07/11/2023
NO, . NON POSSIAMO CONTINUARE A RIMANERE IN SILENZIO
“....riequilibrare il rapporto tra fisco e contribuente, il concetto stella polare per noi dell'Associazione Nazionale Commercialisti, è un obiettivo che si raggiunge anche attraverso una riforma adeguata della giustizia tributaria. Alcuni elementi della riforma in analisi sono positivi, ma due in particolare rischiano di minarne alla base la credibilità. Il primo è che la giustizia tributaria, il suo impianto, la struttura, deve passare dal controllo del MEF a quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Finché rimarrà sotto il MEF attiverà un grave conflitto di interessi, è evidente infatti che il contribuente, e il professionista che lo difende, non possono, non devono essere giudicati da un Giudice dipendente a tempo pieno della controparte. Non si tratta di una formalità, come chiunque può intuire. Va regolamentato in modo diverso l’istituto del reclamo/mediazione, altrimenti si sconfessa la ratio stessa che lo ha fatto nascere, ovvero facilitare la composizione extra giudiziale della controversia evitando il contenzioso tributario. La nostra proposta è prendere ad esempio l'istituto della mediazione in campo civile. Speravamo che la delega fiscale intervenisse sul tema, ma siamo rimasti delusi. Quando è stata votata la riforma, a fine governo Draghi, tutti i parlamentari hanno dichiarato in sede di voto in aula che si sarebbe dovuto rimettere mano alla riforma per sanare il “vulnus” derivante dal controllo della Giustizia Tributaria da parte del MEF. Finché ciò non avverrà il rapporto tra stato e contribuente, come è evidente, sarà squilibrato di “default”.
La professione sta cambiando, e i cambiamenti vanno governati, non subiti. La nostra categoria, ormai da 25 anni, sta lavorando per lo stato, ma senza essere mai in grado a governare tali cambiamenti con il risultato che oggi migliaia di Colleghi si trovano in difficoltà ad immaginare il proprio futuro. Abbiamo portato benefici tangibili per la collettività, lo stato, ma nessuno per la categoria. L'anticipo delle scadenza fa paura, ma fa ancora più paura che i colleghi non sono pienamente coscienti di ciò che sta avvenendo. La presentazione dei modelli ISA anticipata al 20 Luglio e la presentazione delle dichiarazioni dei redditi al 30 settembre nel 2024 metteranno in grave difficoltà l’operatività degli studi, anche perché i software saranno messi a disposizione da parte dell’Agenzia delle Entrate, come gli anni precedenti, il 30 aprile. A regime dal 2025, le date per la presentazione dei modelli ISA sarà anticipata al 10 giugno mentre i software saranno messi a disposizione il 15 marzo con ulteriore discrepanza tra i termini per i contribuenti e i termini per l’Agenzia delle Entrate. Tutto questo sarà vissuto dai colleghi con estremo disagio con il risultato che nel mese di agosto le vacanze resteranno un “sogno”. Statuto del contribuente; ancora la politica fa muro quando si parla di elevarlo a rango costituzionale, che ci garantirebbe una rispetto assoluto di questa norma continuamente disapplicata. Eppure si dice di volerlo rafforzare, e cosa viene fatto? Si eliminano i garanti dei contribuenti regionali con l’istituzione di un garante monocratico a livello nazionale sostenendo che di fatto non servono a niente ma non è vero, possono aver fatto poco, ma la verità è che sono collocati presso gli uffici dell'Agenzia delle Entrate regionali e che spesso devono lavorare in piena emergenza senza strumenti e supporti di collaboratori. Lettere di compliance sbagliate, avvisi di irregolarità che non tengo in considerazione le norme, cartelle esattoriali rottamate che portano a pignoramenti, nuove scadenze impossibili da rispettare... NO , NON VA TUTTO BENE. Ci toglieranno contabilità, le dichiarazioni, il motivo alla base può anche consistere nella volontà di dis-intermediare in ambito fiscale, chiara ormai da tempo, ma dobbiamo porre azioni a tutela dei colleghi, dei contribuenti e della democraticità del nostro sistema paese. Ripeto dobbiamo gestire i cambiamenti. Abbiamo un ruolo centrale nel rapporto tra contribuenti e fisco, siamo la cinghia di trasmissione che sta facendo funzionare la macchina del fisco, ma rispetto a certe derive NON POSSIAMO CONTINUARE A RIMANERE IN SILENZIO”