosse più la coscienza, il mio corpo senza il mio cervello è solo un ammasso di cellule, non sono io.
Il dolore è spesso sordo, il dolore ci chiude in noi stessi, i nostri amici animali quando percepiscono la fine si nascondono, non urlano, non si disperano, non piangono, si vanno a nascondere in un posto sicuro.
Anche loro hanno paura della morte, la percepiscono e si augurano di non soffrire, hanno paura che la perdita di coscienza che percepiscono li esponga alla violenza, sentono di non potersi più difendere e cercano un anfratto per morire al riparo dal mondo cattivo.
In natura cani e gatti vivono in un mondo competitivo, i cani in un mondo gerarchico, i gatti in un mondo territoriale, sentono di dover difendere gli spazi che si sono conquistati e temono che, perdendo le forze qualcuno venga a sfidarli, per questo sentono il bisogno di nascondersi quando sentono la fine imminente… vogliono morire sereni e non sbranati, lo so, non è un concetto razionale ma loro sono fatti di istinto.
Proprio per questo, nell’ultimo momento, hanno bisogno di essere rassicurati, se proprio si deve fare l’eutanasia devono chiudere gli occhi coccolati e protetti dai padroni, devono sentire una figura affettiva e protettiva presente per potersi lasciare andare al sonno che precede il grande silenzio.
Non siate vigliacchi, accompagnatelo e rassicuratelo nel grande passo, siate presenti e fategli sentire che ci siete per lui. Lo so, è brutto, lo so è difficile ma è il minimo che potete fare per chi vi ha dedicato tutta la sua vita e sta per entrare nel grande silenzio.
Tenetegli la zampa e ditegli cose dolci mentre il suoi cuore si ferma.
Cercate di essere degni di tutto l’amore che vi ha dato
Dottor Vincenzo Minuto
Medico Veterinario