07/01/2024
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È opinione diffusa che all’interno di un branco di lupi ci sia un maschio alfa, il boss, quello che impone il suo status sociale da bulletto, colui che, prima di tutti, avrebbe il sacrosanto diritto di sguinzagliare il suo pipo lupesco e inseminare la sua regina: la femmina alfa.
Insomma, è come se ci fosse una sorta di gerarchia: re e regina al vertice della piramide, seguiti dal maschio beta fino al maschio omega, quello maltrattato da tutti i lupi che lo precedono.
Quindi, il lupo alfa esiste?
No.
Il concetto di “lupo alfa” fu usato per la prima volta nel 1947 da Rudolf Shenkel.
Il fatto è che il signor Rudolf basò i suoi studi su individui tenuti in cattività, in uno spazio ristretto; in queste condizioni, è abbastanza normale trovarsi dinanzi a dei maschi dominanti (senza nessun legame di parentela) che competono per le risorse nutritive, ed è quindi altrettanto logico osservare la formazione di una piramide gerarchica: quello più forte predomina sugli altri e mangia per primo, quello più debole si accontenta degli avanzi.
In natura, in un branco di lupi, la figura del maschio alfa non esiste.
Neanche i suoi subalterni beta e omega.
Un branco è formato da papà lupo, mamma lupo e i loro cuccioli, fine.
Addirittura, la coppia riproduttiva collabora durante la crescita della prole: la mamma resta nella tana per proteggere la cucciolata, mentre il papà si occupa del cibo.
Quando i cuccioli crescono, cacciano insieme ai genitori; quando poi raggiungono la maturità sessuale, in genere, tendono a lasciare il branco per formare un proprio nucleo familiare.
Certo, può capitare che i cuccioli rimangano a stretto contatto con la coppia riproduttiva anche dopo aver raggiunto la maturità sessuale o che ci siano delle scaramucce tra fratelli, in cui i più piccoli sono sottomessi dai più grandi, sono dinamiche sociali abbastanza diffuse.
Mamma, papà e cuccioli: nessun “maschio alfa”.
E sono stupendi così.
🌻
Alcune precisazioni:
«Di solito è composto da una coppia di genitori e dai loro cuccioli (della prima generazione e di quelle successive) e sporadicamente da zii e zie. Si tratta, anche in senso biologico, di una vera e propria famiglia. E talvolta può accadere che nel branco vengano accolti anche animali estranei.»
"La saggezza dei Lupi", Radinger.
Altre variazioni che si possono osservare in natura nei branchi di lupi sono:
1) uno dei genitori muore e un nuovo compagno arriva dall'esterno, magari con dei cuccioli al seguito.
2) In grandi branchi può anche succedere che due femmine partoriscano dei cuccioli, madre e figlia.
In questo caso la figlia è quindi ancora subordinata alla madre, ma gestisce i propri cuccioli.
3) sono stati segnalati anche casi dall'America in cui una coppia di lupi "adotta" un giovane lupo maschio non imparentato, almeno per un periodo.
Quello che si è osservato è che non c'è nessuna gerarchia di dominio strettamente basata sulla forza, in cui un maschio "beta" cerca di fanculizzare un maschio "alfa".
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Riferimenti:
"Wolves Behavior, Ecology, and Conservation";
Chapter 2 - Wolf Behavior: Reproductive, Social, and Intelligent.
Kristoffer Nordli , Barbara Zimmermann, Petter Wabakken, Ane Eriksen, David Carricondo-Sanchez, Erling Maartmann, Håkan Sand & Camilla Wikenros: “Ulvevalpers flokksamhold og områdebruk i Skandinavia” (Wolf pups’ pack relationships and areal use in Scandinavia) Høgskolen i Innlandet, 2019.
Ane Møller Gabrielsen: “Makt og mening i hundeholdets konfliktsoner” (Power and meaning in the conflict zones over keeping dogs), PhD dissertation, NTNU, 2015.
L. David Mech: “Alpha Status, Dominance, and Division of Labor in Wolf Packs”, Canadian Journal of Zoology, 1 November 1999. Summary.
L. David Mech: “Leadership in Wolf, Canis lupus, Packs”, Canadian Field Naturalist, 2000.
L. David Mech and Luigi Boitani (Eds.): “Wolves: Behavior, Ecology, and Conservation”, 2003. Excerpt available here.
L. David Mech: “Whatever Happened to the Term Alpha Wolf?”, International Wolf, winter 2008, International Wolf Center.