17/07/2024
TRASH CINOFILO
Come la spazzatura attira e intrattiene, ma a rimetterci sono i cani.
Troviamo in rete, sui cani, video e post pieni di arroganza e superficialità, eppure molto cliccati, che possono finire per modificare la percezione che abbiamo dei cani e le nostre scelte, in peggio.
È un fenomeno emerso negli ultimi anni, grazie all’avvento di social che promuovono contenuti scadenti.
Dobbiamo riconoscere questi contenuti per quello che sono: spazzatura, immondizia. Più precisamente lo chiamerei .
MA PERCHÉ IL TRASH È COSÌ CLICCATO?
L’utente non sempre riesce a distinguere fra contenuti di valore e contenuti-spazzatura, perché confuso dall’elevato numero di visualizzazioni e like di cui il trash gode.
Per lo stesso motivo, si fa fatica a identificare chi è veramente un esperto, in rete, e chi invece si atteggia a tale, ma in realtà non lo è affatto.
Nella mente di tante persone infatti vale l’equazione tanti follower = tanta competenza. Questa associazione può portare totalmente fuoristrada, per via del meccanismo psicologico chiamato ‘riprova sociale’ dallo psicologo Robert Cialdini, professore all’Università dell’Arizona ed esperto di social cognition e psicologia della persuasione. Secondo Cialdini le persone tendono a ritenere maggiormente validi i comportamenti o e le scelte che vengono effettuati da un elevato numero di persone.
Uno degli esperimenti effettuati vede dei passanti per strada incrociare una persona o più persone complici dell’esperimento che guardano verso l’alto. Lo studio mostra come la spinta a guardare verso l’alto degli ignari passanti aumenta con l’aumentare del numero delle persone complici dell’esperimento che guardano verso l’alto.
In altre parole se incrociamo una persona che guarda verso l’alto per strada ci facciamo poco caso. Ma se invece si tratta di un gruppo di tre persone è già diverso. Se il gruppo è formato da dieci persone, sarà difficile che non guardiamo verso l’alto anche noi e se a guardare verso l’alto è una folla, sarà praticamente impossibile non fare la stessa cosa, anche se in alto, non c’è assolutamente nulla di strano da vedere.
Lo stesso meccanismo ci possiede quando vediamo un video con tante visualizzazioni o tanti like. Potremmo guardarlo e scambiarlo come contenuto valido, anche se si tratta di .
Ecco quindi la regola numero uno per difenderci dal : tante visualizzazioni o like devono metterci in guardia e farci drizzare le antenne. Non è detto che sia un contenuto di valore, anzi potrebbe facilmente trattarsi !
COME RICONOSCERE IL
La cultura in TV e sui social è contraddistinta da:
* cattivo gusto
* qualità scadente
* atteggiamenti volgari o arroganti
* ignoranza
* superficialità con cui si trattano gli argomenti
Il trash è spesso così realizzato volontariamente, al fine di interessare il pubblico attraverso ciò che è scadente, di bassa qualità e culturalmente povero.
Il cattivo gusto si esprime nei modi arroganti, nelle espressioni volgari e nella rabbia, nell’attaccare, a volte persone con un nome e un cognome per fomentare la reazione indignata degli utenti che, ignari e in buona fede, si lasciano strumentalizzare. Le affermazioni a volte sfociano in vere e proprie calunnie e diffamazioni per le quali i produttori di sono poi giustamente perseguiti legalmente.
Un’altra delle caratteristiche dei contenuti trash è quella di ignorare la complessità. Il trash richiede superficialità. Deve essere un contenuto semplice e scioccante. La mente distratta di chi continua a fare scrolling è purtroppo attratta da ciò che è semplice, per il solo fatto che implica un minor dispendio di energia.
Un esempio di semplificazione sono i video in cui cani reattivi sono inibiti attraverso le punizioni. Sono di solito video molto cliccati e purtroppo formano in chi guarda, l’illusione che un cane inibito nel suo comportamento sia un risultato da ricercare. Questo è invece, per i più esperti, un risultato scadente ottenuto con metodi di scarsa qualità, poiché il cane è semplicemente obbligato a comportarsi come vogliamo. Come un delinquente con la pi***la di un poliziotto puntata alla testa: è chiaro che per paura di una punizione il soggetto è inibito, ma questo è molto lontano dallo sviluppo di attitudini e competenze che il vero e profondo cambiamento richiede.
Il contenuto del trash cinofilo è culturalmente povero, poiché riduce il comportamento problematico a un sintomo sgradevole da sopprimere e il cane a un appendice che deve limitarsi a essere ciò che noi desideriamo.
Se il cane non fa ciò che desideriamo, lo obblighiamo con la forza. Spesso questo atteggiamento è giustificato da frasi come “sono io la tua guida”. Ma essere guida implica una profonda conoscenza e rispetto dei bisogni dell’altro. Chi si impone con la forza non è una guida, è un despota che usa violenza perché non sa fare altro o addirittura gode nel sottomettere gli altri, cani compresi. La violenza va riconosciuta, dato che così spesso ha un ruolo nel
APPIATTIMENTO TOTALE DEL CANE
Il trash cinofilo non invita a interrogarsi sulle differenze attitudinali tra le razze e fra gli individui e nemmeno prende in considerazione l’emozionalità dei soggetti e la soddisfazione dei loro bisogni.
Per fare un esempio, se un cane tira al guinzaglio, il contenuto non ci invita indagare per capire se quel comportamento è la manifestazione del disagio di un cane che esce poco in passeggiata, ma si limiterà a dirci di strattonarlo con strumenti che facciano sentire dolore e fastidio per inibire il comportamento.
IL TRASH CINOFILO È PERICOLOSO
L’effetto del è la formazione di una schiera di persone che pensano di sapere di cani perché guardano video scadenti, ma molto cliccati. Questo crea una sottocultura basata su ignoranza e superficialità: si maltratta perché si arriva addirittura a pensare che sia giusto così. Insomma alla fine le vittime sono sempre i cani.
C’e un altro pericolo: la strumentalizzazione dei fatti cronaca, trattati con una tale superficialità che fa rabbrividire. L’analisi del fatto accaduto e la cautela nel formulare ipotesi sulle dinamiche degli incidenti da parte degli esperti, è completamente soppiantata da reazioni superficiali e affermazioni totalmente prive di logica, come il semplicistico “è colpa di quelli che fanno, dicono o utilizzano x”. Dove per “x” i falsi esperti intendono qualsiasi cosa a loro non vada a genio o possa richiamare l’indignazione dei seguaci, che altrettanto superficialmente lasceranno il commento ignorante.
Questo sottrae l’attenzione dai reali fattori alla base delle aggressioni letali (mancanza di consapevolezza delle caratteristiche del cane, incapacità di leggere il contesto nel quale si trova l’animale e di rispondervi adeguatamente ecc.) e induce scelte e comportamenti che invece di diminuire le aggressioni, le moltiplicano, come l’adottare cani pericolosi con la convinzione errata che tanto basterà il collare a strangolo ed essere dominanti per condurli perfettamente.
IL CI ALLONTANA DAI NOSTRI CANI
Quando il non è riconosciuto come tale, invece di farsi due risate e prendere le distanze, gli utenti se ne lasciano influenzare diventeranno superficiali, presuntuosi e, infine, pericolosi per i loro stessi cani, per noi e per i nostri.
Il impedisce di porci umilmente nei confronti del cane. Ci impedisce di lasciarci incantare dalle sue caratteristiche, uniche e irripetibili, affinché ci facciano da guida nel nostro percorso di crescita.
Il finisce per rovinare persino il senso dell’avere un cane nella nostra vita: quel viaggio affascinante che facciamo come individui diversi che cercano di compenetrare l’uno nel mondo dell’altro. Il tutto è semplicemente annullato da un atto di egoismo condito di arroganza: non voglio scoprire chi sei veramente e crescere insieme, voglio solo che tu sia come io ti dico che devi essere.
Dobbiamo saper riconoscere il e rifiutarci di andare oltre nel guardare quei video, bloccare i canali che li producono e questa immondizia. Dobbiamo invece contribuire ai dialoghi rispettosi, frequentare i gruppi che invitano al rispetto, i canali che ci invitano a conoscere a fondo il cane, in quanto animale affascinante e complesso.
Così l’algoritmo si accorgerà delle nostre scelte e comincerà a proporci contenuti edificanti.
CONCLUSIONI
Certo, rimarranno sempre gli irriducibili. Quelli che non c’è partita, saranno attratti dal poiché, per come sono fatti, ne traggono nutrimento.
Dal resto i gusti son gusti, come ci insegnano le mosche.
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Vi lascio una foto di me e Berto, un cane disabile accudito per quasi tutta la vita da Maria e Fiorenzo dell’Oasi Shangai . Dall’altro lato sto accarezzando invece un altro trovatello della struttura. Ero letteralmente circondato da cani liberi che hanno imparato a comunicare e rapportarsi fra loro in armonia senza nessuno che li riducesse a burattini sotto comando.