08/09/2024
Un bell'articolo della Presidente Aiab FVG che presenta il suo programma dei prossimi mesi. Seguite anche voi i suoi post su "Vita nei campi"
Come può l’agricoltura adattarsi al cambiamento climatico
di Cristina Micheloni
Ben ritrovati a tutte e tutti, mentre siamo in condizioni meteo ancora pienamente estive, con la vendemmia già ben avviata e, pensate un po’, la raccolta delle olive già iniziata in Spagna. Insomma che il cambiamento climatico non stia galoppando e che non condizioni pesantemente le nostre vite e, ancor di più, le vite di chi lavora in agricoltura, è innegabile. L’imprevedibilità climatica è una spada di Damocle sulla sovranità alimentare e sulla sicurezza alimentare. Per mettere a terra il concetto: picchi di alte temperature, ritorni di freddo primaverili, lunghi periodi con caldo torrido, assenza di precipitazioni, eventi meteo estremi come grandine, piogge intense concentrate in brevi periodi, tornadi e vento forte…. mettono a rischio tutte le colture e gli allevamenti e, di conseguenza il lavoro agricolo e la sua redditività, il che significa poter continuare a fare i contadini o gli allevatori oppure no. A cascata, questo condiziona la possibilità di tutti noi di avere a disposizione cibo sano, buono e locale. Sull’ultimo aggettivo vale la pena di aggiungere un tassello: poichè il cambiamento climatico è un problema ovunque, anche le produzioni agricole a noi distanti sono a rischio, quindi non ci venga la malaugurata e sciocca idea di vedere una via d’uscita nell’importazione del nostro cibo in futuro.
Fine della predica domenicale, allora facciamo qualcosa? Come consumatori e come contadini qualcosa si può fare ed è non nascondere la testa sotto la sabbia e, da un lato riconsiderare le abitudini alimentari, dall’altro sperimentare e applicare misure di adattamento al cambiamento climatico. Ci sono diverse esperienze ed in questo i biologici sono in prima fila nella sperimentazione, ma anche la ricerca europea sta investendo sul tema.
Questa stagione di Vita nei Campi la dedicherò proprio all’illustrazione di pratiche, tecniche ed idee, con un piede nell’agronomia classica ed uno nell’innovazione, proprio per provare a condividere percorsi agricoli, ma anche alimentari, che ci possano dare un margine di tranquillità di fronte all’imprevedibilità climatica. Qualche esempio? Diversificazione, uso degli alberi per creare microclimi, fonti alimentari diverse per una zootecnia estensiva, sostanze a protezione delle foglie affinchè non subiscano scottature, oppure modi diversi di potare. Insomma diversi elementi con cui costruire una strategia agricola e dove il suolo è sempre più protagonista. Infatti, proprio la gestione oculata del suolo può essere la chiave per accumulare acqua a sufficienza per far fronte a periodi prolungati di siccità, ma anche assicurare una struttura tale, del suolo stesso, da resistere alle piogge intense ed evitare pericolosi, dannosi e costosi fenomeni di erosione e frane. Sempre il suolo è il luogo dove ha più senso stoccare carbonio, senza la necessità di inventarsi costose tecnologie, in modo da contribuire anche alla mitigazione del cambiamento climatico.
Insomma il suolo, la sua gestione e la sua consapevole cura rimarrà il cuore di tanti ragionamenti e di diverse puntate… ma come poteva essere diversamente?
Per iniziare a scoprire alcuni progetti europei di ricerca sul tema:
• climatefarmdemo.eu
• organicclimatenet.eu
Attenzione che sono iniziati da poco, quindi I materiali saranno caricati sui rispettivi siti in modo progressivo.