19/04/2024
FRAINTENDIMENTI COMUNICATIVI...
"A volte l’incomprensione tra l’umano e il cane è dovuta a un errore di comunicazione intrinseca, tra il linguaggio del corpo umano e quello del cane, che non significano la stessa cosa tra due specie diverse.
Noi umani tendiamo a mostrare cordialità tra noi attraverso gestualità dirette, con il nostro corpo frontale e proteso in avanti, guardandoci negli occhi e propendendo le nostre braccia e mani verso la persona da accogliere.
Al contrario i cani tendono ad avvicinarsi l'uno all'altro evitando l'avvicinamento diretto e frontale, il contatto del corpo arriva solo dopo essersi annusati, e lo sguardo non è mai prolungato guardandosi insistentemente negli occhi.
Anche se la maggior parte dei cani che vive con noi ha imparato in giovane età ad abituarsi e comprendere il nostro linguaggio del corpo così diretto e frontale, altri fanno più fatica. Infine alcuni cani possono vivere le nostre posture, spesso espresse in buona fede, come potenziali minacce. Sono con più probabilità quei soggetti che non hanno avuto esperienze con noi umani nei periodi sensibili della loro infanzia, quelli legati alla socializzazione con la nostra specie.
Questo errore di interpretazione da parte del cane delle nostre benevoli intenzioni quando ci avviciniamo a loro con fare umano, a volte può generare veri e propri conflitti basati sull'incomprensione.
Ad esempio, possono esserci alcuni cani che, sentendosi minacciati da avvicinamenti diretti da parte di umani, magari fissandoli negli occhi, possono sentirsi aggrediti da questi. E se poi, come a volte capita, nelle vicinanze del cane sono presenti anche delle sue risorse, come un gioco, un osso o semplicemente la sua copertina preferita, potrebbero anche portarlo a reagire con atteggiamenti minacciosi (il ringhio), attraverso manifestazioni di abbaio per fermarci e chiederci di allontanarci (abbaio verso di noi per chiederci maggiore distanza di interazione), o addirittura sentendosi alle strette o ignorati nei loro precedenti segnali di infastidimento, paura o disappunto (spazi ristretti), decidere di reagire arrivando anche a morderci.
Noi umani quando ignoriamo queste regole di comunicazione e il fatto che non tutti i cani possono riconoscere allo stesso modo il linguaggio umano, spesso siamo portati a credere che il nostro cane stia manifestando un comportamento quasi di insubordinazione nei nostri confronti o abbia messo in atto un tentativo di dominarci per diventare capo branco.
In realtà, i cani che esprimono comportamenti difensivi in modo tanto enfatico, tendenzialmente sono soggetti piuttosto insicuri e spesso si può osservare che manifestano le loro vulnerabilità con comportamenti di paura in molte situazioni: ambientali (rumori forti improvvisi, temporali, ecc.); sociali (difficoltà a farsi avvicinare da alcune persone, diffidenze verso il diverso come anziani con bastone, bambini, portatori di handicap, ecc.); situazionali (sacchetti depositati per terra, biciclette parcheggiate sui marciapiedi, bidoni della spazzatura, ecc.)
Per queste ragioni è importante che noi umani impariamo a comunicare in modo più comprensibile con alcuni cani, ma allo stesso tempo possiamo fare molto anche per insegnare ai nostri compagni a quattro zampe come comunichiamo noi. Naturalmente sarà più facile farlo quando sono giovani, ma anche da adulti, se ci impegnamo, impareranno presto anche loro a riconoscere il nostro modo di comunicare con il corpo e a confidare nel linguaggio umano, a volte così diverso nelle intenzioni rispetto al loro.
Così facendo renderemo possibile una buona relazione comunicativa con il nostro cane e anche con gli altri, perché basata su interazioni comprensibili e prevedibili per entrambi e quindi senza incomprensioni intrinseche di una comunicazione diversa tra due specie.
Questo aspetto offrirà benefici alla nostra relazione con il cane, e soprattutto a lui offriremo la possibilità di non sentirsi pressoché mai minacciato dai nostri comportamenti, diminuendo al minimo eventuali fraintendimenti, e come conseguenza ridurremo notevolmente la motivazione di manifestare comportamenti aggressivi del cane nei nostri confronti."
Attilio Miconi