27/01/2024
𝑰𝑳 𝑪𝑼𝑪𝑪𝑰𝑶𝑳𝑶 𝑨 𝑺𝑪𝑼𝑶𝑳𝑨 𝑪𝑶𝑵 𝑳'𝑰𝑵𝑺𝑬𝑮𝑵𝑨𝑵𝑻𝑬
Una riflessione su questo tema (in generale, non su questa situazione specifica in quanto non si può dire nulla senza valutare approfonditamente le singole situazioni!)
Per chi vuole la notizia link nel primo commento; in sintesi un'insegnante porta a scuola, una mattina e con il consenso del dirigente, il suo cucciolo perché non può lasciarlo da solo a casa.
P͟e͟r͟ ͟c͟h͟i͟ ͟h͟a͟ ͟p͟o͟c͟o͟ ͟t͟e͟m͟p͟o͟:͟
Le esperienze da far vivere al proprio cucciolo vanno valutate con attenzione e, in mancanza di alternative migliori, bisogna mettere nel piatto della bilancia i pro e i contro di portarlo con sé/lasciarlo a casa. Un ambiente come la scuola, però, può essere particolarmente stressante (se non traumatizzante) per un cucciolo di 2 mesi, tra nuovo ambiente, nuova esperienza, nuove persone, probabilmente troppa attenzione (e troppe mani) addosso, per cui va valutata con molta attenzione, più che per altri ambienti di lavoro. Non significa che "in ogni caso" non vada bene portarlo con sé, ma che abbiamo la responsabilità di tutelare il nostro cucciolo per cercare di fargli vivere emozioni positive ed evitare invece che si inneschino possibili problemi.
P͟e͟r͟ ͟c͟h͟i͟ ͟v͟u͟o͟l͟e͟ ͟q͟u͟a͟l͟c͟h͟e͟ ͟i͟n͟f͟o͟r͟m͟a͟z͟i͟o͟n͟e͟ ͟p͟i͟ù͟ ͟d͟e͟t͟t͟a͟g͟l͟i͟a͟t͟a͟:͟
Quando si sceglie di iniziare la convivenza con un cucciolo, è importante essere preparati, sapere cosa implica un cucciolo di 2 mesi che arriva a casa. Significa organizzare spazi, sapere che per le prime settimane "pazienza e disponibilità" sono le 2 parole chiave, ricavarsi del tempo, dedicare del tempo, darsi al cucciolo come punto di riferimento, relazione, ponte per le giuste esperienze.
A 2 mesi, e comunque soprattutto per le prime settimane, il cucciolo cercherà di ritrovare in voi quel punto di riferimento e di affetto di cui ha bisogno. Per questo il nostro "esserci" deve essere una presenza "consapevole" e "competente".
La difficoltà a rimanere da solo, a quell'età, è fisiologica, normale, e il nostro compito è quello di favorire (con calma e tempo) il processo di distacco e autonomia. Il distacco, cioè la capacità di vivere con serenità momenti e attività in autonomia, matura in parte con il tempo ma soprattutto facendo le giuste esperienze al momento giusto.
Le esperienze da fare, che a quell'età devono essere tutelate e mediate in maniera molto forte dal proprietario, riguardano la conoscenza in casa dei ritmi, spazi, modalità, tempi. Con attenzione, anche le esperienze "in esterna" vanno inserite presto, perché il processo di apprendimento (esperienziale - quella che in gergo viene definita socializzazione - ed emotivo - che si riferisce all'ambito dell'attaccamento, dell'affiliazione e dell'accreditamento) si attua più facilmente se iniziato da subito.
Ma attuare un processo di apprendimento, socializzazione, esperienze non significa lanciare il cucciolo in qualunque situazione, qualunque ambiente, contro qualunque persona! Significa inserire gradualmente ogni nuova situazione, attività, tipologia di persona, ascoltando il cucciolo e i suoi desideri e capendo le sue difficoltà.
L'ambiente scolastico, così come altri ambienti umani (ad esempio il classico centro commerciale, o le "vasche" in centro città, il cinema, il ristorante e così via), possono essere ambienti troppo complessi e stimolanti (e non in senso positivo) per un cucciolo di 2 mesi, in cui le interazioni possono essere troppo intense, gli spazi e le superfici possono preoccupare, i suoni e gli odori possono essere sconosciuti, le persone possono essere troppo invadenti.
Ciò che si rischia di ottenere, proiettando un cucciolo in una situazione del genere, è un duplice danno:
1) il rischio di una sensibilizzazione (se non un trauma) rispetto a tutto ciò che è collegato a quell'esperienza, come la numerosità delle persone, gli ambienti ampi, il rumore del vociare dei ragazzi, finanche al viaggio in auto verso qualunque luogo.
2) incrinare nel cucciolo la fiducia nei confronti di "quella persona" - il proprietario - che dovrebbe essere colui o colei che il cucciolo sente il suo punto di riferimento affettivo e di sicurezza: "se tu, a cui sto rivolgendo tutta la mia necessità di affetto e la mia fiducia, mi fai vivere un'esperienza per me negativa, come posso affidarmi a te?"
Di contro, è doveroso dire, che anche l'atteggiamento opposto crea delle potenziali problematiche: l'iper tutela del cucciolo, cioè evitargli qualunque esperienza per non metterlo in difficoltà, altrettanto non è sana, in quanto avremo un cane, poi, che per mancanza di esperienze e conoscenze rischia di non sentirsi efficace nel mondo e in difficoltà di fronte ad ogni novità.
La crescita di un cucciolo deve essere dettata da equilibrio, responsabilità, consapevolezza. Esperienze mediate, giuste al momento giusto. Ci sono professionisti, educatori ed istruttori, che possono aiutare i proprietari in questo percorso.
In media stat virtus.
Daniele Meneghetti