23/10/2024
In merito alla ‘moda’ delle CLASSI DI SOCIALIZZAZIONE noi siamo a favore di una corretta socializzazione del cane intraspecifica e interspecifica, ambientale, fin dalla più tenera età. La cosa primaria deve rimanere sempre la centralità del proprietario come guida e punto di riferimento. Ora mi sento di condividere e sottoscrivere in pieno le parole del collega dott. S. Margheri in suo post di qualche anno fa “…gli effetti nefasti hanno origini remote; essi nascono dalle nuove "mode" della cinofilia "moderna", diretta al poco lavoro del binomio e alle tante chiacchiere da "sedia occupata dal posteriore pesante". Mi riferisco alle c.d. "classi di socializzazione" (anche chiamate "classi di comunicazione"), a mio modesto parere atte a rappresentare una delle peggiori forme di maltrattamento etologico.
Il cane, protagonista involontario, viene introdotto, senza poter scegliere, in un'area sconosciuta, insieme a conspecifici sconosciuti, con nel mezzo un altro sconosciuto, che mette, toglie, sentenzia e descrive. In tutto ciò, l'unico referente sociale reale (il proprietario) se ne sta in disparte, eliminando l'unica ancora dalla quale il cane stesso dovrebbe essere protetto, gestito e coordinato. Tutto ciò contro ogni regola del "gruppo sociale", secondo la quale il binomio dovrebbe rimanere unito e coeso all'interno del mondo, senza essere diviso in favore di chissà quale "lettura" da parte di terzi.
Pur comprendendo la comodità della "moda", così facendo viene meno la sinergia di due predatori che dalla notte dei tempi operano lungo il sentiero della co-evoluzione adattiva... "
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Leonardo Anselmi
Addestratore ENCI
Educatore e Istruttore cinofilo