10/04/2023
Un gatto che sta male è molto più complicato di una persona:
nessun pronto soccorso ti accoglierà gratuitamente, e in qualsiasi giorno dell'anno,
con la clemenza di chi vede un altro essere umano soffrire, e se ne prenderà carico con la professionalità e responsabilità di chi si occupa di un diritto costituzionalmente garantito .
Nessuno sconto.
Nessuna pieta.
Sarà tutto un :" vuole fattura?" mentre tu tremi di paura, e lì capirai benissimo cosa vuol dire speculare sul cuore della gente, capirai di cosa è fatto l essere umano.
In fondo, è solo un gatto.
Un gatto è più complicato perché, ad esempio, non può dirti se, quando e quanto sta male: capire un gatto è un esercizio di empatia, di costanza, di dedizione.
Un esercizio di amore. Dannato e a volte frustrante.
E quando sta male lo capirai dai suoi occhi, da come si muove, da cosa non fa. Bisogna sentire, saper guardare negli occhi chi amiamo: se non sappiamo leggerci dentro niente, tanto vale andar via, non abbiamo capito niente di quell'' amore lì.
E negli occhi di un gatto, se sai vedere, capisci tutto: se sta bene, se sta male, se ti ama, se è felice. Lo capisci in un alfabeto misterioso e bellissimo, un alfabeto di energie sottili e potenti. Straordinariamente potenti.
Ed è con quell' alfabeto che finalmente saprai cosa vuol dire amare. Libri, film, storie, amici, amanti, figli...non ti sono bastati.
Perché è lì nei suoi occhi che saprai cosa vuol dire:" Tu sei la mia vita".
Lo capirai lì dentro, in quella piccola iride felina viva e vivace, che ti fissa, alle 5 di mattina, senza motivo e senza alcun bisogno da soddisfare.
Lo capirai in un alfabeto di fusa, di code a pennacchio, negli occhi socchiusi di bacio felino.
Capirai quell' amore saggio, non servile, scevro di qualunque possesso : un amore fiero di chi sa che ci sei , ma che non dipenderà mai da te.
I gatti ci insegnano a vivere, questa è la verità. Insegnano il rispetto, la distanza che serve per amarsi, il giogo eterno del cercarsi e del volersi senza intaccare la nostra natura.
Ci insegnano a ridere, a giocare con la vita, nella leggerezza di un salto elegante dal comodino all ' armadio. Che poi magari elegante magari non riesce, e allora una risata di dilagante ti scoppierà in viso.
Devo molto ai gatti , per ciò che sono, per ciò che mi hanno insegnato.
Alla loro fierezza, alla loro alterigia, al loro modo di saper stare al mondo.
Un gatto è un maestro di vita costante, di cui non si può fare a meno.
E si , voglio fattura grazie. E che Dio me lo preservi... ancora un po' please.
Francesca Cpss