19/02/2025
Cani cattivi, no cattivi padroni, no cattiva sorte…BASTA!
Quanta confusione oramai intorno alla nostra relazione con i cani.
Erano definiti i nostri migliori amici, ma vivevano in giardino con una cuccia di legno.
Ora sono chiamati “figli pelosi”, vivono in famiglia, in casa, in vacanza con noi, a volte vestono scarpe e cappottini firmati senza mai vedere un filo d’erba.
Poi ci sono i cani che fanno da immagine, lì dove ci si sente nessuno, status symbol di persone che hanno poco per emergere in una società fatta di immagine e poco più.
E attorno a tutto ciò, ci sono tanti personaggi che promettono controllo sulle azioni del cane, che professano sicurezza assoluta, che “lavorano il cane” come fosse una macchina che puoi accendere e spegnere.
Nessuno si chiede però se ciò che si offriva 20 anni fa a chi viveva con i cani che facevano i cani oggi possa essere ancora adeguato.
Nessuno si chiede cosa sia necessario studiare e applicare quando si entra nella vita di una famiglia che vive con il cane TUTTO.
Nessuno si chiede se sia importante (e lo é, tanto) capire le dinamiche di ogni relazione per dare agli umani la consapevolezza che é letteralmente vitale per crescere un cane. Se sia importante educarlo a stare in un mondo che non ha più nulla di ciò che a lui servirebbe, un mondo fatto di orari organizzati su di noi, sollecitazioni a misura umana, promiscuità talvolta pressanti e pesanti per lui, difficoltà e disagi incompresi.
Nessuno si chiede: dove è giusto che mi spinga col mio intervento? Dove é doveroso costruire una collaborazione? Qual è il mio limite e quale quello di altre professionalità?
Leggo parole senza fondamento in ogni dove, ogni dannata volta in cui un cane arriva a uccidere la persona con cui ha vissuto.
Mai una volta che leggessi dai vari “fenomeni”: forse dobbiamo unire le forze? Forse il mio lavoro può diventare più ricco se coordinato con quello di qualcun altro?
É morta una bambina.
Non è la prima, anima dolce, né sarà l’ultima.
E di nuovo leggiamo castronerie imperdonabili.
Io ho la soluzione sicura? No.
Io ho le competenze e l’esperienza per dire che si sta andando nella direzione sbagliata che peggiorerà solo le cose. Credo proprio di sì.
Non é in un campo di addestramento che si possono dare a un cane le competenze per percepire, sentire, vivere e agire con equilibrio nella sua vita quotidiana, in casa, in famiglia, in città. Non solo, almeno.
In un campo di addestramento al cane si insegnano cose e al suo umano si insegna a chiedergliele nel quotidiano. Si insegna il controllo sul cane ma non gli si danno strumenti di auto-controllo, competenze, serenità.
Alla famiglia, alle persone occorre ben di più.
Occorre chi, passo passo, gli faccia comprendere il proprio cane affinché sappiano dare strumenti che lo indirizzino nel quotidiano.
Occorre chi sappia riconoscere cosa ha in mente quel cane, quali emozioni viva lì dove è stato portato a vivere giorno e notte.
Occorre lavorare in team e finirla di giudicare il lavoro altrui quando non lo si conosce minimamente.
I fatti parlano. É ora di ascoltarli.
Con il cuore 💔 a pezzi per tutti, cane compreso.