
15/04/2025
"Ho conosciuto Natalina, accalappiata dal territorio del centro Sud per arrivare al Nord, non riuscire ad essere gestita e per cui finire in Canile.
Natalina ha perso la sua Libertà per mano di persone che credevano di aiutarla ed è morta in Canile: quella Libertà non l’ha mai riavuta.
Ho conosciuto Uki, un cane a cui hanno sparato per poterlo catturare e rinchiudere in Canile perché nei boschi "dava fastidio".
Uki oltre alla zampa, ha perso la sua Libertà.
Ho conosciuto Athos, che per un errore nei confronti della sua volontaria di riferimento, non ha più avuto la Libertà di vederla, incontrarla, condividere passeggiate con lei.
Ad Athos è stata negata la libertà di poter scegliere di rimediare, è stato costretto a creare altri legami, ma i suoi occhi costantemente malinconici mi confermano che lui non avrebbe scelto questo.
Ho conosciuto Lucky, Tyson e altri cani che, come loro, sono stati etichettati, messi sotto farmaco, rinchiusi in un box e privati quindi sia della libertà fisica, quanto di quella di poter mostrare chi sono realmente.
Ho conosciuto Olaf e Asso, arrivati in canile da cuccioli e cresciuti in Canile. Loro la vera Libertà non l’hanno proprio mai conosciuta e sperimentata perché non hanno ancora avuto la possibilità di capire chi sono, cosa vogliono e cosa si aspettano dal mondo.
Restituire la Libertà ad un cane di Canile inizia nel far sì che quel cane si riappropri della propria identità individuale, nel ricordargli chi è lui e non semplicemente aprendo un box".
Questo è un estratto della tesina "Libero di essere me", scritta da Arianna Tripodi per la conclusione del suo percorso di formazione come educatrice cinofila.
Una tesina a cui io e Silvia (Bangarang-dogcrew) abbiamo dato un piccolo contributo, germogliato in queste splendide parole che raccontano e racchiudono una profonda verità.
Non basta aprire un box o sganciare un guinzaglio (all'area cani così come di fronte ad un bosco) perché i cani possano sentirsi liberi.
Certo, è un primo passo e non ne nego l'importanza.
Ma una volta varcata la soglia della libertà vera e condivisa ci accorgeremo non solo che il nostro cane non sarà più lo stesso, ma anche che saremo proprio noi i primi a non voler tornare più indietro!
Sforziamoci allora di conoscere e rispettare la caninità così da poterla gestire corettamente e lasciamo che si perdano nel vento le pericolose bugie di chi, invece, vuole raccontarci i cani come bestie imprevedibili e in balia dei loro istinti primordiali per cui vanno costantemente controllati o, nella peggiore delle ipotesi, strozzati e rinchiusi.
TRUST YOUR DOG!