Centro Cinofilo Gens Flaminia

Centro Cinofilo Gens Flaminia Allevamento di Boxer e Labrador riconosciuto ENCI, Centro di addestramento cinofilo CAVA e pensione Una boxer molto elegante e con un grande flash.
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Nel 1972 Gimmy e Cecilia Nitrato Izzo comprarono dall’allevamento degli Etruschi di Jo e Claudia Pitaresi una cucciola boxer tigrata con bianco di nome Flaminia. Uno dei primi Boxer discendenti dalla linea di sangue inglese Whiterford. Gimmy appassionato di addestramento cominciò da autodidatta ad addestrare Flaminia. La portò in gara nelle classi di Avviamento A, B e C, competizioni che all’epoca

per i Boxer (salvo qualche eccezione) erano praticamente sconosciute. Nel frattempo conseguì il Campionato Italiano di bellezza e il I° Brevetto (prima del Centro-Sud e seconda in Italia ad averlo conseguito). Anouschka…
Gimmy e Cecilia avevano comprato dagli Etruschi anche Hans, discendente diretto di Carlo Ut Gutsel, il quale, accoppiato con la Ch.Flaminia nel 1976 diede una bellissima cucciolata dalla quale nacque la prima campionessa Italiana dell’allevamento e Vice-campionessa mondiale ATIBOX Anouschka della Gens Flaminia. Nel 1977 Cecilia studiava veterinaria a Napoli e fu chiamata da Claudia Pitaresi perchè la sorella di Flaminia, Flavia, era molto malata. Cecilia decise di portarla con se a Napoli per curarla. Bebel la grande madre…
Flavia ricompensò ampiamente l’affetto della sua padrona, poichè dalla sua linea (che potremmo chiamare Gens Flavia) unita sempre ad Hans nacque Bebel della Gens Flaminia, c***a bellissima e di carattere che soprannominarono “la grande madre” poiché suoi figli erano i famosi Friso, Fantasia, Fantastico e la leggendaria Eterna, campionessa mancata. Friso, Fantasia e Fantastico…
Nel 1980 il Presidente del Boxer Club Jesus Jimeno Ibanez si presentò in allevamento insieme al caro amico Agostino Tomei, proprietario del famoso pluricampione Titanus New Mexico, padre di Friso, Fantasia, Fantastico ed Eterna. Eterna…
Il presidente del Boxer Club offrì a Gimmy e Cecilia dieci milioni di Lire per Eterna. Che all’epoca era davvero una cifra pazzesca. Dopo tante riflessioni, rifiutarono l’offerta perchè troppo affezionati a quella cagnetta che era figlia unica ed era cresciuta nel loro letto. Novella e Una…
Jesus Jimeno acquistò altri Boxer della Gens Flaminia: Fantasia che divenne campionessa sp****la, Una che ottenne numerose vittorie e Novella, che divenne anche lei campionessa italiana e sp****la. Furono i primi Boxer venduti in Spagna dagli Italiani. Uvanor e Stella Polare…
Gimmy e Cecilia continuarono ad allevare conseguendo ottimi successi e conquistando ancora il campionato Italiano con Uvanor della Gens Flaminia (Quiriaco degli Etruschi per Eterna della Gens Flaminia) e in seguito con Stella Polare della Gens Flaminia (Quiriaco degli Etruschi per Luna della Gens Flaminia). Carlina e il ritiro dalle gare…
Poi nel 1990 poco prima di ritirarsi dalle esposizioni ottennero il campionato con la bellissima Carlina della Gens Flaminia (Watwald X per Eterna della Gens Flaminia). Attila detto Rufus e il rientro della Gens Flaminia…

Al giorno d’oggi, l’allevamento ha ripreso l’attività a pieno ritmo, anche grazie all’iniziativa di Silvia (figlia di Gimmy e Cecilia) di far tornare nuovamente la Gens Flaminia sul ring. Il primo passo lo ha mosso Attila della Gens Flaminia detto Rufus (Bart delle Terre Magiche per Rebecca della Gens Flaminia) che si sta comportando molto bene in esposizione, con ottimi risultati.

03/11/2023

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Ieri sera ho avuto il piacere di essere intervistata da Giorgio Monaco per il Podcast Podcanicast 🎙️ È stato davvero un ...
14/10/2023

Ieri sera ho avuto il piacere di essere intervistata da Giorgio Monaco per il Podcast Podcanicast 🎙️
È stato davvero un piacere!
Abbiamo parlato ovviamente di cani, cinofilia, sport, differenze fra diverse visioni di metodo e tanto altro.

Se vi farà piacere ascoltare l’intervista eccola qui 👇🙏

Podcanicast Ospite Silvia Nitrato Izzo

13/02/2023

Un weekend insieme ai Boxer che lavorano. Quelli che ci piacciono 😁 Non avremo ancora i numeri delle altre razze “regine” o il livello delle loro performance ma stiamo crescendo ogni anno di più come il livello generale delle nostre prestazioni. Viva il Boxer 😉 Spina @...

21/01/2023

Cerchiamo ancora una famiglia per il nostro Lord Brummel (3 mesi) cucciolo dolce e di ottimo carattere 🥰
Per info contattatemi in privato 🙏

26/11/2022
💖Ho il piacere di presentarvi i nuovi piccoli boxer della Gens Flaminia 🐾Madre: HARRIET DELLA GENS FLAMINIA HD B Cuore F...
23/11/2022

💖Ho il piacere di presentarvi i nuovi piccoli boxer della Gens Flaminia 🐾

Madre: HARRIET DELLA GENS FLAMINIA
HD B Cuore Free
Padre: SILENTE DELLA MAGA
HD B Cuore Free

Sono 5: 2 maschi fulvi, 2 femmine fulve e 1 femmina tigrata 💞

LITTLE HARRIET (FT)
LADY GAGA (FF)
LADY B. (FF)
LORD BRUMMEL (MF)
LEROY (MF)

CAMPIONATO ITALIANO DI LAVORO BOXER 2022Che dire! Per me ed Harley Queen della Gens Flaminia un campionato un po’ sfortu...
21/11/2022

CAMPIONATO ITALIANO DI LAVORO BOXER 2022

Che dire! Per me ed Harley Queen della Gens Flaminia un campionato un po’ sfortunato 😔
Una br**ta zoppia ci aveva fermate per dieci giorni ma, vista la ripresa, ci abbiamo provato lo stesso in classe Avviamento. Ci portiamo a casa una super pista (98/100 🎉) ma poi dobbiamo interrompere la gara perché la zoppia è tornata 😔 Sarà per la prossima!
Ringrazio prima di tutto mio papà Gimmy Nitrato Izzo per avermi permesso di tenere con me la sua cagnolina prediletta e per averla preparata insieme a me, mia mamma Cecilia Novi che adesso si prenderà cura della sua zampetta infortunata e il mio compagno Davide Battaglia Bat per avermi accompagnata, supportata e consolata in questo weekend impegnativo 🤗
Grazie, come sempre, a Mirco Spada per avermi aiutata a preparare Harley seppur in tempi ridottissimi a causa di questo imprevisto e a tutto il gruppo CinoSport Verona per l’amicizia e il sostegno. Seppur ho sempre fatto parte a “sprazzi” di questa famiglia, adesso che i chilometri di distanza si sono ridotti spero di potermi unire a voi più regolarmente. Bravissimi tutti per i vostri super risultati! 💪

Ma il regalo di compleanno più bello me l’ha fatto Rossetto Stefania che con il suo Gruss (nostro Grande Inverno della Gens Flaminia) ha conquistato il gradino più alto del podio in Igp2 🎉 State facendo davvero un gran lavoro con il nostro super cagnolone! Grazie 🙏

Un abbraccio anche a Tomas Medea, che, nonostante la sfortuna di essere costretto a ritirare i suoi due compagni di squadra per infortunio, aveva portato avanti due obbedienze fin li spettacolari con Ascanio e Grandeluna detta Moon della Gens Flaminia (genitori della mia Spring). Vi rifarete alla prossima!

Complimenti a Maria Teresa Conte che con la sua Midori della Sella del Diavolo detta Becky, allenata da mio papà, conquista il terzo posto in Esordienti con una prova davvero bella!

Grazie ai gruppi organizzatori, ai giudici, i figuranti ma soprattutto ai nostri Boxer!

Il Campionato è sempre una garanzia di divertimento e passione! 🤗

25/10/2022

È POSSIBILE “INSEGNARE” LA VIOLENZA AL CANE?

CIÒ CHE NOI POSSIAMO INSEGNARE AL CANE È LEGATO AL CONTESTO E AL
CONDIZIONAMENTO (ANCHE PER MIMESI, AD ESEMPIO). CIÒ CHE NOI POSSIAMO INSEGNARE AD UN BAMBINO, INVECE, PUÒ ANDARE OLTRE IL CONTESTO E ALLARGARSI A CONCETTI PIÙ “ASTRATTI”, CHE PREVEDONO UN’ELABORAZIONE “ALTA” E RAZIONALE”.

Eh niente… ci sono cascata di nuovo! Come sempre anche questo articolo non strapperà facili like acchiappa consensi, ma non potevo esimermi dal commentare i video sponsorizzati di questi professionisti cinofili.

Ne parlo qui 👇

Come ridicolizzare una professione storica in pochi semplici passi

Da qualche tempo a questa parte, gira in rete la sponsorizzazione di un video corso online per proprietari di cani consapevoli, o aspiranti tali, che desiderino approfondire la loro conoscenza, per gestire al meglio il proprio amico a quattro zampe. Fin qui nulla di strano, mi direte, se non fosse che pensare di poter approfondire al meglio la propria conoscenza cinofila con un video corso online mi sembri un po’ poco. Ma, vabbè, facciamo finta che questi aspiranti proprietari consapevoli siano ancora più consapevoli del fatto che, a sostengo di un video corso, ci dovrebbe essere poi tanta, ma tanta, pratica in campo e andiamo oltre.
Veniamo al dunque e quindi al video corso: la sponsorizzazione social consiste in tre o quattro video brevi, dove si alternano medici veterinari comportamentalisti ed educatori, ad anticiparci qualche pillola, in vista di ciò che si potrà approfondire nel corso.
Ho ascoltato attentamente le parti presentate dalle due dottoresse comportamentaliste. E, scusatemi davvero (non vorrei risultare irrispettosa, mia madre è un medico veterinario, figuriamoci se non ho il massimo rispetto per questa categoria) ma mi è venuto da ridere. Lo ammetto. Lo so, sembra brutto da dire. Ma mi è venuto da ridere. E qui di seguito vi spiego perché.
Nel primo video una dottoressa molto elegante e dalla dialettica piuttosto forbita, seduta dietro la sua scrivania (insomma molto diversa da quel brutto e rozzo addestratore vichingo di cui abbiamo parlato in un altro articolo) ci racconta una cosa: se noi abituiamo il nostro cucciolo alla violenza in casa, perché per educarlo “gli diamo le botte”, questi, quando diventerà adolescente e lo porteremo al parco, “andrà giù di pestoni” verso i suoi simili, perché penserà (cito testuali parole): “eh, me l’ha insegnato la mia mamma che si fa cosi (che si usa la violenza)”. Il tutto recitato con il tono in stile “maestrina dell’asilo” nell’atto di rimproverare i bimbi indisciplinati. E niente…non ce l’ho fatta e sono scoppiata a ridere. Perché?
Primo: perché non si può parlare di argomenti seri e professionali come il comportamento canino e fare le vocine. Davvero come se ci stessimo rapportando a dei bimbi che bisticciano in classe. A maggior ragione se siamo dei professionisti. Le vocine (che anch’io faccio ai miei cani) teniamole per il nostro privato e non per i momenti seri di divulgazione.
Secondo: partiamo dal presupposto che siamo tutti contrari all’educazione impartita tramite violenza (ho scritto proprio di recente un articolo sull’ abissale differenza che passa tra violenza e inibizione contentiva perciò vi rimando lì se per caso voleste approfondire). Possiamo quindi affermare, in questo senso, di essere d’accordo con la dottoressa e ripudiare l’utilizzo della violenza per educare. E allora dov’è il problema? Ve lo spiego.
Come potete pensare che un cucciolo, magari anche di una determinata razza, dotato naturalmente di aggressività e combattività, vada al parco e tiri giù “pestoni” agli altri cuccioli perché voi in casa gli avete insegnato la violenza? Caspiterina, non è un bambino (dotato di un altro tipo di sviluppo cognitivo) per cui, se respira violenza in casa e nessuno gli mostra un’alternativa più sana, allora potrebbe replicare quella stessa violenza fuori casa e riversarla magari sugli altri.
Il cane è diverso: se lo educhiamo con violenza è molto probabile che entri in conflitto con noi e risponda (per istinto di conservazione) con violenza nei nostri confronti. Proprio perché il cane fa associazioni immediate e legate al contesto e non è in grado di elaborare concetti in forma generalizzata. Della serie: a casa sono cattivi con me e quindi mi sento autorizzato ad esserlo anche io con gli altri. Questa è un’elaborazione UMANA. Il cane, al massimo, può rispondere con aggressività a chi usa violenza su di lui per difendersi e potrebbe, se regolarmente cresciuto a calcioni, avere delle risposte aggressive nei confronti dell’uomo in generale (che comincerebbe a leggere come un pericolo) sempre per difendersi. Oppure potrebbe avere comportamenti aggressivi (anche verso altri cani) come scarico di stress, se si tratta di un cane molto compresso. Ma, vi prego, non si può dare come spiegazione il fatto che “gli abbiate insegnato la violenza a casa”. Il rapporto che un cane ha con i suoi simili ha poco a che fare con il rapporto che lo lega all’uomo. Sono due cose diverse perché siamo due specie diverse e abbiamo due modi di comunicare diversi. Quell’Amstaff adolescente (ma anche Boxer o Rottwailer o giù di lì) che voi porterte al parco e manifesterà atteggiamenti di aggressività o dominanza verso gli altri, lo farà ugualmente anche se in casa lo avrete fatto vivere in un monastero Zen, seguendo le abitudini dei monaci tibetani e la filosofia Hippie. Perché queste doti le ha nel suo Dna.
Davvero si può credere che se insegno la benevolenza e la comprensione al mio cucciolo questo poi non proverà a dominare gli altri (sempre si tratti di un cane con questa memoria di razza)? Dai, per favore! Che si tratti di naturale propensione (doti genetiche) o qualche eccesso di queste (vedi eccesso di aggressività presente in un cucciolo) si tratta di risposte che gli adolescenti iniziano a sperimentare con i propri simili, a prescindere dal contesto in cui sono cresciuti. La differenza in questo senso la fa, ovviamente, il modo in cui noi proprietari riusciamo a gestirli ed educarli, soprattutto in questa fase delicata.
Ricapitolando: un cucciolo abituato alla violenza in casa potrà sviluppare comportamenti aggressivi, appresi come funzionali, nei confronti dell’uomo come difesa o nei confronti di altri cani come scarico di stress. Al di fuori di questi contesti, se manifesta tentativi di dominanza o aggressività al parco nei confronti “degli amichetti” non è perchè gli abbiate insegnato la violenza a casa (questo è un concetto troppo elaborato e proprio dell’uomo) ma perché sta manifestando le sue doti genetiche in modo corretto o, a volte, esasperato, se presenti squilibri. A quel punto se un proprietario consapevole ha ben educato il suo cucciolo e si mostra in grado di saperlo gestire, farà in modo che questa fase adolescenziale rientri senza grossi problemi e insegnerà al suo cane adulto come comportarsi nella società. Di certo non modificando il suo Dna.
Personalmente credo che affrontare un tema così etologicamente importante in questi termini, sia un po’ ridicolizzare una professione storica come quella dello studio del comportamento animale e uno svalutare le facoltà del cane, che in questo modo viene trattato come un bimbetto un po’ bullo che fa così perché a casa mamma e papà litigano troppo o sono stati troppo severi (tutto ciò anche grazie all’utilizzo di quelle meravigliose vocine di cui sopra, che esprimono il pensiero di Fido nell’atto di scusarsi per il suo comportamento poco carino mentre alza le zampine in segno di innocenza, affermando “me lo ha insegnato la mia mamma”).
Qui si sta parlando di comportamenti innati, doti genetiche strutturate e consolidate in secoli di selezione e studi, non dei bisticci dei bimbi all’asilo. Fermo restando che anche su questo tema i professionisti del settore della psicologia infantile sanno come approfondire in modo serio. Non è, infatti, l’argomento in sé, piuttosto il modo in cui viene trattato, affinchè si continui a vedere il cane, come un bimbetto da accudire e proteggere da qualunque stress. E questa modalità (strategica?) no, non posso aspettarmela da un professionista in camice bianco.
Il bello, però, è che non finisce qui: passiamo quindi, alla grandissima contraddizione che le due dottoresse hanno, involontariamente, messo in evidenza nel video corso.
Dopo aver appreso, infatti, come il mio cucciolo, se educato a pestoni, potrebbe diventare il bullo del parco perché glielo ha insegnato “mamma”, apprendiamo, dalla seconda dottoressa, che punire il mio cucciolo che ha fatto un bisognino in casa, sbattendogli il musetto sulla p**ì in un secondo momento, sia completamente inutile, poiché il cucciolo non capirà il nesso, non potendo fare un’associazione contestuale dell’accaduto.
Posto il fatto che io sia pienamente d’accordo con quest’ultima affermazione (è difficile pensare che un cucciolo punito a distanza riesca a comprendere l’errore, in più l’atto dello sb****re il musetto sulla p**ì rientra sempre in quella sfera di “punizioni” attive che non piacciono nemmeno a noi) ora spiegatemi come sia possibile far combaciare le tesi delle due dottoresse che operano, a quanto pare, in team.
Mi spiego meglio: quest’ultima ci dice che un cucciolo non potrà collegare una marachella a un atto punitivo arrivato a distanza (corretto) mentre la prima ci spiega che un cucciolo potrebbe elaborare un concetto “astratto” come la violenza e riproporlo a distanza, anche in contesti diversi (qui direi che non siamo proprio d’accordo).
Cioè, da una parte mi state dicendo che il cane non è in grado di fare elaborazioni cognitive “alte”, in quanto non comprende, se non nello stretto condizionamento del contesto e dall’altra, al contrario, mi dite che un cane è in grado di elaborare un vissuto e trasportarlo in altri ambiti, come “insegnamento appreso”. Caspita che confusione!
Come detto sopra, un cane che respira violenza, sarà “semplicemente” un cane stressato, che vive costantemente in stato di difesa attiva e, se mostrerà aggressività in eccesso, anche al di fuori del contesto “familiare”, lo farà per scarico o difesa, non perché avrà appreso il concetto di violenza, esattamente come il cucciolo del secondo esempio non collegherà il musetto sulla p**ì al non doverlo più fare, proprio perché ormai fuori contesto.
Ovvero il cane non “ricorda” in modo elaborato. Ma agisce nel presente, in risposta agli stimoli che arrivano. Vengo colto sul fatto, collego che la p**ì in casa è meglio non farla più. Oppure, vengo educato con violenza, risponderò con violenza laddove mi sentirò in pericolo o in compressione, non elaborerò un concetto di “dominanza” generalizzata in contesti diversi. Quella, piuttosto, sarà una naturale messa alla prova delle proprie doti, in una fase adolescenziale. Provate ad insegnare la “compassione” al vostro Amstaff di 7 mesi e vediamo se quando andrà al parco non proverà a prendere le misure con gli altri per, eventualmente, dominarli. E lo dico perché se fosse possibile insegnare la violenza, allora dovrebbe essere possibile insegnare anche la compassione, giusto?
Ora non si sta negando che un cane sottoposto costantemente a pressioni ed un’educazione violenta, possa mettere in atto comportamenti “eccessivi”, ma, come ribadito più volte, la frase incriminata, e per me errata, è: “me l’ha insegnato mamma”. Piuttosto potrebbe essere: “se educo un cane in modo inutilmente inibitorio, otterrò un cucciolo stressato e perennemente in difesa attiva e conflitto, il quale risponderà in modo eccessivo agli stimoli, oppure, se appartenente a determinate razze con una specifica memoria di razza, quando naturalmente (non perché glielo ha insegnato mamma) proverà a dominare i suoi simili per testare se stesso, lo farà, magari, in maniera eccessiva e sarà meno disponibile ad ascoltare le indicazioni del suo umano, con cui sarà in conflitto”.
Ciò che noi possiamo “insegnare” al cane è legato al contesto e al condizionamento (anche per mimesi ad esempio) il resto sono risposte che l’animale darà in base alle sue esperienze e al suo stato emotivo. Ciò che noi possiamo insegnare ad un bambino, invece, può andare oltre il contesto e allargarsi a concetti più “astratti”, che prevedono un’elaborazione “alta” e razionale.
Ecco credo che questa sia un’informazione più completa, lontana però da quei buonismi accattivanti e strappalacrime che acchiappano i like. Lontana da quel “povero cucciolo gli hanno insegnato la violenza a casa e adesso gira per il parco a fare il bullo, ha bisogno di aiuto”, ma piuttosto “guarda quel Boxer adolescente che sta iniziando a testare le sue doti di cane “combattente”. Forse però, si tratta di un soggetto stressato e in conflitto, non sa dosarsi!”. Si lo so, è molto meno ad effetto come spiegazione vero? Però, ahimè, più reale. Anche perché io non ho mai sentito qualcuno dire: “uh, guarda che bravo quel cane, come va a mettere pace fra i suoi simili, si vede che la mamma gli ha insegnato la benevolenza e la capacità di ascolto”. Se esistono i famosi cani “pacificatori” si tratta sempre di dinamiche di branco o di cani ben gestiti e rilassati che presentano, nel loro corredo genetico, questa attitudine, che potrà esprimersi al meglio anche grazie, ad esempio, ad una buona gestione familiare.
Adesso, scusatemi proprio, ma devo lasciarvi. Vado ad insegnare l’empatia ai miei cani.

16/10/2022

CAMPIONATO ITALIANO DELL’ANNO BOXER
16/10/22

Harley Queen della Gens Flaminia
Classe Libera femmine fulve

Non rientriamo nelle finaliste di una numerosa e impegnativa classe, ma ci portiamo a casa un bell’eccellente e una bella presentazione in ring 🌺

Peccato Harlina! Sarà per un’altra volta!

Grazie al giudice Pino Nugnes per averla comunque apprezzata e giudicata.

CAMPIONATO ITALIANO DELL’ANNO BOXER 15/10/22Infinity Spring della Gens Flaminia 🥈2*Class. Baby femmine tigrate (in una c...
15/10/2022

CAMPIONATO ITALIANO DELL’ANNO BOXER
15/10/22

Infinity Spring della Gens Flaminia
🥈2*Class. Baby femmine tigrate (in una classe di 15 iscritti).

Brava Spring! È stata una bella emozione condurti nel ring d’onore 🏅

Grazie a Deborah Corradi e Tomas Medea per averla allevata e per averla affidata a me e ai miei genitori, titolari del nostro affisso, per avermi insegnato a presentare i cani in ring 🙏
Grazie al giudice Nicolino Morano per averla apprezzata e tutta l‘organizzazione dell’evento!

06/10/2022

Ilaria Cialdella con Grande Primavera Vom Haus Ninjo detta Prima (Grace Kelly della Gens Flaminia x Nash degli Etruschi) alle prese con i primi passi di obbedienza sportiva.

Preparatore: Gimmy Nitrato Izzo

04/10/2022

“CHI ADOTTA UN CANE ABBANDONATO IN UN RIFUGIO COMPIE UN ATTO D’AMORE VERSO IL CANE COME INDIVIDUO. CHI ACQUISTA UN CANE DI RAZZA, BEN SELEZIONATO, IN UN ALLEVAMENTO SERIO, COMPIE UN ATTO D’AMORE VERSO IL CANE COME SPECIE”.

L’importanza dell’allevamento (serio) del cane di razza, spiegata (senza polemica) a chi lo osteggia.

Approfondiamo questo concetto qui 👇
Buona visione 🐶

23/09/2022

“TRA IL DOMATORE DI LEONI E IL PARA-PSICOLOGO FRUSTRATO IO SCELGO LA VIA DI MEZZO. UNA CINOFILIA MODERATA CHE NON ABBIA BISOGNO DI FORZARE LE COSE PER SENTIRSI IMPORTANTE”

Chi sono i domatori di leoni e i principini della nuova cinofilia?
Ne parlo qui 👇

Domatori di leoni vs principini della nuova cinofilia

Sì lo so, il titolo di questo articolo è un tantino provocatorio. Avete ragione. E’ che non sapevo come altro fare per rendere ironicamente merito all’argomento che voglio trattare.

Siamo piombati a tutti gli effetti nell’era cinofila più conflittuale di sempre. E questo ormai è noto ai più. Orde di primitivi guerrieri vichinghi della vecchia cinofilia che resistono, sguainando spade e scudi, agli attacchi, sempre più violenti, dei principini eletti della nuova cinofilia, al cui seguito si palesa un folto esercito di soldati fedeli alla causa. Insomma un bel casino. Un terreno di guerra piuttosto sanguinoso, dove, da una parte, la “resistenza” vichinga viene portata avanti con determinazione, ma dall’altra la “crociata” religiosa contro un certo tipo di approccio (e relativi strumenti) fa sempre più pressione, fino ad arrivare ai piani alti, i luoghi del potere dove tutto si decide.
Io me la immagino un po’ come gli storici scontri fra le popolazioni più rurali, più semplici, che portavano avanti un certo tipo di tradizioni (con relativi pro e contro) alle prese con le invasioni da parte di popoli più “evoluti” (se così si può dire) convinti di dover convertire le suddette tribù al loro credo, così da poterli condurre sulla via della salvezza. E se le resistenze dei “tribali” si facevano troppo decise, ecco che i Principi, incaricati dal divino di condurre i popoli sulla retta via, si rivolgevano ai più alti in grado, ai potenti ancora più potenti, al Papa, agli imperatori, per ottenere leggi, editti, insomma qualsiasi cosa li aiutasse a sterminare il pensiero di quelle retrograde tribù.
Ecco, più o meno questo è ciò che sta accadendo nella nostra cinofilia. Non me ne vogliano i miei colleghi, si fa per scherzare. Tuttavia la situazione resta preoccupante.
Ma veniamo al senso del titolo di questo articolo. Secondo la mia modestissima e personalissima opinione, un pizzico di responsabilità in tutta questa faccenda ce l’abbiamo anche noi: quelli della “vecchia scuola”, per intenderci, che praticano l’addestramento classico. I guerrieri vichinghi, divisi in tribù e villaggi di capanne, insomma. Perché se è vero che i principini dalle vesti dorate hanno attaccato per primi, con lo scopo di distruggere e radere al suolo millenni di storia e cultura cinofila, per istituirne una completamente nuova e da loro “inventata”, è anche vero che alcuni di noi (non tutti sia chiaro) attraverso il proprio operato, non sempre etico, gli hanno prestato il fianco e, come si dice, “gliel’hanno servita su un piatto d’argento”.
Mi spiego meglio: il mondo è cambiato e insieme a lui anche la percezione delle persone in relazione al rapporto con gli animali. La gente è diventata più sensibile sull’argomento (e questo è un bene) ed è normale che ricerchi in ogni disciplina una sorta di “evoluzione”. Cosicché se a rappresentare la nostra categoria, di fronte ai clienti di nuova generazione, ci mettiamo i “domatori di leoni”, è abbastanza logico, nonché prevedibile, che questi virino altrove verso nuovi lidi, in cerca di qualcosa di più “moderno” ed evoluto. E dove approderanno mai questa povere anime sperdute? Ma è chiaro! A palazzo! Dai principini ben vestiti della nuova cinofilia, che con le loro teorie all’avanguardia salveranno quei poveri sprovveduti, quasi finiti a bollire nel pentolone delle tribù cannibali. I poveri viandanti, clienti cinofili, infatti, in media di cultura cinofila sanno ben poco così che, se proprio devono scegliere fra un grezzo e rozzo domatore di leoni vichingo e la sua contrapposta alternativa (una figura mitologica a metà strada fra un Signore di palazzo e un moderno psicologo in camice bianco che si esprime bene e parla solo di rispetto, amore e comprensione) state certi, ma proprio certi, sceglierà quest’ultimo. Salvo poi, dopo aver frequentato un po’ il palazzo della nuova cinofilia, accorgersi che, sì, le sue stanze saranno tanto belle e dorate, ma la sua pratica non funziona. E allora tornerà a vagare per le strade, sperando di incontrare finalmente qualcuno che faccia al caso suo ma di non imbattersi di nuovo in quel brutto e grezzo domatore di leoni che gli aveva quasi “rotto” il cane.
La fuori, da qualche parte, se è fortunato lo troverà. Quel personaggio che non ha bisogno a tutti i costi di imporsi a prescindere sul cane, per dimostrare la sua “forza” e, allo stesso tempo, non ha bisogno di “inventare di sana pianta” patologie psichiatriche da affibbiare al cane per atteggiarsi a psicologo canino e, così, sentirsi importante. Insomma qualcuno dotato di senso della misura. Figure difficilissime da incontrare là fuori, quasi mitologiche, ma vi assicuro che se cercate bene ci sono.
Adesso posso tornare seria e condividere con voi una riflessione: perché la nuova cinofilia si proclama assolutamente contraria a qualsiasi forma di inibizione nei confronti del cane? Perché butta tutto dentro un enorme calderone e non presta attenzione ad una piccola (ma enorme e sostanziale) differenza: non si chiedono mai quale sia, in quel momento, la reale motivazione di quell’azione correttiva. Mi spiego meglio: in psicologia umana ci insegnano a chiederci sempre cosa “muova” un comportamento. Perché possono esistere due comportamenti simili che hanno però due motivazioni e “spinte” differenti. Le conseguenze saranno quindi differenti, così come i significati. Allo stesso modo un’azione correttiva o inibitoria nei confronti di un comportamento canino può avere motivazioni e significati molto differenti. Infatti un conto è applicare uno stop, con l’aiuto di un pizzico di inibizione, che freni un comportamento disfunzionale (che può causare danni al cane stesso e agli altri) e sposti l’attenzione dell’animale sull’operatore, che allora proporrà un’alternativa costruttiva. In questo caso l’azione “inibitoria” ha avuto il solo scopo di arginare e contenere un comportamento potenzialmente pericoloso, impedendo, ad esempio, la fuga o l’attacco. Un conto, al contrario, è applicare azioni inibitorie a prescindere, gratuite, con lo scopo di imporre il proprio totale potere e controllo sul cane. Il domatore di leoni in questione, infatti, è mosso da una motivazione ben diversa, rispetto al suo collega “moderato”. Ciò che muove il domatore è il bisogno di imporsi come superiore, attraverso la violenza e il senso del potere. E questa è una motivazione ben diversa rispetto a quella del collega “moderato” (arginare un comportamento potenzialmente pericoloso). Ecco perché il domatore non limita le sue azioni inibitorie ad atti di contenimento, difensivi e contestuali, al solo fine di riportare equilibrio, per poi lasciare il cane libero di esprimersi. Piuttosto le sue azioni di controllo e inibizione saranno continue e durature. Gratuite e a prescindere. Solo per verificare, ogni qual volta lo desideri, che il proprio potere sia intatto. Quindi saranno azioni attive (non difensive e di contenimento) prolungate nel tempo, dove l’operatore andrà ad infierire sul soggetto, solo per imporre la propria superiorità.
C’è quindi un’enorme differenza fra inibizione “contenitiva” e inibizione “attiva”, poiché le motivazioni che le spingono sono profondamente diverse: la prima è la correzione di un comportamento disfunzionale verso uno funzionale e sano, la seconda è l’imposizione del proprio potere e controllo. Tuttavia gli psicologi frustrati della nuova cinofilia questo passaggio proprio non lo vogliono vedere e si foderano gli occhi di chili di prosciutto. Oppure questo passaggio proprio non lo conoscono. E ciò mi fa ancora più strano dato che si atteggiano a psicologi e poi non riconoscono qualcosa di così fondamentale nella scienza della psicologia umana. Pur di rifiutarsi di mettere un collare contenitivo ad un cane in difficoltà e utilizzarlo con il solo ed unico scopo di cui ho parlato sopra (contenimento e difesa) e non con lo scopo del domatore di leoni, sono disposti a perdere tempo prezioso, inventando teorie e diagnosi inutili, imbottendo il soggetto di psicofarmaci e incaprettandolo in pettorine modalità arrosto, nella speranza che il cane, da solo, attraverso una serie infinita di “esercizi alternativi”, trovi le sue strategie per farcela e che raggiunga quelle famose “competenze” (quanto gli piace questa parola) che gli permettano di vivere serenamente nella civiltà umana, senza mai vivere un piccolo stress. Solo attraverso la comprensione, la comunicazione e la ricerca olfattiva.
Ora perdonate l’ironia: tutto ciò è utopia. Bellissima. Ma utopia. Sarebbe stupendo se il mondo potesse funzionare così e che si potessero correggere comportamenti potenzialmente pericolosi solo attraverso la comprensione, l’amore e lo sviluppo di competenze in autonomia. Ciò non è possibile nemmeno per l’uomo: laddove infatti si presentino comportamenti disfunzionali e pericolosi, anche per l’essere umano è previsto un contenimento e l’impedimento alla fuga o aggressione. Poi, dopo essersi messi in sicurezza, si procede con tutto il resto: la comprensione, lo sviluppo di competenze etc. E se questo vale per l’uomo con cui comunque si può parlare, figuriamoci con un cane che, appunto, non “parla la nostra lingua” e non “ragiona” come noi.
In conclusione ciò che la cinofilia moderna confonde e interpreta molto male della cinofila tradizionale è lo scopo dell’inibizione. La condanna a prescindere senza chiedersi dove questa sia gratuita e dove abbia invece uno scopo funzionale. E pur di non ammettere ciò è disposta a lasciare abbandonati a sé stessi cani in difficoltà, che, da soli, non possono “arginarsi” nemmeno se arrotolati da pettorine in stile camicia di forza. Hanno bisogno di una guida che ponga uno stop e poi proponga loro una strada alternativa e migliore per il benessere di tutti.
Ancora oggi, ahimè, di domatori di leoni ce ne sono troppi, addestratori dediti a utilizzare la forza e l’inibizione in modo gratuito, applicando continue correzioni inutili solo per placare un’intrinseca insicurezza e soddisfare la sete di potere. Questo rovina l’immagine di un’intera categoria che sa, invece, utilizzare l’inibizione in modo corretto ma soprattutto lavorare sulla comunicazione e il rinforzo positivo. L’operato di questi “domatori vichinghi” non fa altro che confermare la visione distorta che i principini della nuova cinofilia (quelli che invece attraverso lo screditare la tradizione soddisfano il loro bisogno di sentirsi superiori per placare allo stesso modo un’insicurezza) hanno della scuola tradizionale, che, ricordiamolo, anch’essa è sempre in evoluzione.
E’ un gran peccato, perché se solo si usasse un po’ più di senso critico, ma soprattutto senso della misura, forse questa guerra non avrebbe più motivo di esistere e il benessere dei nostri cani ne gioverebbe.
Tra il domatore di leoni e il para-psicologo frustrato io scelgo la via di mezzo. Una cinofilia moderata che non abbia bisogno di forzare le cose per sentirsi importante, ma che desideri solo aiutare un animale in difficoltà a ritrovare equilibrio.

Silvia Nitrato Izzo

Incontro fra cugine 🥰Finalmente insieme: Grande Primavera Vom Hause Nigno detta Prima (Grace Kelly DGF x Nash degli Etru...
08/09/2022

Incontro fra cugine 🥰
Finalmente insieme: Grande Primavera Vom Hause Nigno detta Prima (Grace Kelly DGF x Nash degli Etruschi) allevata da Stefania Dori e Maurizio Cipriani e Infinity Spring della Gens Flaminia detta Spring (Grandeluna detta Moon DGF x Ascanio) allevata da Deborah Corradi e Tomas Medea.
Grazie per averci affidato questa due splendide cucciole che finalmente si sono conosciute!

Prim, il tuo nome continua a vivere in loro ❤️

Indirizzo

Viale Odone Belluzzi, 110
Rome
00128

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:00
16:30 - 18:00
Martedì 09:00 - 12:00
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Mercoledì 09:00 - 12:00
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