Legami Animali

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Eccoci a conclusione della nostra ultima puppy class di oggi, sperando di vedervi sempre crescere tutti 🥺🥹 per alcuni di...
13/09/2025

Eccoci a conclusione della nostra ultima puppy class di oggi, sperando di vedervi sempre crescere tutti 🥺🥹 per alcuni di questi cuccioli quella di oggi era la terza classe e mentre noi invecchiamo, loro ormai si stanno affacciando alle magie dell' adolescenza!!

A breve pubblicheremo una data dedicata " come si passa da genitori ad allenatori " 🤣🤣

Sempre bello vedervi attenti, partecipativi e volenterosi!! Avanti così che un cucciolo non rimane cucciolo per sempre 😅😅

Alla prossima 🤩

Per chi vuole conoscere i nostri metodi e i programmi delle puppy class ci scriva e saremo lieti di ripondere alle vostre domande 🥰

11/09/2025

IL GIOCO

A tutti i cuccioli piace giocare, e questo è un dato di fatto incontrovertibile: giovanissimi esemplari di innumerevoli specie di mammiferi amano passare buona parte del loro tempo a interagire lasciandosi andare a tutta una serie di buffonate: inseguimenti, rotolamenti e ammucchiate, finti morsi e zampate, prepotenze e goffi tentativi di atterramento e prevaricazione.
E osservarli, oltre che suscitare ilarità, scalda sicuramente il cuore per effetto soprattutto del kindchenschema di lorenziana memoria. Come resistere a questi piccoletti tutti presi dalle loro “pagliacciate”?
Ma il gioco nasconde in realtà un significato ben più profondo e importante, tutt’altro che scherzoso. L’interazione intraspecifica tra giovanissimi esemplari, quasi sempre tra membri della stessa cucciolata, è a dir poco cruciale per un corretto sviluppo etologico e cognitivo. Giocare, in altre parole, è una vera e propria scuola di vita: interagendo tra loro, i cuccioli acquisiscono non solo coscienza di specie – imparando così a riconoscere la propria specie e a riconoscersi in essa – ma il linguaggio specie-specifico fondamentale per interfacciarsi e relazionarsi coi propri simili. Al di là delle basi imprescindibili dell’educazione di specie, impartita quasi sempre dalla madre, è dunque il tempo passato coi fratelli e le sorelle ad affinare il “linguaggio” che poi servirà a ogni esemplare per affermarsi e ribadire il suo posto in natura. Questo significa che un’infanzia passata a giocare si tradurrà in buone capacità comunicative: convivere/collaborare con i conspecifici, con membri del nucleo e/o con l’eventuale partner, esprimere dominanza e sottomissione, capire quando ritirarsi e come inibire l’aggressività altrui - magari salvandosi così la vita! - e quando ribadire autorità e farsi rispettare evitando dunque conflitti inutili o addirittura dannosi. Il tutto senza considerare quella lunga serie di stimoli/risposte comportamentali reciproche alla base dell’approccio e dell’interazione che portano i due sessi ad accoppiarsi, sviluppare un affiatamento e portare avanti l’allevamento della prole – ergo i comportamenti che portano il proprio DNA a perpetuarsi nelle generazioni.
I piccoli, instancabili, imparano a cogliere e a leggere segnali, mimica e posture, a esprimerne a loro volta, a lottare, mordere, atterrare i loro simili. Nel loro futuro, questi atteggiamenti simulati assumeranno contorni quantomai seri e i gli ex cuccioli saranno pronti a lottare, mordere, combattere, sottomettere, predare.
Per quanto i cuccioli - ai nostri occhi - giochino con goffaggine e leggerezza, basta osservarli con occhio più attento per rendersi conto di quanto si prendano sul serio. E non potrebbero fare altrimenti: stanno letteralmente “lavorando”, dedicandosi anima e corpo a un mestiere imprescindibile. È insito del loro patrimonio genetico, il gioco è un vero e proprio bisogno etologico primario. E non è solo la mente a trarre beneficio da queste attività: anche il fisico ha assoluto bisogno del gioco per una crescita sana ed equilibrata.
I cuccioli, giocando, sviluppano e potenziano la muscolatura e i riflessi con corse, salti, morsi, inseguimenti, prove di forza.
Ecco perché il gioco è la base essenziale di un sano sviluppo psicofisico e cognitivo, ragion per cui i cuccioli che crescono soli, senza stimoli comportamentali, senza il resto della cucciolata e impossibilitati a giocare/interagire in modo specie-specifico, presentano gravi lacune comportamentali e sono destinati – anche e soprattutto nell’età adulta – a soffrire di ritardi nel comportamento e nell’interazione. Questi cuccioli, a tutti gli effetti dei disadattati, possono avere grosse difficoltà a sopravvivere in natura poiché non parlano la “lingua” della loro specie e non saranno in grado di offrire risposte comportamentali adeguate agli stimoli offerti dai conspecifici. In altre parole, non saranno capaci di interagire coi loro simili e potrebbero essere costretti ad affidarsi in toto all’istinto: questo, tuttavia, potrebbe non bastare. E la loro vita, perlomeno per come dovrebbe essere secondo natura, sarebbe messa a grave repentaglio.
Chiaramente, non tutte le specie producono una prole numerosa: quando il cucciolo partorito è uno per volta, spesso si tratta di specie gregarie che conducono una vita strutturata in assembramenti/nuclei famigliari/pond. Ecco così che il cucciolo ha la possibilità di interagire con altri coetanei che nascono e crescono nello stesso gruppo. In caso di specie solitarie, che interagiscono coi propri simili solo in caso di sporadici incontri/dispute territoriali e/o stagione riproduttiva, un cucciolo ha comprensibilmente meno bisogno di sviluppare grandi capacità "interattive": in molti di questi casi, è la sola madre a provvedere per intero all'educazione di specie.

🐷🐗
11/09/2025

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Famiglia SUIDAE

Si fa presto a dire “maiale”, ma con questo nome viene impropriamente designato un intero taxon – quello dei Suidae, per l’appunto – che è probabilmente uno dei più sottovalutati in assoluto dell’intero regno animale. Al punto che la parola “maiale” viene spessissimo usata come un intercalare negativo, un insulto e un termine di paragone volto a offendere e a sminuire.
In realtà, la famiglia Suidae (mammiferi ascritti all’ordine Artiodactyla, o secondo le rivisitazioni più recenti Cetartiodactyla) è uno dei gruppi più straordinari di euteri per diverse caratteristiche vincenti “fuse” tra loro, frutto di evoluzione sfociata in quelli che sono con ogni probabilità i più vincenti tra gli ungulati – intesi come mammiferi che si muovono sulle unghie.
La famiglia Suidae costituisce il sottordine Suiformes assieme a quella dei Tayassuidae: i pècari, quattro specie appartenenti a tre generi – Tayassu (1), Catagonus (1) e Pecari (2) – vengono talvolta strettamente (ed erroneamente) correlati ai suidi, ma fanno effettivamente parte di una famiglia a parte. I Tayassuidae, per l’appunto, presentano dimensioni assai ridotte, una distanza genetica considerevole dai Suidae, caratteristiche anatomiche peculiari e si sono evoluti esclusivamente sul continente americano – per l’esattezza negli Stati Uniti sud-occidentali e in America centro-meridionale.
La fisionomia dei suidi segue regole generali ben precise: presentano corpo massiccio, con collo breve e tronco generalmente cilindrico e poco affusolato (paragonabile alla forma di una botte). Le zampe, relativamente brevi, sfociano in uno “zoccolo” costituito da due dita - le omologhe del terzo e del quarto dito delle nostre mani – e dunque suddiviso in due parti: a poggiare sul terreno sono le unghie, particolarmente coriacee poiché ricoperte da un rivestimento corneo, costituito da cheratina. Posteriormente sono presenti altre due dita, corrispondenti al secondo e al quinto dito della nostra mano, più corte e poste più in alto. Sono detti speroni, in altre famiglie sono poco più che vestigiali ma nei suidi sono relativamente grandi: possono poggiare sul terreno soprattutto in caso di suolo soffice o durante corsa e salti, quando l’animale raccoglie il peso. Le unghie su cui questi animali poggiano sono a crescita continua, e vengono difatti consumate di continuo camminando.
La pelle dei suidi è in genere spessa, può essere ricoperta di peli ispidi, spessi, più o meno radi, ma non sono infrequenti specie – ed esemplari – dalla pelle quasi nuda. Il cranio, in tutti i rappresentanti della famiglia Suidae, è notevolmente affusolato grazie alla fronte lunga, al profilo piatto e a una canna nasale prominente, cilindrica, talvolta tubulare, dotata di quello che è forse il vero marchio di fabbrica della famiglia: il grugno, detto anche grifo. Trattasi di un disco cartilagineo che taglia il muso all’estremità, muso che presenta così l’aspetto tipicamente “tronco” tanto celebre dei suidi. Il disco ha consistenza quasi gommosa, rigida ma lievemente elastica, ed è sostenuto da un osso prenasale.
Sul disco sono presenti le narici: col grugno e la possente muscolatura del collo, l’evoluzione ha dotato questi mammiferi di uno strumento sopraffino trasformandoli in veri e propri aratri viventi. Possono rivoltare il terreno e smuoverlo per decine di centimetri: l’immane quantità di recettori olfattivi che trovano posto nella lunga canna nasale, uniti alle narici poste non a caso all’estremità del grugno, possono fiutare finemente il terreno smosso e percepire la presenza di materiale commestibile e/o di interesse. I suidi possiedono letteralmente un sensore dall’efficienza estrema in punta del loro strumento di scavo. L’olfatto superlativo è senza ombra di dubbio il senso più sviluppato dei suidi, questi animali hanno capacità percettive a livello chimico che vanno al di là della nostra immaginazione e che superano di gran lunga quelle di altri mammiferi celebri per il loro fiuto, come i canidi (Canidae).
L’olfatto viaggia su livelli così alti che gli altri sensi sono solo mediocri, con occhi in genere piccoli posti in posizione relativamente posteriore, ed orecchie anch’esse piuttosto piccole.
Altro marchio di fabbrica sono molto spesso i canini: la dentizione è piuttosto generica, non specializzata, e tradisce lo spettro alimentare in genere spiccatamente onnivoro di questi animali, ma i suddetti canini sono in genere ingrossati e crescono verso l’esterno arrivando a sporgere al di fuori della bocca soprattutto nel sesso maschile. Arrivano a toccarsi, restando a stretto contatto: canini superiori e inferiori assumono rispettivamente i nomi di coti e difese, e strofinando tra loro si mantengono estremamente affilati, appuntiti e taglienti. Sono armi assai temibili, utilizzate principalmente per difesa.
Buona parte delle specie di Suidae sono gregarie, con più esemplari che si riuniscono per vivere in gruppo e dinamiche sociali piuttosto complesse. Le regole possono cambiare a seconda della specie, in genere i gruppi sono costituiti dalle femmine e dai giovani, mentre i maschi adulti sono tendenzialmente solitari. Il vantaggio principale della vita di gruppo è spesso una difesa più efficiente dai predatori. Il contatto e la comunicazione vengono in genere mantenuti ed effettuati tramite grugniti e sbuffi di vario tipo ed eventualmente gridi e strilli più o meno acuti e rochi.
Oltre alla dentizione, l’apparato digerente dei suidi è il risultato (e al contempo il presupposto) di una dieta onnivora. Lo stomaco è monogastrico, e lo spettro alimentare – ad eccezione di poche specie perlopiù erbivore – è estremamente ampio. I suidi possono mangiare letteralmente di tutto, dai materiali vegetali più svariati (frutta, foglie, fiori, erba, radici, bacche) ad animali più piccoli – predando sia invertebrati che vertebrati – senza disdegnare carcasse e carogne anche in avanzato stato di putrefazione e – com’è ben noto - rifiuti dell’uomo di ogni tipo. Tutto ciò li rende animali estremamente adattabili, elastici, versatili, maestri di opportunismo, in grado di colonizzare quasi ogni habitat. E di conseguenza, anche molto intelligenti.
L’intelligenza, la curiosità e l’ingegno dei suidi, causa ed effetto del loro opportunismo, sono troppo spesso sottovalutati. Sono abitudinari, imparano in fretta, tramandano comportamenti vantaggiosi da una generazione all’altra, riescono a far fronte ad avversità e alle situazioni più disparate. La loro spiccata prolificità, alla bisogna, tiene anche al sicuro le popolazioni da eventuali pressioni predatorie. Il tutto senza considerare la grande vita emotiva, con meravigliose individualità, stati d’animo, propensioni e caratteri sempre diversi. Grande è anche il numero dei pregiudizi che li vedono protagonisti, nel bene e nel male: tanto per fare un esempio, non sono affatto “sporchi” e amano i bagni di fango poiché li puliscono da un gran numero di ectoparassiti.
Attualmente, e secondo le classificazioni più accettate, sono riconosciute 18 specie di suidi attualmente viventi – sono anche note innumerevoli specie estinte.
Mentre alcuni autori riconoscono cinque generi, altri arrivano a riconoscerne fino a otto. Buona parte degli studiosi ne riconoscono sei: Sus è di gran lunga quello con più specie, poi Phacochoerus, Potamochoerus, Hylochoerus, Babyrousa e Porcula.
La specie in assoluto più emblematica della famiglia è e resterà sempre il ben noto cinghiale (Sus scrofa), antenato selvatico e “forma ancestrale” del maiale (Sus scrofa domesticus), ma al genere Sus appartengono anche altre specie meno note: il cinghiale barbato (Sus barbatus), il cinghiale barbato di Palawan (Sus ahoenobarbus), il cinghiale dalle verruche delle Visayas (Sus cebifrons), il cinghiale dalle verruche di Celebes (Sus celebensis), il cinghiale dalle verruche di Mindoro (Sus oliveri), il cinghiale delle Filippine (Sus philippensis) e il cinghiale di Giava (Sus verrucosus).
Ben noto è anche il genere Phacochoerus, con le due specie facocero comune (P. africanus) e facocero del deserto (P. aethiopicus), mentre il (poco noto) genere Hylochoerus presenta una sola specie – l’ilochero, H. meinertzhageni, il più grande rappresentante della famiglia. Anche il genere Porcula presenta una sola specie, il cinghiale nano (P. salvania), mentre è più conosciuto il genere Potamochoerus con le specie potamocero (P. larvatus) e potamochero (P. porcus, senza dubbio la specie più “variopinta” della famiglia). Chiude infine il genere Babyrousa, con quattro specie: il babirussa delle Molucche (B. babyrussa), il babirussa di Bola Batu (B. bolabatuensis), il babirussa di Sulawesi (B. celebensis) e il babirussa delle Togian (B. togeanensis).
L’esponente più piccolo della famiglia è indubbiamente Porcula silvania, il cinghiale nano, con una lunghezza di 55-71 cm, un’altezza alla spalla di 20-25 cm e un peso che raramente supera gli 8 kg. Hylochoerus meinertzhageni, l’ilochero, è invece il più grande: i verri di questa specie possono raggiungere e superare i 200 cm di lunghezza a cui si aggiunge una coda di 25-45 cm, per un’altezza alla spalla che può raggiungere i 110 cm e un peso che può superare in certi casi i 250 kg.
La famiglia Suidae è originaria esclusivamente del Vecchio Mondo, dall’Europa alla zona indo pacifica passando per l’Africa e l’Asia sud-orientale. Gli habitat in cui i suidi vivono sono i più svariati, dalle foreste e dai boschi alle zone desertiche e semidesertiche passando per zone umide, praterie, spiagge, savane, contesti urbani. Cinghiali e maiali rinselvatichiti presenti sul continente americano, conosciuti come “razorback”, sono esclusivamente frutto di introduzioni da parte dell’uomo: è la famiglia Tayassuidae a essere nativa del suddetto continente. Mentre il cinghiale (Sus scrofa) conta su un areale estremamente ampio e su popolazioni numerose anche grazie a immissioni e reintroduzioni - oltre che alla sua adattabilità e prolificità -, altre specie contano su “ordinarie” popolazioni in natura e altre si sono evolute su un’areale e in un contesto assai ristretto: alcune di esse sono estremamente localizzate e in grave pericolo di estinzione, a causa dell’uomo e delle sue attività. Fanno parte di questo gruppo, ad esempio, i babirussa e alcune specie del genere Sus (S. cebifrons, S. oliveri, S. verrucosus).
Il maiale (Sus scrofa domesticus), infine, è una (sotto)specie non originariamente esistente in natura: si tratta del risultato della selezione da parte dell’uomo, volta a ottenere un animale da reddito massimizzando la produzione di carne. La selezione artificiale ha gradualmente modificato la fisionomia dell’animale per renderlo tristemente adatto allo scopo, con maiali ormai privi di pelo e pigmentazione, dalle forme più massicce e oblunghe, poco adatti alla corsa e al movimento, drasticamente tendenti all’ingrasso. Eppure tutto è partito dal cinghiale, animale meraviglioso, intelligente, adattabile, robusto, massiccio e potente ma al contempo agile e veloce, perfettamente adattato al suo habitat. Troppo spesso ci si dimentica delle incredibili qualità dei maiali - intelligenza ed emotività in primis -, ormai celate dalle etichette che abbiamo appiccicato addosso a questi animali, piegandoli al nostro volere e al nostro comodo e trasformandoli in semplici “prodotti” del mercato.
La famiglia Suidae, al di là di tutto, resta indubbiamente una delle più sorprendenti in assoluto nel panorama dei mammiferi.

11/09/2025

🧐 Cosa vuol dire selezionare una razza?🧐
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Lo strumento principale per fissare i caratteri di una razza nella memoria, e per far si che gli allevatori possano avere un punto di riferimento definito per mantenere viva e in tipo una razza è lo STANDARD. Il mantenimento di una razza nel tempo è costituito dalla trasmissione di molteplici caratteri sia morofologici che psichici e questo è assai evidente per esempio nelle razze da caccia, vale a dire in quei cani che svolgono o devono essere in grado di svolgere, un lavoro.
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Si potrebbe credere che sottoporre i cani a prove di lavoro sia sufficiente per poter allevare correttamente una razza. Nella pratica però non è esatto, in quanto, come ci dimostra gran parte della cinofilia estera,si avrebbe una spaccatura nella razza,con la creazione di due tipi definiti, uno da lavoro ed uno da bellezza.
Entrambe NON sono corrette, visto che il primo svolgerà sicuramente la funzione richiesta,ma senza un adeguato controllo morfologico potrà essere portatore di difetti gravi,tali da non impedirne la funzione ma sufficienti da non far svolgere il lavoro in quelle modalità che danno tipicità alla razza.
Ad esempio, potremmo avere un bracco italiano, che da trottatore diventa galopattore tipo Pointer.
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Quando raggiungere il risultato è l'unico scopo e non ci si cura di come esso viene ottenuto,si perde il senso di avere un ausiliare purosangue; che motivo si avrebbe,infatti, di cacciare con un meticcio o con un segugio dell'appennino se non si distingue l'uno dall'altro?
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Testo tratto dal libro "L'allevamento cinofilo" di Elettra Grassi e adattato da me in alcuni punti per il contesto.

11/09/2025

STORIE DI CANI.
11 settembre 2001, attentato alle Torri Gemelle di NY.
SALTY, labrador cane guida.
Quando scoppiò il pandemonio, Salty rimase accanto al suo padrone, il signor Rivera, un impiegato non vedente, nel tentativo di farlo uscire da quella trappola. Dopo alcune rampe di scale però, il caldo e il caos erano insopportabili, e Rivera, temendo di non farcela, liberò il suo cane spingendolo a salvarsi. Salty fu trascinato in basso dal fiume della folla, ma poco dopo Rivera udì il suo abbaio che anziché allontanarsi, si avvicinava. Il labrador era riuscito a risalire passando tra le gambe dei fuggitivi per ritrovare il padrone. Una volta trovatolo non lo abbandonò più, guidandolo attraverso 70 rampe di scale giù fino all’uscita. Poco dopo la torre crollò, ma cane e padrone erano salvi.
Good job, Salty.
ROSELLE, Labrador cane guida.
Michael Hingson, impiegato non-vedente, stava lavorando al 78° piano della prima delle Twins Tower con Roselle, il suo cane guida, che sonnecchiava sotto la scrivania. Quando Michael si accorse dallo scatto improvviso del suo cane capì che stavo accadendo qualcosa di terribile. Subito dopo l'impatto Roselle guidò il suo padrone con calma determinata (pensate alla confusione, al rumore, al buio ed al fumo che li circondavano) giù lungo 1463 gradini. Dietro a loro intanto si erano accodate decine di persone confuse e disorientate, che avevano visto nel cane una speranza. Roselle riuscì a portare tutti fuori dal grattacielo prima che questo crollasse su di se.
Good job Roselle.

Magari fosse Vera coi suoi 🥹😅
11/09/2025

Magari fosse Vera coi suoi 🥹😅

09/09/2025

Police Dogs - 1927

06/09/2025
30/08/2025
28/08/2025

Indirizzo

Via Bixio 26
Soliera
41019

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00

Telefono

+393883331717

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