16/12/2020
Condivido ogni sacrosanta parola scritta in questo post e ringrazio l’autore, che sicuramente ha avuto a che fare con cani!
Vogliamo cortesemente piantarla di comprare cani tosti, cani nevrili, cani iperattivi e poi di rompere le 🔴🔴 ad allevatori, educatori e addestratori, perché ‘sti cani si rifiutano di fare i peluche sul divano e vogliono lavorare?
No, perché ogni santo giorno c’è qualcuno che si compra il border collie che in TV porta dolcemente le ciabatte a papà e poi fila a cuccia per sempre; o l’akita che secondo lui dovrebbe aspettarlo in eterno alla stazione nel caso tiri le cuoia; o il rottweiler che siccome è grande e grosso ti deve difendere di default, però deve pure distinguere tra il delinquente e l’amico cretino che ti fa “BU!” saltandoti in spalla… e poi piange perché al cane non basta fare il giro dell’isolato per fare i bisogni, si lamenta perché abbaia quando si avvicina il nonno col bastone, si dispera perché se vede un altro cane tira per andarlo a conoscere.
E a volte devi andare a recuperare ‘sti cani per la pelle del sedere prima che finiscano in canile o peggio, perché ci sono le Sciuremarie per le quali fino a ieri il massimo dell’attività fisica è stato l’uncinetto, e che oggi “se non è almeno un dobermann, non è un cane”.
Ma vogliamo accendere il neurone per un momento?
Se sullo standard di una razza c’è scritto che “è un cane vigile e attivo, che trabocca di vitalità, e sempre pronto a passare all’azione“, ci sarà un motivo?
Se vi dicono che è un “tenace e strenuo lavoratore“, ci sarà una ragione?
E allora tu, tu che fai l’uncinetto perché lavorare a maglia con ben due ferri è già troppa fatica… proprio uno di quei cani lì, devi andarti a prendere?
E la cosa che mi fa più inca..are è che non ce n’è uno che dica “ho sbagliato cane”. Mai.
Uno che ammetta “Scusate, ho fatto una cavolata”. Ma neanche per sogno.
Hanno appena mollato il cane sulla porta del canile, magari di nascosto o raccontando di averlo trovato per strada, per evitare di farsi mandare sacrosantemente a..... se dicono che è il loro e che non lo reggono più, e già farneticano del loro prossimo “peloso” (perché chiamarlo “cane” fa brutto) che non sarà più un malinois, magari, ma un grigione.
Non sarà più un rottweiler ma un cane corso.
Nessuno che dica “mi....., sarà mica il caso che dirotti su un bassethound?”.
Ma proprio mai.
Se il malin o il rott gli son scappati un attimo di mano, se hanno morso la zia o si son mangiati il pincher della suocera, è colpa dell’allevatore. Oppure è l’educatore che di quel cane lì non ha capito niente (anzi, probabile che non capisca un c..... di cani in assoluto).
E’ il comportamentalista che non gli ha dato la pilloletta abbastanza miracolosa.
Ritentiamo, saremo più fortunati.
E ci fossero solo i cani “tosti”, i cani “difficili”… figuriamoci.
C’è anche la sciura che compra il cane in negozio, perché “figurati se il MIO negoziante vende cani dell’Est” (quindi lo sa, che cosa sono i cani dell’Est: ma pensa che li vendano solo agli altri).
E quando il tenero cucciolotto le schiatta di cimurro dopo una settimana va a “farselo cambiare” nello stesso identico negozio (perché gli altri cani saranno sicuramente sanissimi, figuriamoci! E poi, che cavolo, mica vorrai che ci rimetta i soldi!).
Ci sono quelli a cui spieghi in tutte le lingue e in tutte le salse che il cane è un impegno, ma un impegno grosso: che i cuccioli, soprattutto, sono un lavoro a tempo pieno.
Che fanno p**ì e c***a a raffica, che rosicchiano e mordono (anche te).
E loro dicono “sì sì, certo, lo so, lo so”.
Poi ti scrivono mail come questa: “Aiutoooo!!! Ho un cucciolo di due mesi, lo porto fuori due volte al giorno eppure continua a fare la p**ì in casa! Ormai è una settimana che andiamo avanti così, e non ne posso più! Se non impara, non posso mica più tenerlo!”
Ma scusami, eh… vuoi il cane e non hai idea di cosa significhi avere un cane?
Vuoi il cane tosto, ma non hai la più pallida idea di cosa significhi avere un cane tosto?
Vai in un allevamento di dobermann e fatti ospitare per una settimana: in cambio spalerai un po’ di cacche, che all’allevatore fa sempre comodo e a te serve da esperienza.
Chiedi all’amica che ha appena preso un cucciolo di lasciarti dormire da lei per due o tre giorni: se è un’amica non ti dirà di no, specie se spera che la prima volta che scendi dal letto e pianti il piedino n**o nella prima pisciata mattutina, sarai tu a pulirla.
Vai in canile e porta a spasso un cane di sessanta chili, che magari non sarà figo e di super-razza, ma almeno ti fai un’idea (e fai pure un’opera buona).
Prova, sperimenta, renditi conto.
Se poi vorrai ancora il cane, significherà che sei pronto ad averne uno e che non scasserai i maroni a tutta la cinofilia italiana dopo che te lo sarai portato a casa.
Altrimenti vai di pesce rosso, di tartarughina, di canarino (fermo restando che anche questi impegnano, eh. Però forse con questi ce la puoi fare, se non altro perché non devi uscire di casa).
Meglio ancora, vatti a pija’ un trudino: ce ne sono di tutte le razze, non devono uscire a sporcare, e non rosicchiano.
E se pensi di poter ti**re le cuoia nei prossimi giorni, quello dell’akita puoi pure piazzarlo alla stazione: ti assicuro che non si muoverà da lì per l’eternità, perché a differenza di Hachiko lui non ti seguirà mai nella tomba e non ti ritroverà su nessun Ponte dell’Arcobaleno.
Per sua fortuna.