15/03/2024
ALLEVARE NON È UN LAVORO
Sono solo due le vie per trasformarlo in un lavoro:
👉🏻LA FAMA
👉🏻LA FAME
Altrimenti rimane un hobby di cui si ha la passione.
LA FAMA: I primi anni di un allevatore che alleva con lo scopo di migliorare la razza, sono gli anni delle passività o di riuscire ad andare a paro con le spese. Perché si investe tutto sulla struttura, sui soggetti, sulle verifiche zootecniche. Non è detto che poi un allevatore abbia la stoffa. Per allevare ci vuole talento, molti allevano con lo scopo di soddisfare il proprio ego. Spesso i cani rappresentano carenze profonde dell’essere umano. Prendete i narcisisti per esempio, o quelli che li usano per i combattimenti.
Un allevatore che si concentra con una mente sana sulla passione allevatoriale, i primi anni dovrà investire tanto sull’allevamento. Tempo, risorse, sacrifici, molte gioie e anche sconfitte. Dovrà avere fame di imparare, di documentarsi anche oltre confine. Dovrà imparare a riconoscere se un cucciolo appena nato può diventare una promessa. Ci vogliono gli anni e sicuramente un altro lavoro che possa aiutare ad alimentare economicamente questo enorme investimento. Col tempo, con la sua integrità, la fama comincerà a crescere, se ha lavorato bene, potrà cominciare a piazzare i suoi soggetti a prezzi più alti del mercato. Perché comincia finalmente a raccogliere i frutti. I suoi cani devono per forza avere un valore più alto rispetto alla media, perché l’allevatore ha investito tante risorse, mantenendo contenuti i numeri delle cucciolate. Hanno un valore più alto perché inizia ad avere più richieste, soprattutto dai suoi colleghi anche esteri, perché la sua reputazione è illibata. Quando si arriva ad essere etichettati come veri professionisti allevatoriali, allora l’obiettivo è stato raggiunto. Allora si può guadagnare qualcosa in più.
LA FAME: gente senza scrupoli che trova la via più breve per piazzarsi sul mercato. Lo fa con i numeri. Nella testa il suo unico scopo non è il rispetto del benessere animali, ma spremere le fattrici per poi far girare le numerosissime cucciolate insieme al nome del proprio affisso: I CAGNARI. Non hanno un lavoro proprio. Vivono sfruttando cani. Sanno vendersi bene, abili manipolatori, con seri problemi mentali, non hanno il minimo rispetto per i cani che allevano sono solo numeri, che girano timbrati per aumentare la popolarità. Questi purtroppo la fanno sempre franca, perché muovono ingenti somme di denaro, ma non chiamateli allevatori.