30/11/2024
CINOFILIA, a.D. 2024.
Non conta la persona, non è personale. C'entra la cultura, e quella non la fa una sola persona. Che è molto peggio...
1. Il troppo amore. Ma che cavolo significa? E come si può parlare di un argomento così grande, come un sano modo di amare, spicciandolo con tre parole? Il troppo amore non è un problema. Sono un problema il controllo, la dipendenza, la prevaricazione, le proiezioni e le errate motivazioni. Quando ci sono questi elementi non c'è troppo amore. Non c'è equilibrio. ci sono solo bisogni da colmare che dovremmo risolvere prima di provare ad amare.
2. Dare cibo dalla tavola. Per quale motivo questo dovrebbe essere un problema di per sè? Perchè dovrebbe esserci una regola fissa che stabilisce che, a prescindere da chi sia l'individuo di cui siamo parlando, non siamo autorizzati a dividere e condividere? Una regola fondamentale della vita con il cane di famiglia - se si può aprirsi alla possibilità che possano esserci dei dogmi - è che laddove c'è la condivisione, c'è meno conflitto. Il cane è un animale sociale, ed essere inserito, accolto, valorizzato, all'interno del contesto sociale di riferimento, non può che appagarlo. Ovviamente il livello di questa condivisione, va deciso in base alla personalità di un cane, in base alla nostra, ai reciproci desideri ed al rispetto. Il cibo diventa un problema se, alla base della relazione con l'altro, ci sono problemi più importanti: è spesso un pretesto, è spesso un fattore innescante un conflitto che è già in essere e che è presente in altri contesti.
3. Saltare addosso. Chiunque voglia occuparsi di comunicazione del Cane, nel 2024, dovrebbe sapere che il comportamento ha in sè una forte componente comunicativa. E la comunicazione non prevede che si blocchi, si ignori o si frustrino i tentativi di dialogo di quegli individui per cui dovremmo provare un amore che non sia "troppo. Si può serenamente insegnare ad un cane a comunicare una richiesta in maniera alternativa, ma per imparare a farlo, non possiamo etichettare il saltare addosso come se fosse un comportamento sbagliato, maleducato, da inibire e correggere. Non è, assolutamente, il giusto punto di partenza.
4. Ho la vaga sensazione di averlo già detto, ma non si ignora qualcuno che ci sta comunicando un bisogno. Non si ignorano i cani. Quando quel che facciamo per rispondere ad un comportamento risulta inefficace, possiamo provare a cambiare il nostro modo di rispondere. E ancor prima ragionare sul nostro aver compreso o meno, quale sia l'emozione che scatena il comportamento.
5. Alzare la voce come sinonimo di gratificazione. Non ho mai visto nessuno felice di aver qualcun altro che gli urlasse contro. Anzi credo che i cani sarebbero molto più felici e sereni, se scegliessimo ogni tanto, di rimanere in silenzio e di trasmettere emozioni tramite gli infiniti canali comunicativi che possiamo apprendere da loro
6. Uno di questi è lo sguardo. E per quanto uno sguardo possa essere aggressivo e non sia mai una buona idea quella di essere minacciosi con un cane che potrebbe sentirsi provocato e rispondere di conseguenza, uno sguardo può essere dolce, gentile, accogliente, colmo di orgoglio e rispetto.
I cani si guardano, ed il più delle volte lo fanno in maniera gentile. I cani CI guardano e sono gli unici animali in grado di ricercare attivamente quello sguardo, comprenderlo perfettamente, mantenere il contatto visivo, acquisire, dare informazioni, comunicare emozioni per veicolare messaggi.
I Cani sono individui affascinanti, complessi, intelligenti e dotati di una socialità straordinaria, che gli permette di poter comunicare efficacemente con specie diverse, e vivere con loro, estendendo il gruppo familiare di riferimento ad individui biologicamente, fisiologicamente ed etologicamente molto diversi da lui.
Primo tra tutti, l'ESSERE UMANO.
E' una benedizione aver fatto parte di una scelta di comunione condivisa, concertata con un animale tanto eccezionale, adattabile e forte.
Gli dovremmo molto di più dell'accettare una Cinofilia, che si nasconde dietro al bocconcino ed al training, ma che nessun passo ha fatto rispetto all'addestramento tradizionale, nella comprensione delle emozioni, sul funzionamento mentale, nella consapevolezza dei bisogni naturali e relazionali del Cane.
In foto, oltre all'articolo da cui ho scelto di scrivere questo post, c'è ARON II, del RIFUGIO DEL CANE DI PISTOIA. Aron è un pit bull maschio giovane, bellissimo e straordinariamente comunicativo, che, ovviamente, cerca casa. Oggi, passeggiata con Niamh e Johnny, l'ho incontrato, con la persona che - fortunatamente - ogni sabato lo porta fuori. Se ne stava tranquillo, di fronte ad un parco pubblico, ma in un contesto fortemente urbanizzato, circondato da persone e bambini che urlavano. Non era felice, ma era paziente, solido, assolutamente in controllo su un disagio che è finito quasi subito.
I Cani sono individui generosi. Fin troppo, alle volte. Reciprocità. Se esiste, va bene anche questo "troppo amore" di cui si parla e che, onestamente, resta per me un concetto sconosciuto.
La foto è della straordinaria Marina Barbati Photographer per Bama Pet, nella sua campagna a favore delle Adozioni in Canile. ⭐