Non è solo un cane

Non è solo un cane Grafica/Marchio a cura di ©Sabrina Calvino Tutto ebbe inizio all’età di sei anni, quando fece breccia nel mio cuore, il primo cucciolo “Nerone”.

Negli anni, diversi altri cani hanno fatto parte della mia vita, “Pongo”, “Bingo”, “Ringhio”, “Hulk”, “Wendy “...col tempo poi, anche il modo di vivere insieme a loro è cambiato. La curiosità e la voglia di capire, il perché un cane assumesse determinati comportamenti piuttosto che altri, il bisogno di comprenderli per farsi comprendere, la necessità di diventare un corpo solo e un’anima sola, con

il mio cane, tutto questo (insieme ad altre innumerevoli motivazioni), mi ha spronato ad addentrarmi nei meandri della cultura cinofila. In questo percorso di studio, ho scoperto diverse realtà sul mondo cinofilo, sfatato miti e leggende, accantonato credenze popolari, che etichettavano il cane, come essere vivente non pensante, che agisce solo per istinto o abitudini. Ora con gli strumenti acquisti, posso affermare il contrario, posso aiutarvi a comunicare con lui, posso fare da interprete tra voi e il vostro cane, posso aiutarvi a vivere la vita insieme al vostro fedele compagno, nella maniera più adeguata per tutti e due, evitando che i bisogni dell’uno, soffochino quelli dell’altro, e per i più scettici, mi limiterò solo nel fargli capire che...NON È SOLO UN CANE!

10/01/2025

Etimologia e significato della parola “punizione”

La parola “punizione” deriva dal latino punire, che significa correggere attraverso una pena, con lo scopo di riparare o educare.

Tuttavia, nel tempo, il termine ha assunto sfumature più punitive e meno educative, legate alla sofferenza come mezzo per ottenere un risultato.

Questo cambio di prospettiva rende fondamentale riflettere sul suo utilizzo nel contesto educativo, sia con gli esseri umani che con i cani.

Come ci ricorda il linguista e filosofo Noam Chomsky, “le parole non sono mai neutre”.

Esse portano con sé un bagaglio di significati che influenzano chi le riceve.

Dire “punire” può evocare immagini di severità, controllo e talvolta abuso, che possono spingere chi ascolta a fraintendere o esagerare nelle proprie azioni.

Il peso delle parole nella comunicazione

Quando ci si rivolge a un vasto pubblico, come avviene sui social media, il peso delle parole è amplificato.

Ogni frase può essere interpretata in modi diversi, a seconda del contesto culturale, dell’esperienza personale e delle emozioni di chi legge.

Studi di psicologia sociale (Watzlawick, 1967) dimostrano che il linguaggio può influenzare comportamenti e atteggiamenti, soprattutto quando proviene da figure percepite come autorevoli.

Affermare “punite il cane” senza spiegare il significato preciso del termine o fornire limiti chiari è rischioso.

Lascia spazio a interpretazioni soggettive, che potrebbero tradursi in azioni dannose per l’animale, come l’uso della forza fisica o metodi violenti.

Un esempio emblematico di come le parole possano plasmare il comportamento umano è il famoso esperimento di Milgram (1963), in cui l’autorità e l’uso di termini specifici hanno spinto i partecipanti a compiere atti contrari alla loro etica personale.

Ciò sottolinea quanto sia necessario usare con cautela espressioni che possano implicare azioni violente o punitive.

La psicologia della “punizione”.

In psicologia, il concetto di punizione è definito come uno stimolo che riduce la probabilità che un comportamento si ripresenti.

Tuttavia, gli studi di Skinner sul condizionamento operante dimostrano che la punizione, se usata in modo inappropriato, può avere effetti collaterali significativi, come paura, ansia e comportamenti aggressivi.

E qui, lasciatemelo dire, anche lo stesso Skinner, tanto citato in ogni corso di addestramento cinofilo come fosse il santone della psicologia comportamentale, lo ha sempre sostenuto nei suoi studi: il rinforzo positivo funziona meglio.

Insomma, se anche lui, con tutto il suo entusiasmo per i piccioni, le gabbie e i bottoni, vi dice di non esagerare con le punizioni, forse vale la pena ascoltarlo!

Nel caso specifico dei cani, la punizione non deve mai essere interpretata come un mezzo per infliggere dolore o disagio.

L’educazione positiva, basata sul rinforzo di comportamenti desiderati, è scientificamente provata come il metodo più efficace e rispettoso per costruire una relazione sana tra cane e proprietario.

Inoltre, la mancanza di indicazioni chiare su cosa costituisca una punizione “adeguata” rischia di lasciare l’interpretazione all’arbitrio del singolo, con risultati imprevedibili e potenzialmente pericolosi.

La responsabilità è sempre di chi comunica.

Per leggere l'articolo completo vai su DOGSPORTAL.IT

09/01/2025

LA SINDROME DELLA SALVEZZA

Il verbo ′′ SALVARE ′′ è un termine ormai molto abusato.
Con quanta nonchalance molte persone si esprimono scrivendo
′′ cani che salvo ", ′′ è un cane che ho salvato ′′ e frasi simili.

Lasciate che il ′′ salvataggio ′′ venga riconosciuto come tale da chi si sente salvato!
Credo che ′′ salvare ′′ sia un verbo che ha un senso eccellente quando viene usato in passività da chi si riconosce spontaneamente e si sente salvato.

Proclamarsi salvatore è solo un credo auto-reclamato, che nutre il proprio ego!
Utilizzare così frequentemente e alla leggera frasi come ′′SALVO", ne diventa solo un segno di presunzione e di vanità.

SALVARE
CANI LIBERI:
un gesto nobile quando è davvero necessario!

Ma questo non significa sempre trovare loro una famiglia, non significa mai chiuderli in una cella privandoli della loro vita.

Da cosa li salviamo?
Spesso bisogna salvarli dall'uomo stesso!

Salvare e aiutare a volte significa semplicemente lasciare che ogni essere vivente possa vivere la vita per cui è nato.

Pensi che questo sia un atto d'amore: imporre la tua volontà per realizzare il tuo concetto di ′′ salvare ′′ qualcuno invece di osservare, comprendere e rispettare la volontà del cane?

No, non lo è, non lo è in nome di nessun ideale, figuriamoci dell'amore.

Il vero amore è chiedere chi è questo cane, cosa vuole veramente, rispettare la sua volontà, la sua vita e non prevaricare imponendogli la nostra idea di salvataggio che non necessariamente corrisponde a ciò che vuole, a ciò per cui è venuto al mondo.

La più alta forma di amore è capire che ci sono cani che piuttosto che essere amati troppo da vicino vogliono solo essere liberi e catturarli, chiuderli in un canile, cercare una famiglia per loro a tutti i costi è una prevaricazione, non amore e non è nemmeno protezione.

Pensare che i cani siano esseri senzienti e intelligenti, e poi essere convinti che non ce la faranno se non intervenite per ′′ salvarli ′′ è solo una contraddizione.

Esistono almeno da quando esiste l'uomo e questa mi sembra la prova evidente che sanno sopravvivere ai secoli dei secoli, sanno stare al mondo.

Se pensi che liberarsi da un cane libero che vuole vivere libero sia salvarlo, sappi che stai commettendo la più alta forma di maltrattamento e abusi che puoi fare e che questo modo di agire non ti rende migliore di quello che li colpisce con le pietre.

Dalla pagina: L’identité du CHIEN l’individu à l’autre bout de la laisse
Immagine dal post : https://www.facebook.com/groups/adranodreamers/permalink/4508851885902193/

30/12/2024

Botti di Capodanno: una sensibilizzazione che purtroppo non basta

Ogni anno, la storia si ripete: incidenti, feriti e tragedie legate ai botti di Capodanno. Eppure, nonostante gli sforzi per sensibilizzare, i dati rimangono stabili. Perché?

La realtà è amara: chi più di tutti ha bisogno di comprendere i rischi e le conseguenze di queste pratiche manca spesso delle basi empatiche e cognitive necessarie per farlo. Nel 2024, stiamo ancora lottando per spiegare perché l’esplosione compulsiva di botti e petardi, nei quartieri delle città o peggio, in eventi devastanti organizzati nei centri storici dai comuni stessi, dovrebbe essere un ricordo del passato.

Purtroppo, con queste persone la sensibilizzazione da sola non funziona. Servono interventi concreti. Speriamo quindi che i comuni facciano rispettare le delibere già esistenti e agiscano con le forze di polizia per fermare e sanzionare chi infrange le regole.

Solo così, forse, potremo ridurre i danni e iniziare a costruire una cultura più rispettosa e consapevole. Nel frattempo, continueremo a parlare, anche a chi non vuole ascoltare. Perché il cambiamento passa anche da qui.

Non chiedo niente di più di quello che ho!Buon Natale ♥️🐾
25/12/2024

Non chiedo niente di più di quello che ho!
Buon Natale ♥️🐾

29/11/2024

Introduzione: il perdono senza condizioniIl perdono è una delle sfide emotive più complesse che affrontiamo. Per noi umani, spesso si intreccia con il nostro ego, con la paura di sembrare deboli e con il desiderio di giustizia. Tuttavia, ogni giorno abbiamo sotto gli occhi un esempio straordinario...

😅
21/11/2024

😅

06/11/2024
04/11/2024

IntroduzioneIl cane vive nel presente, un modo di esistere che gli consente di godere pienamente di ogni momento, senza rimpianti per il passato né preoccupazioni per il futuro. Questo tratto caratteristico del cane è una lezione preziosa per gli esseri umani, che spesso si trovano a combattere co...

Si abitua chi non comprende, chi non condivide, chi accetta la mediocrità, chi non vive la propria vita, chi non ha cora...
18/10/2024

Si abitua chi non comprende, chi non condivide, chi accetta la mediocrità, chi non vive la propria vita, chi non ha coraggio…l’abitudine è per chi non vive emozioni!

"POI ALLA FINE SI ABITUA"...🤷🏽‍♂️🤦😑🤐😮‍💨🙄😒😥😵‍💫😵🫨

È la classica frase che si sente, purtroppo ancora, dire quando un cane manifesta un disagio attraverso un comportamento che risulta sgradito agli occhi dei proprietari.
Questa frase dà il polso della "disculrura cinofila" che, ancora, regna imperante oggi giorno. 🤷🏽‍♂️🤦

Chiunque pronuncia queste parole "alla fine si abitua" dovrebbe essere sottoposto, per una sorta di "legge del taglione", ai medesimi disagi a cui pretende il proprio cane si ...abitui.😑

Certo che "alla fine si abituano"...se non hanno alternative!!!

Ma è la modalità con cui questa "abituazione" avviene che può ( e deve !!!) fare la differenza.

Innanzitutto quello che fa tantissimo questa differenza è il porsi,a priori, in un atteggiamento di comprensione (e non giudicante) del fastidio del proprio cane. Fastidio e dolore probabilmente. E non pretendere "si abitui" per sfinimento. Ma attraverso un percorso il più graduale possibile, mettendo, all' inizio,il cane il meno possibile in quella situazione che gli provoca disagio, paura o dolore.
E solo successivamente aumentare, man mano, i tempi o la presenza di ciò che o chi lo infastidisce.

Quello che bisogna comprendere è che il lavoro non è mai sul comportamento del cane, ma sulle sue emozioni, di cui i comportamenti sono solo manifestazioni esteriori.
Ricordiamoci sempre che i cani non conoscono le motivazioni per cui gli facciamo determinate cose o li mettiamo in determinate situazioni( dalle visite veterinarie a passeggiate in posti troppo affollati, ecc.) e questa è, spesso, la prima fonte di ansia e stress.
Cosa penseremmo e proveremmo noi se un nostro familiare un giorno ci prendesse, ci portasse in ospedale o anche in un bar o al ristorante o ci sottoponessero ad un intervento senza dirci nulla e poi ci mettessero qualcosa che ci dà fastidio dicendoci: abituati!
Io proverei un odio profondo.

Abituatevi voi a tutto ciò che anche soltanto vi infastidisce e di cui, invece, mi sembra che quotidianamente vi lamentate e non tollerate minimamente.
Cercate di allenare l'empatia, invece, per un essere di un'altra specie...che è un buon allenamento per svilupparla poi verso i vostri conspecifici ( amici, familiari, colleghi e sconosciuti anche).
L'empatia è una competenza che si allena praticandola...

È il motivo per cui ti svegli presto la mattina, lo stesso motivo per cui esci sotto la pioggia, sotto il sole o comunqu...
11/10/2024

È il motivo per cui ti svegli presto la mattina, lo stesso motivo per cui esci sotto la pioggia, sotto il sole o comunque esci anche quando non hai voglia, è il motivo per il quale scegli le vacanze in posti dove possiate divertirvi insieme, è la ragione per la quale metti i soldi da parte…per poi spenderli in crocchette, giochi, veterinario, toiletta (e molto altro), è la scusa (a volte) per la quale non esci con gli amici e rimani a casa sul divano, è lo stesso motivo per il quale hai una macchina di mexxda…ma è spaziosa per farci entrare anche il trasportino, è lo stesso motivo per il quale cambi aspirapolvere ogni due anni, e hai i vestiti pieni di peli, e hai la tasca destra dei pantaloni sempre con qualche biscottino, è il motivo che ti ha fatto passare notti insonni, è il motivo per il quale hai fatto cose che mai avresti immaginato di fare…è la ragione per la quale, quando hai provato a rinunciare…ti ha fatto andare avanti!


29/08/2024

La coppia si era recata presso la struttura per riportare a casa il loro amato cane, ma quello che hanno trovato è stato solo un vuoto angosciante e un

26/08/2024

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