12/02/2024
Come promesso metto traduzione moooolto sommaria e con dei refusi e errori, degli articoli sulla castrazione del cane , spero possa essere interessante, e mi scuso anticipatamente
CASTRAZIONE SI CASTRAZIONE NO?
“La castrazione non è più il segno distintivo del possesso responsabile di animali domestici”
Per un esperto di riproduzione veterinaria, l’idea che la responsabilità di avere un cane e la castrazione siano sinonimi deve cambiare.
Come afferma la professoressa di teriogenologia dell’Oregon M.K., uno dei suoi obiettivi principali è condividere le sue affascinanti scoperte, nei confronti della riproduzione canina – Allo stesso tempo si rende conto che, le informazioni che può fornire, e più specificamente, i dubbi che possono insorgere sulle migliori pratiche, nel controllo delle nascite animali, potrebbero non essere ben accolte da tutti.
“Capisco che questo potrebbe essere frustrante, per altri veterinari che, come me, hanno tenuto lezioni sulla riproduzione canina, in tutti i loro studi e dove veniva detto: “Castriamo tutti così non dovremo più preoccuparci di questo!”
Partiamo quindi da qui, cercando di non creare confusione e cercando di non creare problemi.
“Vediamo insieme questo percorso, e spiegherò quello che a oggi sappiamo e che potremo capire assieme”
M.K. è particolarmente interessata a far comprendere, ai veterinari, l’importanza della ricerca, che ha dimostrato, che il sistema riproduttivo contribuisce sulla fisiologia dell’animale. Prendiamo per esempio, il ruolo dell’ormone luteinizzante (LH), che è il responsabile dell’ovulazione nelle donne e del testosterone negli uomini, e che è un ormone fondamentale per la ricerca di Kutzler e dei suoi colleghi di laboratorio.
“Quando abbiamo iniziato a studiarlo, abbiamo scoperto che, l’ormone (LH) aveva recettori sui linfociti, cellule immunitarie che fluttuano nel corpo e che sono coinvolte in tutti i processi, dalla lotta contro i virus, alla lotta contro i batteri alla produzione di anticorpi. Quando siamo andati a rivedere la letteratura, abbiamo scoperto che altre persone, prima di noi, avevamo dimostrato l’esistenza di questi recettori, negli esseri umani, negli animali da laboratorio e persino nei cani. Di per sé, ciò non significava molto! Solo perché una cellula ha un recettore per un certo ormone, non significa che in realtà abbia delle conseguenze. Se si pensa ad un recettore come ad una serratura e all’ormone come ad una chiave, la porta si potrebbe anche aprire… ma dietro, magari, non ci sarebbe nulla!” Ci spiega…
In effetti, Kutzler, sospetta che non ci sia nulla dietro la unzione del recettore dei linfociti ‘Non che dietro ci fosse quale scienza, ma la domanda è semplicemente’: “Perché dovrebbero esserci dei recettori degli ormoni riproduttivi nei linfociti? Non devono essere funzionali.”
Per verificare questa ipotesi, Kutzler e colleghi, hanno raccolto campioni, sia da cani castrati che non.
“Abbiamo messo i campioni prelevati dei linfociti in culture e abbiamo aggiunto gli ormoni LH per vedere cosa sarebbe successo…”
Volevano, appunto, vedere se aprendo quella porta, ci fosse qualcosa dietro. Infatti, ciò che accadde è che LH indusse dei cambiamenti neoplastici nei linfociti, tra questi la proliferazione cellulare, l’adesione cellulare e la migrazione cellulare nei tessuti. Per Kutzler, questo fornisce una spiegazione per un risultato dato dallo studio con la ricerca: il linfoma, si verifica con percentuali, più elevate, in cani castrati.
“Sappiamo che esistono numerose malattie gravi come i linfomi, emangiosarcomi e osteosarcomi, che possono svilupparsi dopo la gonadectomia” Ci racconta Stefano Romagnoli professore delle scienze di riproduzione dei piccoli animali presso l’università di Padova, presidente della società italiana per la riproduzione animale e presidente del comitato dell’associazione veterinaria mondiale per il controllo della riproduzione dei piccoli animali. “Sappiamo, anche che, in alcuni cani castrati, sviluppano carcinomi prostatici, il che è strano… Si pensa che rimuovendo i testicoli, la prostata diviene atrofica…. Ma per qualche altro motivo esiste un rischio maggiore di sviluppare questa neoplasia prostatica”
Romagnoli sottolinea che l’incidenza del carcinoma prostatico nella popolazione canina generale è bassa. “Stiamo parlando forse di un rischio dello 0,5%, che nei cani castrati chirurgicamente, può salire al 2%. Strano quindi parlando di percentuali basse, ma che ogni proprietario dovrebbe sapere”
Non è l’unico dato a preoccupare alcuni esperti, che la castrazione ha questo impatto sulla salute del cane. La ricerca, ha anche dimostrato che, l’incontinenza urinaria, l’obesità e la displasia dell’anca sono tutte patologie che si verificano più comunemente nei cani castrati. Lo stesso vale anche per le patologie immunitarie come l’ipotiroidismo.
“Sappiamo anche che non tutti i casi di ipotiroidismo si verificano perché avviene una castrazione” afferma Kutzler… “Ma sappiamo anche che, è fino a 8 volte più probabile che avvenga nei cani castrati rispetto a quelli interi”.
Questi sono rischi, che devono essere valutati per la salute del cane, che valgono, indipendentemente dall’età in cui viene effettuata l’operazione. Motivo per riconsiderare orse, la procedura, come pratica standard.
Una preoccupazione specifica è la salute delle ossa, motivo per cui ritardare la procedura (castrazione).
“Gli ormoni gonadici sono necessari per arrestare la crescita delle ossa lunghe, una volta raggiunte le dimensioni ‘normali’” spiega Kutzler.
“Quindi se rimuoviamo le gonadi in età prepuberale, si ritarda la chiusura delle cartilagini in crescita e di conseguenza in quei cani a cui sono state asportate, in età prepuberale, saranno più alti e con ossa più lunghe”. Inoltre, questo, aumenta il rischio di traumi, soprattutto alle ginocchia e alle anche. Questo avviene, perché l’angolo di quelle articolazioni è geneticamente determinato in base alla sua lunghezza che avrebbe dovuto essere l’osso, e non a quella che ha raggiunto per l’asportazione precoce delle gonadi”.
Per Kutzler, lo studio della ricerca indica che la castrazione chirurgica non può essere vista ‘senza conseguenze’. ‘Vi è questa idea che l’unico rischio che comporti la castrazione sia l’anestesia o l’errore chirurgico. In sostanza si sostiene che la procedura è sicura…. Va bene, l’operazione in sé può essere sicura, ma il risultato può avere delle conseguenze. Ci sono delle complicazioni, legate alla rimozione delle gonadi e sono state ben documentate’. spetta al professionista considerare alternative alla castrazione chirurgica di routine. Kutzler è in disaccordo, sul fatto che la castrazione sia l’unico modo che abbiamo sul controllo della popolazione. ‘“Nei paesi scandinavi la castrazione è illegale o viene disapprovata; qui abbiamo paesi, dove la maggior parte della popolazione canina non castrata e non esiste alcun problema di sovrappopolazione. Dovrebbero essere alcuni proprietari a controllare la capacità dii riproduzione del proprio animale. ‘Ma la mia raccomandazione è di attendere fino a dopo la pubertà, e prima di considerare l’intervento chirurgico di castrazione, valutare delle opzioni per il risparmio delle gonadi. Nei cani maschi, queste opzioni, potrebbero includere la vasectomia utilizzando un impianto che regola la riproduzione ormonale l’iniezione intra testicolare. L’ultima opzione non ha una gran reputazione, Kutzler teme, ma crede sia ingiustificata.
“Penso che dovremmo riconsiderare l’uso dell’iniezione intra testicolare nei cuccioli” Ci sono due prodotti, che sono stati valutati in modo approfondito – gluconato di zinco e cloruro di calcio -. Penso che abbiano una cattiva reputazione perché vengono usati in modo improprio e i cani grandi e anziani. Devono essere somministrati nelle giuste dosi e fare un’ablazione scrotale. Se si tratta di cuccioli con testicoli e glande piccolo è molto semplice fare un’iniezione intra testicolare. Verranno poi castrati ma continueranno a produrre testosterone e quindi supereranno bene la pubertà”.
In definitiva, ritiene che, considerare tali opzioni, significhi sostenere i principi fondamentali della professione veterinaria e che castrare chirurgicamente, senza fare e farsi delle domande sia contrario all’etica.
“Come veterinari, abbiamo giurato di mantenere gli animali in salute! Creare uno stato malsano ‘intenzionalmente’ o anche involontariamente, a causa dell’ignoranza è, penso, contrario a quel giuramento. Ora il mio obiettivo è quello di cercare di annullare un messaggio che è stato radicato nei veterinari” afferma inoltre “Che si tratti di studenti di veterinaria del primo anno, o di coloro che esercitano la professione da 40 anni, castrare il proprio cane o quello dei clienti, senza alcun ragionamento o spiegazione dei rischi è segno distintivo del possedere responsabilmente un animale domestico”
CASTRARE O NON CASTRARE? QUESTO È IL PROBLEMA….
Vi sono prove sempre più evidenti che la castrazione chirurgica dei cani, potrebbe non apportare tutti i benefici precedentemente ipotizzati. Anche i tempi sono cambiati e veterinari e clienti si chiedono sempre più se la castrazione di routine debba continuare ad essere la migliore soluzione.
Chiediamo a Benedicte Helljesen, quante castrazioni chirurgiche esegue sui cani ogni anno, e lei ci deve pensare: non perché ce ne siano state così tante, ma perché ce ne sono state così poche. “Non l’anno scorso, o forse una? Finora quest’anno penso di averne avute due”.
Sentendo questa statistica, l’ipotesi potrebbe essere che Helljesen sia un veterinario altamente specializzato. Ma la mancata frequenza di operazioni di castrazione è semplicemente un riflesso della nazione in cui lavora, la Norvegia ha applicato la castrazione a scopia diversi, ed è fuori legge dal 1974.
Tale posizione legislativa si basa sulla convinzione che le procedure chirurgiche dovrebbero essere eseguite solo per il benessere animale, non per adattare quell’animale ai bisogni delle persone. Di conseguenza la castrazione chirurgica non è vista come una risposta legittima alla questione del controllo della popolazione, ma come intervento non etico e non necessario.
“Quando si tratta di cani, penso sia responsabilità dei proprietari tenerli d’occhio e tenerli al guinzaglio” dice Helljesen. Ma la legislazione esprime anche crescenti preoccupazioni circa il possibile impatto della castrazione chirurgica sulla salute degli animali. “Penso che la maggior parte dei veterinari norvegesi, sia d’accordo dul fatto che dovremmo essere piuttosto severi con questo, perché ci sono molti svantaggi in questa operazione”. Dice Helljesen, chirurgo veterinario presso A-Vet a Larvik nel sud-est della Norvegia.
“La castrazione è un intervento piuttosto rapido, ma ciò che rimuovi è molto prezioso per ‘animale. Significa rimuovere qualcosa che ha benefici per la salute dell’animale.”
Questa è una tesi sempre più supportata dalla ricerca “una cosa che dico spesso alle persone, è che dobbiamo ripensare allo scopo delle gonadi, non solo in noi stessi come esseri umani, ma anche negli animali domestici” sostiene Michelle Kutzler, docente in teriologia dell’università dello stato dell’Oregon… “Non sono semplicemente organi riproduttivi” continua “Sono anche di fondamentale importanza per la salute endocrina, salute immunitaria, antineoplastica e salute comportamentale. La rimozione delle gonadi ha effetti negativi su molti sistemi estranei al sistema riproduttivo. Le complicazioni, degli effetti collaterali, gli effetti avversi, della rimozione del tratto riproduttivo sono stati ben documentati”.
Tuttavia, l’approccio rigoroso alla procedura chirurgica, visto in Norvegia è in netto contrasto con quello di altre nazioni, incluso il Regno Unito. Quasi il 70% dei proprietari di cani intervistati, rapporto PDSA sul benessere degli animali (PAW) del 2023, ha affermato che il loro animale era castrato, uno dei tassi più alti in Europa.
“Nel Regno Unito, si esegue una discreta quantità di castrazione ed è tradizionalmente raccomandata, per tutta una serie di ragioni”, dice Anna Judson, che ha trascorso 30 anni come veterinario di medicina generale ed è diventata, a settembre, presidente della BVA. In parte la castrazione era vista come un mezzo per ridurre comportamenti indesiderati, considerati principalmente guidati dagli ormoni, come mo***re e accoppiarsi, marcare con l’urina e vagare per trovare cagne in calore. È stata anche vista come mezzo per prevenire il cancro ai testicoli e potenzialmente per ridurre il rischio di alcuni problemi legati alla prostata e agli ormoni. Ma più in generale, c’è stata una forte argomentazione sul controllo della popolazione.
“Nei primi anni in cui ho praticato, era decisamente consigliato per prevenire gravidanze indesiderate e per il controllo della popolazione” dice Judson “in famiglie tradizionalmente multi animale, ove vi sono maschi e femmine, le persone usano la castrazione per assicurarsi di non avere gravidanze indesiderate”.
“La castrazione era considerata la migliore pratica-risposta al randagismo” dice Carolin Allen, capo veterinario della RSPCA. “Questa era una soluzione a prevenire cucciolate indesiderate e per evitare che venissero abbandonate o annegate e che un gran numero di cani randagi venissero soppressi nei rifugi, cani sani con l’eutanasia, sempre a causa del sovraffollamento. Significa che castrare un cane è diventato responsabilità del proprietario stesso. Ma per Kutzler è vero anche il contrario.
“E’ un mito, che per controllare la popolazione canina, sia necessario amputare le gonadi del cane” sostiene “Se sei proprietario di un animale domestico responsabile, tieni il tuo cane al guinzaglio, lontano da altri cani interi, questo controllerebbe la popolazione! Questo è il segno che fa la differenza del possesso responsabile di animali domestici! Se apri la porta e lasci che il tuo cane si scateni, non solo potrebbe essere investito da un’auto o essere rubato o anche essere attaccato da un altro animale. Se sei un proprietario di cani irresponsabile, la castrazione è l’opzione migliore per te. Ma se fossi un proprietario di cani responsabile, dovresti considerare più opzioni”.
Questo punto di vista è lungi dall’essere una minoranza tra i teriologi, ma c’è voluto molto tempo perché si guadagnassero terreno su scala più ampia. Stefano Romagnoli professore di riproduzione dei piccoli animali all’università di Padova e presidente dell’associazione Italiana per la riproduzione animale. Nel 2017, ha suggerito la creazione di un comitato sul controllo della riproduzione insieme all’associazione veterinaria mondiale dei piccoli animali. Quattro anni dopo, nel 2021, è stata finalmente istituita. Il comitato sta attualmente lavorando su nuove linee guida sulla riproduzione animale. Per Romagnoli, che presiede la commissione, la sterilizzazione non dovrebbe più essere considerata una buona prativa di per sé! Ciò non significa che sia necessariamente la pratica peggiore “Possiamo continuare a sterilizzare e castrare, ma penso che debba avvenire con un grado di consapevolezza maggiore!”
In effetti, ciò significa che le squadre veterinarie hanno conversazioni meno dure con i singoli proprietari sulla castrazione chirurgica: spiegando cosa significherebbe per quel singolo animale, nella sua circostanza specifica, e se i potenziali danni supererebbero i potenziali benefici…
“La professione, nel suo complesso, parla di cure contestualizzate e direi che la castrazione è una di quelle decisioni che devono essere corrette per ogni particolare animale: La razza, la sua età, il suo temperamento, la sua salute, la preoccupazione famigliare che ha il costo della vita” dice Judson… Riconosce che questo tipo di assistenza richiede più tempo e suggerisce che organizzazioni, come la BVA abbiano un ruolo importante da svolgere nel fornire mezzi semplici di supporto alla decisione. Si tratta quindi di fare un percorso con i proprietari per identificare quali sono le priorità del benessere degli animali, quali le priorità dei proprietari, quali sono le situazioni in cui quell’animale vive”.
Ci sono sia maschi che femmine in casa? Secondo Shep Worsley è una conversazione che un numero crescente di proprietari desidera avere. Worsley, membro del consiglio dell’associazione infermieristica veterinaria britannica, è un’infermiera veterinaria praticante da 24 anni e afferma che le discussioni sulla castrazione si sono evolute nel corso del tempo.
“Ventiquattro anni fa non c’erano se, ma o forse: consigliavi la castrazione e prima è meglio è! Nello studio in cui mi trovo, stiamo valutando ogni cane caso per caso, cercando di capire se la castrazione sarebbe un’opzione adatta o no. I proprietari maschi, devo dire, sono sempre stati titubanti nel castrare i loro cani, per ovvie ragioni, credo…” e ci saluta con una risata…
Ma sempre più clienti stanno iniziando a pensare… Dobbiamo farlo?
Se hanno un buon controllo del loro cane e sanno che non salterà recinzioni, quando sentirà l’odore di una c***a in calore…
Quindi si chiederanno…. “Perché dobbiamo castrare?”
Ecco alcuni titoli del Veterinary Record che è la rivista ufficiale del British Veterinary Association – BVA
https://bvajournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/vetr.3608
https://bvajournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1002/vetr.3609