Happy Dogs Centro Cinofilo: Silvia Colantoni Educatrice Cinofila ThinkDog

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Happy Dogs Centro Cinofilo: Silvia Colantoni Educatrice Cinofila ThinkDog Educatrice cinofila ThinkDog
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Questa pagina nasce nel momento in cui divento educatrice cinofila Thinkdog nel 2016.Il nome del centro è dedicato alla ...
08/02/2023

Questa pagina nasce nel momento in cui divento educatrice cinofila Thinkdog nel 2016.
Il nome del centro è dedicato alla mia Happy con la quale ho condiviso un percorso importante che ci ha unite ancora di più.
Empatia e collaborazione sono stati i valori più importanti.
Happy mi ha lasciata ancora troppo giovane il 10 gennaio 2023.
Ho deciso di chiudere questa pagina della mia vita perché Happy non c'è più e perché non mi occorre una vetrina su Facebook per farmi pubblicità.
Chi si fida di me sa come contattarmi.
Chi vuole essere seguito da me conosce i principi sui quali baso la mia relazione con il cane.
Ho imparato tanto ma ora è il momento di cambiare.
Sarà tanto difficile andare avanti senza Happy.
Lei sarà in ogni passo e gesto che farò.
Unica ed indimenticabile.
Grazie amore mio.

01/01/2023

Empatia

L’empatia degli umani verso i cani andrebbe maggiormente allenata, per poter cogliere meglio di quanto facciamo le espressioni dei nostri amici a quattro zampe.

Ormai è noto alla scienza che l’empatia è una caratteristica che accomuna solo una parte della popolazione umana, i più sensibili e quelli con maggiori capacità di provare sentimenti compassionevoli verso il prossimo.
L’empatia è pertanto la capacità di un essere umano di provare profonda vicinanza rispetto ai sentimenti di chi gli sta a fianco, sentirli risuonare dentro di sé, ed entrare in consonanza con le emozioni delle persone con le quali ci relazioniamo.

Ma cane prova empatia per noi?
Attraverso uno studio è stato dimostrato che l'empatia umana, può persino riguardare le nostre relazioni con i cani: le persone empatiche sanno di gran lunga meglio interpretare le espressioni facciali dei cani e riconoscerne così gli stati d’animo.

In questo articolo non entro direttamente con pregiudizio sul come mai alcune persone preferiscono metodi di addestramento basati sulle punizioni, mentre altre si rivolgono per educare il loro cane a modelli che interessano il campo delle relazioni e dei sentimenti, ma appare chiaro che la differenza non stia tanto nel metodo di per sé, ma risieda nella capacità di saper provare empatia sia verso le persone e di conseguenza sugli altri animali, in particolare nel mio campo, di lavoro e studio, penso al cane.

Quello che vi sottopongo in questo scritto è invece uno studio che riguarda l’aspetto di consonanza emozionale tra umani e cani.

Cosa è?
È uno studio condotto dall'Università di Helsinki, i ricercatori hanno indagato come la capacità empatica di alcune persone, sia in grado di influenzare i sentimenti sia in altre sia del cane.

I risultati di questo studio dimostrano per la prima volta che l'empatia umana (la capacità di condividere i sentimenti o le esperienze di qualcun altro), influisce anche sulla percezione nel saper riconoscere le emozioni attraverso le espressioni del volto dei loro cani.

Ma c'è anche dell'altro che emerge da questo studio, gli umani tendono a riconoscere molto meglio un'espressione di minaccia del loro cane, piuttosto che una di felicità.
Invece i cani sono molto più abili di noi umani e hanno dimostrato di avere maggiore capacità riconoscendo molto bene sia le espressioni minacciose sia quelle di felicità guardando il volto degli umani.

Tuttavia i ricercatori hanno valutato, che i professionisti cinofili riescono con più facilità, riespetto ai famigliari umani del cane, a cogliere gli stati d’animo dell'animale, riconoscendo espressioni nel loro volto, oltre a quelle legate a segnali di minaccia o rabbia, anche quelle indotte da emozioni e sentimenti come la felicità o lo stupore. In questo senso un buon Istruttore cinofilo è in grado di farle osservare e riconoscere anche ai famigliari umani del cane, aumentando e fortificando, come conseguenza, la qualità della relazione in poco tempo tra cane e umano.

Attilio Miconi

Bibliografia:
Università di Helsinki e il Dipartimento di Neuroscienze e
Ingegneria Biomedica dell'Università di Aalto.
“Empatia umana, personalità ed esperienza che influenza le valutazioni di emozioni di cani e espressioni facciali umane”
PLOS ONE (2017).

Miiamaaria V. Kujala et al.
"Empatia umana, Personalità ed Esperienza influenzano le valutazioni di emozioni del cane e delle espressioni facciali umane".
PLOS ONE (2017).

Attilio Miconi

30/12/2022
20/12/2022

Uno crede di portare fuori il cane a fare p**ì,
mezzogiorno e sera.
Grave errore... sono i cani che ci invitano,
due volte al giorno, alla meditazione.

(Daniel Pennac)

Dalla pagina di Claudio Del Pizzo

17/12/2022

Non toccare il cane e se lo fai lavati subito le mani!
Non farti baciare dal cane perché ti attacca malattie!
Quante volte abbiamo sentito genitori urlanti fare queste raccomandazioni ai propri figli?

Vediamo cosa dice la gente e sfatiamo dei luoghi comuni.

Ma è davvero pericoloso farsi leccare dal proprio cane?
E il suo mantello è vero che è sporco e quindi può trasmettere malattie?

Adesso possiamo fornire una risposta scientifica a queste credenze e magari preoccuparci molto meno rispetto a quanto molti di noi erroneamente hanno pensato fino ad oggi.

Da poco è stato pubblicato un nuovo studio che ci fornisce alcuni dati interessanti, come che a livello batterico sia più sicuro condividere un'unità di risonanza magnetica (la macchina con il cilindro per fare analisi specifiche) con un cane rispetto a farlo con un uomo barbuto.
Andreas Gutzeit e il suo gruppo di studio della clinica svizzera Hirslanden, ha messo a confronto la quantità di microbi presenti nella barba di uomini rispetto alla pelliccia dei cani e come questi contaminassero lo strumento per realizzare la risonanza magnetica.
I risultati della ricerca sono davvero confortanti, infatti sembra che la presenza di micro organismi e batteri sia molto maggiore nella barba di un uomo rispetto alla pelliccia del cane.

I ricercatori concludono, e riassumo così il loro lavoro:
"In questo studio gli uomini con la barba hanno una carica batterica significativamente più alta rispetto a quella presente nel mantello dei cani.
Sono stati trovati più batteri patogeni nella barba degli uomini che nella pelliccia dei cani ...
Inoltre, nessun microrganismo che causa malattie zoonotiche (trasmissione da cane a umano) è stato rilevato nella sonde ambientali campionate negli scanner delle macchine per effettuare la risonanza magnetica dopo il loro utilizzo eseguito per realizzare esami ai cani.
Sulla base di questi risultati, i cani possono essere considerati più "puliti" rispetto agli uomini barbuti".

E se ti bacia il cane?
Gli stessi ricercatori hanno effettuato prelievi con tamponi sia dalle bocche degli umani, sia dai cani. La loro conclusione è stata: "Sono presenti in maniera significativa più microbi nelle cavità orali dei soggetti umani rispetto a quelli riscontrati nelle cavità orali dei cani esaminati".

Adesso abbiamo le prove che non è poi tanto pericoloso toccare un cane o farsi dare una leccatina come saluto.
Insomma il detto: “lavati le mani dopo aver toccato il cane perché è pericoloso”, non è poi così vero nella sua pericolosità, anzi più pericoloso è farsi avvicinare da un umano barbuto o da una persona che voglia baciare nostro figlio e magari ha anche poca dimestichezza con lo spazzolino.

Attilio Miconi

13/12/2022

Il cane prova gelosia?
Provo a dare una risposta a questa domanda

Quando il cane si sente messo in secondo piano, perché magari stiamo prestando eccessiva attenzione ad altri animali o persone presenti alla sua famiglia, è un nuovo studio condotto utilizzando la risonanza magnetica che ci svela che nel cervello del nostro compagno a quattro zampe c'è una maggiore attivazione dell'amigdala (la sede da dove scaturiscono le emozioni).

Attraverso uno studio recente condotto dal Dr. Peter Cook e colleghi chiamato “Jealousy in dogs? Evidence from brain imaging - Gelosia nei cani? Evidenza dall'imaging cerebrale”, possiamo prendere in esame cosa accade nella mente del nostro cane e comprendere se la gelosia è un sentimento che appartiene anche a lui.

I ricercatori hanno esaminato l'attività dell'amigdala dei cani, usando il grado di irritazione emotiva del cane come misuratore della gelosia.
Naturalmente, anche i cani come del resto anche noi umani potremmo mostrare segni di gelosia senza essere “aggressivi” nei confronti di chi ci fa sbrigionare tale sentimento.
Infatti l’aggressività non è l’unica forma che determina la gelosia, ma gli studi iniziali partono sempre da qualche parte per essere sviluppati, ma partire da qualcosa osservabile all’inizio ha dimostrato che una forma di ancestrale gelosia è presente anche nei cani.

I risultati ottenuti dai ricercatori sono molto interessanti e possono aiutarci a comprendere meglio il nostro cane, e ad esempio ci aiutano ad evitare che abbia comportamenti aggressivi nei confronti di altri componenti della famiglia in cui vive: cani, altri animali da compagni, parenti e non ultimi, se sono presenti, anche dei bambini.

I ricercatori descrivono come l’irritazione emotiva dei cani era correlata con l'attivazione bilaterale dell'amigdala, e ciò accadeva solo quando questi osservavano i loro proprietari fornire del cibo a un cane feticcio, ma dall'aspetto molto realistico.
Quando invece il cibo veniva lasciato cadere dal compagno umano in un secchio, le parti del cervello collegate alla gelosia si attivavano molto, molto, meno.

Queste attivazioni a emotive del cane con successive osservazioni dei comportamenti adottati, possono essere spiegati, secondo lo studio, come un possibile indicatore del sentimento di gelosia anche nei cani.

Questi studi naturalmente ci possono offrire anche delle indicazioni nel lato pratico per una serena convivenza con il nostro cane, come ad esempio:
- Non dobbiamo esagerare nelle aree cani a lodare troppo altri cani ignorando il nostro;
- Evitiamo di escludere il nostro cane in presenza di altre persone, magari come quando invitiamo qualcuno a cena isolandolo in un altra stanza.
- In presenza di un bambino non smettiamo di prenderci cura anche del nostro cane, ignorandolo, e manifestando attenzione e accudimento solo verso l'infante.

Adesso, spero siate anche voi consapevoli di questo aspetto, definito come sentimento di gelosia, e così impariamo per evitare malintesi con il nostro cane a dedicargli il tempo necessario per abituarsi e comprendere attraverso l'esperienza, che nulla è perduto della sua relazione con voi quando farete le feste a un altro cane, se coccolate o vezzeggiate i vostri amici o parenti (siano mariti, mogli, bambini).

Il cane, come noi umani se lo farete sempre partecipe e non lo escluderete comprenderà che non sarà una perdita di attenzioni definitiva da parte vostra quando avrete attenzioni per un altro essere vivente e quindi non vivrà l’altro, cane o umano esso sia, come un nemico da allontanare, saltargli addosso o addirittura in alcuni casi morderlo. Perché se il vostro cane in qualche frangente lo ha fatto, non è certo per essere dominante nei vostri confronti, ma per paura che a causa di altri a lui venissero sottratte le attenzioni o le risorse affettive, che più ama e fanno parte del vivere insieme e al fianco al suo compagno umano.

Attilio Miconi

04/12/2022

Eravamo una decina di persone quel giorno, sul campo d’addestramento. Io ero l’assistente dell’addestratore, il capo. Gli altri avevano portato i loro cani per addestrarli. Si lavorava con un cane alla volta. Gli altri aspettavano in macchina o al guinzaglio.

L’addestratore mostrava come mettere seduto, a terra, al piede i cani. Motivava con un “salamotto”, la preda data come gratificazione finale al cane.

Correggeva e imponeva posizioni con strattoni e ordini perentori. Se il cane non obbediva, veniva punito. Se si ribellava, ci si andava giù ancora più pesante.

L’addestratore spiegava, urlava, faceva battute. L’intento era creare un’attitudine militare. Uno obbedisce, gli altri eseguono. Dovevamo essere tutti d’un pezzo. Senza debolezze, pronti a ordinare, motivare, punire.

Quel giorno però accadde qualcosa che moltiplicò i dubbi che avevo in testa. Dubbi che non potevo esternare pena essere ridicolizzato per le mie idee.

Mentre eravamo intenti a lavorare, uno dei cani dell’addestratore abbaiava e saltava, cercando di affacciarsi dalla parete di legno, alta circa due metri, che separava il suo box dalla recinzione del campo. Non poteva vederci, ma ci sentiva. Voleva uscire. Aveva un fare eccitato e non ce la faceva più a rimanere lì dentro. In quel box, lui, ci viveva e poteva uscire in tarda mattinata e alla sera. Quando il campo era vuoto e l’addestratore aveva un po’ di tempo per lui, un pastore tedesco di circa un anno, piuttosto fuori dagli standard di bellezza e per questo ritenuto un cane di serie B.

Continuava ad abbaiare, uggiolare, saltare. I suoi vocalizzi e il suo comportamento urlavano forte: “fatemi uscire di qui”, “ascoltatemi, vi prego”, “voglio stare lì con voi”. Ma questo non fece che irritare l’addestratore, che a un certo punto, lasciò quello che stava facendo senza dire una parola, procedette a grandi passi verso la porta del campo, uscì e face il giro, raggiungendo il box del cane.

L’animale non fece che rinvigorire i suoi vocalizzi, elettrizzato perché finalmente il suo compagno umano si era accorto di lui. Fino a quando tutti sentimmo il tonfo degli stivali di gomma dell’addestratore contro il torace del cane. A quel punto i vocalizzi erano diventati uggiolii, urla di dolore. Ma ancora un calcio. Poi un’altro. E un altro ancora, accompagnato da bestemmie.

Rimanemmo tutti in silenzio. Mi guardai attorno e sul volto di uno di quei veri uomini frequentatori del campo, lessi un ghigno. Era come se dicesse: ben fatto, se lo meritava.

Uscito dal box l’addestratore tornò in campo. Il gesto era stato violento ma, ai suoi occhi, giustificato: il cane, adesso, era in silenzio.
Nella sua approssimativa teoria del capobranco, il cane lo aveva sfidato, mentre, lui con quell’atto rabbioso, gli aveva fatto capire chi comanda e il cane aveva accettato di sottomettersi a lui.

Diceva bene Abram Maslow: se il solo strumento che possedete è un martello, vedrete in ogni problema un chiodo.

Se l’unica cosa che sai fare è usare violenza e se l’unica dinamica che conosci è quella di dominante-sottomesso, ogni comportamento indesiderato di un cane ti sembrerà una sfida e l’unico modo di intervenire che conoscerai sarà fargli male o minacciarlo.

Quel cane preso a calci manifestava il bisogno radicale di stare in gruppo, muovere il corpo, cooperare, esercitare le proprie capacità, giocare. Il suo comportamento non era l’espressione di un carattere dominante, ma il risultato di necessità irrinunciabili e, allo stesso tempo, negate.

Non un’idea così raffazzonata dell’etologia del cane avrebbe potuto salvarlo da una vita così misera, ma la capacità fondamentale del suo compagno umano, di mettersi nei suoi panni e capire. O, detto altrimenti, guardare il mondo dalla sua prospettiva.

04/12/2022

QUANDO TUO CANE ELEMOSINA IL CIBO DA TAVOLA

Argo, un cane molto goloso, ci racconta la sua storia dal suo punto di vista e di come ha imparato a non disturbare quando si è a tavola

Ciao a tutti, sono un cane molto goloso, mi piacciono tutte le cosucce buone che voi umane preparate usando strane oggetti: un mobile da dove si sprigionano delle fiamme; delle ciotole strane con dei manici che chiamate pentole; a volte anche uno strano buco coperto da un vetro che improvvisamente diventa caldo e da una feritoia lascia uscire dei profumini deliziosi, lo chiamate forno, almeno così mi pare.

Il fatto che vi sto per raccontare è parecchio curioso, ma ascoltando i miei amici dell'area cani sembra essere parecchio comune.
Veniamo sgridati dai nostri conviventi umani, perché vorremmo assaggiare anche noi quei deliziosi alimenti, che loro, dopo averli scaldati nella ciotola con il ma**co, mettono in un'altra ciotola su una tavola, lo chiamano: piatto.

Io personalmente vado matto per quelle cose così cucinate, ma loro, i miei amici umani, mi ammoniscono dicendomi che fanno male a noi cani.
Già, manco non sapessi che le cose buone a volte non fanno molto bene alla salute, anzi il più delle volte sono alimenti che fanno male pure a loro! Ma non mi è chiaro perché loro li possono mangiare e io no!
Però questo sarebbe un altro discorso, e infondo io sono un cane coerente e oltretutto non un dietologo.

Tornando a noi, dicevo, i primi tempi saltavo sulle gambe dei miei proprietari e questi mi dicevano di scendere dicendomi: “stai giù!". Ma se continuavo ancora un pochino, almeno un pezzetto di pane con un sughetto buono mi veniva quasi sempre offerto.
Poi sono cresciuto e il mio muso oggi arriva proprio all'altezza del tavolo. E così da un annetto quando mangiano mi gridano sempre di andare a cuccia, oppure come gli hanno detto, non so bene chi, di ignorarmi. Mi è andata pure bene, visto che alcuni amici cani del parchetto mi hanno raccontato che a loro capita anche di peggio: uno di nome Jeack viene preso a giornalate sul muso; un altro, W***y chiuso in un'altra stanza; per non dirvi di Sansone che ormai viene confinato in garage o sul balcone all'ora di pranzo.

L'altro giorno ho incontrato una cagnolona che aveva il mio problema rispetto alla golosità. Provava a chiedere in modo supplichevole e caritatevole il cibo dalla tavola ai suoi proprietari - almeno i primi tempi, poi saltava direttamente sui commensali -, incredibile mi ha raccontato che non ne sente più la necessità!

Molto incuriosito le ho chiesto come è potuto accadere, così lei mi ha raccontato la sua esperienza.

I suoi proprietari hanno contattato una persona, un umano come loro, ma un pochino strana: ci capiva, ascoltava e ci insegnava le buone maniere senza urlare e comandare!
Questa umano simpatico ha consigliato a tutta la famiglia umana della mia amica di definire un "posto a tavola" anche per lei.
Un posto a tavola urlo io!? FIGO!

Così i proprietari hanno messo una cuccetta vicino al frigo, un pochino distante dalla tavola.
Poi sempre quell'umano strano ha detto ai proprietari della mia amica di andare prima di pranzo accanto alla cuccetta, chiamare la mia amica e offrirle dei premietti gustosi quando lei si fosse messa tranquilla dentro la cuccetta.
Ma non è finita qui!
Quell'umano mezzo cane ha chiesto a tutti i componenti della famiglia di darsi i turni per offrire durante il loro pasto qualcosa di appetitoso anche alla mia amica, ma dovevano farlo seguendo alcune piccole regole sociali.
Dovevano decidere i turni di chi si sarebbe alzato quando la mia amica Luna, scusate non vi avevo detto come si chiama, sarebbe andata ad elemosinare dal tavolo.
Così i proprietari si sono messi d'accordo e dato i turni per offrire qualcosa a Luna durante il loro pranzo!
Incredibile, dico io!

Ma voglio raccontarvi cosa mi ha detto Luna e come è andata la faccenda.

• Mentre preparano la tavola i proprietari preparano anche la cuccia di luna che comunque ha già mangiato.
• Prima di sedersi a tavola uno degli umani chiama Luna nella cuccia e le fa un pochino di coccole e quindi le offre un ossetto da sgranocchiare.
• Durante il pasto quando Luna va ad elemosinare il proprietario di turno si alza tranquillamente dalla sedia, chiama luna nella sua cuccia accanto al frigo o comunque a qualche metro dal tavolo, la accarezza le chiede di stare tranquilla e quando Luna si tranquillizza va verso il tavolo prende un pezzettino di pane e lo porta nella cuccia, pensate che bello prima di darglielo fa ancora qualche coccola delicata alla mia amica.

Luna all'inizio si alzava spesso per ripetere il tentativo di elemosinare da tavolo, ma oggi che sono passati una quindicina di giorni la mia amica ha capito che i loro proprietari sono delle belle persone, che comunque ogni tanto se lei sta tranquilla nella sua cuccia si occupano di lei! E quindi Luna mi ha fatto l'occhiolino e un piccolo abbaio ... In canino significa: Non sono mica sciocca, ho capito che tanto vengono loro a darmi un pezzetto di cose buone, è inutile che vada a elemosinare, tanto vale che me ne stia tranquilla nella mia cuccia.

Oggi dopo 15 giorni la mia amica Luna non ha più bisogno di elemosinare e i suoi amici umani, quando hanno finito il pasto e stanno sparecchiando le offrono un pezzettino di pane rimasto sul tavolo e se non c'è più pane pazienza, un bel ossicino.
Finito di rassettare la cucina la chiamano e vanno tutti in sala a guardare insieme quello schermo strano dove quando lo accendono ci sono dentro persone piccole piccole che parlano forte forte ... mi sembra si chiami televisore.

Grazie Luna e grazie ad Argo per avercelo raccontato!
Speriamo che i miei famigliari umani leggano questo tuo racconto!
E speriamo che lo leggano anche tutti gli umani che vivono con un cane!

Attilio Miconi

01/12/2022

Se non volete far entrare il cane in casa a dormire in pieno inverno, perchè lo avete adottato? Se credete che preferisca il gelo al calduccio della casa lasciateglielo scegliere, ma non precludetegli la possibilità di dormire in casa.

19/11/2022

A NATALE NON REGALARE UN CANE❤️

18/11/2022

Le"4 C", Per una serena convivenza con il tuo cane.

Convivere con un cane non è sufficiente per definirla relazione.
Non esistono relazioni buone o cattive, ma relazioni funzionali a ciò che i due dialoganti si aspettano vicendevolmente l’uno dall’altro.

La prima C: Conoscersi.
Conoscersi presuppone la voglia, la curiosità e l’interesse di guardare l’altro per ciò che lui ci offre di sé e di come noi lo interpretiamo.
Razze, motivazioni e vocazioni: tra genetica ed esperienze, ma non solo perché in campo si manifestano attitudini, temperamento e talento, unico e soggettivo in ogni essere vivente.
Conoscersi non è verbo al presente, da oggi conosco il mio cane, ma è tutto improntato al futuro, voglio dire che ciò che conosciamo, del nostro amico a quattro zampe, domani potrebbe trasformarsi in qualcosa di diverso. Perché la trasformazione di ogni relazione è parte integrante della vita relazionale stessa. Le esperienze vissute oggi con il nostro cane, creeranno domani nuove opportunità di incontro.

La seconda “C”: Comprendersi
È solo quando comprendo il mio cane che imparo a conoscerlo.
Tuttavia per tentare di comprenderlo davvero è importante sapersi riconoscere in ciò che il tuo cane tenta di comunicarti. Riconoscersi nell’altro significa saper percepire le sue emozioni, decifrare i suoi sentimenti e metterle in risonanza con le nostre. Per comprendersi è necessario che il cane non sia solo l’osservato e il familiare umano l’osservatore, ma sapere che in ogni momento della nostra vita insieme i ruoli si intercambiano continuamente, il cane ci osserva quanto noi osserviamo lui e facendolo assorbe le nostre emozioni, i nostri più “segreti” sentimenti intimi.
Comprendersi significa domandarsi non solo quanto tu sai del tuo cane, ma prendere coscienza di quanto lui sa di te, quanto ti sei sforzato e hai dedicato il tuo tempo affinché anche lui sappia meglio comprenderti.
Certo non è facile farlo, ma è proprio questo apparente limite percettivo che deve essere vissuto come opportunità unica, per potersi sperimentare nell'incontro con l'altro diverso da noi, il nostro cane.

La terza “C”: Contaminarsi
Questo "incontro" è parte della mia vita, questo "incontro" è anche per te una parte della tua vita.
Chi sarei io senza quel cane? Chi sarebbe quel cane senza il nostro incontro?
L’incontro avviene in un luogo dove la contaminazione diventa contemplazione dell’altro, i sentimenti attraversano me come famigliare umano di quel cane e si intrecciano con quelli del cane convivente, dove l’incontro ci fa e fa sentire bene.
Il confine tra me e il cane vissuto come opportunità di dialogo unica, senza parole, ma in quel mondo di animalità che ci fa sentire vicini anche se di specie diversa.
Lo scambio è il vero prodotto relazionale ed è attraverso questo che cane e famigliare umano hanno nuove possibilità di trasformazioni, accogliendosi e reciprocamente riconoscendosi diversi e unici, ma proprio per questa ragione insieme, contaminandosi, si ritrovano le prossimità, se si vuole si riconosce la vicinanza, l’affetto, l’accudimento, la cooperazione, il gioco, l’agonismo e pure la passione di una relazione unica ed esclusiva: quella che solo tra un umano e il cane può manifestarsi.

La quarta “C”: Completarsi
Ci offriamo vicendevolmente una parte del nostro mondo, quello fatto di sentimenti, emozioni, vicinanza.
Completarsi nella relazione con il nostro famigliare cane permette ad entrambi di sopperire a ciò che manca, per vivere insieme e scoprire quello che c’è.
Completarsi significa accogliere le imperfezioni nostre come umani, così come quelle del “nostro” cane come cane, e vivere come nuove opportunità per saperci interrogare prima di interrogare.
I permessi, non sono limiti fatti da comandi più o meno velati, non sono restrizioni impositive che “io” umano metto in atto sul cane. I permessi sono opportunità di dialogo tra umano e cane, dentro una relazione che va costruita e disciplinata ben oltre dal definire chi “passa per primo”.

Attilio Miconi

15/11/2022

A cosa servono i baffi e le sopraciglia al cane?

Lo sapevate che i baffi del cane sono dei veri e propri radar capaci di aiutarlo a muoversi nell’ambiente notturno?

Ma non solo, i suoi baffi saranno anche un indispensabile organo di senso quando le sue capacità visive verranno compromesse dall’età o da una malattia?

Se vi incuriosiscono queste domande non vi resta che leggere questo piccolo articolo che ho scritto per voi.

Buona lettura!

Come per i gatti anche i baffi dei cani – peli decisamente più lunghi e spessi degli altri che ricoprono il suo mantello - si chiamano vibrisse .
A differenza di quelli del gatto, il posizionamento dei baffi di cane tende a variare da un soggetto all'altro in modo irregolare e non prevedibile. Tuttavia, in tutti i cani alcuni baffi sono posizionati in posti strategici del loro volto: sopra gli occhi; ai lati del muso; alcuni sono presenti sopra il labbro; infine se ne possono individuare sotto il suo mento.
I follicoli alla base dei baffi sono pieni di fibre nervose che inviano informazioni sensoriali al cervello del cane. I baffi sono da considerarsi dei veri e propri ricettori tattili, il più sensibile organo a disposizione del cane per intercettare anche le minime variazioni di aria presenti nell’ambiente. I baffi sono degli organi così evoluti che il cane è anche in grado di orientarli in direzione precise per carpire con maggior dettaglio quanto ha sentito, visto o annusato. È stupefacente sapere che il 40% della parte del cervello che il cane utilizza per elaborare funzioni tattili, è dedicata a una rappresentazione dettagliata di quanto, come e cosa percepiscono i suoi baffi.
Se ci addentriamo meglio nel mondo sensoriale dei baffi del cane possiamo individuare quelli che ha sopra gli occhi, le nostre sopracciglia. Questi peli più lunghi e duri sono progettati in modo tale, che quando il flusso d'aria o qualche oggetto li fa flettere, indicando al cane che potrebbe esserci qualcosa che potrebbe colpirlo negli occhi, questa consapevolezza gli permette istintivamente di chiudere gli occhi.

I baffi sul muso del cane svolgono una funzione molto importante. Poiché i cani vedono molto meglio le cose in movimento e a distanza, mentre quelle vicine sono generalmente sfocate, attraverso i baffi sul muso migliorano il dettaglio da vicino, evitando ad esempio di sb****re il corpo entrando in un ambiente attraverso una porta socchiusa.

I cani riescono a usare i baffi sul muso come radar d’ingombro, perché crescono di una lunghezza più o meno pari a quella della larghezza del loro corpo. E se pensiamo che le correnti d’aria che passano attraverso i lati di una porta socchiusa saranno man mano sempre più forti all’avvicinarsi del nostro amico a quattro zampe, egli saprà valutare se e di quanto gli si piegheranno i baffi, stabilendo così se l'apertura della porta socchiusa è abbastanza ampia da lasciarlo passare senza urtare con il corpo. Ho fatto l’esempio della porta, ma questi baffi permettono al cane anche di muoversi al buio in generale con una certa abilità, sicuramente di molto superiore alla nostra.

Un altro particolare del muso del cane, è che a differenza di noi umani ha una canna nasale molto pronunciata; questa peculiarità del suo naso crea inevitabilmente degli angoli ciechi alla sua vista. Per renderci conto di cosa si sta parlando potreste fare un cono con un pezzo di carta e posizionarlo sul vostro naso: osserverete il mondo visivo con molti angoli ciechi perché lo spazio visivo è oscurato dalla forma della canna nasale.

Per risolvere l’oscurità degli angoli ciechi oscurati dal naso, il cane ha due serie di baffi aggiuntivi vicino alle labbra, una serie rivolta verso il basso sotto il labbro superiore, e una rivolta verso l’alto sopra il labbro superiore. Queste vibrisse rilevano al cane la vicinanza delle cose in prossimità e sotto il muso. Alcune ricerche evidenziano che questi baffi sotto il muso sono in grado non solo di dare informazioni sulla distanza di eventuali oggetti nascosti alla vista per via del naso, ma anche le dimensioni e la forma.

Quindi la ragione per cui i cani hanno i baffi, non è certo quella di avere qualche pelo ribelle da tagliare e pareggiare con gli altri. Ma è perché, nonostante i loro portentosi organi sensoriali come l'olfatto e l'udito, la loro vista non è propriamente meravigliosa. E così l’evoluzione della specie canina gli è venuta incontro fornendo loro i baffi. Capaci di aiutarli a "vedere" le cose nascoste dal loro naso, o quelle che possono colpirgli la testa. Possiamo affermare senza essere smentiti dalla scienza che i baffi del cane sono così sensibili da essere in grado di agire come un vero e proprio radar sensoriale.

La prossima volta che porti il tuo cane da un toilettatore assicurati che non gli vengano tagliati i baffi, perché adesso sai che farlo significherebbe togliergli un organo sensoriale per lui molto importante.

Attilio Miconi

10/11/2022

Se, quando siamo difronte a un cane cerchiamo di riconoscerne il potenziale, invece di focalizzarci sui suoi ‘errori’, riusciremmo a ottenere risultati più profondi, più estesi nel tempo, che finiranno col cambiare lui, ma soprattutto noi.

Indirizzo

Terni
05100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00
Sabato 09:00 - 18:00
Domenica 09:00 - 18:00

Sito Web

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