Ugo and his new friends
Ugo è uno sharpei che diciamocelo, nella vita fortunato fortunato non lo è stato... come se non bastasse una separazione estremamente precoce dalla madre già di per sè a creare problemi, nei suoi primi anni di vita il suo quotidiano è stato caratterizzato da solitudine e reclusione, cosa che lo ha portato a un iperattaccamento alla sua attuale mamma umana. persona che tra l'altro arriva come immagine salvifica a un certo punto della sua vita, finalmente qualcuno che lo vede e si occupa di lui.
E' a questo punto che però subisce una forte aggressione da parte di un alano che traumatizza Ugo nei confronti dei cani, lui che, per le poche esperienze che ha fatto nel mondo già non è che propriamente si fidasse...
Ho conosciuto Ugo un anno e mezzo fa circa, dietro una rete, arrabbiato col mondo, a raccontarci quanto fosse arrabbiato anche con sè stesso per essersi di nuovo fidato di qualcuno, che è evidente, che al di fuori della sua mamma, tutta da difendere, nessuno mai nella vita poteva essere carino e gentile con lui...
Questo è Ugo oggi, nella passeggiata che abbiamo fatto insieme domenica scorsa, alla lunghina con me che la mamma aveva preso una storta ed era lenta e lui non poteva aspettarla che aveva da fare con le sue amiche, e intanto la mamma non era da sola, ma chiacchierava con le altre 3 umane presenti.
Cosa ho fatto con Ugo in questo anno e mezzo? Lo abbiamo ascoltato e confortato, gli abbiamo detto che si è vero, non ci si può fidare di tutti, ma non è vero che non si può farlo nemmeno con nessuno; gli abbiamo suggerito come potesse fare a sentirsi meglio, come si potesse preservare senza per forza usare il conflitto; gli abbiamo detto che se ce lo dice quando non ha voglia di noi, noi lo ascolteremo.
Questo ho fatto con Ugo, non ho usato bacchette magiche, tecniche infallibili, collari a strozzo, prodotti miracolosi. Abbiamo usato lo strumento di comprensione più potente al mondo: la comunicazione.
Grazie Ugo per averci ascoltato, grazie
Non è stato tutto facile dall'inizio io e te.
Come sono solita dire anzi... per anni mi hai fatto vedere i sorci verdi!
Pinzavi, pinzavi, pinzavi, chi correva, chi ti stava sulle balle, i ciclisti, chi entrava in campo cane o umano che fosse, me quando davanti ci trovavamo un cane che ti faceva perdere la testa ed eri legata...
Sono stata tanti anni a pensare dove fosse il problema e a come risolverlo.
Ho fatto mille corsi e giornate di lavoro alla ricerca di questa risposta e spesso mi sono sentita dire e chiedere di giocare con te.
Non ci sono mai riuscita. E ogni volta andavo in crisi e tu ti chiudevi di più su di me e io mi sentivo ancora più incapace e fallita e continuavamo solo a peggiorare la cosa.
Oggi ti chiedo scusa, perchè ho sempre cercato la soluzione per te quando il problema ero io. Così irrisolta, così ferita, così fragile ad andare nel mondo che non potevi certo non prenderti cura di me tu dal cuore così grande. Mi chiedevano qualcosa che non riuscivo e non potevo fare, perchè quella persona di quel tempo lì era troppo in allerta, troppo in difesa, troppo chiusa e troppo infelice per potersi lasciare andare e giocare... soprattutto in un centro cinofilo, ma anche a casa... io non ce la facevo.
Oggi ti ho liberato qui, serena nel farlo, felice di goderci il nostro bosco, in quel posto dove "no, ma io qui la Sioux la porto solo a lunghina perchè va gestita che è troppo per lei ed è un attimo che arriva un ciclista o qualcuno che corre". Oggi ti ho liberato qui perchè oggi io sono diversa, oggi dopo quasi un anno di terapia so molte più cose di me, so gestirmi meglio, so come "stare" mentre prima ero solo assenza. Oggi, grazie alla terapia, sto rimettendo insieme i pezzetti di quel cristallo, lo sto facendo diamante, lo difendo e lo mostro orgogliosa.
E quando mi chiedono che cosa manca oggi alla cinofilia la mia risposta è che manca l'amore alla persona.
E ricomincio da qui, da quel tratto che mi rende una cinofila anomala che ripud