16/01/2023
Tutto potevo immaginare e pensare stasera. Tranne che la notizia della tua morte. Matt, non ho scritto niente prima perché non riuscivo a fermarmi di piangere e ad accettare che davvero tu, non ci sia più.
Sei stato uno dei miei primi "clientucci" e uno di quelli coi quali siamo usciti di più, instaurando una grande amicizia. Sei sempre stato un cane buono, affettuoso, buffo. E piacevi a tutti.
Quante passeggiate ci siamo fatti con Angus, quanto mi hai fatto disperare ogni volta che ti liberavo nel bosco. Quando salivo a Granarolo con la funicolare, ti sentivo già abbaiare quando scendevo dalla funicolare. Quando ho cominciato a ve**re in motorino, nel giro di pochissimo, hai imparato a riconoscere il rumore del mio scooter e facevi dei salti di gioia che quasi, quando entravo nel cancello mi buttavi a terra. O come dimenticare le volte che, se mi vedevi passare con Angus e magari quel giorno, non era semplicemente il tuo turno, sei sgattaiolato da casa e ci hai raggiunto. O quanto a te, grande e grosso, potevo leggere negli occhi uno sguardo di terrore, in cima alle scale, se in fondo c'era Carlotta. Per chi non sapesse di chi parlo, Carlotta è una gattina, zoppetta, con una parte di zampa mancante. Matt era un mix corso. Per far scendere Matt dalle scale, dovevo andare in fondo alla scala e spostare Carlotta.
Quando le nostre strade si sono separate mi è dispiaciuto perché si era creato tra di noi quel rapporto speciale, perché tu non eri più solo un "cliente". Anche se non siamo più usciti assieme, ogni qual volta potessi, amavo passare davanti casa tua perché potevo fermarmi a salutarti. E, anche se erano anni che non uscivamo più assieme, tu mi facevi sempre delle gran feste, correvi dal cancello da dove io entravo, io ti chiamavo poco più indietro e venivi a prenderti la tua dose di coccole.
Quasi come se avessi un sesto senso, sentivo se c'era qualcosa che non andava. E forse anche oggi. Oggi ho portato Rocky a fare una passeggiata proprio sopra Granarolo, dalle antenne fino al cancello dell'avvocato, andata e ritorno. C'è stato un momento però, in cui ho pensato di fare un altro giro, stare più sotto per posteggiare la macchina e poterti salutare dal cancello, come ero abituata a fare in passato. Poi ho desistito, perché con Rocky al guinzaglio sarebbe stato un problema salutarti. Matt, non so che più dire su di te. Ma ti voglio dire che ti ho voluto un gran bene.
Probabilmente ora starai correndo in un posto bellissimo, pieno di prati verdi, senza dolori. Probabilmente ora sarai di nuovo in salute e forse felice, felice per esserti lasciato alle spalle la malattia. Passare di lì sapendo che non ci sei, che non ci sei più, sapendo che non verrai mai più a farmi le feste, sarà difficile. Tanto difficile.
Ciao Matt, amico dal cuore d'oro