Il Cane Oltre La Siepe - Dogwalking

Il Cane Oltre La Siepe - Dogwalking Servizio diurno di dogsitting/dogwalking in contesti naturali a due passi dalla città
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La foto dell’anno 😍🐶 Queste su che sono   !
21/09/2024

La foto dell’anno 😍🐶
Queste su che sono !

Wild walkers 🐶
19/08/2024

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Ci rivediamo ad agosto con tante nuove avventure…IN NATURA! 🐶😎💚🌳🌸🌞
06/07/2024

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Monday in green 💚
24/06/2024

Monday in green 💚

11/06/2024

LETTERA APERTA
Progetto dello Sport e dell’Educazione Ambientale al Meisino
Valutazione rispetto ai parametri riportati

Le necessità e le proposte delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste, che chiedevano il rispetto dei boschi urbani, delle aree verdi e zone umide, ricche di avifauna e biodiversità, e l’abbandono del progetto del parco dello sport al Meisino, non sono state prese in considerazione. Non si è creato quel clima partecipativo, essenziale nei processi decisionali in una realtà in rapido peggioramento ambientale e climatico, che crea apprensione nei cittadini
L’intervento sul Parco del Meisino riguarda una vasta area, in parte compresa all’interno del Parco del Po piemontese, nella ZPS (Zona a Protezione Speciale) del programma RETE NATURA 2000 della Comunità Europea, ossia la porzione a Ovest di Corso Luigi Sturzo, e, in parte, compresa all’interno di “area contigua” ai sensi della L.R. 19/2009, ossia la porzione a Est di Corso Luigi Sturzo.
Questi luoghi, dove il Comune di Torino vuole realizzare il “parco dello sport e
dell’educazione ambientale”, sono una vera oasi naturalistica in città e con peculiarità botaniche ed entomologiche, in cui, negli anni, sono state censite più di duecento specie di uccelli.
La cittadella dello sport, voluta dal Comune di Torino, prevede la realizzazione di
strutture polivalenti per: pump track, skills bike, tiro con l’arco, biathlon, ciclocross,
arrampicata sportiva, etc. Inoltre il progetto del Comune prevede anche la
realizzazione di una “passerella” che scavalchi Corso Luigi Sturzo, creando un ulteriore collegamento tra le due aree dell’intervento. Attualmente il collegamento tra le due aree è già garantito dal sottopasso alla “curva delle cento lire”, collegamento che si snoda lungo la sponda destra del Po.
La realizzazione della cittadella dello sport, ci vede decisamente contrari e ci preoccupa. Reputiamo che il relativo isolamento che godeva il parco del Meisino, e che ha consentito la creazione di un’area naturalistica pressoché unica in Italia e in Europa, composta da boschi urbani e da una ricca avifauna, venga irrimediabilmente compromesso dalla massiccia presenza di persone che si applicheranno nelle varie attività sportive. Siamo inoltre decisamente contrari alla realizzazione della
“passerella”, che, per la sua costruzione, necessiterà l’abbattimento di più di cento piante e la conseguente distruzione di parte dei “boschi urbani” che sono cresciuti in questi anni.

Abbiamo accolto con profondo interesse e piacere il documento dei professori Vittorio Martone e Dario Padovan, Associati rispettivamente di Sociologia dell'ambiente e del territorio e Sociologia generale presso UniTo, nel quale vengono evidenziati i grossi
limiti che hanno i progetti “non inclusivi” delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste. Condividiamo totalmente là dove si evidenzia la contrapposizione tra il luogo attuale, dove la natura ha lentamente ripreso i propri spazi, creando biodiversità, e il progetto del Comune che vuole trasformare la “natura disordinata” in “giardini ordinati per lo sport”. È chiara la contrapposizione nell’utilizzo degli spazi tra chi vuole fare sport competitivi, sparando ai bersagli, e chi desidera passeggiare, sedere, meditare.
Legambiente Metropolitano, in sintonia con le comunità locali, le associazioni ambientaliste del territorio e il comitato Salviamo il Meisino, che ha raccolto più di 8.000 adesioni, continua a chiedere che questi spazi rimangano un luogo cittadino dove la Natura possa esprimersi senza vincoli e costrizioni, dove prevalga il “disordine positivo” dei Boschi Urbani, dove venga tutelata la biodiversità, e che la presenza dell’uomo sia “lieve” e il più possibile in “sintonia con la natura”.
Ci domandiamo perché si debba devastare un’area così ricca di biodiversità per fare spazio ad attività sportive che potrebbero ve**re realizzate in altri luoghi, a esempio rigenerando impianti sportivi attualmente non più utilizzati (es. il campo da calcio non più utilizzato presente nella parte di borgata Rosa) o rigenerando aree della città attualmente in abbandono (es. il luogo dove sorgeva l’ex campo nomadi di Lungo Stura Lazio)

Carla Pairolero, Fulvio Tagliabò, Flavio Vallarelli
LEGAMBIENTE METROPOLITANO APS
Per info: 338 3604363 Torino, 24 maggio 2024

“Forse si può trovare un equilibrio fra la mania di controllo e la superficialità; fra il rispetto dell’altro e l’espres...
08/06/2024

“Forse si può trovare un equilibrio fra la mania di controllo e la superficialità; fra il rispetto dell’altro e l’espressione della libertà pura dell’individuo.
Non dico di trasgredire le regole: dico che alcune vanno proprio cambiate. Le regole scritte nei regolamenti cittadini, ovvio.
Anche quelle non scritte, ma valide fra le strane creature proprietarie di cani: che le p**ì non si annusano, che libero ti perdi, che fra maschi non ci si incontra mai, che i cani grandi sbranano i cani piccoli, che puoi non uscire tanto ti basta il giardino.
Liberi: prendete delle precauzioni, ma lasciateli liberi. Quello che vedrete non potrà mai essere scritto su un libro.”
Da: Piacere di conoscerti, Elena Garoni

08/06/2024

"Il cane è dominante perché mi m***a". La diffusa credenza della m***a da dominanza è un malinteso che rischia di creare problemi nella relazione

17/05/2024

Lettera aperta a Ariu

Ciao Chiara,
come puoi immaginare ho pensato di pubblicare questa lettera in seguito al triste episodio di cui sei stata vittima insieme a Milo e Madeira e, soprattutto, a quanto sta suscitando l’hashtag .

Per prima cosa, però, desidero esprimerti il mio dispiacere per quanto è accaduto perché, al di là di tutto quello che è stato e verrà ancora detto su questa faccenda, l’aspetto più importante di tutti rimane la perdita di un amico che niente e nessuno potrà ridarvi indietro.

Sarò sincero: ho deciso di scriverti solo dopo aver visto i contenuti che produci e grazie ai quali ti stai facendo conoscere perché mi sono trovato d’accordo con buona parte di essi.

Proprio per questo, però, mi permetto di suggerirti che una presa di posizione come la tua, per quanto comprensibile, deve essere condotta con la massima attenzione rispetto a chi la cavalcherà, con che modalità e con quali finalità.

Dico questo perché avrai avuto modo di constatare come il tuo hashtag, purtroppo, non abbia stimolato una riflessione costruttiva in merito al tema della libertà e della gestione dei cani, né una discussione profonda e produttiva su tematiche che per chiunque vive o lavora con i cani dovrebbero essere invece imprescindibili, come la relazione, la fiducia, l’educazione, la comunicazione, la socialità, la comprensione e il rispetto della caninità.

Al contrario sta contribuendo per lo più ad alimentare l’ennesima guerra tra fazioni in cui i primi a perderci sono proprio i cani.

Da un lato c’è chi pensa che siccome il proprio cane “è buono” (con chi? dove? quando? e soprattutto cosa significa “buono”?) possa stare libero senza minimamente comprendere e prendersi carico delle implicazioni che questa scelta comporta per chi gli sta attorno mentre dall’altro c’è chi urla di tenere tutti i cani al guinzaglio a prescindere (salvo poi dichiarare di amarli più delle persone) e chi, pur ritenendosi un professionista navigato, non sa fare altro che strozzare e urlare ai cani per tenerli costantemente sotto controllo come fossero dei soldati.
In mezzo, poi, si trovano quelli che, ogni volta che succede un fatto di cronaca riguardante un cane, propongono senza alcun criterio né competenza il solito patentino (come se la patente della macchina la si dovesse prendere dopo aver causato un incedente e non prima, così da dimostrare di esser in grado di guidarla).

Da quel che traspare dal tuo profilo IG non mi pare tu voglia alimentare nessuna di queste posizioni e spero davvero di non sbagliarmi.

Non tanto perché, come scrivi tu stessa, «le lamentele prolungate per i cani senza controllo, ad un certa iniziano ad essere un po’ pesanti».
Ma perché è assolutamente vero che si dovrebbe tenere sempre a mente «il benessere del cane prima della legge» e che «il cane può stare libero in più contesti, a patto che sappia relazionarsi correttamente dal punto di vista etologico e gestionale».

Anche io, insieme a tanti altri colleghi e colleghe, "sono fermamente convinto che educare il proprio cane e costruire con lui una relazione fondata sulla conoscenza e la collaborazione piuttosto che sul semplice controllo e l’uso di determinati strumenti, possa consentire saltuariamente di agire in piena coscienza fuori dagli schemi e, al contempo, essere il miglior strumento per garantire non solo l’incolumità pubblica, ma anche una serena e duratura convivenza fra cani, esseri umani e il resto del pianeta Terra."

Non solo, penso anche che chiunque abbia l’immensa fortuna di condividere la propria vita con un cane dovrebbe considerare la concessione della libertà tanto un imprescindibile obiettivo educativo, quanto un aspetto irrinunciabile della relazione che lo lega a lui!

E su questo sono certo sarai d’accordo con me, viste le numerose immagini che hai più volte condiviso delle tue passeggiate in libertà insieme a Milo e Madeira.

La libertà è un diritto fondamentale e inalienabile per qualunque essere vivente!
Ecco perché negarla al cane che diciamo di amare o pensare di concedergliela liberandolo solo dentro spazi recintati e inadatti come lo sono la maggior parte delle aree-cani, rappresenta dal mio punto di vista un forma di maltrattamento etologico silente, ma altrettanto terribile delle altre per cui siamo giustamente pronti a scandalizzarci.

Non a caso tempo fa ho scritto che “a fronte della comprensibile esigenza di gestire una situazione complessa e rischiosa come quella rappresentata dalla presenza dei cani, non ci si dovrebbe limitare a controllare solo la loro libertà d’azione poiché i cani possono diventare pericolosi (o esser vittime di incidenti) anche da legati se condotti da una persona inconsapevole o irrispettosa.
Il primo obiettivo di una società civile, semmai, dovrebbe essere quello di educare cani e umani affinché l’azione di entrambi risulti rispettosa degli altri e del contesto in cui si trovano.”

Ed eccoci arrivati al punto: visto che la società “civile” a cui apparteniamo finora ha fatto pochi progressi in questa direzione, per lo meno noi che abbiamo la fortuna di poter far sentire la nostra voce a più persone e dare così un importante contributo affinché le cose cambino, dobbiamo stare attenti a non gettare altra benzina su un fuoco che ha il solo effetto di dilatare ulteriormente i tempi di un cambiamento che chiunque ami i cani (e gli animali tutti) sta attendendo da tanto, troppo tempo.

Ribadisco, comprendo perfettamente il tuo dolore e come questo possa generare una reazione anche impulsiva, ma allo stesso tempo mi auguro che vorrai chiarire la tua posizione in merito affinché si eviti che le tue parole possano essere ulteriormente fraintese o, peggio, strumentalizzate.

Insomma, "da grandi poteri derivano grandi responsabilità!"

Storia di un venerdì mattina 🌾🌺🌺🌾🐶
10/05/2024

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🌺🌸🌺🌸🌺🌸🌺
06/05/2024

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15/02/2024

"Siamo tutti pronti a scandalizzarci e a puntare il dito quando veniamo a conoscenza di maltrattamenti fisici a spese di un cane, o di un animale in generale, eppure non riusciamo a mostrare la stessa sensibilità e fermezza nei confronti del maltrattamento etologico che si verifica quando non si ascoltano le richieste e si inibiscono i desideri dell’animale che diciamo di amare, costringendolo a una vita diversa da quella che suggerisce la sua etologia."*

E poco importa se ciò avviene perché il cane viene segregato per anni in un giardino pensando che gli basti questo per esser felice o perché viene portato a passeggio agghindato come un id**ta magari dentro una borsetta o perché è obbligato a stare al gunzaglio in mezzo a cani e persone sconosciuti durante un'Expo o una manifestazione rescue o perché viene selezionato/acquistato in virtù di un aspetto tanto irresistibile quanto incompatibile con la sua salute e la sua felicità...in ogni caso stiamo mancando di rispetto al cane che dichiariamo di amare.

E per comprenderlo non serve essere "del mestiere", basterebbe guardarlo negli occhi ed esser sinceri con se stessi e con chi sta all'altro capo del guinzgalio.

Proprio come fanno i cani con noi, ogni giorrno.

TRUST YOUR (FREE) DOG!

[* "Come (e perchè) scegliere un cane", S. Dalla Valle. TEA]

Cani e nuvolette 🩵🤍
02/02/2024

Cani e nuvolette 🩵🤍

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