Ambulatorio Veterinario Torino dott. Thomas Bottello

Ambulatorio Veterinario Torino dott. Thomas Bottello Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Ambulatorio Veterinario Torino dott. Thomas Bottello, Veterinario, Via Leopoldo Usseglio 14, Turin.
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Servizi:
-Medicina e chirurgia
-Esami di Laboratorio
-Diagnostica per immagini
-Visite specialistiche su appuntamento
-Visite a domicilio
-Scheda Clinica OnLine

14/09/2023
Giornata mondiale del cane
26/08/2023

Giornata mondiale del cane

30/04/2022
15/07/2021
09/02/2021

BARBONE A CHI?

Questa mattina ci siamo alzati ed abbiamo scoperto di aver perso il lavoro.
In breve tempo, insieme al lavoro, abbiamo perso la possibilità di sostentarci.
Siamo finiti per strada ed ad abbiamo deciso di restare insieme nonostante eventuali disagi, il caldo, freddo, il poco cibo e tutti gli inconvenienti che capitano in una situazione del genere. Il poco cibo è stato sempre diviso equamente.
Ma perché stupirsi ? Viviamo insieme da migliaia di anni ed insieme ci siamo evoluti, quante volte ci siamo trovati a condividere situazioni ambientali molto critiche eppure siamo riusciti ad arrivare fino a questo momento.
In questa nuova situazione è arrivato un poliziotto e ci ha separati, è stato uno shock emotivo orribile vederci separare uno dall’altro.
Davvero non riesco a spiegarmi come il nuovo regolamento per la nostra tutela ed il nostro benessere abbia preso in considerazione la possibilità di strapparmi alla persona che amo di più al mondo.
A proposito, non sono un barbone sono un meticcio.

Dottor Mauro Ferri, Medico Veterinario Esperto FNOVI in Medicina Comportamentale.

Dottor Mauro Ferri, Consigliere dell’ Ordine dei Medici Veterinari di Torino, Consigliere SISCA, Vice-Presidente ETP

02/01/2021

Ottavio Davini, medico con 40 anni di esperienza, ultimo incarico all’Azienda ospedaliero-universitaria San Giovanni Battista di Torino e autore di alcuni libri di divulgazione sanitaria (“Nella bolla del virus”, Neos Edizioni – “Il prezzo della salute”, Nutrimenti Edizioni), ha spiegato...

30/12/2020

ACCENDERE LA MICCIA DI UN PETARDO FA SCOPPIARE IL CUORE... MA NON DI FELICITÀ

Molti dei nostri animali da compagnia (uso questo termine perché spesso ci dimentichiamo delle specie come il coniglio, furetto, specie aviari e, perché no, rettili e pesci), provano veri e propri attacchi di panico che fanno vivere loro in modo orribile quello che ai nostri occhi è un momento di gioia.

Molti cani in queste occasioni fuggono in modo incontrollato ferendosi, provocando incidenti i cui risvolti possono essere fatali per il fuggitivo e per le persone coinvolte.

In questi giorni i Medici Veterinari vengono contattati per richiedere aiuti farmacologici affinché gli animali da compagnia non provino questi attacchi di panico o quali altri strumenti si possano utilizzare per ridurli.
Molto spesso le nostre conoscenze scientifiche non sono sufficienti ad eliminare completamente la paura dei botti di fine anno.

Il 2020 è stato un anno terribile per tutta l’umanità.
Salutiamo il nuovo anno senza botti, dimostriamo all’anno che verrà che veramente ne siamo usciti migliori e che abbiamo imparato che il rispetto dell’altrui sofferenza è un'arma potentissima che tutti abbiamo.
Ed allora armiamoci fino ai denti di rispetto e facciamolo esplodere magari con una risata, che fa tanto tanto più rumore di un petardo, ma non fa male a nessuno.

Dottor Mauro Ferri, Medico Veterinario Esperto FNOVI in Medicina Comportamentale

Dottor Mauro Ferri, Consigliere dell’Ordine dei Medici Veterinari di Torino, Consigliere SISCA, Vice-Presidente ETP

10/12/2020
01/12/2020
28/11/2020

NUOVA LETTERA DA PARTE DEI DOCENTI DI MALATTIE INFETTIVE AGLI STUDENTI DI MEDICINA VETERINARIA





Pubblichiamo integralmente questa lunga lettera che vale la pena leggere fino in fondo.

VACCINI: CERTEZZE ED ASPETTATIVE
COSA VUOL DIRE SICUREZZA ED EFFICACIA IN CAMPO MEDICO E VETERINARIO

Quando si parla di vaccini e vaccinazione si entra inevitabilmente in un campo minato.
Qualsiasi cosa si scriva si guadagnano amici e nemici.
Mai come per i vaccini l’opinione pubblica è polarizzata, seppur con proporzioni diverse, su due fronti opposti; non esiste una scala di grigi.
O si sta da una parte o dall’altra.
Noi stiamo dalla parte della scienza, lo dichiariamo subito ed apertamente.
Abbiamo avuto il privilegio di essere pagati per studiare ed acquisire competenze che facilitano la nostra capacità di comprendere meccanismi biologici complessi.
Il che non significa essere capaci di spiegarli a tutti, ma almeno ci proviamo.
Certo, voi studenti le competenze le avete acquisite (in immunologia, virologia, epidemiologia ecc.) e con voi sarà più facile discutere. Ma visto che siete piuttosto bravi a divulgare le nostre lettere attraverso i canali della moderna comunicazione, sentiamo la responsabilità di spiegare con un linguaggio semplice, che raggiunga tutti, alcuni concetti importanti in tema di approvazione di un vaccino.

La necessaria premessa è che i sistemi complessi richiedono spiegazioni complesse.
Semplificare significa banalizzare ed esporsi inevitabilmente a critiche. Pazienza, correremo il rischio.

Prima di entrare negli aspetti tecnici ripassiamo insieme alcuni concetti generali, precisando che quanto viene trattato si riferisce ai meccanismi di lotta alle malattie infettive.

Il vaccino, nell’ipotesi che funzioni, non è altro che uno stratagemma con il quale inganniamo il nostro sistema immunitario, facendogli credere che siamo minacciati da un agente infettivo, il sistema immunitario reagisce elaborando una sofisticata reazione che coinvolge cellule (i linfociti) e
molecole solubili (gli anticorpi). Questa reazione ha due caratteristiche principali: è specifica verso il vaccino ed è duratura, grazie alla memoria immunitaria. L’inganno però è a fin di bene, dal momento che la risposta al vaccino sarà protettiva (cross-reattiva) anche verso l’agente infettante
autentico, quello che potremmo incontrare successivamente e verso il quale il nostro organismo risulterà immune.

Questa definizione contiene anche il principale motivo di renitenza per chi è restio a vaccinarsi:
“Perché dovrei inocularmi una sostanza estranea, rischiando effetti avversi, quando non sono malato?”
Se ci pensate bene la domanda è la stessa da secoli, ma la risposta oggi è molto meglio articolata rispetto a quello che avrebbe potuto controbattere Edward Jenner, dal momento che egli ignorava le basi immunologiche di quella stregoneria che chiamava vaccinazione.
Descrivere quello che succede nel nostro organismo dal momento della prima inoculazione di un vaccino ed il momento in cui risultiamo immuni (circa 15-30 giorni) richiederebbe una lettera alla settimana per un anno.
Ma non è l’argomento di oggi, quindi, fatevi coraggio, schiaritevi le idee su un buon libro di testo e spiegatelo voi ai vostri amici.

Il tema di oggi invece riguarda le caratteristiche di qualità di un vaccino: la sua sicurezza e la sua efficacia.

📍Il vaccino sicuro è un prodotto che non presenta o ha limitate reazioni avverse. I cosiddetti “effetti collaterali” sono declinati per frequenza (da molto comuni a molto rari) e gravità (da un lieve gonfiore nel sito di inoculazione allo shock anafilattico, oppure, per i vaccini vivi attenuati, i sintomi della malattia per la quale ci si voleva proteggere, o ancora, i sintomi di una malattia diversa, causata da un agente infettante che ha contaminato il vaccino in fase di produzione).
Oggi, grazie al fatto che miliardi di dosi vaccinali sono state impiegate in molte specie animali, uomo compreso, sappiamo meglio prevenire gli errori del passato. Conosciamo gli adiuvanti meglio tollerati, i metodi di coltivazione, di attenuazione o di inattivazione degli stipiti vaccinali, come
questi vanno presentati alle cellule per stimolare i diversi comparti della risposta immunitaria, quali controlli effettuare sui lotti di produzione, ecc.
E’ bene precisare che, per alcune malattie, il vaccino sicuro al 100% non esiste. Si tratta fortunatamente di poche eccezioni ma sarebbe scorretto negarlo, anche perché le informazioni sulle reazioni avverse sono continuamente aggiornate e reperibili sui siti ufficiali.
L’autorizzazione all’uso dei vaccini tiene sempre conto del bilanciamento fra costo e beneficio (fra il rischio di una
reazione avversa e il beneficio di risultare protetti verso un’infezione insidiosa).

📍Il vaccino efficace
L’efficacia di un vaccino si misura con la capacità di stimolare una risposta immunitaria protettiva.
Possiamo quantificare la risposta immunitaria utilizzando saggi in vitro, come la titolazione degli anticorpi neutralizzanti (quelli che impediscono al virus di infettare le cellule) o la risposta cellulo mediata citotossica. Per le malattie dell’uomo di una certa gravità, la valutazione di efficacia si ferma qui.
In campo veterinario abbiamo un’arma in più: il challenge, ovvero la deliberata infezione, condotta in condizioni sperimentali, con un ceppo pienamente virulento su almeno due gruppi di animali (precedentemente vaccinati e non), per verificare se la risposta indotta dal vaccino è in grado di proteggere contro l’infezione, o contro la malattia, di ridurre l’escrezione del virus challenge e la sua eventuale trasmissione a soggetti non vaccinati posti a contatto. Naturalmente, tutte le sperimentazioni animali sono soggette a rigide norme di legge ed un iter di approvazione
ministeriale, ma garantiscono in tempi ragionevolmente rapidi, dati convincenti sulla efficacia di un vaccino.
In campo umano i tempi di Edward Jenner sono lontani.
Nel 1796 infettò deliberatamente un ragazzino con il virus del vaiolo dopo avergli scarificato la cute con il fluido di una lesione cutanea di una mungitrice. Oggigiorno i trials clinici che prevedono l’infezione deliberata di un ceppo wild
type sono limitati a quelle infezioni lievi, facilmente trattabili, che non espongo i volontari a rischi eticamente non accettabili. Che fare quindi con il Covid-19? Non c’è altro da fare se non attendere che i volontari vaccinati, insieme ai volontari che hanno ricevuto il placebo, si espongano naturalmente a Sars-Cov2 e verificare se nei due gruppi si notano differenze significative in termini di suscettibilità all’infezione, sintomi, durata ed entità della fase escretiva, ecc.
Come verrà detto più avanti nell’approfondimento, questi esperimenti vengono realizzati in doppio cieco in modo da
evitare condizionamenti: il volontario non sa se ha ricevuto il vaccino o il placebo, informazione che manca anche al clinico sperimentatore.

✔️Approfondimento

Con il procedere della pandemia e della corsa allo sviluppo dei vaccini contro Sars-CoV-2, si sente parlare di efficacia, sicurezza, fasi, trial.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza: AIFA [1], sul suo portale riassume molto chiaramente il processo che porta alla distribuzione di un farmaco, in accordo con le linee guida internazionali di WHO [2].
Questo processo si divide in fase pre-clinica e fase clinica.
La fase pre-clinica include modelli in vitro e modelli animali (es.: primati) utili per verificare il meccanismo d& #39;azione, il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza. Questa fase porta alla definizione della formulazione più adatta all’uomo.
La fase clinica è a sua volta divisa in quattro fasi. Ad ogni fase corrisponde un numero sempre più elevato di soggetti testati, una maggiore complessità del disegno sperimentale e a una maggiore quantità di dati considerati.
Le fasi da 1 a 3 precedono l’autorizzazione alla commercializzazione, mentre la fase 4 rappresenta un monitoraggio dell’efficacia del vaccino quando questo è distribuito e somministrato alla popolazione.

Più nel dettaglio

1️⃣ La fase 1 prevede l’arruolamento di un numero limitato di pazienti sani (decine) ed ha come
principale obiettivo la valutazione della sicurezza del vaccino. Normalmente non-blinded (o
open-label), ovvero sia i medici sia i pazienti sanno se hanno somministrato o è stato
somministrato loro il vaccino o il placebo. Il principale scopo di questa fase è valutare la
sicurezza del vaccino.

2️⃣ La fase 2 include un numero maggiore di pazienti (centinaia): ha come scopo iniziare la valutazione dell’efficacia (misurando la risposta immunitaria), continuando la valutazione della sicurezza.
È generalmente uno studio randomizzato e controllato e include individui
sani con caratteristiche demografiche variabili.

3️⃣ La fase 3 è di fatto un’estensione della fase 2 e include numeri elevati di individui (migliaia) e porta alla valutazione dell’efficacia del vaccino, continuando a verificarne la sicurezza.

L’efficacia di un vaccino viene calcolata come la riduzione dell’incidenza di malattia nel gruppo degli individui vaccinati rispetto al gruppo placebo.
Essendo studi randomizzati e double-blind l’uniformità dei gruppi e la rappresentatività della popolazione sono garantite. Ovviamente in ogni fase è sempre presente un gruppo di controllo a cui è somministrato un placebo.
Al termine della fase 3 la documentazione viene presentata alle autorità regolatorie (FDA, EMA…) per ottenere l’autorizzazione al commercio.
Una volta autorizzato, un vaccino viene distribuito e la
sua efficacia e la sua sicurezza sono continuamente monitorate nel tempo (fase 4).

In ogni fase viene registrata qualsiasi reazione avversa sviluppata durante il trial, e si valuta la potenziale associazione con la somministrazione del vaccino.
A proposito di questo, negli Stati Uniti è stato aperto un portale per la segnalazione di reazioni avverse [3]: per ogni vaccino sono segnalate qualsiasi reazione registrata in seguito alla somministrazione.
La segnalazione è volontaria e il portale ammette che il numero di reazioni avverse potrebbe essere sottostimato.
Per fare un esempio, nel 2019 sono state segnalate 306 reazioni avverse in seguito alla vaccinazione per influenza, in tutti gli Stati Uniti. Possono sembrare molte, ma bisogna rapportare questo dato al numero di dosi di vaccino somministrate nello stesso anno: 161.1 milioni [4].
Lo stesso accade in Europa e in Italia.

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) [5] che dà la possibilità a cittadini e personale sanitario di segnalare qualsiasi reazione non attesa dopo la somministrazione di un farmaco o di un vaccino.

👉Ultimo punto: è possibile che un faccino possa essere sviluppato così in fretta mantenendo gli
standard di sicurezza? La risposta è sì, perché esistono protocolli particolari sia FDA che EMA adottati nelle situazioni di emergenza (Emergency Use Authorization, EUA) [6]. Questi protocolli prevedono tempi più stretti, ma i controlli fatti sui dati presentati dalle aziende sono gli stessi.

🧪Concludiamo dando qualche dato sulla validazione dei potenziali vaccini per Covid-19:

📍 Pfizer [7]:
- 43661 pazienti arruolati nella fase 3.
- L’efficienza sì è dimostrata pari al 95% dopo 28 giorni dalla prima somministrazione (170 casi di COVID di cui 162 nel gruppo placebo e solo 8 nel gruppo dei vaccinati)

📍 Moderna [8]:
- 30000 pazienti arruolati nella fase 3.
- L’efficienza sì è dimostrata pari al 94.5% (95 casi di COVID di cui 90 nel gruppo
placebo e solo 5 nel gruppo dei vaccinati)
- I casi gravi di COVID-19 (11) si sono registrati solo nel gruppo placebo

È vero: solo le aziende farmaceutiche possono permettersi di investire capitali enormi per lo sviluppo di farmaci e vaccini, ma lo sviluppo e la validazione di un vaccino seguono regole molto rigide, normate e garantite da enti regolatori indipendenti.
Non dimentichiamo che la sicurezza e l’efficacia di questi presidi è il frutto del lavoro, della competenza e dell’impegno di migliaia di persone, che ogni giorno danno il loro contributo affinché le malattie possano essere combattute e affinché noi possiamo godere delle nostre libertà personali.
Sia che lavorino per un’azienda farmaceutica, sia che lavorino per un ente regolatorio.

Fonti:

[1] http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/le-fasi-di-sviluppo-di-un-vaccino
[2] https://www.who.int/biologicals/publications/trs/areas/vaccines/clinical_evaluation/035-
101.pdf?ua=1
[3] https://vaers.hhs.gov/index.html
[4] https://www.cdc.gov/flu/prevent/vaccine-supply-historical.htm
[5] https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse
[6] https://www.fda.gov/vaccines-blood-biologics/vaccines/emergency-use-authorization-vaccines-
explained
[7] https://www.pfizer.com/news/press-release/press-release-detail/pfizer-and-biontech-conclude-
phase-3-study-covid-19-vaccine
[8] https://www.modernatx.com/sites/default/files/content_documents/mRNA-1273-Update-11-16-
20-Final.pdf

13/11/2020

DE CARO: GLI ANIMALI DA COMPAGNIA NON SI AMMALANO. LA CARICA VIRALE E’ MOLTO BASSA

Negli scorsi giorni, si è parlato della positività di una barboncina che vive con la famiglia di Bitonto i cui componenti sono risultati positivi.

Come già ribadito dal professor De Caro, ricordiamo che: “la carica virale è molto bassa . Significa che il cane non è in grado di infettare, perché anche se viene contagiato, il virus è presente in quantità modeste, per intenderci.”

A tal proposito, è fondamentaleper la tutela della salute dei nostri animali da compagnia seguire le buone norme di igiene, già specificate nei mesi scorsi dal Ministero della Salute.

Per maggiori informazioni, CLICCA QUI👉🏻 https://bit.ly/3lstpRX

11/11/2020

Covid & Animali

QUALI SONO LE RESPONSABILITÀ INTERNAZIONALI DELLE AUTORITÀ VETERINARIE?

📍Le Autorità veterinarie mantengono stretti rapporti con la Commissione Europea e con l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), nonché con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).

✔️Assicurano, in modo coordinato, una comunicazione e una gestione del rischio coerenti e appropriate.

✔️Adeguati sistemi di scambio di dati sono operativi a livello europeo e internazionale al fine di segnalare rapidamente alle Autorità veterinarie competenti la comparsa e l’evoluzione delle malattie animali. Questi sistemi sono importanti per il monitoraggio e l’aggiornamento della situazione e, in caso di necessità, il coordinamento delle azioni. Le informazioni provenienti da questi sistemi sono inoltre condivise con il pubblico sui siti web della Commissione Europea e dell’OIE.

✔️È essenziale che la COVID-19 non porti all’applicazione di misure di controllo inadeguate nei confronti degli animali domestici o selvatici, che potrebbero comprometterne inutilmente il benessere e la salute o avere un impatto negativo sulla biodiversità e sulla sostenibilità dell’allevamento.

🌎I veterinari hanno un ruolo chiave nella comunicazione del rischio, in particolare nell’indicare la motivazione delle misure di gestione del rischio adottate.

(Fonte: Commissione Europea e OIE)

10/11/2020

COVID-19 & ANIMALI

🐾🐾ESISTE IL RISCHIO CHE IL VIRUS SARS-COV-2 SIA TRASMESSO ATTRAVERSO GLI ALIMENTI PER ANIMALI DOMESTICI O I MANGIMI? E PER QUANTO RIGUARDA LE CONFEZIONI?🐾🐾

👉 Come nel caso degli alimenti per il consumo umano, non sono stati segnalati casi di trasmissione del virus SARS-CoV2 agli animali attraverso il consumo di alimenti per animali domestici.

👉L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha concluso che “non esistono prove del fatto che il cibo sia una probabile fonte o via di trasmissione del virus”.
In effetti, come per gli alimenti destinati al consumo umano, non esistono evidenze scientifiche e appare molto improbabile che si possa essere infettati nel maneggiare alimenti per animali domestici.

👉 e raccomandazioni relative alla gestione delle confezioni di alimenti per animali domestici sono identiche a quelle che riguardano la manipolazione di qualsiasi altro pacco. Questa valutazione è valida anche per i mangimi destinati agli animali d’allevamento.

(Fonte: Commissione Europea)

31/10/2020

LETTERA DA PARTE DEI DOCENTI DI MALATTIE INFETTIVE AGLI STUDENTI DI MEDICINA VETERINARIA





Pubblichiamo integralmente questa lunga lettera che fa seguito ad altre risalenti a questa primavera.
Vale la pena leggere fino in fondo.

''Care studentesse e cari studenti

visto il nuovo periodo critico che ci accingiamo a rivivere, riteniamo utile riprendere un dialogo a distanza con tutti voi nella speranza di fare un po’ di luce su alcuni argomenti molto dibattuti sui mezzi di comunicazione.

Rimane nostra convinzione che la vostra generazione sia strategica in questo momento difficile per varie ragioni:
• L’infezione da Sars-CoV2 nei giovani causa prevalentemente infezioni asintomatiche
• Le cariche virali non sono diverse fra soggetti asintomatici e sintomatici
• I soggetti sintomatici sono, per ovvie ragioni, più prudenti in quanto tendono ad auto isolarsi
• Il virus non è cambiato da marzo ad oggi e non è diverso fra infezioni asintomatiche, paucisintomatiche e sintomatiche, salvo rare eccezioni ben documentate
• La vita sociale alla vostra età è particolarmente attiva e intensa
Non ultimo e non meno importante è il vostro ruolo di studenti di Veterinaria che, con le conoscenze che state maturando durante il corso di studi, giocate un importante ruolo di comunicatori fra i vostri coetanei.
Siate consapevoli che quello che dite o direte sarà ascoltato dai vostri amici e, quando argomenterete le vostre convinzioni, vi ascolteranno come un bimbo ascolta dalla mamma la favola prima di addormentarsi.
Non dovete temere il confronto: avete le carte per poter sostenere tutte le discussioni.

VENIAMO AI TEMI DI OGGI:

☣️LA REINFEZIONE

I soggetti che si sono infettati possono infettarsi nuovamente?
Sono documentati pochi casi al mondo di re-infezioni su un denominatore di diversi milioni di soggetti.
Questo cosa vuol dire? che queste eccezioni confermano una regola che è un dogma dell’infettivologia. Fortunatamente siamo di fronte ad una infezione acuta autolimitante, dalla quale molti guariscono clinicamente ed eziologicamente. In altri termini il nostro sistema immunitario elabora una risposta protettiva che ci libera dalla malattia e dall’infezione.
Quanto dura l’immunità ce lo dirà il tempo ma un altro dogma dell’immunità adattativa è che acquisiamo la capacità di ricordare e soprattutto di rispondere meglio alla prossima occasione. Al di là degli anticorpi specifici, che tuttora evidenziamo nel sangue degli amici che si sono infettati a febbraio e che generosamente donano mensilmente il proprio campione per valutare la durata degli anticorpi, si conservano i linfociti della memoria, ovvero cellule che acquisiscono una certa staminalità e che, in caso di riesposizione all’immunogeno, ripartono di gran carriera generando una risposta più rapida, intensa e duratura della precedente.
In tali condizioni, se la reinfezione è accertata, l’esito di questa nuova esposizione può generare diversi scenari:
• Se la prima infezione è stata sintomatica, la seconda sarà asintomatica o paucisintomatica, mai più grave della prima
• Se la prima infezione è stata asintomatica, a maggior ragione lo sarà la seconda
Un altro aspetto importante riguarda la capacità del soggetto nuovamente infetto di trasmettere l’infezione ad altri:
• Il periodo di escrezione virale durerà per un tempo molto bree o sarà trascurabile
• Il titolo virale nelle secrezioni sarà notevolmente ridotto (quello che nel gergo dei tamponi molecolari viene definito debole positivo)
Un ultimo effetto positivo della eventuale reinfezione è il cosiddetto effetto booster, un potenziamento della risposta immunitaria che sarà robusta e duratura nel tempo, una sorta di vaccinazione di richiamo naturale che non farà altro che rinforzare le difese specifiche, rendendo ancora più improbabile una ulteriore infezione.
Fino adesso abbiamo speso troppe parole per descrivere l’esito di una eventuale reinfezione in pochi soggetti. Nella stragrande maggioranza dei casi che si è infettato una volta non si infetterà più!
Ovviamente, più tempo passa dalla prima esposizione e più frequente sarà la percentuale di reinfezioni ma la memoria immunologica sarà una garanzia anche nel medio e lungo periodo.

🐑L'IMMUNITA' DI GREGGE

Quanto detto a proposito della scarsa probabilità di reinfezione vale ovviamente per un virus immutabile nel tempo e sappiamo che i virus a RNA non sono immutabili. Sappiamo che l’immunità di gregge spinge il virus a mutare proprio perché la pressione immunitaria agisce selezionando le varianti antigeniche capaci di sfuggire ad una popolazione protetta. Tuttavia sappiamo anche che l’immunità di gregge si raggiunge quanto la percentuale di soggetti che si è infettata supera il 70-80%. Ad oggi presumibilmente siamo al 5% e non possiamo certo permetterci di raggiungere il 70-80% in condizioni naturali perché costerebbe centinaia di migliaia di vite umane. A questo punto entra in scena il vaccino. Si, perché l’unica possibilità di ottenere l’immunità di gregge sarà attraverso la vaccinazione.

💉LA VACCINAZIONE

Quando il miglior vaccino (migliore in termini di sicurezza ed efficacia) sarà disponibile in quantità sufficiente per tutta la popolazione, solo allora avrà senso chiedersi se il virus si selezionerà in varianti capaci di sfuggire all’immunità indotta dal vaccino, ma anche qui vale la pena essere ottimisti, ricordando come oggi combattiamo l’influenza stagionale.
Il virus influenzale è un campione ad eludere le difese immunitarie modificando le proteine di superficie e lo fa proprio perché la specie umana si infetta con questo virus da almeno 100 anni. L’unica possibilità per il virus è modificare qualche epitopo di superficie sperando che gli anticorpi prodotti in precedenti infezioni (o vaccinazioni) non neutralizzino la nuova variante. La selezione naturale farà il resto, nel senso che “sopravviverà” solo quel ceppo virale le cui mutazioni avranno ottenuto l’effetto voluto, e questo ceppo sarà il responsabile della successiva epidemia di influenza. Come riusciamo a contrastare questa strategia? semplicemente aggiornando il vaccino e producendo ogni anno milioni di dosi a partire dal ceppo che si ritiene abbia maggiori probabilità di generare la prossima influenza stagionale. Ma questo non preoccupa nessuno. Perché? Il motivo è molto semplice: conosciamo la tecnologia per produrre un vaccino efficace. Sappiamo quali proteine sono immunogene, come possiamo produrle e purificarle, quali eventuali adiuvanti potenziano l’immunità, il protocollo di vaccinazione, la durata dell’immunità ecc. tutte cose che, sperimentate una volta, rimangono immutate nelle successive campagne vaccinali. Cambia solo il ceppo da cui partire. Per il coronavirus la situazione è la medesima. Fatta questa prima esperienza che giustamente richiede mesi se non anni, alla fine avremo la risposta a tutte le domande che ci siamo posti la prima volta anche per il virus dell’influenza (quali proteine sono immunogene, come possiamo produrle, quali adiuvanti, il protocollo, la durata ecc.). Quindi anche per il coronavirus eventualmente mutato, cambieremo il ceppo da cui partire. Tutto il resto lo avremo già imparato.

Nella prossima puntata parleremo delle sperimentazioni sui vaccini e quali risposte attendiamo ancora, prima di annunciare l’arrivo imminente.

📍Nel frattempo, non rimane altro che un’ultima raccomandazione, forse la più importante perché deve avere effetto immediato e coinvolgere tutti voi: siate prudenti e siate convincenti con i vostri amici.

Prudenti vuol dire evitare le situazioni a rischio e prevenirle il più possibile.

Siate efficaci nella vostra comunicazione, ne avete le qualità. Pensate che una piccola rinuncia oggi condiziona la vita, anche economica, di molte persone.

Pensate al vostro Paese: preservatelo per il futuro, perché è anche il vostro futuro.

Siate di esempio per tutti.

Un caro saluto
Sergio Rosati
Luigi Bertolotti
Dipartimento di Scienze veterinarie - Torino''

07/08/2020
05/05/2020
04/05/2020

🐱LA GESTIONE DEI GATTI DURANTE L’EMERGENZA CORONAVIRUS - PARTE 1

In questi giorni in cui, a causa della emergenza sanitaria da coronavirus, cambiano i ritmi di vita, le abitudini e le routine giornaliere, è importante capire quanto ciò possa influire sulla sfera emotiva e comportamentale degli animali domestici che convivono con le nostre famiglie.

🐾Per i gatti, qualunque modificazione dell'ambiente e delle abitudini può essere fonte di stress.

⬇️Di seguito forniamo alcuni consigli, distinguendo fra gatti con accesso a spazi esterni, giardino privato e/o altri spazi liberi (gatti indoor/outdoor) e gatti che non hanno accesso all’esterno (gatti indoor).

🧶GATTO INDOOR
Un gatto abituato a stare 8 o più ore da solo può avere anche dei benefici dall'aumento del tempo delle interazioni sociali con il gruppo umano.
👩‍👧‍👧A meno che questo non si trasformi, soprattutto nelle case con bambini, in una continua invasione dei suoi spazi e in una frequente manipolazione dell’animale: è possibile che i proprietari, avendo più tempo a disposizione, richiedano al gatto interazioni più frequenti e più intense prendendolo spesso in braccio, pettinandolo, tagliando le unghie e così via.

🐈Per quanto gatti e proprietari amino passare del tempo insieme e sia possibile proporre al gatto tanti giochi interattivi e divertenti, bisogna rispettare il desiderio del gatto di stare anche un po’ per conto proprio.

E’ consigliabile:
📍 Inserire nuove cucce in casa (anche semplici scatoloni) predisponendole possibilmente in alto o in zone della casa più riservate;

📍 Fornire nascondigli o aree di isolamento, in un armadio, dietro un mobile, sotto il letto o il divano;

📍 Non disturbare il gatto quando si trova all'interno di un nascondiglio.

🧹Inoltre in questo periodo di “pulizie extra”, bisogna ricordare che aspirapolvere, spostamento di mobili, odori di disinfettanti e cose simili sono in genere poco piacevoli per il gatto: dobbiamo quindi permettergli di trovare un posto dove rifugiarsi per stare tranquillo mentre ci si dedica a
queste attività.
Una eccessiva stimolazione, l’ambiente improvvisamente più caotico e rumoroso, l’assenza di momenti di solitudine potrebbero stressare il gatto e determinare la comparsa di comportamenti anomali.

🆘Per fare degli esempi: un gatto solitamente tranquillo che inizia ad allontanarsi quando viene avvicinato, aggressività quando viene accarezzato, tendenza a nascondersi ecc. sono indizi che lo stato emotivo del micio non è più stabile, che i cambiamenti nelle routine e abitudini, consolidate magari da anni, lo stanno mettendo in difficoltà. In questo caso farsi aiutare da un veterinario esperto in comportamento faciliterà la gestione dei cambiamenti.

🏃‍♂️Altro aspetto da considerare è che, quando questa emergenza finirà e si tornerà alle vecchie abitudini e routine, per i gatti ci sarà un nuovo cambiamento da affrontare.
Fra i problemi che potrebbero insorgere, ci sono anche quelli da separazione, dovuti al fatto che, dopo settimane passate continuamente a stretto contatto con i proprietari, improvvisamente torneranno a rimanere soli 8 o più ore tutti i giorni.

Per evitare la comparsa di problemi comportamentali legati al “ritorno alla normalità”, è necessario:
📍 Mantenere le routine del gatto, ad esempio orari dei pasti, tipo di alimentazione, luoghi dove dormire...

📍 Non stare continuamente insieme al gatto: pur rimanendo in casa, creare quotidianamente delle separazioni dal gatto, ad esempio stando in stanze diverse per qualche tempo, in modo da simulare le normali uscite;

📍 Tentare di tornare alla normalità in modo graduale;

📍 Monitorare il comportamento del gatto in modo da potersi rivolgere tempestivamente ad un esperto in caso di necessità

A cura di AVEC (associazione veterinari esperti in comportamento)

https://www.facebook.com/AVEC-associazione-veterinari-esperti-in-comportamento-133986640010184/

http://www.avec-italia.it/?fbclid=IwAR0a1kitfmVsxRn24DgWclHbcvjNoqzLFECtgZwtWULfEwd0g_txRjJroMg

Indirizzo

Via Leopoldo Usseglio 14
Turin
10147

Orario di apertura

Lunedì 16:00 - 19:00
Martedì 16:00 - 19:00
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Giovedì 16:00 - 19:00
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