09/01/2019
Il carattere del cavallo si struttura giorno per giorno. E' lo stile di vita che lo determina, inteso come l'attività in cui è coinvolto, la gestione, le modalità di interazione con gli altri, umani e non.
Ogni giorno, il cavallo vive delle esperienze che, se ripetute, modellano il suo cervello, come accade a noi. Quando viviamo una nuova esperienza, una serie di neuroni si attiva per registrarla, creando una strada nuova che verrà ripercorsa quando l'esperienza si ripeterà. Con il tempo e le ripetizioni, questa strada diventa sempre più facile e più veloce da prendere, dando origine alle abitudini.
Per permetterci di agire più rapidamente, le abitudini ci portano a filtrare alcune informazioni. Visto che in un certo contesto in genere ci siamo comportati sempre così, è inutile stare ogni volta a rivedere tutte le variabili: così il cervello suggerisce di comportarsi come sempre. Si chiama "bias cognitivo" o "vizio di giudizio" e ovviamente è proprio di tutti gli esseri viventi dotati di capacità cognitive.
Quindi un cavallo che ogni giorno vive esperienze sgradevoli, tenderà a non vedere quello di buono che ci può essere, per esempio, in un nuovo ambiente, perchè è abituato a relazionarsi con la sgradevolezza e quindi tenderà a manifestare evitamento, disgusto, rabbia, tristezza. Le sue connessioni neurali sono forti in quella direzione.
Sono esperienze sgradevoli giornaliere uno stalliere poco attento che entra nei box senza fare la minima attenzione a cosa stia dicendo il cavallo, dover aspettare di poter infilare il muso nel secchio pur vedendolo pronto di fronte alla porta del box, la vita stessa in box (ovviamente), ma anche affacciarsi fuori dalla capannina e non vedere nessuno nel paddock, oppure interagire con umani che non sanno leggere la comunicazione corporea e con cui non si può dialogare.
Queste esperienze influenzano l'emozione presente ma anche modellano lo stato d'animo nel tempo, dando vita a cavalli chiusi e spenti, oppure molto nervosi e frustrati.
Giorno per giorno, però, possiamo cambiare la vita di un cavallo in positivo impostando un modello relazionale che vada verso le emozioni gradevoli: piccole attenzioni come intervenire quando si gratta a fatica la spalla e proporgli di continuare noi dove non arriva, aspettare qualche secondo dopo esserci fatti notare prima di entrare nel suo spazio personale (es. nel box o anche solo a qualche metro di distanza dal cavallo stesso), non fare mai finta di non vedere un cavallo che chiede una cosa...insomma, essere presenti e attenti, ascoltare. Imparare a leggere i segnali ed esercitarsi a capirli.
Tutto questo giorno per giorno modifica le connessioni neurali portando il cavallo ad aspettarsi di vivere una buona giornata, perchè si aspetta di entrare in contatto con qualcuno che lo gratifica. Questo modo di vedere la vostra relazione, piano piano viene generalizzato alle relazioni con gli altri, portando così allo sviluppo di un carattere aperto e prosociale. Un cavallo che ha rafforzato le connessioni neurali verso emozioni gradevoli si interfaccia anche con persone poco solari con fare curioso, per poi magari allontanarsene ma rimanendo forte nel suo stato d'animo positivo.
Ricordatevi "Il diavolo si nasconde nei dettagli": poco, ogni volta che ci siete, per aiutare la strutturazione di solchi neurali che tendano verso il benessere mentale, vostro e del vostro cavallo.