Anabic Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne

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28/01/2025

EMISSIONI E CAMBIAMENTI CLIMATICI: UN AIUTO DALLA SCIENZA PER RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE

Si è svolto a dicembre 2024 lo State of the Science Summit 2024 organizzato dal Clear Center dell’Università della California Davis durante il quale si è parlato di soluzioni innovative e praticabili per ridurre le emissioni di metano nel comparto zootecnico.
Ne ha parlato in un articolo pubblicato sul portale carnisostenibili.it Letizia Palmisano, giornalista freelance specializzata di temi ambientali.
In sintesi, Palmisano ha illustrato nell’articolo quanto riportato dal Report “State of Science: Reducing Methane from Animal Agriculture” dove si evidenzia che “la zootecnia sta lavorando attivamente per ridurre il proprio impatto ambientale, ma invita a un’azione collaborativa globale per ampliare gli sforzi nella mitigazione delle emissioni di metano con l’obiettivo di unire scienza, innovazione e pratiche sostenibili per affrontare questa sfida climatica andando oltre i confini nazionali. Dal report – puntualizza la giornalista – emerge chiaramente che l’allevamento, spesso percepito come parte del problema, può invece diventare una delle soluzioni. Grazie al supporto della ricerca scientifica infatti, gli allevatori stanno dimostrando una notevole capacità di adattamento alle nuove sfide ambientali e di innovazione nell’adozione di pratiche sostenibili”.
Durante l’importante incontro sono stati presentati i casi del Brasile e dell’Irlanda dove si stanno applicando esempi concreti su come affrontare il problema legato alle emissioni di metano.
“Il Brasile – scrive ancora Letizia Palmisano – ha introdotto nel 2010 il Piano ABC (Low-Carbon Agriculture) per affrontare il cambiamento climatico nel settore zootecnico. Con il supporto di incentivi finanziari mirati e tecniche di gestione avanzate, il Paese è riuscito a ridurre le emissioni di metano per animale di circa il 10% già entro il 2016. L’Irlanda punta invece a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 con una riduzione complessiva delle emissioni di gas serra del 51%, che include un obiettivo specifico di riduzione del 25% nel settore agricolo. Il Piano irlandese – conclude Letizia Palmisano – non prevede solamente l’implementazione di tecnologie già disponibili, ma si focalizza anche su soluzioni in fase avanzata di sviluppo come l’utilizzo di additivi alimentare per gli animali al pascolo e strategie di lungo termine come la selezione genetica di bovini che emettono meno metano”.

28/01/2025

Mercoledì 29 Gennaio prossimo, festività di San Costanzo, Patrono della città di Perugia, gli Uffici dell’Associazione resteranno chiusi.

Il direttore di ANABIC, Stefano Pignani: “Dobbiamo impegnarci di più per aumentare la produzione di carne bovina italian...
27/01/2025

Il direttore di ANABIC, Stefano Pignani: “Dobbiamo impegnarci di più per aumentare la produzione di carne bovina italiana”

Il 60% del prodotto consumato sulle tavole italiane arriva dall’estero, generando un flusso commerciale oltre confine di 3,5 miliardi di euro/anno. Una maggiore attenzione della filiera verso i vitelli delle nostre razze autoctone potrebbe rappresentare l’inizio di un’inversione di tendenza.

Perugia, 27 gennaio 2025 – “Nonostante il comparto delle carni bovine italiane sia fortemente deficitario rispetto al fabbisogno nazionale, con circa il 60% della carne consumata proveniente da oltre confine, credo ci sia ancora un ampio spazio di crescita purchè si punti con decisione a una produzione di qualità reale e distinguibile che contempli anche l’ottimizzazione della gestione aziendale”.

Stefano Pignani, direttore di ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne che rappresenta le razze Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica) non ha dubbi: “i dati ufficiali Ismea – spiega – hanno evidenziato che la massiccia quota di animali e carni bovine importate dall’estero provoca un trasferimento verso gli operatori di altri Paesi di oltre 3,5 miliardi di euro/anno. Una cifra enorme che si potrebbe ridurre se le grandi stalle destinate all’allevamento dei vitelloni iniziassero a rivolgersi con più attenzione a quelle che producono vitelli delle razze autoctone italiane, permettendo peraltro al consumatore di riconoscere meglio la provenienza del prodotto acquistato”.

Secondo una stima della Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) nel 2050 il consumo di carne bovina su scala mondiale raddoppierà rispetto a quello attuale. “Eppure nel nostro Paese registriamo una riduzione complessiva di bovini allevati per la produzione di carne che nel 2023 ha toccato -3% - puntualizza il direttore di ANABIC - con un dato ancora più allarmante rispetto il livello di autoapprovvigionamento, passato negli ultimi cinque anni dal 53,9% al 40%. Questo significa che il 60% della carne bovina consumata in Italia arriva da Paesi come la Polonia, la Francia, l’Olanda, la Spagna, la Germania. Semplificando, possiamo affermare che se un gruppo di dieci amici va al ristorante per gustare una bistecca, almeno sei di loro mangeranno carne di provenienza estera, indipendentemente da ciò che il ristoratore proporrà”.

Ma, oltre ad auspicare una maggiore attenzione degli ingrassatori italiani verso i vitelli delle nostre razze autoctone, quali possono essere le strade da intraprendere per aumentare la produzione di carne bovina totalmente nazionale?

“Purtroppo la profonda frammentazione della filiera – spiega ancora Pignani – rappresenta un aspetto molto penalizzante quando invece ci sarebbe più bisogno di maggiore sinergia e collaborazione tra allevatori, macellatori, sezionatori e distribuzione. Parallelamente, penso che gli interventi pubblici dovrebbero riguardare politiche volte ad aumentare il numero di vacche nutrici, in particolare appartenenti alle razze autoctone, attraverso contributi mirati e destinati a rendere economicamente sostenibile la linea vacca-vitello interamente italiana allevata in modo estensivo, non solamente con un incremento dell’importo del premio legato alla Pac peraltro già esistente, quanto attraverso sostegni alla riorganizzazione, all’innovazione e all’efficientamento dell’allevamento estensivo che rappresenta uno strumento indispensabile per la salvaguardia e il mantenimento dei territori più difficili e svantaggiati. È indispensabile perseguire la strada della valorizzazione delle razze bovine autoctone italiane e, attraverso i marchi Igp e Sqnz, valorizzare la carne prodotta per esaltare e certificare la qualità del processo produttivo, fornendo al consumatore informazioni semplici, chiare ed efficaci”.

Sono circa 5.000 gli allevamenti associati ad ANABIC, distribuiti in 18 regioni, per un numero complessivo di 160.000 capi di bestiame, il 70% dei quali allevati al pascolo, dove la loro presenza costituisce un insostituibile presidio del territorio, soprattutto per la tutela della biodiversità: un patrimonio unico da potenziare e incentivare anche attraverso politiche mirate e lungimiranti.

Nel suo ruolo di tutela delle produzioni zootecniche delle razze bovine che rappresenta, ANABIC non fa solo riferimento al legame col territorio, alla sostenibilità delle aziende associate, alla difesa di un importante patrimonio culturale.

“Da sempre siamo impegnati in un processo di miglioramento genetico delle razze che va proprio nella direzione di quella sostenibilità, trasparenza e tracciabilità sempre più richiesta dal consumatore attento che chiede informazioni chiare. L’attività del nostro Centro Genetico ne è una dimostrazione – conclude Stefano Pignani - così come la conservazione nella nostra Banca del DNA, unica in Italia e forse anche in Europa, di ben 750.000 campioni biologici di tutti gli animali delle razze rappresentate da ANABIC che si traducono in un baluardo ai controlli sulla qualità della carne, oltre a costituire un importante ostacolo alle potenziali frodi che si potrebbero verificare”.

56° Agriumbria: Bastia Umbra (PG) 28 -30 marzo 2025NORMATIVA SANITARIA
27/01/2025

56° Agriumbria: Bastia Umbra (PG) 28 -30 marzo 2025
NORMATIVA SANITARIA

21/01/2025
20/01/2025

PIÙ CARNE CONSUMI PIÙ AUMENTA L’ASPETTATIVA DI VITA:
LO AFFERMA UNO STUDIO CHE HA COINVOLTO 175 PAESI

Il consumo di carne allunga la vita? Sembrerebbe proprio di sì.
Ne parla Susanna Bramante, agronomo e divulgatrice scientifica, in un approfondito articolo pubblicato sul portale carnisostenibili.it riferendosi a una recente indagine condotta in 175 Paesi i cui risultati sono stati diffusi sulla rivista scientifica International Journal of General Medicine.
Lo studio ha analizzato la relazione tra consumo di carne e aspettativa di vita “e – scrive Bramante – ha rivelato un risultato che sfida idee preconcette poiché è emersa una correlazione positiva tra il consumo di carne e l’aspettativa di vita media della popolazione statisticamente significativa anche dopo aver controllato i principali fattori confondenti. Al contrario, il consumo di carboidrati è risultato correlato negativamente con la longevità, una scoperta supportata da diversi studi che hanno concluso che la transizione verso diete basate sui cereali ha causato una riduzione dell’aspettativa di vita perché i cereali tendono ad avere un valore nutrizionale inferiore. Lo studio evidenzia che il profilo nutrizionale completo della carne e l’adattamento dell’uomo al consumo di carne hanno permesso di ottenere molti benefici, tra cui una maggiore longevità. La moderna scienza nutrizionale – continua nell’articolo Susanna Bramante – sostiene che la carne contribuisce a un’alimentazione completa e le sue sostanze sono necessarie per una buona nutrizione umana. Sin dal Paleolitico la carne è stata la componente fondamentale della dieta degli ominidi ancestrali in cui ha svolto un importante ruolo evolutivo per circa 2,6 milioni di anni, consentendo lo sviluppo del cervello. Tra i Paesi presi in esame dallo studio – conclude l’esperta – è stata osservata una forte correlazione tra consumo di carne e aspettativa di vita in quelli in cui è diffusa la dieta mediterranea”.

INDAGINE EUROBAROMETRO: I CITTADINI EUROPEI SONO FAVOREVOLI AL SOSTEGNO PREVISTO DALLA PACSecondo l’ultimo sondaggio Eur...
14/01/2025

INDAGINE EUROBAROMETRO: I CITTADINI EUROPEI SONO FAVOREVOLI AL SOSTEGNO PREVISTO DALLA PAC

Secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro condotto tra un campione significativo di cittadini europei e pubblicato in questi giorni, il sostegno alla Politica agricola comune (Pac) della UE ha raggiunto il suo massimo storico: il 78% degli intervistati infatti ha dichiarato di conoscerla e oltre il 70% concorda sul fatto che l’Europa, attraverso la Pac, sta svolgendo il suo ruolo nel fornire alimenti sicuri, sani e sostenibili di alta qualità.
In un comunicato diffuso dalla Commissione, si legge che l’81% dei cittadini intervistati ritiene che attraverso la Pac la UE stia svolgendo il suo ruolo nel garantire un approvvigionamento alimentare stabile in ogni momento, mentre sette intervistati su dieci ritengono che la Politica agricola comune contribuisca alla gestione sostenibile delle risorse naturali, alle soluzioni digitali e di ricerca a sostegno dei settori agricolo e alimentare e al rafforzamento del ruolo degli agricoltori nella filiera alimentare: il 66% degli intervistati ritiene che la Pac contribuisca a ridurre le disparità regionali e incoraggi i giovani a entrare nel settore agricolo.
L’indagine, si legge ancora nella nota, rivela inoltre da parte dei cittadini europei un forte apprezzamento per gli agricoltori in quanto il 92% afferma che l’agricoltura e le zone rurali sono importanti per il nostro futuro, con il 52% che le considera “molto importanti”.
Oltre la metà indica che il livello del sostegno finanziario dell’Europa agli agricoltori per contribuire a stabilizzare il loro reddito è corretto, registrando un aumento di dieci punti percentuali dal 2022 e il livello più elevato dal 2013.
Inoltre, l’88% dei cittadini è favorevole alla continuità delle sovvenzioni a favore degli agricoltori per l’attuazione di pratiche agricole di cui clima e ambiente possono beneficiare: i risultati mostrano inoltre che il 62% concorda sul fatto che l’agricoltura ha già dato un contributo importante nella lotta ai cambiamenti climatici.
Gli accordi commerciali della UE sono considerati dagli europei un successo e una grande maggioranza ritiene che apportino benefici significativi all’agricoltura e ai consumatori del Vecchio continente.
In particolare, il 76% si trova d’accordo nel riconoscere che questi accordi garantiscano la diversificazione dei mercati e l’approvvigionamento di prodotti agricoli. Più di sette cittadini su dieci ritiene che rafforzino le esportazioni di prodotti agricoli europei in tutto il mondo (73%) e promuovano le norme dell’Europa in materia di lavoro e ambiente, compreso il benessere degli animali per la produzione agricola in altri Paesi (71%).

07/01/2025

CON LA NASCITA DELL’INTERGRUPPO SULLA ZOOTECNIA SOSTENIBILE IL PARLAMENTO EUROPEO SI IMPEGNA A DARE PIÙ VOCE AGLI ALLEVATORI E A TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE

“La costituzione dell’Intergruppo sulla Zootecnia Sostenibile rappresenta l’inizio di un percorso virtuoso di dialogo con le Istituzioni europee basato sulle evidenze scientifiche e sulla diffusa adozione delle buone pratiche da parte dei nostri allevatori. L’Associazione Carni Sostenibili, di cui sono presidente, sarà una collaboratrice leale ed efficiente pronta a esprimere i propri pareri sui grandi temi dell’alimentazione sana, della transizione climatica giusta, del benessere animale diffuso e dei nuovi aspetti etici delle filiere delle carni europee”.
Così il professor Giuseppe Pulina ha saluto la nascita dell’Intergruppo sulla Zootecnia Sostenibile istituito ufficialmente dal Parlamento europeo il 18 dicembre 2024 e sostenuto da numerosi europarlamentari provenienti da diversi Stati membri e dai principali Gruppi politici.
Il professor Pulina, oltre a ricoprire il ruolo di presidente di Carni Sostenibili, è docente di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti all’Università di Sassari ed è tra i primi 1000 top animal scientist al mondo.
La nascita dell’Intergruppo sulla Zootecnia Sostenibile, si legge in un comunicato, rappresenta un chiaro impegno a lavorare per soluzioni che rendano i sistemi di allevamento sempre più rispettosi dell’ambiente e del benessere animale, oltre che economicamente sostenibili. Contestualmente intende preservare i principi fondamentali come la sicurezza alimentare e la vitalità delle comunità rurali che costituiscono un elemento centrale per il futuro del settore zootecnico europeo.
L’Intergruppo – prosegue la nota - costituirà un punto di riferimento per colmare il divario tra i decisori politici e le esigenze di allevatori, professionisti e operatori del settore proponendo e discutendo soluzioni pratiche per promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica dando maggiore voce alle comunità rurali nei dibattiti politici a Bruxelles e garantendo che le loro esperienze siano al centro delle decisioni istituzionali.

È uscito il nuovo numero di Ta**us, il periodico di ANABIC dedicato alla conoscenza, all'approfondimento e alla divulgaz...
02/01/2025

È uscito il nuovo numero di Ta**us, il periodico di ANABIC dedicato alla conoscenza, all'approfondimento e alla divulgazione delle razze italiane di bovini da carne Chianina, Marchigiana, Romagnola, Maremmana e Podolica.
Per conoscere tutte le novità del mondo ANABIC, le iniziative intraprese in queste ultime settimane e i progetti dell'Associazione basta cliccare su questo link:

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20/12/2024

ASTE DEI TORELLI AL CENTRO GENETICO ANABIC

martedì 21 gennaio 2025: razza Marchigiana
giovedì 23 gennaio 2025: razza Chianina e Romagnola

19/12/2024

In occasione delle festività Natalizie gli uffici dell'Associazione resteranno chiusi dal 23 dicembre al 1 gennaio compresi.

16/12/2024

MODIFICA AL REGOLAMENTO SUGLI AIUTI “DE MINIMIS”:
LA COMMISSIONE HA DATO L’OK IL MASSIMALE PASSA DA 25MILA A 50MILA EURO

Permettere agli Stati membri di fornire sostegno agli agricoltori in modo più semplice, rapido, diretto ed efficiente.
È questo lo scopo della modifica introdotta dalla Commissione agli aiuti “de minimis” che ha aumentato il massimale a 50mila euro dai 25mila iniziali.
Il provvedimento è stato varato il 10 dicembre scorso al termine di una revisione avviata a maggio 2024 come conseguenza degli effetti che l’inflazione ha causato negli ultimi due anni.
Il Regolamento aggiornato entrerà in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e durerà fino al 31 dicembre 2032.
La modifica introdotta prevede, come detto, l’aumento del massimale “de minimis” per impresa su un periodo di tre anni che passa da 25mila a 50mila euro;
• l’adeguamento dei massimali nazionali calcolati sulla base del valore della produzione agricola dello Stato membro;
• la soppressione del “limite settoriale” che impediva agli Stati membri di concedere allo stesso settore di prodotti aiuti “de minimis” superiori al 50% del massimale nazionale;
• l’introduzione di un registro centrale obbligatorio degli aiuti “de minimis” a livello nazionale o europeo;
• la proroga della validità del Regolamento agricolo “de minimis” fino al 31 dicembre 2032.

09/12/2024

LA CARNE È SOSTENIBILE. UN PAPER SCIENTIFICO SOTTOLINEA PERCHÉ È IMPORTANTE INVESTIRE NEL SETTORE

Secondo il recente paper “Affordability of meat for global consumers and the need to sustain investment capacity for livestock farmers” menzionato dalla European Feed Manufacturers’ Federation, il settore zootecnico rappresenta un pilastro fondamentale per il Sistema alimentare mondiale. La carne infatti, oltre a rappresentare una preziosa fonte di nutrienti, rappresenta quasi il 40% del Pil agricolo globale.
Non più tardi del 2017, riporta il documento, circa 3 miliardi di persone, pari al 37% della popolazione mondiale, non riusciva ad accedere a un pasto sano ogni giorno. Si trattava di persone provenienti da Paesi a basso reddito.
Si calcola che questo importante divario proteico potrebbe richiedere da qui al 2050 un aumento di produzione di carne non inferiore all’80%, con previsioni che parlano di una crescita della domanda proteica variabile tra il 20% e il 150%. Valori di cui poco si parla, nonostante le previsioni parlino di una popolazione globale che entro il 2050 sembra destinata a raggiungere i 10 miliardi di persone.
Gli allevamenti rappresentano pertanto una soluzione per garantire la sicurezza alimentare anche in aree dove l’agricoltura presenta maggiori criticità. Pertanto, secondo il paper, è necessario incentivare gli investimenti nell’allevamento promuovendo l’adozione di tecnologie avanzate nella genetica, nell’alimentazione e nella gestione delle risorse perchè secondo gli esperti proprio adottando queste politiche non solo miglioreranno le performance degli allevamenti, ma si creeranno opportunità economiche rafforzando la sostenibilità e la sicurezza alimentare a livello globale.

25/11/2024

DOMANDE DI AIUTO PER LA FILIERA DELLE CARNI BOVINE:
C’È TEMPO FINO AL 4 DICEMBRE 2024

Fino al 4 dicembre 2024 sarà possibile presentare la domanda di aiuto relativo agli interventi destinati alla filiera delle carni bovine collegate alla linea “vacca-vitello” e a quella di bovini allevati secondo il Disciplinare Sistema qualità nazionale zootecnia (Sqnz).
Le imprese agricole che possono accedere agli aiuti previsti devono essere iscritte al Registro delle imprese e all’anagrafe delle aziende agricole; devono essere “operatori” in Banca dati nazionale zootecnica del Sistema informativo veterinario di allevamenti di bovini da carne o a duplice attitudine con tipologia produttiva “linea vacca-vitello” di età compresa tra gli 8 e i 24 mesi nati, allevati in Italia e presenti in stalla entro la data di decorrenza del termine di presentazione della domanda di aiuto; devono aver sottoscritto entro la stessa data contratti di filiera di durata almeno triennale direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute di cui sono socie o con imprese di trasformazione/ingrasso/macellazione/commercializzazione.
Per la campagna 2024 le imprese agricole che si impegnano ad aderire a un Contratto di filiera sarà concesso un aiuto pari a 100euro/capo bovino da carne o a duplice attitudine; nato e allevato in Italia; presente in allevamento dalla nascita; che abbia un’età di almeno 6 mesi ma non abbia superato i 24 mesi di vita alla data di decorrenza del termine iniziale del periodo di presentazione della domanda di aiuto che è il 20 novembre 2024.
Ammonta invece a 40euro/capo l’aiuto da destinare alle aziende di bovini da carne o a duplice attitudine nati e allevati in Italia nella tipologia produttiva denominata “diverse tipologie produttive”, “ingrasso”, “vitello a carne bianca” presenti in allevamento alla data di decorrenza del termine iniziale per presentare la domanda (20 novembre2024), che abbiano un’età di almeno 6 mesi ma non abbiano superato i 24 mesi di vita nella stessa data già citata.
La dotazione finanziaria massima complessiva per entrambe le filiere interessate dal sostegno è di 5 milioni di euro.
Le domande vanno inoltrate attraverso il portale Sian con l’assistenza di un Centro autorizzato di assistenza agricola.

Indirizzo

Strada Del Vio Viscioloso 21
Perugia
06132

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 13:00
13:30 - 17:30
Martedì 08:00 - 13:00
13:30 - 17:30
Mercoledì 08:00 - 13:30
Giovedì 08:00 - 13:00
13:30 - 17:30
Venerdì 08:00 - 13:30

Telefono

075 6070011

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