16/11/2024
NUOVO STUDIO RIVELA: I CAVALLI CHE VIVONO IN BRANCO SONO CAPACI DI SEGUIRE LE INDICAZIONI UMANE MEGLIO DEI CAVALLI ISOLATI
Lo studio è stato condotto da un team di ricerca internazionale dell'Università di Turku e dell'Università di Helsinki in Finlandia e l'Istituto nazionale di ricerca per l'agricoltura, l'alimentazione e l'ambiente INRAE in Francia e coordinato dalla ricercatrice Océane Liehrmann del Dipartimento di Biologia.
Lo studio dimostra che i cavalli che vivono in grandi recinti e in gruppi di almeno tre cavalli sono più bravi a seguire le indicazioni direzionali degli esseri umani rispetto ai cavalli tenuti in paddock individuali. I risultati indicano anche che la familiarità con l’uomo che fornisce le indicazioni non ha importanza per i cavalli.
I cavalli selvaggi vivono in gruppi sociali complessi e possono percorrere una distanza media di 9-16 chilometri in un giorno e coprire aree fino a 40 km2 in un'estate. Al contrario, i cavalli domestici sono tenuti in recinti e gruppi di dimensioni variabili e persino in box individuali o piccoli paddock.
I cavalli che vivono in campi o pascoli più grandi sono più attivi – sono liberi di muoversi secondo le loro esigenze – e, ad esempio, di cercare ombra o riparo dal vento e dalla pioggia. Quando vivono in gruppo, i cavalli possono soddisfare i loro bisogni sociali, interagire in modi complessi con molti individui e avere abbastanza spazio per evitare interazioni indesiderate.
"È stato osservato in studi precedenti che i cavalli con accesso a un pascolo con altri cavalli hanno mostrato migliori prestazioni di apprendimento ed erano meno aggressivi verso gli umani rispetto ai cavalli tenuti in scuderie individuali. Pertanto, abbiamo voluto esplorare se l'ambiente sociale e fisico dei cavalli influenzi la loro reattività alle indicazioni umane", afferma l'autrice principale dello studio, la dott.ssa Liehrmann dell'Università di Turku.
I ricercatori hanno osservato e analizzato la risposta dei cavalli alle indicazioni umane in base all'ambiente di vita dei cavalli cercando inoltre di capire se il cavallo reagisse in modo diverso quando le indicazioni venivano fornite dal proprietario familiare o da uno sconosciuto. I ricercatori hanno reclutato 57 cavalli da svago di proprietà privata dalla regione di Turku in Finlandia per eseguire i test comportamentali.
Il risultato dimostra che i cavalli che vivono in gruppi e in grandi recinti hanno seguito più da vicino le indicazioni umane.
I ricercatori hanno anche scoperto che il successo dei cavalli nel compito non dipendeva dalla familiarità della persona che forniva l'indicazione. Il tasso di successo era simile indipendentemente dal fatto che l'informatore fosse il proprietario o uno sconosciuto: c'è stata sorpresa tra i ricercatori perché lo studio è in contrasto con studi precedenti secondo i quali la familiarità con il conduttore può influenzare il comportamento del cavallo in situazioni nuove. Come mai?
"La nostra ipotesi è che il contesto possa svolgere un ruolo quando si indaga l'effetto della familiarità umana nelle interazioni uomo-animale.
In un ambiente più stressante, gli animali possono fare più affidamento su un umano familiare che su uno sconosciuto, mentre in un contesto positivo, in cui gli animali si sentono già al sicuro, l'identità dell'umano che interagisce può avere meno importanza", afferma Liehrmann.
"I cavalli domestici che vivono in gruppi più grandi possono trarre beneficio da una stimolazione cognitiva più forte anche in relazione all'interazione umana. Infatti, avere la possibilità di interagire con vari individui promuove situazioni sociali complesse da cui i cavalli possono imparare e migliorare le loro abilità socio-cognitive. Questo potrebbe anche spiegare perché i cavalli che vivono in gruppo hanno avuto più successo nel compito che prevedeva la comunicazione con gli umani."
(25 aprile 2023)
- Traduzione: Alessia Giovannini
Per leggere l'articolo completo in inglese:
https://www.sciencedaily.com/releases/2023/04/230425111226.https
A new study shows that horses living in big enclosures and in groups of at least three horses are better at following directional indications from humans than horses kept in individual paddocks. The results also indicate that familiarity to the human providing the indications does not matter for the...