Iniezioni pt 2: come prendere il punto giusto!
Sono vari i farmaci che un proprietario si può ritrovare a dover fare sottocute a casa, alcuni possono essere davvero fastidiosi, come ad esempio quello che può essere utilizzato in caso di leishmaniosi.
Il farmaco in questione è infatti piuttosto denso, sono necessarie tante iniezioni e, in cani di taglia grande, il volume da somministrare è elevato.
Come conseguenza dell’iniezione si viene spesso a creare una reazione infiammatoria locale, che può determinare dolore e complicare le successive somministrazioni.
Per limitare questi problemi è molto utile cambiare il punto di inoculo. Per non fare confusione si può utilizzare un trucchetto a mio avviso molto utile 😊
Immaginiamo di dividere il dorso del nostro animale in tre parti: lato sinistro, parte centrale e lato destro. Iniziamo le iniezioni dalla base del collo partendo ad esempio dal lato sinistro e scendiamo qualche centimetro più in basso (in direzione della coda) ad ogni successiva somministrazione.
Una volta terminato il lato sinistro passeremo alla parte centrale, effettuando sempre le iniezioni su tutta la lunghezza, per poi passare alla parte destra.
In questo modo ci assicureremo di non insistere su punti già sfruttati, causeremo meno dolore e l’inoculazione del farmaco sarà più agevole 🎉❤️
Dott.ssa Giulia Matilde Vaira
Assistenza veterinaria a domicilio
Sassari e provincia
Telefono: 3757950973
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Iniezioni: come prendere la giusta piega! 😊💉
Non capita di rado che un proprietario debba somministrare dei farmaci per via sottocutanea al proprio animale.
Questo può avvenire per periodi più o meno lunghi o anche a vita, come ad esempio nel caso dell'insulina nella terapia del diabete nel cane.
Nei casi di somministrazioni ripetute è importante utilizzare punti sempre diversi, in modo da evitare lo sviluppo di infiammazioni locali e di dolore.
In questi casi può essere utilizzato tutto il dorso, tenendo a mente che i punti meno festidiosi saranno quelli più vicini al collo, dove generalmente c'è un po' di ciccetta in più 😊
Per Carcare di utilizzare punti sempre diversi ed evitare confusioni consiglio di dividere il dorso in tre parti: sinistra, centrale e destra. Iniziamo ad esempio dal lato sinistro e ad ogni somministrazione ci spostiamo un po' verso la coda. Una volta finito il lato sinistro si passerà alla parte centrale e così via!
Quali sono i rischi legati a questa procedura?
Direi che non esistono o sono comunque limitati a reazioni locali, determinate generalmente da una somministrazione errata, che può essere sospettata quando, durante l'inoculazione, sentiamo un'eccessiva resistenza. In questo caso non forziamo, ma spostiamoci in un altro punto!
In questo video vi faccio vedere quello che, a mio avviso, è il metodo più facile per fare un'iniezione sottocute 😊
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I linfonodi: impariamo a controllarli 😊
I linfonodi sono piccoli organi disseminati lungo il corpo, alcuni in posizione superficiale, altri invece posti in profondità, all'interno del torace e dell'addome.
Alcuni linfonodi superficiali vengono definiti esplorabili, perché identificabili con la palpazione anche quando non sono aumentati di volume.
L'aumento di volume può essere dovuto ad infiammazioni, infezioni o, per fortuna più raramente, a tumori.
Credendo fortemente nell'importanza dei monitoraggi ho pensato che potesse essere utile vedere assieme dove si trovano i linfonodi esplorabili.
Una palpazione periodica può aiutarci a capire quale sia la normalità e, quindi, ad accorgerci rapidamente di eventuali cambiamenti, soprattutto nelle dimensioni, forma e consistenza, che, senza eccessive preoccupazioni, devono spingerci a fare un controllo medico.
Oltre ai 3 linfonodi che vi mostro nel video, tra quelli esplorabili sono riportati, sia nel cane che nel gatto, anche i linfonodi inguinali ed ascellari (localizzati appunto nell'inguine e nel cavo ascellare), che generalmente vengono identificati solo se aumentati di volume.
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#veterinarioadomicilio #veterinariaAssistenza #cane #gatto #vetlove
Avere un bel sorriso non è solo una questione di estetica... Anzi!
Le malattie parodontali sono tra le patologie più frequenti nei nostri animali.
Se trascurate possono portare a gravi infezioni, molto dolorose, che compromettono lo salute del nostro cane o del nostro gatto.
Ogni giorno sui denti si deposita la placca, un sottile biofilm costituito da batteri. A seguito della precipitazione di minerali contenuti nella saliva, la placca si trasforma in tartaro.
È proprio il tartaro che, se non rimosso chirurgicamente, determina la malattia.
Anche nei nostri animali ci sono soggetti maggiormente predisposti, come ad esempio cani di piccola taglia, soggetti che vengono alimentati prevalentemente con diete umide o quelli che mostrano fenomeni di malocclusione.
Il metodo migliore per rallentare la formazione del tartaro è quello di non dare alla placca il tempo di mineralizzarsi. Come? lavando quotidianamente i denti!
I denti andrebbero lavati o con uno spazzolino per animali o, più semplicemente, con una garzina avvolta attorno al dito o, se l'animale è piccolo, attorno ad un bastoncino di legno.
Lo spazzolamento è l'unica cosa che si è dimostrata realmente efficace nel rallentare lo sviluppo di questa malattia. Iniziare a farlo quando l'animale è ancora molto giovane ci permetterà di abituarlo a questa operazione molto più facilmente!
Eventualmente possono essere usati dentifrici per animali che, essendo aromatizzati, possono rendere più piacevole la pratica. In alternativa, negli animali un po' più reticenti, si può bagnare la garzina con un liquido appetibile, come ad esempio un po' di brodo.
Negli animali più reticenti ancora (🤬) si possono somministrare alimenti duri, come crocchette di grosse dimensioni o pane secco, che, durante la masticazione, svolgono un'azione meccanica che si avvicina a quella che otteniamo noi durante lo spazzolamento.
Con l'aiuto di Picasso vi mostro come spazzolare i denti 😊 l'operazione va fatta den
Eclampsia puerperale: quando una madre dà tutta sé stessa ai propri cuccioli
L'ipocalcemia puerperale, nota anche con il nome di tetania o eclampsia, è un disturbo del calcio che si può manifestare nell'ultimo periodo di gravidanza o, più frequentemente, durante la lattazione, quando cioè la richiesta di calcio da parte dei cuccioli supera quello che la madre ha a disposizione.
Questa patologia si presenta soprattutto nelle cagnoline di piccola taglia con cucciolate numerose. Può comparire anche nella gatta, seppur più raramente.
L'ipocalcemia grave, che si manifesta principalmente con tremori, contrazioni muscolari fino a vere convulsioni, irrequietezza, disinteresse nei confronti dei cuccioli e nausea, va trattata in emergenza.
Il prurito facciale è uno dei segni clinici che compare più precocemente. Mi rivolgo quindi ai proprietari di cagne che stanno per diventare madri: UNA CAGNOLINA CHE STA ALLATTANDO E CHE SI GRATTA SPESSO IL MUSO O LA FACCIA DEVE ESSERE VISITATA AL PIU PRESTO!
Durante la gravidanza e la lattazione un'alimentazione di ottima qualità può ridurre il rischio di incorrere in questa grave patologia.
In alcuni casi, ad esempio in caso di cucciolate molto numerose, potrà anche essere considerata, assieme al veterinario, anche un'integrazione di calcio.
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#veterinarioadomicilio #veterinariaAssistenza #veterinarian #vetlife #eclampsia
#cane
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Eclampsia puerperale: quando una madre da tutta sé stessa ai propri cuccioli
L'ipocalcemia puerperale, nota anche con il nome di tetania o eclampsia, è un disturbo del calcio che si può manifestare nell'ultimo periodo di gravidanza o, più frequentemente, durante la lattazione, quando cioè la richiesta di calcio da parte dei cuccioli supera quello che la madre ha a disposizione.
Questa patologia si presenta soprattutto nelle cagnoline di piccola taglia con cucciolate numerose. Può comparire anche nella gatta, seppur più raramente.
L'ipocalcemia grave, che si manifesta principalmente con tremori, contrazioni muscolari fino a vere convulsioni, irrequietezza, disinteresse nei confronti dei cuccioli e nausea, va trattata in emergenza.
Il prurito facciale è uno dei segni clinici che compare più precocemente. Mi rivolgo quindi ai proprietari di cagne che stanno per diventare madri: UNA CAGNOLINA CHE STA ALLATTANDO E CHE SI GRATTA SPESSO IL MUSO O LA FACCIA DEVE ESSERE VISITATA AL PIU PRESTO!
Durante la gravidanza e la lattazione un'alimentazione di ottima qualità può ridurre il rischio di incorrere in questa grave patologia.
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Strongili broncopolmonari del gatto: piccoli parassiti, grandi problemi!
Gli strongili broncopolmonari sono piccoli parassiti che, allo stadio adulto, vivono nei bronchioli e negli alveoli polmonari dei gatti.
La loro presenza a questo livello causa un'infiammazione cronica che può esitare, nelle infestazioni massive, in vere e proprie polmoniti.
I gatti contraggono la malattia cacciando piccoli animali, come ad esempio uccellini, lucertole e topi che, a loro volta, si sono nutriti di lumache. All'interno dei gasteropodi terrestri infatti, ospiti intermedi, le larve di questi parassiti compiono una fase del loro ciclo vitale.
I sintomi della strongilosi polmonare sono respiratori, con tosse cronica, distress respiratorio, starnuti, scolo nasale e oculare e, nei casi più gravi, generalmente tipici dei gatti giovani o immunodepressi, una vera e propria dispnea.
I sintomi possono aggravarsi in seguito alla somministrazione di alcuni tipi di antiparassitari, che possono causare una morte massiva dei parassiti a livello polmonare.
La diagnosi viene fatta attraverso il riscontro delle larve nel muco o nelle feci (come nel video) nelle quali arrivano dopo aver risalito l'albero respiratorio ed esser state deglutite.
Vista la potenziale gravità della malattia è sembre bene effettuare periodici esami delle feci nei gatti, soprattutto quando hanno la possibilità di andare all'aperto.
Dato che la strongilosi polmonare determina un aumento del rischio anestesiologico, consiglio anche di escluderne la presenza prima di ogni procedura chirurgica.
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Gatti e compresse: un connubio da incubo. Ma perché?
Il gatto è un animale diffidente e quando sente che si trama qualcosa alle sue spalle in 5 secondi si dilegua, pronto a tirare fuori il suo animo da tigre.
Determinati cerchiamo comunque, in maniera più o meno maldestra, di dargli le terapie prescritte. Dopo svariati tentativi infruttuosi, pensando di avere a che fare con un bambino capriccioso, gli riversiamo addosso tutta la nostra frustrazione urlandogli frasi del tipo “bene, allora se non ti vuoi far curare rimarrai malato!”.
Non nego che somministrare una terapia a volte possa davvero essere difficile, ma spesso siamo noi a complicare il tutto.
Il gatto è un animale abitudinario, è quindi importante che queste procedure entrino a far parte della sua routine, capendo che il suo non è un vero dramma e che, dopo un minuto di pazienza, arriveranno tante gratificazioni. In questo modo si può addirittura arrivare ad avere un gatto che corre da voi appena sente la parola “pastiglia”.
I farmaci possono essere somministrati in 4 modi: come primo tentativo potete provare a poggiare la compressa a terra, con un po’ di fortuna è possibile che il gatto la mangi.
Se decidete invece di metterla nel cibo lasciatela intera e scegliete un cibo molto appetibile che utilizzerete solo per somministrare le terapie. Se non viene mangiato subito però state pure sicuri che lasciarlo a disposizione non servirà a niente.
Gli altri 2 metodi, che a mio avviso danno i risultati migliori, sono quelli che vi farò vedere nel video e prevedono l’inserimento del farmaco direttamente nella bocca del gatto tal quale o polverizzato.
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