CIMO Umbria

CIMO Umbria CIMO Il Sindacato dei Medici, rappresenta i medici, i veterinari e gli odontoiatri in servizio ed in quiescenza, CIMO e' stata fondata il 17/11/1946.

02/12/2024

Come potrebbe essere il dell'Avvento del ospedaliero? 🎄 Ci abbiamo pensato e abbiamo voluto scherzarci un po’ su, del resto tra poco è e siamo tutti più buoni! 😇

30/11/2024

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  Cristina Cenci, presidente di Cimo Fesmed Umbria, ha spiegato le ragioni che hanno portato i camici bianchi a sciopera...
25/11/2024

Cristina Cenci, presidente di Cimo Fesmed Umbria, ha spiegato le ragioni che hanno portato i camici bianchi a scioperare. Lo ha fatto alla trasmissione Piazza Pulita, su La7.

Il racconto di Linda Giannattasio.

20/11/2024
20/11/2024

Cimo Fesmed Umbria in piazza a Roma per lo sciopero dei medici. La presidente Cristina Cenci spiega le ragioni della manifestazione.

20/11/2024

Alla Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia Meloni
Egregia Presidente,

mercoledì 20 novembre medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari manifesteranno a Roma, in piazza Ss. Apostoli, in difesa del Servizio Sanitario Nazionale. La nostra non è una protesta nata in modo estemporaneo ma affonda le radici negli anni passati, caratterizzati – sia a destra che a sinistra - da una visione politica della sanità pubblica estremamente miope che, di fatto, non tutela la salute dei cittadini. Abbiamo anche indetto una giornata di sciopero di 24 ore appena venuti a conoscenza della bozza della legge di Bilancio, perché con essa si sancisce l’ennesimo dietrofront su impegni assunti dal Ministro Schillaci prontamente smentiti dal MEF che, senza discostarsi da logiche ultradecennali, continua a spadroneggiare in lungo e largo minando seriamente la salute dei cittadini italiani.

È vero che l’attuale Governo ha stanziato più risorse in assoluto per il Fondo Sanitario Nazionale, ma le stesse sono spalmate nei prossimi 5 anni e, al netto dei rinnovi contrattuali, sono ben al di sotto del tasso inflattivo, quindi non in grado di sostenere un Servizio sanitario già in grande difficoltà. Questi finanziamenti sono appena sufficienti a mantenere lo status quo e non saranno certamente alcuni interventi legislativi a ridurre le liste di attesa senza un vero intervento strutturale di rilancio del SSN.

I cittadini sono arrabbiati perché la nostra sanità non assicura pienamente il diritto alle cure, i sanitari lo sono ancor di più perché sottopagati, denunciati e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione.
Non si può migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini senza rilanciare l’offerta sanitaria; non si possono ridurre gli interminabili tempi d’attesa continuando a mantenere il blocco del tetto di spesa sul personale; non si può tamponare, con finanziamenti spot, l’attuale emergenza sanitaria andando a finanziare quella sanità privata che sfrutta i propri dipendenti senza rinnovare loro i contratti di lavoro da quasi 20 anni, e che si ostina a non riconoscere loro il medesimo status contrattuale dei colleghi del pubblico impiego.
Siamo tuttavia consapevoli dell’impossibilità di prevedere risorse illimitate per la sanità pubblica, e sosteniamo con forza la necessità di riformare, in modo strutturale e organico, il Servizio Sanitario Nazionale, senza però intaccare i principi sui quali esso è stato fondato: universalismo, uguaglianza ed equità. Ma anche nell’attuale Governo – così come tra le fila dell’opposizione - risulta assente una visione lungimirante della sanità del futuro: in che modo si intende coniugare il necessario rispetto di determinati limiti di spesa con l’inevitabile aumento della spesa farmaceutica, delle cronicità e delle comorbilità che ci attende nei prossimi anni, stante l’invecchiamento della popolazione? Come si intende riorganizzare la sanità territoriale e quella ospedaliera, in modo da razionalizzare l’offerta sanitaria garantendo a tutta la popolazione un’assistenza efficiente e più prossima possibile ai bisogni dei cittadini? E, ultimo ma non per importanza, come si intende rendere nuovamente attrattivo per i professionisti della salute lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale?

LEGGI IL TESTO INTEGRALE: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1K_QkW-lJi9wT8WWIuziyA6Wh5M66LqaY

20/11/2024

🔥Sono 1,2 milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare per lo sciopero nazionale di 24 ore dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie indetto per mercoledì 20 novembre. 🔥

🏥A rischio tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio, gli interventi chirurgici (circa 15mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), le visite specialistiche (100 mila), i servizi assistenziali e le prestazioni infermieristiche ed ostetriche, anche a domicilio, e gli esami radiografici (50mila). Saranno in ogni caso garantite le prestazioni d'urgenza.🚑

⏰Lo sciopero, proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e dagli infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up, al quale hanno aderito anche numerose altre sigle, inizia alle 00.00 del 20 novembre e coinvolgerà un numero massivo di professionisti.👨🏼‍⚕️👩🏻‍⚕️

🩺Allo sciopero possono aderire, nel rispetto delle rispettive norme di regolamentazione del diritto di sciopero, tutti i medici, dirigenti sanitari, tecnici e amministrativi in servizio con rapporto a tempo determinato o indeterminato presso le Aziende ed Enti del SSN, compresi gli IRCCS, IZS, Arpa, oppure dipendenti delle strutture di carattere privato e/o religioso che intrattengono un rapporto di convenzione e/o di accreditamento con il SSN. Possono aderire anche i medici specializzandi assunti con il cosiddetto Decreto Calabria.

⚠️Può scioperare anche il personale medico universitario che svolge attività assistenziale presso una Azienda Ospedaliera Universitaria.⚠️

Sempre nel rispetto delle rispettive norme di regolamentazione del diritto di sciopero, possono aderire tutti gli infermieri, le ostetriche, ed il resto del personale sanitario non medico afferente alle qualifiche contrattuali del comparto della sanità, operanti nelle ASL, nelle Aziende Ospedaliere e negli enti della sanità pubblica italiana, compresi i territori delle province autonome di Trento e Bolzano.

⭕️Questi i principali motivi della protesta:

‼️Al finanziamento dei contratti di lavoro, compreso quello dei colleghi dell’ospedalità privata, vengono assegnate risorse assolutamente insufficienti;
‼️Mancata detassazione di una parte della retribuzione;
‼️Mancata attuazione della normativa sulla depenalizzazione dell’atto medico e sanitario;
‼️Esiguo ed intempestivo incremento dell’indennità di specificità infermieristica, non viene prevista la sua estensione alle ostetriche;
‼️Assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale;
‼️Mancata introduzione di norme che impegnino i Ministeri competenti alla immediata attivazione di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali italiani al fine di renderli luoghi sicuri per il personale che vi opera;
‼️Mancata riforma delle cure ospedaliere e territoriali;
‼️Mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria, e mancata previsione di retribuzione anche per quelli di area non medica;
‼️Mancato inserimento delle professioni assistenziali tra quelle a carattere usurante, con relativa ammissione ai benefici d legge;
‼️Mancata introduzione di norme atte a sospendere l’attuazione dell’Accordo Stato Regioni sulla figura dell’assistente infermiere;
‼️Mancata introduzione di norme per il superamento delle disposizioni vigenti, e per la concreta abolizione del vincolo di esclusività per gli infermieri ed i professionisti sanitari ex legge n 43/2006.

📣I leader delle Associazioni – Pierino Di Silverio per l’Anaao Assomed, Guido Quici per la Cimo-Fesmed e Antonio de Palma per il Nursing Up - parteciperanno alla manifestazione prevista mercoledì 20 novembre a Roma in Piazza SS Apostoli alle ore 12.00.

Sciopero nazionale il 20 novembre a Roma
24/10/2024

Sciopero nazionale il 20 novembre a Roma

Il testo della Legge di Bilancio per il 2025 conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi.

La manovra prevede un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006. Peraltro si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno due anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando.

Insomma in sostanza briciole che offendono l’intera categoria.

I sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, confermando la manifestazione del 20 Novembre, proclamano lo sciopero nazionale di 24 ore nella stessa giornata di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006.

L’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025 – ben distante dai 3,7 miliardi annunciati - non è sufficiente a ridare ossigeno a un SSN boccheggiante. L’incremento delle borse di specializzazione meno richieste, sebbene apprezzabile, non sarà di certo sufficiente a convincere i giovani medici ad iniziare un percorso formativo che li porterà a lavorare in condizioni inaccettabili; si è persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale. Si continua a rimandare ad un futuro più o meno prossimo la soluzione di un’emergenza che invece medici e infermieri vivono oggi, e che necessita oggi di provvedimenti realmente risolutivi.

«Non possiamo restare in silenzio dinanzi all’ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del Ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del Ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica - dichiarano Pierino Di Silverio , Segretario Anaao Assomed , Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed, e De Palma , Presidente Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani -. Quelli annunciati prima della firma della manovra erano provvedimenti che, sebbene non risolutivi, avrebbero potuto rappresentare dei segnali di attenzione nei confronti di medici e infermieri dipendenti del SSN. E invece ci troviamo di fronte agli ennesimi proclami sensazionalistici a cui fa seguito una realtà deludente e a dir poco imbarazzante, che ci costringe ad alzare gli scudi per difendere il Servizio sanitario nazionale, l’istituzione più preziosa di questo Paese, e i suoi professionisti».

«Non possiamo essere complici dell’ormai evidente smantellamento del Servizio sanitario nazionale. Il personale scappa quotidianamente dagli ospedali pubblici, le liste d’attesa sono interminabili, le aggressioni e le denunce sono all’ordine del giorno, e si continua a destinare pochi spiccioli alla sanità pubblica, che peraltro poi non vengono spesi in modo corretto dalle Regioni, e ad aumentare i finanziamenti per la sanità privata, che si arricchisce spudoratamente sulle spalle degli infermieri e dei medici dipendenti, che attendono da quasi 20 anni il rinnovo del contratto, guadagnando sino al 47% in meno rispetto ai colleghi del pubblico».

«Non possiamo rassegnarci alla ormai lampante privatizzazione della sanità, e alzeremo la voce per portare anche i cittadini dalla nostra parte. In gioco non ci sono solo dei dovuti riconoscimenti per il personale sanitario, necessari ad impedire lo svuotamento degli ospedali; in gioco c’è la tutela della salute di tutti noi», concludono Di Silverio, Quici e De Palma.

20/09/2024

Il presidente regionale di Cida Umbria, nonché segretario regionale di Cimo Umbria, Marco Coccetta sottolinea l’importanza del convegno Cida su Pnrr e sviluppo economico.

Cimo Umbria al convegno organizzato da Cida Umbria su Pnrr e sviluppo regionale: Umbria protagonista della ripresa econo...
20/09/2024

Cimo Umbria al convegno organizzato da Cida Umbria su Pnrr e sviluppo regionale: Umbria protagonista della ripresa economica. Una presenza qualificata con tutti i rappresentanti di Cida e, tra gli altri, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei.

18/09/2024

CIDA e la ripresa economica: i dirigenti umbri e il PNRR. CIDA Umbria ha organizzato per venerdì 20 settembre 2024, alle ore 10.00, presso lasuggestiva Rocca di Casalina a Deruta (PG), un convegno dal titolo “Dirigenti umbri & Pnrr”.“Sarà un convegno di grande rilevanza per discutere della ripresa economica e delle fasi attuativedel Pnrr. Interverranno figure di rilievo come la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei eil presidente nazionale di CIDA Stefano Cuzzilla, che è anche presidente di Federmanager”, spiegaMarco Coccetta, Segretario Regionale di CIDA Umbria. “Durante il convegno - aggiunge Coccetta - siesploreranno i diversi aspetti economici legati al Pnrr, coprendo tutti i settori grazie al contributodelle varie federazioni aderenti a CIDA”.Tra i relatori figurano Federmanager, che tratterà dei piani attuativi del Pnrr nel settoreindustriale, Manageritalia, che si focalizzerà sul turismo, e Funzione Pubblica CIDA, che affronterà iltema dell’istruzione e del suo sviluppo. Inoltre, Cimo-Fesmed parlerà degli aspetti legati alla sanità,mentre Fenda illustrerà i livelli attuativi dei progetti Pnrr nel settore agricolo."Le federazioni di CIDA daranno il loro contributo per migliorare, ove necessario, gli aspettiorganizzativi e attuativi del Pnrr, favorendo la ripresa anche nella nostra regione”, conclude Marco Coccetta. Un evento imperdibile per discutere del futuro dell'Umbria e delle opportunità legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dettagli dell'evento. Data: Venerdì 20 settembre 2024. Orario: Ore 10:00. Luogo: Rocca di Casalina, Deruta (PG).

Sale l’attesa per il convegno di Cida Umbria - di cui fa parte Cimo Umbria - dal titolo “Cida e ripresa economica - Diri...
13/09/2024

Sale l’attesa per il convegno di Cida Umbria - di cui fa parte Cimo Umbria - dal titolo “Cida e ripresa economica - Dirigenti umbri e Pnrr”. Si svolgerà il prossimo venerdì 20 settembre 2024 a Rocca di Casalina (Deruta). In allegato l’intero programma. Parteciperà, tra gli altri, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e la giunta regionale.

03/09/2024

Francesco Corea, segretario aziendale Cimo Umbria presso la Usl 2, fa il punto della situazione ospedaliera alla ripresa di settembre. La novità sui primariati è una delle note positive, ma non mancano le criticità.

Il Messaggero Perugia Terni in Rete TuttOggi TerniToday Retesole OrvietoLife Umbria TV umbriaOn Umbria7 PerugiaToday La Voce del Territorio Umbro Orvietosi.it - Il giornale dell'Orvietano Radio Glox Corriere dell'Umbria Umbria24 Rgunotizie TGR RAI Umbria Ansa Umbria Umbria - La Nazione

02/08/2024

Il segretario regionale Cimo Umbria, Marco Coccetta, nel video allegato spiega i termini dell’accordo sottoscritto con la Regione dall’Intersindacale medica. Di seguito il comunicato stampa inviato dalla stessa Regione Umbria.

👨‍⚕️ Sanità: raggiunti accordi tra Regione e sindacati della dirigenza Area Sanità e del comparto

La Regione Umbria ha siglato nei giorni scorsi due verbali di accordi con i sindacati della sanità: il primo dei due con la dirigenza medica veterinaria sanitaria e delle professioni sanitarie, il secondo riferito al comparto. Entrambi i verbali di accordo sono passati al vaglio dell’esecutivo nell’ultima seduta e consentiranno agli operatori e ai professionisti della sanità di avere l’adeguamento economico così come previsto dal contratto nazionale di riferimento: lo rendono noto la presidente della Regione Donatella Tesei e l’assessore alla Salute, Luca Coletto.

Il 15 luglio con l’unanimità delle sigle della dirigenza Area sanità, FP CGIL Medici e Dirigenti sanitari AAROI EMAC - ANAAO ASSOMED - COSMED – FASSID - CISL Medici - FVM - Federazione CIMO FESMED – CIMO UMBRIA – FESMED - UIL FPL Medici è stata firmata la prima parte del confronto regionale avviato il 9 aprile.

“Si tratta – hanno evidenziato la presidente Tesei e l’assessore Coletto in condivisione con le sigle sindacali della Dirigenza firmatarie - di un passo avanti importante che consentirà di avviare la contrattazione decentrata nelle 4 Aziende della regione garantendo uniformità di applicazione del nuovo CCNL 19-21 firmato il 23/01/24. La decisione condivisa di iniziare proprio dagli istituti contrattuali a carattere economico è stata presa dalla Regione - hanno aggiunto - per dare un’iniezione di fiducia ai dirigenti medici, veterinari, sanitari e delle professioni sanitarie che con abnegazione, garantiscono ogni giorno la salute ai cittadini”.

Si tratta delle risorse stanziate per l’indennità di Pronto Soccorso, quantificabili in euro 1.512.000 come arretrati per gli anni 2022-2023 e in euro 1.566.000 a regime dal 2024, (al lordo degli oneri riflessi), che verranno erogati alle aziende su base proporzionale al numero di ore lavorate dai dirigenti medici incardinati in turni di Pronto Soccorso per come dichiarati dalle aziende sulla base dell’organizzazione interna.

Ma non solo: in continuità con gli accordi regionali già siglati per le annualità pregresse, saranno trasferite alle aziende anche per gli anni 2023 e 2024, le risorse economiche destinate a remunerare l’attività di certificazione INAIL e ad implementare i fondi per la retribuzione delle condizioni di lavoro e per le progressioni di carriera dei dirigenti.

Inoltre, sono stati raggiunti altri due obiettivi: l’aggiornamento delle linee guida regionali per lo svolgimento dell’attività libero professionale e sono state delineate le linee di indirizzo alle Aziende per l’istituzione dei servizi di guardia e pronta disponibilità che consentiranno alle organizzazioni sindacali di partecipare attivamente all’organizzazione di tali servizi nel rispetto dell’equa distribuzione dei turni tra i componenti dell’equipe divisionale o interdivisionale.

Nel documento è chiaramente indicato che dovrà essere prevista una guardia per Unità Operativa Complessa in presenza di posti letto sub intensivi a carattere multidisciplinare e questo a garanzia della sicurezza di cure per medici e cittadini.

Un passo importante che in prospettiva futura potrebbe garantire il reale adeguamento degli organici ai carichi di lavoro insieme all’accordo trovato sull’incremento della tariffa per le prestazioni aggiuntive, rispetto a quanto contrattualmente previsto nei limiti delle risorse previste dall'art. 1, comma 220 della Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023) per il triennio 2024-2026

Nell’ambito del confronto tra Regione Umbria e rappresentanze sindacali del personale del comparto sanità CGIL – CISL - UIL - FIALS - NURSING UP e NURSIND è stato anche siglato, con l’unanimità delle sigle sindacali, il Verbale di Confronto del 18 luglio 2024 riguardante l’approvazione delle linee generali di indirizzo attuative dell’art. 7, comma 1, lett. d) del CCNL 2019-2021 del Comparto sanità stipulato il 2 novembre 2022, in materia di prestazioni aggiuntive richieste al personale del ruolo sanitario da parte delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario nazionale.

Sono stati definiti i criteri, la tariffa oraria ordinaria e l’incremento tariffario alla luce delle risorse previste per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 quantificate per la Regione Umbria in 1.192.000 euro per ciascuna annualità, importo da intendere come limite massimo di spesa per la ritariffazione delle prestazioni aggiuntive.

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16/05/2024

“Quali sono i veri problemi? I problemi – spiega Guido Quici - sono legati innanzitutto alla carenza di personale e quindi di chirurghi; c’è il blocco del tetto di spesa sul personale che dura da oltre 20 anni e che ancora non trova una soluzione, anzi Agenas prevede un fabbisogno di chirurghi probabilmente inferiore rispetto al reale fabbisogno. In secondo luogo, le retribuzioni sono particolarmente basse rispetto all’esposizione da un punto di vista professionale. Poi c’è la grande attesa sulla riforma della responsabilità professionale che non promette nulla di buono e che, oggi, porta ad un elevatissimo contenzioso legata alla cosiddetta medicina difensiva che allo Stato costa oltre 10 milioni di Euro”.

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https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/lavoro-e-professione/2024-05-15/cimo-fesmed-professione-chirurgo-e-codice-rosso-131715.php?uuid=AF1xewdB

30/04/2024

“L’imminente decreto sulle liste di attesa, annunciato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, offre l’opportunità di esprimere il nostro punto di vista su una questione particolarmente sentita sia dai cittadini che dagli operatori sanitari.

Affrontare, in sanità, la questione tempi di attesa è un po’ come approcciare un paziente con una patologia multiorgano che necessita di terapie specifiche, ma che invece viene curato con placebo. Le cause le conosciamo tutti: la ridotta offerta sanitaria, la carenza di risorse umane, l’inappropriatezza delle prestazioni, l’approccio demagogico verso la libera professione del medico”. A dichiararlo è Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED.

“Intanto in Italia – prosegue Quici – oggi ci sono oltre 2,12 milioni di famiglie che vivono in assoluta povertà, circa 6 milioni di famiglie che si trovano in una condizione di povertà sanitaria e 25,2 milioni di famiglie italiane che mediamente spendono poco meno di 1.500 euro l’anno per curarsi, con una spesa per out of pocket aumentata di 10 mld (oggi circa 40 mld) tra il 2019 e il 2022. Il tutto in un contesto, più ampio, che vede gli attuali LEA del tutto insufficienti con una sanità integrativa che diventa sempre di più sostitutiva. Quindi occorre una terapia molto più articolata che aggredisca contemporaneamente più cause”.

“Innanzitutto, dopo decenni di tagli a strutture e risorse umane, occorre rilanciare l’offerta sanitaria per iniziare a soddisfare i bisogni di salute espressi ed inespressi. Ha ragione FIASO – afferma il presidente CIMO-FESMED - quando afferma che il 30% delle richieste sono inappropriate, ma quante altre prestazioni sono inaccessibili ai cittadini per effetto della chiusura degli ambulatori o per il non ottimale utilizzo delle sale operatorie per carenza di medici? Esiste sempre uno stretto rapporto tra offerta sanitaria ed organizzazione legata alle risorse che le aziende sono in grado di mettere a disposizione. In secondo luogo, occorre adeguare gli organici abolendo il tetto di spesa sul personale ma a condizione che l’algoritmo elaborato da AGENAS non sia peggiorativo rispetto alle reali esigenze, e su questo aspetto nutriamo forti dubbi sulla metodica adottata. Naturalmente il tema dell’appropriatezza delle prestazioni è stato sollevato anche dal Ministro Schillaci. Come Sindacato riteniamo che buona parte delle prestazioni inappropriate sono legate alla medicina difensiva, il cui costo e stimabile nella misura di circa 10 miliardi/anno e, per questo motivo, la terapia da adottare consiste in una seria riforma sulla responsabilità professionale, riforma che non sembra, allo stato, foriera di buoni esiti, almeno dalle dichiarazioni del vice Ministro Sisto e dalle indiscrezioni che trapelano dai lavori della Commissione Nordio”.

“Infine – prosegue Quici - la questione libera professione. Tanta demagogia solo per mascherare la ridotta offerta sanitaria. Sono sufficienti alcuni esempi: nel triennio 2019-21, si registrano oltre 1,3 milioni di prestazioni istituzionali in meno (-2,2%), circa 0,5 milioni di prestazioni libero-professionali in meno (-11,2%) con un rapporto, su 1000 abitanti, di 81 prestazioni ALPI su 999 prestazioni istituzionali (7,7%). Quindi, al di là di poche branche specialistiche, la libera professione non influenza affatto i lunghi tempi di attesa, anzi rappresenta un valore aggiunto che contribuisce a ridurli e, in più, genera introiti all’azienda. Eppure, sempre più spesso, si preclude al medico di un proprio diritto, quando non si è in grado di garantire l’accesso alle cure, mentre sarebbe auspicabile liberarlo da questi vincoli”.

“Intanto, sempre in tema di riduzione dei tempi di attesa, poche aziende applicano il D.Lgs. 124 del 29.4.98 per assicurare la prestazione previo pagamento del ticket, c’è poca trasparenza sul reale utilizzo di risorse aggiuntive stanziate nelle finanziarie a favore di regioni e strutture private e permane il tetto di spesa del 2021 per le prestazioni richieste ai sensi dell’art. 89 comma 4 del CCNL 19-21. In attesa di conoscere il testo del decreto riteniamo invalicabili due principi: nessun ulteriore divieto ad esercitare la libera professione, istituto diverso dalle prestazioni aggiuntive e, soprattutto, riaffermare il carattere di eccezionalità e temporaneità delle stesse prestazioni aggiuntive finalizzate a ridurre i tempi di attesa. Di certo le seconde non devono mai impedire il diritto ad esercitare l’unica residua attività professionale che sancisce il diritto di scelta del cittadino verso lo specialista di fiducia e che induce molti medici a non lasciare ancora il SSN pubblico” ha concluso Guido Quici.

12/04/2024

“Con il compimento dei primi 20 anni del blocco del tetto di spesa sul personale sanitario si inizia ad intravedere una apertura del Governo dettata da una doppia esigenza: adeguare gli organici aziendali falcidiati dalla grande fuga dagli ospedali e ridurre drasticamente il fenomeno dei gettonisti, e come federazione CIMO-FESMED, aggiungiamo anche il fenomeno dei medici stranieri.

Il primo segnale concreto giunge dal superamento del limite, ad oggi vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, limite che impediva l’assunzione di medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche attraverso convenzioni o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o di formazione lavoro”

“Certamente un primo importante passo che assicura maggiori opportunità ai medici specializzandi, limitando il ricorso ai gettonisti proprio attraverso il parziale superamento del tetto di spesa del 2009. Tuttavia, si corre il rischio di aumentare il precariato allungando ulteriormente i tempi per l’assunzione stabile di medici e sanitari. La vera necessità, quindi, sta nel garantire stabilità agli organici ma il pericolo nasce dal fatto che il richiamo all’art. 11 del DL 35/19 sembra riferirsi al finanziamento statale da ‘spendere’ sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale. Pertanto la sperimentazione AGENAS rappresenta il vero ‘banco di prova’ attraverso cui si potrà finalmente comprendere se il Governo ha intenzione o meno di investire in sanità e nei suoi professionisti”.

“Gli attuali segnali regionali non sono incoraggianti: eccetto l’Emilia Romagna, nessuna regione ha mai superato il tetto di spesa creando un tesoretto di oltre 2 miliardi non speso. Quindi, scarsa volontà di assumere personale per evitare di aumentare la spesa strutturale aggravata dalla adozione, addirittura alcune regioni hanno adottato la metodica sperimentale di AGENAS che, di fatto, ho portato molte aziende ad un ridimensionamento del fabbisogno di personale del 30%-40%. Buona la notizia riguardante gli specializzandi che finalmente avrebbero un inquadramento giuridico più dignitoso, ma soprattutto ottimo l’intervento per ridurre i tempi di attesa attraverso le assunzioni a tempo indeterminato negli enti del Ssn. Intanto, come federazione, attendiamo l’elaborato finale conoscendo perfettamente le attuali criticità più volte contestate e in attesa di una risposta definitiva”.

“In sintesi ‘buona la prima’, se strettamente limitata al vero sbocco del tetto di spesa entro il corrente anno, ma grande attenzione al ‘famigerato’ algoritmo AGENAS che auspichiamo venga elaborato con una visione non involutiva del nostro SSN. Il Governo deve dare ampie assicurazioni che con lo sblocco del tetto di spesa i posti vacanti non verranno occupati da precari”.

Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED

10/04/2024

La continuità assistenziale notturna e festiva negli ospedali della regione, particolarmente critica nelle due Asl di Perugia e Terni, è uno dei temi centrali dell’interlocuzione avviata con la Regione Umbria. Continuità assistenziale che interessa in particolare la vita dei pazienti all’interno degli ospedali, ma anche il lavoro dei medici che vengono chiamati a turni massacranti. L’incontro che si è svolto ieri con i vertici regionali, a iniziare dall’assessore alla sanità, va nella giusta direzione, al punto da immaginare per i primi di maggio la sigla di un pacchetto di norme. A spiegare nel dettaglio in cosa consistono è la presidente regionale di Cimo Fesmed, Cristina Cenci, che siede al tavolo delle trattative assieme alle altre organizzazioni sindacali: “Quello che si sta delineando - dice - è un grande successo di Cimo Fesmed che, dopo tanto tempo, si vede riconosciute le legittime richieste avanzate”. “In questo caso - aggiunge Cenci - va sottolineata l’accoglienza della Regione che ha ben compreso le reali necessità che quotidianamente si vivono in corsia, a questo punto non resta che sperare nel felice esito finale del confronto regionale aperto nei tempi previsti dal vigente CCNL”.
PerugiaToday Umbria TV TGR RAI Umbria orvietonews.it Il Messaggero Perugia Terni in Rete TerniToday TuttOggi OrvietoLife umbriaOn Regione Umbria Retesole Umbria7 La Voce del Territorio Umbro Orvietosi.it - Il giornale dell'Orvietano Radio Glox CIMO Medici Corriere dell'Umbria Umbria24 Umbria - La Nazione Ansa Umbria

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