09/06/2021
𝗡𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗚𝗶𝗼𝗰𝗮𝘁𝘁𝗼𝗹𝗶
𝘜𝘯 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘰 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘤𝘰𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘯𝘪𝘮𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘩𝘦, 𝘱𝘦𝘳𝘰̀, 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘰𝘯𝘴𝘢𝘣𝘪𝘭𝘪𝘵𝘢̀. 𝘚𝘰𝘱𝘳𝘢𝘵𝘵𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘪 𝘴𝘶𝘰𝘪 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘪…
P͟r͟o͟v͟e͟n͟i͟e͟n͟z͟a͟
Le tartarughe d’acqua appartengono al genere Trachemis e, solitamente, provengono dall’America, per poi essere esportate in tutto il mondo; le si trova in vendita nei negozi per animali o nei reparti “zoo” dei centri commerciali.
Sembrano variopinti dischetti che nuotano vorticosamente, oppure fanno bella mostra di sé riposando, immobili, sulle isolette artificiali delle vasche che le ospitano.
Le più note sono quelle appartenenti alla sottospecie Scripta “elegans”, ovvero quelle dalle orecchie rosse.
E̳͟͟t̳͟͟à̳͟͟,͟ ͟D̳͟͟i̳͟͟m̳͟͟e̳͟͟n̳͟͟s̳͟͟i̳͟͟o̳͟͟n̳͟͟i̳͟͟ ͟e͟ ͟A͟m͟b͟i͟e͟n͟t͟e͟
Il fatto è che queste simpaticissime “pispoline”, desiderate dai bambini e concesse con magnanimità dagli adulti, non restano miniaturizzate per sempre; nel corso de 20 anni se vivono in natura o dei 40 se tenute in cattività aumentano progressivamente le proprie dimensioni, raggiungendo misure di diametro imbarazzati: 30-40 cm per le femmine e circa la metà per i maschi.
Proprio qui nasce il problema, perché quell’esserino iniziale diventa un ospite ingombrante che, in proporzione alla sua mole, produce un bel po’ di rifiuti, non proprio profumati. Diviene così d’obbligo dotarsi di un cosiddetto “acqua-terrario” convenientemente spazioso, dotato di una zona asciutta costituita da una spiaggetta di sabbia o ghiaia e una riserva d’acqua che raggiunga i 30-50 cm. di profondità:
Questo è l’esempio ideale a cui riferirsi e a cui avvicinarsi il più possibile, evitando comunque l’utilizzo di vaschette di plastica, a meno che non si voglia provvedere di persona e manualmente all’igiene ambientale. Infatti, l’assenza di adeguate attenzioni biologiche può innescare gravi malattie come congiuntiviti, forme fungine della pelle, rammollimento del guscio, ecc.
Qualunque sia la scelta o la disponibilità ambientale un fattore estremamente importante è la presenza della luce solare, che può essere efficacemente sostituita da lampade che emettono anche raggi ultravioletti.
Da ultimo, è fondamentale il controllo della temperatura ambientale: le tartarughine esprimono tutta la loro vitalità quando stanno in un ambiente la cui temperatura è compresa tra 10 e 37 °C, al di sotto di questa temperatura minima le funzioni rallentano fino a raggiungere il letargo.
E per il cibo? Come in qualsiasi campo animale è corretto non eccedere, si dovrebbero privilegiare le diete carnivore nei soggetti giovani, per poi passare a quella prevalentemente vegetale nell’età matura; l’uso di mangimi liofilizzati, contenenti ad esempio gamberetti essiccati, rappresenta un buon compromesso, grazie anche alla corretta integrazione vitaminico minerale.