07/11/2022
Abbiamo avuto notizie che i mici della colonia felina di monte Urpinu stanno bene e sono seguiti dalle volontarie
Uccelli di monte Urpinu e influenza aviare .
Crediamo sia il caso di dare a chi lo desidera qualche informazione in più sulla purtroppo grave situazione che ha coinvolto gli uccelli del parco di Monte Urpinu a Cagliari.
Il virus isolato dai pavoni deceduti che vivevano nel parco , appartiene ad un ceppo di influenza aviaria considerato ad “alta patogenicità”
Si tratta cioè di un virus che entrando in contatto con specie aviarie ricettive si trasmette con grande facilità determinando tantissimi casi in brevissimo tempo.
Questi virus circolano liberamente nelle specie selvatiche, in particolare fra le anatre e altri acquatici che li trasportano durante le loro migrazioni. Queste specie grazie ad un loro particolare adattamento spesso diventano i cosiddetti “portatori sani”
Quando il virus entra in contatto con popolazioni domestiche, galline, polli, oche, in particolare i tacchini, determina delle vere e proprie ecatombi, uccidendo in breve tempo moltissimi animali.
Già questo basterebbe per spiegare le ragioni per cui il livello di attenzione e di allerta nei confronti di questa malattia debba essere per forza alto
Ma in realtà il problema per cui si ritiene a livello internazionale giusto intervenire secondo il principio di massima precauzione in caso di focolai circoscritti è determinato dal fatto che questi ceppi virali possono colpire anche l’uomo, determinando una malattia clinica che in alcuni casi può diventate molto grave e anche mortale.
Ci sono stati negli anni passati diversi focolai di malattia umana da ceppo influenzale di origine aviaria, soprattutto in estremo oriente, che per fortuna non essendo il virus bene adattato alla diffusione fra gli umani ha riguardato numeri limitati di persone ma con letalità molto elevata.
Anche questo potrebbe essere un’ulteriore motivo per essere assolutamente rigorosi nel decidere di trovare il metodo più efficace per estinguere il focolaio.
In realtà però il motivo più importante per intervenire è determinato dal fatto che questi virus hanno enorme capacità di adattamento. Sono capaci in caso incontrino nell’organismo colonizzato virus “parenti”, ad esempio il virus dell’influenza umana, di acquisire parte del patrimonio genetico del parente dando origine a virus leggermente o pesantemente diversi, che potrebbero teoricamente diventare molto più patogeni e pericolosi per la specie umana.
Questo fenomeno è denominato ricombinazione genetica.
Si ritiene che la “Spagnola” che durante il 1917 e il 1918 uccise decine e decine di milioni di persone in tutto il mondo fosse un ceppo di influenza aviaria adattatosi alla specie umana
Per tale motivo tutto il mondo scientifico si aspettava che questo tipo di virus sarebbe stato la causa della tanto temuta pandemia che prima o poi sarebbe arrivata.
Poi invece è arrivato il SARS COV2, un virus diverso che però ci ha , speriamo , insegnato tante cose.
La legislazione mondiale impone massiva severità per impedire , la’ dove si può, la possibilità ipotetica di un salto di specie, tanto più che ci troviamo in un periodo in cui potrebbe essere già in circolazione il virus influenzale umano.
Non possiamo intervenire sulla circolazione del virus tra gli animali selvatici, ma quando compare nel domestico che vive a stretto contatto con l’uomo e gli altri animali, è necessario intervenire tempestivamente.
Per questa malattia non esiste cura.
Noi non sappiamo se esistano le condizioni per applicare le deroghe all’abbattimento che possono essere concesse ai sensi delle norme nazionali od europee.
Ci teniamo però che tutti possano capire che non non si tratta di un capriccio o di una norma stupida.
E tanto meno stiamo parlando di un banale raffreddore.
La situazione è seria e deve essere affrontata in modo serio,
Da tutte le parti in causa.