Dott. Mirko Crispoldi - Medico Veterinario

Dott. Mirko Crispoldi - Medico Veterinario Medico Veterinario - Consulente HACCP Aziendale - Formatore HACCP Alimentaristi.
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30/12/2020

Ho pensato, dati i numerosi commenti che leggo sul web, che avrebbe fatto piacere a tutti voi avere delle info in più sul nuovo vaccino per il COVID-19: cosa è e come agisce.

Il testo che segue è tratto da un documento giuntomi in canale privato dal mio ordine professionale.

Non ha niente di segreto ne secretato quindi di libera condivisione ed esorto voi tutti a farne buon uso laddove vi serva.

Nota: il testo che segue è pieno di termini tecnici che sarò lieto di spiegare laddove ce ne fosse bisogno.

Il COMIRNATY (Pfizer-Biontech) è un vaccino che contiene la sequenza genetica (mRNA) per la proteina Spike, che si trova sulla superficie di SARS-CoV-2. L’RNA messaggero modificato a livello dei nucleosidi presente in COMIRNATY è formulato in nanoparticelle lipidiche, per consentire il rilascio dell’RNA non replicante all’interno delle cellule ospiti e dirigere l’espressione transitoria dell’antigene S (Spike) di SARS-CoV-2. L’mRNA codifica per una proteina S intera ancorata alla membrana, con due mutazioni puntiformi a livello dell’elica centrale. La mutazione di questi due aminoacidi in prolina stabilizza la proteina S in conformazione di prefusione, antigenicamente preferenziale. Il vaccino induce sia una risposta anticorpale neutralizzante che una risposta immunitaria cellulo-mediata verso l’antigene delle proteine spike (S), che possono contribuire a proteggere contro COVID-19.

Rivolgo un accorato appello a tutti voi:
Aiutate i professionisti della sanità a placare le varie voci complottiste che vedono strani coinvolgimento di Bill Gates e di microchip nei vaccini. Non limitatevi a deridere o insultare ma cercate un confronto, un dialogo con le persone albergate dal germe della saccente ignoranza. Ora più che mai serve che tutti (o almeno il 70-75% degli italiani) sappiano a cosa serve un vaccino, che non è più ne meno di un qualsiasi farmaco, con i suoi effetti indesiderati e collaterali, con le sue avvertenze e con le sue indicazioni di somministrazione.
Da medico veterinario ho giurato professionalmente di tutelare la salute sia dell’uomo che degli animali. Non mi darò per vinto, mai.

Aiutateci ad aiutare.

FAQ:
- Il vaccino modifica il nostro DNA?
No, l’ mRNA non si integra alla molecola del DNA, esso è una sequenza di basi azotate complementari a quella del dna virale che ha SOLO la funzione di essere letto dai ribosomi e “tradotto” in una proteina. Il processo, cercando di usare terminologia meno tecnica (Divino Otelma scusami) è questo: mRNA “vaccinale” entra nella cellula, viene agganciato da delle strutture (tRNA) che, 3 a 3, leggono la sequenza dei pezzettini di cui l’mRNA è composto, costruendo la proteina il cui codice è scritto sull’ mRNA. Fatto questo, avremo tante proteine S virali nelle nostre cellule (innocue) che verranno espulse dalla stessa e captate dal sistema immunitario che produrrà anticorpi e sarà pronto nel caso si presentasse il vero virus. L’mRNA virale rimasto nella cellula si degraderà in poco tempo e non ne resterà traccia.

- Una volta vaccinati potremo dire addio al distanziamento?
(Non essendoci studi in merito per ovvie ragioni, riporterò il mio pensiero basato su quello che accade in veterinaria con virus e vaccini simili.)
Non in un primo periodo, dal modo in cui il vaccino opera, esso non ci protegge dall’infezione ma solo dalla manifestazione clinica della malattia. Esso tuttavia impedisce al virus di replicare nell’organismo e quindi di decuplicare la carica infettante...Esempio pratico:
Se sono vaccinato ed entro in contatto con un positivo asintomatico, il virus penetrerà nel mio organismo ma inizierà a prendere schiaffi a destra e sinistra dal sistema immunitario che, dopo averlo riconosciuto, lo picchierà e gli impedirà di entrare nelle cellule per replicare. TUTTAVIA il virus, anche se in quota minora, potrebbe riuscire comunque a replicare e tornare fuori senza dare alcuna malattia in me vaccinato, ma potenzialmente potrebbe infettare (parliamo di piccole possibilità) chi ancora non è vaccinato, risultando pericoloso.
La risposta corretta a questa domanda è:
No, fino a che non ci sarà una buona quota di soggetti vaccinati, le misure di distanziamento sociale dovranno essere mantenute. Ci sarebbe un intero discorso da fare circa la circolazione del virus nei soggetti vaccinati asintomatici ma il post diventerebbe un trattato. Ecco perché occorre che la maggior parte delle persone si vaccini.

Nota a margine: i vaccini che proteggono dall’infezione esistono in veterinaria (non so se anche in umana) e sono i vaccini mucosali che generano anticorpi di primo contatto che impediscono l’ingresso del virus nel corpo a livello delle prime vie aeree.

Facciamo il punto:Prendendo spunto da un episodio accaduto in clinica, ho deciso di esaminare più nel dettaglio la probl...
15/02/2020

Facciamo il punto:

Prendendo spunto da un episodio accaduto in clinica, ho deciso di esaminare più nel dettaglio la problematica relativa alla eventualità della trasmissione di taluni parassiti intestinali dal cane-gatto all’uomo.

La domanda rivoltami in clinica è stata la seguente: “Dottore, vorremmo adottare un cane ma ci è stato detto che ha i coccidi e la giardia: c’è rischio per il nostro bambino di 4 anni?”.

Esaminiamo la questione partendo dai coccidi.

I coccidi sono protozoi, per la maggior parte appartenenti ai generi Isospora ed Eimeria, che possono infestare il cane e il gatto e costituiscono un problema soprattutto nei cuccioli e nei gattini. La trasmissione è oro-fecale: perciò dall’intestino dell’animale infestato, attraverso le feci i coccidi passano nell’ambiente, dove divengono infestanti dopo alcuni giorni. I coccidi sono molto contagiosi, tuttavia sono specifici per il loro ospite, cioè quelli del cane non infestano il gatto e viceversa. I coccidi del genere eimeria ed isospora che generalmente sono presenti nei cuccioli e causano problematiche intestinali NON rappresentano un problema per l’uomo. Occorre però prestare attenzione agli altri appartenenti a questa classe, come Toxoplasma e Neospora, più rari ma potenzialmente più pericolosi.

Giardia è un protozoo (organismo unicellulare) che vive nel piccolo intestino del cane e del gatto. Questo parassita è diffuso in tutto il mondo e può infettare anche l’uomo (zoonosi). L’infezione è piuttosto comune, mentre la malattia è meno frequente. Giarda può infettare anche l’uomo e è corretto ritenerla un possibile fattore di rischio.

Cosa fare quindi?
Prima di portare il cane in casa, o generalmente in un ambiente dove vivono bambini, sarebbe bene eseguire un test di controllo sulle feci ripetuto per almeno 3 giorni con 3 campioni diversi per escludere l’infestazione e, nel caso contrario, procedere alla risoluzione della stessa. Fatti i dovuti controlli di verifica, il cane potrà tranquillamente essere portato a casa.

SIA CHIARO CHE:
Il rischio per i bambini al di sotto di una certa età è rappresentato dalla loro poca accortezza durante i giochi con l’animale o nei loro rapporti con l’ambiente potenzialmente contaminato. Difatti il parassita può infestare l’uomo solo se quest’ultimo porta alla bocca del materiale contaminato dal parassita, (esempio: bambino che gioca in giardino, tocca la terra e poi senza lavarsi le mani si tocca la bocca o mangia). Le buone norme igieniche come: lavarsi spesso le mani, pulire accuratamente le superfici dove il cane potrebbe aver lasciato tracce di feci utilizzando detergenti lipidici appositi come il Lysoform (la candeggina non è efficace per i coccidi mentre per la giardia si consigliano detergenti ai sali quaternari di ammonio reperibili online) possono ridurre praticamente a zero il rischio di contagio per gli adulti. Resta salvo il fatto che i propri animali andrebbero, in caso di sintomatologia intestinale, testati e curati.

AVVELENAMENTI DOMESTICI: 2 di 3CIPOLLAEbbene sì. Sebbene possa sembrare strano ai più, questi comunissimi ortaggi, posso...
18/08/2019

AVVELENAMENTI DOMESTICI: 2 di 3

CIPOLLA

Ebbene sì.
Sebbene possa sembrare strano ai più, questi comunissimi ortaggi, possono causare, se ingerite in grandi quantità, delle intossicazioni serie e potenzialmente minacciose per la vita degli animali domestici.
È facile per cani e gatti, ingerire bucce o pezzi di cipolla cruda rovistando nella spazzatura, “attingendo” dal tavolo, dalla dispensa o anche ingerirli attraverso cibi cotti insieme ad essa che i proprietari ignari spesso gli somministrano.
I gatti sono estremamente sensibili a tale intossicazione, a causa delle peculiare struttura della loro emoglobina e della carenza specie-specifica di alcuni enzimi volti alla detossicazione. Inoltre, le caratteristiche ereditarie di alcuni cani, soprattutto delle razze giapponesi, possono esacerbare la gravità dell’avvelenamento in maniera esponenziale.

Sorvolando sul loro meccanismo d’azione, limitiamoci a dire che i responsabili degli effetti tossici che andremo a descrivere sono tutti i composti solforati (e soprattutto i loro derivati) che sono dei potentissimi ossidanti.

Ovviamente le manifestazioni cliniche dipendono dalla sensibilità della razza, dalla dose ingerita e dal tipo di cibo ingerito (la cipolla cotta è più tossica di quella cruda); nel cane e nel gatto esse possono includere (ma non limitarsi a):

* Pallore delle mucose, che possono anche essere itteriche,
* Debolezza,
* Depressione,
* Aumento della frequenza cardiaca e respiratoria,
* Vomito e/o diarrea,
* Anoressia,
* Odore di cipolla dell’aria espirata.

Ricordo qui che queste manifestazioni sono SEGNI e non SINTOMI: l’animale certo non vi dirà che sta male, sta al bravo ed attento proprietario interpretare quelli che sono i segnali del cane ed intervenire.

Come si interviene?
In questo caso ad intervenire potrebbe essere anche il proprietario: nel caso ci si accorga che l’animale sta mangiando cipolla, si deve cercare di togliergliela di bocca o, in caso sia troppo tardi e vi sia una impossibilità a recarsi istantaneamente dal veterinario, indurre immediatamente il vomito (un metodo facile e veloce consiste nel far bere al cane una soluzione di acqua saturata con il comune sale da cucina, da prendere con siringa senza ago e spruzzare direttamente in bocca.); tale rimedio non presenta particolari controindicazioni se si è sicuri che il cane abbia ingerito SOLO la cipolla: essa infatti è morbida e difficilmente potrebbe causare danno nel suo percorso “a ritroso” nell’esofago (cosa che invece la cioccolata potrebbe fare). Nel caso invece in cui si notino i segni dell’intossicazione, la mossa più corretta da fare è recarsi quanto prima dal medico Veterinario che provvederà alle cure del caso e prescriverà una dieta volta a detossificare l’organismo. Portare l’animale dal veterinario è consigliato anche nel primo caso, egli si assicurerà che tutto vada bene ed esplorerà l’animale, valutando se ci sono azioni secondarie da intraprendere (anche a seguito dell’induzione “casereccia” del vomito).

L’intossicazione da cipolla è un evento che non va in alcun modo sottovalutato e che può avere conseguenze anche letali per i nostri cari amici a quattro zampe.

AVVELENAMENTI DOMESTICI: 1 di 3CIOCCOLATA Forse non tutti sanno che una delle “droghe innocenti e gustose” di cui faccia...
11/08/2019

AVVELENAMENTI DOMESTICI: 1 di 3

CIOCCOLATA

Forse non tutti sanno che una delle “droghe innocenti e gustose” di cui facciamo spesso uso, la cioccolata, rappresenta un serio pericolo per i nostri piccoli amici pelosi (sia Cani che Gatti). All’ interno dell’alimento infatti sono presenti delle sostanze, note come METILXANTINE (caffeina e teobromina), che hanno effetti tossici negli animali.

Bastano 5-7 grammi di cioccolato amaro per chilo di peso corporeo del cane per addurre effetti tossici potenzialmente letali, va però evidenziato il fatto che quantità più basse di alimento possono comunque portare a conseguenze anche gravi sulla funzionalità dell’organismo animale e compromettere la salute dello stesso.

Senza dilungarci qui troppo sulla “cinetica” del tossico, descriveremo qui brevemente la sintomatologia e come comportarsi.

I primi segni di avvelenamento si possono verificare generalmente tra le 6 e le 12 ore dall’ ingestione, tuttavia i tempi variano in base alla taglia dell’animale e del quantitativo ingerito. Si avranno:

* Sete intensa
* Diarrea
* Vomito
* Iperattività ed irrequietezza

Seguiti da

* Aumentata della quantità delle urine emesse
* Tremori (nei casi più gravi, convulsioni).

Altri possibili effetti non sono facilmente osservabili dal proprietario e qui non li tratteremo.

Purtroppo le azioni da intraprendere da parte del proprietario si limitano al condurre nel minor tempo possibile l’animale dal veterinario. Molte volte troverete scritto, o vi verrà consigliato, di indurre il vomito nel cane, con acqua e sale o con acqua ossigenata, per fargli espellere l’alimento; questa tecnica ha senso nelle immediate prossimità dell’atto dell’ingestione (può essere utile finanche dopo le 4-6 ore) MA questo intervento non è una azione da intraprendere di propria spontanea iniziativa...talvolta il vomito è controindicato e potrebbe risultare pericoloso per l’animale. Quando esso sia utile o meno sta all’ insindacabile giudizio del veterinario che, dopo aver provveduto alla visita di circostanza ed aver valutato le condizioni dell’animale, attuerà il protocollo più adeguato al fine di salvare il golosone di turno.

Se avete domande su questo argomento o su altre questioni in generale, non esitate a scrivermi! Potete anche pubblicare un post con la vostra domanda su questa pagina, cercherò di rispondervi nel più breve tempo possibile.

Il colpo di calore:Fatti recenti e non rari di cronaca portano all’attenzione dei media questo evento patologico che spe...
09/08/2019

Il colpo di calore:

Fatti recenti e non rari di cronaca portano all’attenzione dei media questo evento patologico che spesso, purtroppo, conduce alla morte i nostri amici animali...e non solo.

Ma cosa è il colpo di calore?
Si tratta di un aumento anomalo, apirogeno (non è febbre), della temperatura corporea. Spesso (ma non solo) tale patologia è causata dal confinamento dell’animale all’interno di spazi chiusi, esposti ad elevate temperature ma soprattutto privi di scambi d’aria e con elevata umidità. È proprio quest’ultima che provoca l’incapacità dell’animale di disperdere il calore ed il conseguente aumento della temperatura corporea.

Sintomatologia:
I segni che devono essere campanello d’allarme sono:
* Ansimare intenso
* Collo esteso
* Irrequietezza
* Salivazione eccessiva
* Andatura barcollante laddove osservabile
* Lingua blu/cianotica
* Temperatura corporea sopra i 40° C (difficilmente rilevabile dal proprietario)

Cosa fare?
Le prime azioni, che non può compiere il medico Veterinario perché non presente al momento dell’insorgenza, devono essere atte a diminuire velocemente (ma non istantaneamente) la temperatura corporea. NO a ghiaccio o acqua gelida.
SI a stracci imbevuti di acqua fredda e massaggi. È anche utile mettere l’animale sotto un flusso d’aria (ventilatori o luoghi arieggiati) ed in un ambiente fresco. Nel mentre, si deve provvedere a portare il cane dal veterinario nel più breve tempo possibile; egli provvederà a esplorare eventuali situazioni urgenti concomitanti e procedere alla loro risoluzione (shock settico, DIC e altre patologie associate al colpo di calore).

Cosa fare se si vede un cane all’interno di un’auto chiusa e sotto al sole?

Sebbene molti dicano che non configura reato l’ infrangere un finestrino (o qualsivoglia altro cristallo di una autovettura) al fine di salvare un cane, ciò non corrisponde al vero. Innanzi tutto ci si deve accertare della effettiva condizione di pericolo e disagio dell’animale (animale steso sui sedili, ansimante, cianotico), va quindi effettuato un sopralluogo nei dintorni al fine di trovare il proprietario dell’auto e laddove risulti impossibile, o nel mentre, allertare la polizia locale della situazione di pericolo. SOLO SE trascorsi i 5-10 minuti, ne il proprietario, ne la polizia si sono fatti vivi, facendosi filmare da un passante, IN EXTREMIS e tutelando anche la propria incolumità (un vetro infranto male potrebbe recidervi arterie e vene) si può procedere a infrangere il vetro, COSCIENTI però di essere in tutto e per tutto denunciabili per danneggiamento di proprietà privata ed eventuali lesioni al cane (laddove venisse ulteriormente ferito dal vetro).
Salvare una vita è la prerogativa principale, ma ciò non giustifica atti vandalici sconsiderati che potrebbero nuocere anche a voi stessi (ricordate a tal proposito che la macchina è anche del cane e se questi non versa in situazioni critiche potrebbe decidere di aggredirvi in quanto state invadendo di forza il suo territorio). Pensare prima di agire può salvare più di una vita.

ESCHE AVVELENATE:Quanti hanno sentito parlare di casi di avvelenamento dei nostri amici a 4 zampe? Purtroppo la risposta...
07/08/2019

ESCHE AVVELENATE:
Quanti hanno sentito parlare di casi di avvelenamento dei nostri amici a 4 zampe? Purtroppo la risposta a questa domanda è: quasi tutti.
I casi di avvelenamento hanno andamento stagionale, sebbene si verifichino casi di avvelenamento in maniera sporadica durante tutto l'anno. Perchè stagionale? Perchè con il giungere del bel tempo, molti di noi preferiscono portare GIUSTAMENTE il loro fidato amico a spasso lungo il litorale, fargli fare un giro su quel bellissimo marciapiede che costeggia i locali della litoranea e magari quel bel viale alberato vicino le villette, e questo provoca in qualche mente deviata il pensiero che quei "cosi che sporcano" non debbano passare di li. Ecco che iniziano allora a sbucare polpettine invitanti con dei puntini verdi o blu, quasi irresistibili all'olfatto di cani e gatti. Tali polpettine sono comunemente farcite di rodenticidi (veleni per topi, spesso ad azione emorragica) e metaldeide (veleno per lumache ma non solo). Entrambe queste tipologie di veleno possono provocare la morte sia in tempi brevissimi che in tempi relativamente lunghi, in relazione alla dose ingerita ed al veleno utilizzato. Le prime avvisaglie possono essere:

• aumento della salivazione
• vomito e diarrea
• pallore delle mucose
• stato di prostrazione
• respirazione difficoltosa

ma anche sintomi nervosi come
• tremori
• convulsioni
• rigidità
• incurvamento della schiena (opistotono)

In questi casi è opportuno rivolgersi IMMEDIATAMENTE al medico veterinario di fiducia che provvederà a trattare il paziente nella maniera più appropriata sulla base della sintomatologia evidente, che comunque non sempre è di facile interpretazione. Al fine di facilitare la diagnosi e quindi di velocizzare le cure tempestive, occorre fornire una anamnesi quanto più accurata possibile:
-Dove siete stati;
-Quanto tempo fa;
-Alterazioni del comportamento e delle funzioni fisiologiche del cane;
-Alterazioni dell'umore e dell'appetito;
Sarà il veterinario, che dovrà essere al corrente anche della situazione territoriale e della casistica remota e prossima, a giudicare quale che sia la terapia migliore al fine di salvare la vita al proprio animale.

CONSIGLI: Educate il cane a mangiare sempre e solo ciò che gli viene dato dai padroni; se siete a conoscenza di casi di avvelenamento dalle vostre parti e sapete che il vostro cane ha un appetito insaziabile, una museruola morbida e traspirante potrebbe fare al caso vostro...si spera che nel mentre le autorità competenti abbiano provveduto alla bonifica ma la prudenza non è mai troppa; tenete sempre d'occhio il pelosetto, anche quando si allontana, fate in modo di non perderlo mai di vista. Infine, nel malaugurato caso notiate una minima sintomatologia sospetta ed avete il dubbio che possa aver mangiato qualcosa, portatelo immediatamente dal veterinario per le cure del caso. Successivamente, a diagnosi confermata, sarà il veterinario a segnalare il fatto al Sindaco del Comune in cui è avvenuto l’avvelenamento, al Servizio Veterinario dell’ASL e all’ Istituto zooprofilattico sperimentale territorialmente competente.

SEGNALAZIONI: In caso di rinvenimento di esche avvelenate, occorre segnalare subito l’episodio alla Polizia Locale o al Servizio Veterinario o alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale dello Stato o ad altre Forze dell’Ordine, che provvederanno alla rimozione delle esche e quindi alla bonifica della zona.

Indirizzo

San Giorgio Jonico

Sito Web

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