10/05/2022
Avete mai visto un gatto selvatico?
Dal giornale on line "Il Post",
Programma: "Tienimi Bordone".
Maggiori approfondimenti su:
https://www.museonaturalemaremma.it/gatto-selvatico-italia/
Matteo Bordone, nella sua trasmissione, ha intervistato Andrea Sforzi, zoologo e direttore del museo di storia naturale della Maremma e ideatore e responsabile nazionale del progetto " Gatto Selvatico Italia" .
Recentemente ci sono dati incoraggianti sul ritorno del gatto selvatico. Secondo Bordone l'idea che ci siano felini selvatici in un territorio per gli amanti dei gatti è sempre positiva e siccome nessuno li ha mai visti, è bene saperne un po' di più, confrontandosi con un esperto nel settore. Andrea Sforzi in questa intervista ci parla della presenza del gatto selvatico in Europa. Da alcuni anni il gatto selvatico è ricomparso in Olanda, questo è sicuramente un fatto positivo. In passato la specie era presente in tutta Europa ed era molto diffusa. Oggi, se noi guardiamo la cartina di distribuzione della specie a livello europeo, vediamo che invece ci sono delle aree estremamente amplie dove purtroppo questo felino non è presente da secoli. Fortunatamente ci sono anche delle aree dove il gatto selvatico è presente, con densità piuttosto buone, e poi sono presenti zone con situazioni intermedie. Infatti in alcune aree dell'Europa la specie è in rarefazione, in altre invece è in espansione. Tra queste ci sono anche aree del nostro paese. In Olanda, in particolare, il fatto che il gatto selvatico si sia potuto espandere e riprendere alcune aree che in passato facevano parte del suo territorio, non è un caso. Questo dipende dalla realizzazione di progetti di conservazione della specie, soprattutto nei paesi confinanti con l'Olanda come il Belgio e la Germania. Si è lavorato a lungo per creare le condizioni che potessero permettere al gatto selvatico di vivere e riprodursi nella zona. Quindi si sono ricreati ambienti boschivi, gestiti in modo corretto e sostenibile, lasciando, ad esempio, materia secca come tronchi a terra. Questo ha consentito di ricostruire un ecosistema completo che favorisce la presenza di tantissime specie a partire dai funghi, dai licheni, dagli insetti fino a specie più grandi come il gatto selvatico. Questo ecosistema ha permesso alla specie di ripopolarsi in Olanda ed è un ottimo esempio da seguire in molte altre zone d'Europa. Ma come è fatto il gatto selvatico?
Che vita conduce?
Il gatto selvatico europeo è definito il fantasma dei boschi, questo perché è veramente difficile osservarlo. È una specie che ha una bassa densità di popolazione, è elusiva, si muove nelle ore crepuscolari e notturne e fa una vita sostanzialmente solitaria. I maschi e le femmine si incontrano solo in un periodo dell' anno che di solito coincide con il periodo che va da metà Gennaio a metà Marzo, corrispondente al periodo del corteggiamento, accoppiamento e riproduzione. In seguito i maschi tornano a fare vita solitaria e le femmine sono le uniche ad occuparsi della prole finché i piccoli non hanno raggiunto circa i 5 mesi di vita, da quel periodo inizia la vita indipendente dei giovani rappresentanti della specie. Il gatto selvatico è un carnivoro obbligato, questo vuol dire che caccia attivamente le proprie prede. Non si nutre di carcasse. In Scozia, per esempio, si nutre prevalentemente di conigli selvatici, sugli Appennini e sulle Alpi si nutre prevalentemente di arvicole (roditori), nelle aree mediterranee, dove la densità di prede è un po' più bassa, si rivolge ad altre specie di roditori ma anche a rettili o piccoli uccelli. Riconoscerlo non è affatto facile, ha delle caratteristiche distintive del mantello che però sono difficili da identificare e spesso solo l'osservazione diretta, senza un'analisi genetica, non ci permette di ottenere un'informazione completa. Le caratteristiche principali sono quelle di possedere una linea dorsale nera molto netta che percorre tutta la schiena e che si arresta alla radice della coda, la coda è piuttosto voluminosa con la parte finale nera e con anelli neri ben definiti, il disegno laterale dei fianchi invece è evanescente, molto più leggere rispetto alle striature di un gatto domestico. Ci sono delle strie cervicali, quattro o cinque, due strie scapolari e il rinario ( ovvero il confine tra la mucosa del naso e l'inizio del pelo del muso) che ha una linea nera molto marcata.
Una domanda sorge spontanea. Ma come funziona la parentela tra gatto selvatico e gatto domestico? Cosa succede se si incontrano? Capita anche che si riproducano tra loro?
In Italia esistono due sottospecie di gatto selvatico: il gatto selvatico europeo ( presente sulle Alpi, sugli Appennini fino alla Sicilia) e il gatto selvatico sardo presente in Sardegna. Il primo è definito Felis Silvestris Silvestris, il secondo Felis Silvestris Lybica ed è il gatto selvatico africano, ovvero il progenitori dei nostri gatti domestici. Entrambi fanno parte della stessa specie, quindi, sia il gatto selvatico Sardo sia quello Europeo si possono incrociare con il gatto domestico e hanno prole fertile. Questo è un grosso problema perché finché vengono lasciati liberi i gatti domestici, soprattutto in zone rurali con presenza di boschi, c'è possibilità che si incontrino e si accoppino e nascerà un ibrido. La percentuale di ibridazione è oggetto di studio genetici, varia in base ai paesi europei e al contesto, e di fatto è un pericolo perché mina il patrimonio genetico originario della sottospecie selvatica. Oltrettutto il gatto domestico risulta un elemento di rischio per la salute del gatto selvatico perché ci sono alcune patologie che per il gatto domestico sono facilmente superabili, mentre invece per il gatto selvatico potrebbero essere più gravi e possono portarlo alla morte.
Cosa stiamo facendo noi per monitorare e osservare il gatto selvatico?
Da circa un paio di anni esiste un portale www.gattoselvatico.it che riporta, oltre alle informazioni generali sulla specie, anche una mappa con la distribuzione aggiornata in tempo reale dell'osservatorio del gatto selvatico. Questo è stato possibile grazie a una collaborazione tra il Museo di Storia Naturale della Maremma e il Ministero dell''Ambiente, oggi definito Ministero della Transizione Ecologica, con la collaborazione operativa di Ispra (L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che gestisce il network nazionale per la biodiversità, e consente di creare delle mappe in tempo reale costituite non solo dai dati degli esperti ma anche dai dati dei singoli cittadino, pervenuti grazie alle loro segnalazioni. Chiunque può contribuire, collegandosi al portale, e inserendo, con un apposito modulo on line, le informazioni che crede opportune sul gatto selvatico. Per esempio nel caso in cui un cittadino avesse scattato una foto in natura e ritiene che si tratti di un gatto selvatico, o ha collocato una fototrappola che ha scattato immagini di alcuni felini, oppure ha trovato un animale investito a bordo strada e teme sia un gatto selvatico, lo può segnalare e gli esperti valuteranno queste informazioni. Le segnalazioni vengono validate e a loro viene assegnato un codice di attendibilità e poi vengono aggiunte sulla mappa. Tutti possono contribuire e questo ci permette di capire dove il gatto selvatico si sta espandendo, dove i dati sono piuttosto vecchi e non aggiornati e dove le azioni di conservazione possono essere più utili.
Foto di Enrico Ferraro, scattata sul Monte Grappa, di due esemplari giovani di Felis Silvestris Silvestris