23/07/2025
Il lupo e il cane: una lezione amara
Il lupo guardò il cane con occhi antichi e voce ruvida, velata di rimprovero:
— Dimmi, cugino… che ne pensi degli esseri umani?
Il cane abbassò lo sguardo, la voce fioca come un vento stanco:
— Quando vogliono offendere qualcuno… lo chiamano “cane”.
Il lupo sollevò un sopracciglio, curioso:
— Hai forse morso i loro figli?
— No.
— Li hai traditi?
— Mai.
— Eppure li hai protetti. Hai vegliato sulle loro case, tenuto lontano il mio branco.
— Ogni notte — mormorò il cane. — Senza mai chiedere nulla.
Il lupo abbozzò un sorriso, di quelli che non arrivano agli occhi:
— E dimmi… quando vogliono lodare il coraggio, l’astuzia, la forza… come li chiamano?
Il cane sollevò lo sguardo, rassegnato:
— Li chiamano “lupi”.
Calò il silenzio.
Poi il lupo si mise a ridere — una risata priva di gioia, ruvida come la terra secca:
— Te lo dicevamo, fin dall’inizio, di restare uno di noi. Io ho assalito i loro greggi, spaventato i loro figli, li ho ingannati mille volte…
Eppure, quando parlano dei loro eroi, li paragonano a me!
Si fece avanti, finché il muso fu vicino a quello del cane, e con un sussurro tagliente disse:
— Impara una cosa, cugino mio: gli uomini esaltano il loro carnefice… e disprezzano chi li serve con fedeltà.